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Mps lancia Ops ostile su Mediobanca: analisti scettici sulle sinergie e occhi puntati su Generali
Pietro Calì: "Mediobanca ha una capitalizzazione di circa 4 miliardi superiore rispetto a quella di Mps, rendendo l’Ops un’operazione in cui “la preda è più grande del predatore”

L’Offerta pubblica di scambio lanciata questa mattina da Mps su Mediobanca si configura come un’operazione ostile, pur non del tutto inaspettata. Secondo fonti finanziarie interpellate dall'Adnkronos, l’Ops si inserisce in un contesto complesso, caratterizzato da partecipazioni incrociate e strategie aziendali divergenti. Mediobanca, da tempo considerata un ponte strategico per operazioni di rilievo sul mercato, potrebbe ora diventare il fulcro di un consolidamento che, si mormora in più di un ambiente finanziario, ha come obiettivo finale Generali.
Modelli di business conciliabili?
Mediobanca e Mps, dicono alcuni analisti, seguono approcci profondamente diversi. La prima ha focalizzato le proprie attività sul wealth management, privilegiando la consulenza finanziaria e la gestione patrimoniale, lontano dal modello di retail banking tradizionale che caratterizza Mps. Il modello Mediobanca, incentrato sulle commissioni e sulla gestione dei risparmi, le ha garantito solidità anche in fasi di tassi d’interesse sfavorevoli. Mps, al contrario, resta ancorata a un modello basato su una forte presenza territoriale e sulla tradizione del credito retail, "riducendo la possibilità di sinergie tra i due istituti".
Una preda più grande del predatore...
L’operazione, pur ambiziosa, appare complicata anche per la disparità dimensionale, afferma all'Adnkronos l'analista Pietro Calì. "Mediobanca - dice - ha una capitalizzazione di circa 4 miliardi superiore rispetto a quella di Mps, rendendo l’Ops un’operazione in cui “la preda è più grande del predatore”. Oseerva poi Calì "che il premio proposto da Mps, pari a un modesto 5% rispetto ai prezzi di chiusura di ieri, non sia sufficiente per attirare gli azionisti di Mediobanca, tanto più in un contesto dove le sinergie operative sono difficili da individuare".
Il ruolo di Generali e gli intrecci azionari
Secondo Pietro Calì, il vero tema centrale dell’operazione è Generali. "Mediobanca - dice - detiene infatti una quota strategica del 13% nel gruppo assicurativo triestino, che arriverebbe nelle mani di Mps in caso di acquisizione. La mossa si inserisce in un contesto di partecipazioni incrociate tra i principali attori finanziari: azionisti di rilievo come Caltagirone e Delfin, holding della famiglia Del Vecchio, hanno partecipazioni sia in Mediobanca che in Mps. Questi legami, sottolinea Calì, potrebbero facilitare alcune dinamiche, pur senza risolvere le evidenti difficoltà operative.
Una nuova fase per il sistema bancario italiano?
Fabio Caldato, Portfolio Manager di AcomeA SGR, definisce all'Adnkronos "l’Ops una delle potenziali operazioni più rilevanti degli ultimi anni, in grado di portare alla nascita di un terzo polo bancario, concorrente diretto di Intesa Sanpaolo e Unicredit. Caldato il consolidamento del sistema bancario italiano, in atto da anni, potrebbe accelerare con questa mossa, rafforzando il peso di Trieste come centro strategico. "Il management del Monte dei Paschi aveva più volte ribadito un’ampia disponibilità finanziaria - dice - una presenza massiccia degli stessi azionisti tra Mps, Mediobanca e Generali, che appare oggi sempre meno casuale. Non dimentichiamo - aggiunge - che Mediobanca, nell’attuale contesto bancario italiano, pur essendo una top bank è ancora di modeste dimensioni. A ciò si aggiunge la determinante valutazione sul 13% di azioni Generali detenute proprio da Mediobanca, che arriverebbe in dote. Tutto questo, arriva in un contesto di grande dinamismo con la maxi operazione tra la controllata di Generali e Natixis dei giorni scorsi", sottolinea.
Reazioni e prospettive
Le prime reazioni di mercato sono state negative. Il titolo Mps registra un calo teorico del 10% all’apertura, mentre gli osservatori rimangono scettici sull’esito dell’operazione. “Non sembra un’operazione pensata per migliorare le condizioni operative di Mps,” osserva Pietro Calì, aggiungendo che la limitata compatibilità tra i due modelli di business rende l’Ops ancora più complessa. Resta ora da vedere se il management di Mediobanca e i suoi azionisti decideranno di opporsi con forza. L'appuntamento è al Cda di Mediobanca fissato per la prossima settimana. (di Andrea Persili)

Finanza
Popolare di Sondrio: piano stand alone, ma si prepara al...

L'utile netto del 2024 è stato il più elevato nella storia della banca: 574,9 milioni di euro (+24,7%)

Il piano di febbraio sarà stand alone, ma attenzione: Popolare di Sondrio ha "un forte capitale e un buffer" tali da poter considerare opportunità di acquisizioni. Sia chiaro - sottolinea il direttore finanziario della Banca Popolare di Sondrio, Massimo Perona - "sempre da valutare con la consueta prudenza". Ma - questa la battuta del Cfo - "le operazioni di M&A prima si fanno, poi si comunicano: non il contrario". Appuntamento a fine mese, con la presentazione del piano industriale, per (iniziare) a capire come andrà a finire la storia: Popolare di Sondrio sarà o non sarà della partita del risiko? Non mancano analisti sentiti dall'Adnkronos che insistono su un prossimo giro di valzer, magari con Bper. Ma per ora rimangono per l'appunti voci: almeno per adesso.
Quello che è certo è che l'istituto valtellinese guarda al futuro con grande soddisfazione, con "il mese di gennaio già trascorso, una visione prospettica di una banca solida, un patrimonio che ci consentirà di impostare un piano industriale ambizioso": parola di Mario Alberto Pedranzini, Consigliere delegato e Direttore generale della Banca.
I fondamentali, ce lo dicono i conti, sono in salute. L'utile netto è stato il più elevato nella storia della banca: 574,9 milioni di euro (+24,7%). Il Roe si attesta al 16,1%, con un dividendo unitario proposto di 0,80 euro per azione e un payout in rialzo al 63%. I proventi dell'attività bancaria caratteristica raggiungono 1.524,6 milioni di euro (+13,8%), trainati da un margine di interesse di 1.090,1 milioni di euro (+16,3%) e commissioni nette in aumento a 434,5 milioni di euro (+7,9%), principalmente nei comparti risparmio gestito e Bancassurance. Confermata l'efficienza operativa (Cost/Income ratio al 39%) e una robusta posizione di liquidità (Lcr 168%, Nsfr 130%, attivi rifinanziabili liberi a 10,1 miliardi di euro).
Il Cet1 Ratio si attesta al 15,2% e il Total Capital Ratio al 18,0%. Numeri dietro i quali c'è il vero core business del gruppo, il supporto all'economia reale con 5,6 miliardi di euro di nuove erogazioni a famiglie e imprese (+18,1%) e finanziamenti netti in crescita dell'1,6%.
La prossima parola è alle direttrici del nuovo piano industriale 2025-2027 il prossimo 26 febbraio, a Milano.
(di Andrea Persili)
Finanza
Bper trascina Popolare Sondrio nel risiko bancario: Ops da...

Il Gruppo Unipol, presieduto da Carlo Cimbri, azionista di controllo di entrambi gli istituti (detiene il 24% di Bper e il 19% dell'istituto valtellinese)

Altra mossa nel risiko bancario: Bper Banca lancia un'offerta pubblica di scambio volontaria su tutte le azioni ordinarie di Banca Popolare di Sondrio per un corrispettivo di 4,3 miliardi. Le azioni della target sono valutate a un prezzo implicito di 9,53 euro rispetto agli attuali 9,27 euro: previsto un premio del 6,6% rispetto al prezzo ufficiale di banca Popolare di Sondrio del 5 febbraio 2025, del 10,3% rispetto alla media ponderata degli ultimi tre mesi. Le parole di Gianni Franco Papa, Amministratore Delegato di Bper: "Questa operazione basata su logiche industriali rappresenta un'opportunità unica di creare un gruppo bancario leader in Italia, con due banche complementari che hanno modelli di business coerenti e che condividono gli stessi valori".
L’offerta punta ad acquisire almeno una partecipazione superiore al 50% del capitale sociale, ma Bper potrebbe accontentarsi anche di una quota oltre il 35%. Sinergie per 290 milioni: costi di integrazione per 400 milioni. Ancora è presto - per ora non filtra nulla - per capire se si tratti di un Ops ostile o meno. Sullo sfondo della vicenda il Gruppo Unipol, presieduto da Carlo Cimbri, azionista di controllo di entrambi gli istituti (detiene il 24% di Bper e il 19% dell'istituto valtellinese). Proprio oggi in occasione della presentazione dei risultati del 2024, Massimo Perona, il Chief Financial Officer Gruppo Banca Popolare di Sondrio rispondendo ad una domanda degli analisti aveva sottolineato che "le operazioni di M&A si fanno e poi si comunicano, non il contrario". Perona aveva aggiunto, poche ore prima dell'annuncio dell'Ops di Bper, che "il prossimo piano industriale" di Banca Popolare di Sondrio sarebbe stato "stand alone".
Diversi analisti sentiti dall'Adnkronos dicono dell'offerta: premio allineato a quello delle altre Ops - non eccessivamente alto, dice qualcuno - e obiettivo di consolidare il settore: Intesa va in solitaria, Unicredit punta agli sportelli del Nord di Banco Bpm, Mps prova a creare un campione nazionale grazie alla complementarietà con Mediobanca mentre Bper prova a celebrare con Banca Popolare di Sondrio il matrimonio delle due ex popolari. Sullo sfondo, questo il ragionamento degli analisti, un settore, quello bancario, cresciuto con l’aumento dei tassi, che ora deve affrontare la sfida dei tagli Bce. Intesa Sanpaolo e Crédit Agricole continuano a brillare, ma il futuro è un campo di battaglia. Solo le banche ben posizionate vincono: le altre rischiano di essere inglobate. Ecco la ragione profonda del risiko bancario e dell'Ops di questa sera: si attende ora la risposta della Banca popolare di Sondrio che proprio oggi, nel giorno dell'Ops, ha conseguito l'utile netto più elevato nella sua storia: 574,9 milioni di euro.
(di Andrea Persili)
Finanza
Mediolanum: Doris, ‘ops Mps-Mediobanca non me...


L'ops lanciata da Mps su Mediobanca è stata un'operazione inaspettata per l'amministratore delegato di Banca Mediolanum, Massimo Doris che, rispondendo alle domande dei giornalisti nella call di accompagnamento ai risultati 2024 dell'istituto, ha detto: "Io non me l'aspettavo, come penso nessun altro sul mercato; è stata una bella sorpresa".
E a chi gli chiede se questo potrebbe dare il via ad altre possibile mosse, da parte di altri soggetti, risponde: "Può darsi, visto il dominio di operazioni che è partito, non mi sento di escluderlo". Anche se la politica di Mediolanum sembra rimanere al di fuori da certe logiche: "Noi -conferma Doris- non stiamo guardando a queste cose".