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Louvre in pessime condizioni, l’offerta della Lombardia: “Pronti a ospitare la Gioconda”

Anche la discendente di Monna Lisa accoglie la proposta. Emmanuel Macron ha annunciato un sopralluogo

'La Gioconda' di Leonardo Da Vinci - Agenzia Fotogramma / Ipa

Il Louvre 'soffre' di infiltrazioni d'acqua e 'sovraffollamento', a rivelarlo è la lettera preoccupata della direttrice del noto museo di Parigi, Laurence Des Cars. Secondo la donna, le condizioni del museo mettono a rischio la conservazione delle opere d'arte e per questo motivo l’assessora lombarda alla Cultura, Francesca Caruso, si è detta pronta a ospitare in Lombardia l'opera più nota di Leonardo Da Vinci. Una proposta accolta persino dalla discendente di Monna Lisa Gherardini, che ispirò la Gioconda. "Permetterebbe a molte persone di poterla ammirare evitando di doversi spostare nella Villa Lumière", ha detto Natalia Strozzi all'Adnkronos.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che si recherà martedì pomeriggio al Louvre per fare un sopralluogo e per parlare con i responsabili del deterioramento del più grande museo al mondo. "Il Louvre è un simbolo della Francia, è motivo di orgoglio francese. Sarebbe sbagliato decidere di non voler ascoltare e di non voler vedere i rischi che affliggono oggi il museo", ha detto all'Afp un funzionario dell'entourage presidenziale che ha chiesto di restare anonimo.

La lettera: "Infiltrazioni e sovraffollamento"

E' stata una lettera al ministro della Cultura francese, Rachida Dati, che doveva restare riservata ma che è trapelata sulla stampa, come ha rivelato il quotidiano 'Le Parisien' ieri giovedì 23 gennaio, a far scoppiare il caso del Louvre che 'soffre' di infiltrazioni d'acqua e 'sovraffollamento', mettendo in cattiva luce anche la collocazione della Gioconda di Leonardo da Vinci. Des Cars, la prima donna a guidare il museo di Parigi in oltre 230 anni storia, ha scritto al ministro che il deterioramento delle strutture del Louvre minaccia la sua collezione d'arte di fama mondiale.

C'è una "proliferazione di danni negli spazi del museo, alcuni dei quali sono in pessime condizioni", ha scritto Des Cars nella lettera. La direttrice ha poi aggiunto che alcune sezioni del museo "non sono più impermeabili, mentre altre subiscono notevoli variazioni di temperatura, mettendo a rischio la conservazione delle opere d'arte". È necessaria una profonda revisione del museo, ha aggiunto Des Cars, nonostante le complicazioni esterne dovute alla chiusura per cinque anni del Centre Pompidou per la sua ristrutturazione e alla crisi di bilancio del governo francese.

"Rivalutare" l'esposizione della Gioconda

Il Louvre è anche il museo più popolare al mondo, con circa 8,7 visitatori registrati nelle sue gallerie nel 2024. Tuttavia, questa popolarità sta causando una "pressione fisica" sull'edificio, mentre gli spazi per i visitatori "per fare una pausa" stanno diventando sempre più scarsi, ha scritto la direttrice al ministro. "Le opzioni di ristorazione e i servizi igienici sono insufficienti, ben al di sotto degli standard internazionali. La segnaletica ha bisogno di una riprogettazione completa", ha precisato Des Cars. Ha anche esaminato l'elemento più moderno del museo - la piramide di vetro progettata dall'architetto cino-americano I. M. Pei e inaugurata nel 1989 - per le sue "gravi carenze". Secondo Des Cars, la piramide intrappola il calore come una serra, rendendo "inospitali" gli eventi estivi. La lettera cita anche l'attrazione principale del museo, la Gioconda di Leonardo da Vinci.

Secondo le rilevazioni del Louvre, circa l'80% dei possessori di biglietti si reca nella Salle des États per vedere il ritratto della Monna Lisa: si tratta di 20mila-30mila visitatori al giorno, ben al di là di quanto la storica galleria era destinata ad accogliere. Des Cars ha sottolineato nella lettera la necessità di "rivalutare" l'esposizione della Gioconda, con un'alternativa, una sala dedicata appositamente all'enigmatico capolavoro. Da quando ha assunto la direzione del museo nel 2021, Des Cars ha parlato pubblicamente della necessità di migliorare le operazioni quotidiane del museo. Nella sua nota al ministero, ha anche sostenuto l'idea di costruire un secondo ingresso rispettivo alla piramide.

Una spesa senza precedenti

Il Louvre è un museo nazionale, quindi una percentuale significativa dei suoi costi operativi, compresa la manutenzione, è a carico dello Stato. Una ristrutturazione dell'entità ritenuta necessaria da Des Cars sarebbe una spesa senza precedenti.

''Sarebbero necessari almeno 100 milioni di euro di investimenti, in particolare per lavori di restauro prioritari, di cui solo 26 milioni sono assicurati nel 2024, il resto dovrà essere scaglionato fino al 2032, per mancanza di budget ", ha detto all'Afp una fonte ben informata. In totale, la direzione del museo ha stimato in 500 milioni l'investimento necessario per la manutenzione, il restauro e la riqualificazione del palazzo e ulteriori 400 milioni per la costruzione del nuovo ingresso e di nuove sale che potrebbero ospitare la Gioconda e mostre temporanee.

L'ultima grande fase di lavori del museo si è conclusa nel 1995 con la fine della costruzione del Grand Louvre voluta da François Mitterrand. Il museo aveva, in circa dieci anni, triplicato le sue dimensioni aprendo nuovi spazi espositivi, ma anche aree tecnico-scientifiche e di accoglienza che mancavano, in particolare la piramide e la sua grande sala. Progettate per ospitare 4 milioni di visitatori, queste strutture stanno ora raggiungendo i loro limiti con un numero di presenze più che raddoppiato, fa notare l'emittente Bfmtv.

L'assessora Caruso: "Pronti a ospitare 'La Gioconda' in Lombardia"

"Siamo pronti a ospitare ‘La Gioconda’ in Lombardia", ha commentato l'assessora regionale alla Cultura, Francesca Caruso. "Non entro in merito alle precise osservazioni del presidente sullo stato del museo - aggiunge Caruso - ma accolgo l’appello relativo alla ricerca di una collocazione diversa. Direi che in attesa delle decisioni del governo francese in merito a spostamenti o ristrutturazioni, noi in Lombardia siamo ben lieti di ospitare questa opera che rappresenta al meglio l’arte e la cultura italiana ed è patrimonio dell’intera umanità".

“Una ‘ospitalità’ – conclude l’assessore Caruso – che avrebbe un significato ancor più forte se proiettata in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Sarebbe il miglior modo per rendere fruibile questo splendore del genio italiano al grande pubblico che verrà in Lombardia e deciderà di visitare le opere di Leonardo Da Vinci in quello che amo chiamare 'circuito vinciano'".

Discendente Monna Lisa: "Bisogna proteggere la Gioconda"

"Non è male l'idea dell'assessore regionale alla Cultura della Lombardia di 'ospitare' per un periodo la Gioconda visti i problemi in cui versa il museo Louvre di Parigi", ha dichiarato all'Adnkronos Natalia Strozzi, discendente di Monna Lisa Gherardini, che ha ispirato la Gioconda di Leonardo da Vinci. "Permetterebbe a molte persone di poterla ammirare evitando di doversi spostare nella Villa Lumière", ha aggiunto dalla sua tenuta di Cusona in Toscana.

"E' raro vedere il ritratto della Gioconda nei musei italiani perchè il celebre dipinto, effettivamente, ha viaggiato pochissimo. Anzi suggerirei all'assessore regionale della Lombardia di accostare alla Monna Lisa del Louvre il quadro battezzato 'Earlier Mona Lisa' (o 'Isleworth Mona Lisa') che Leonardo realizzò circa 10 anni prima, oggi a Zurigo. Nel primo 'ritratto' Monna Lisa è più giovane, più luminosa, 'leonardesca', mentre il dipinto del Louvre sembra essere stato commissionato da un Medici, quando Leonardo non era più a Firenze, e solo successivamente viaggiò con lui fino in terra di Francia".

Natalia Strozzi sottolinea, inoltre, che "deve essere il Museo del Louvre a farsi carico di una decisione così importante. Del resto Leonardo da Vinci la vendette al re di Francia, quindi è giusto che rimanga a Parigi e non ritorni nel nostro Paese, come qualcuno auspica, quasi per rispettarne la volontà. Bisogna proteggere la Gioconda - auspica - e se non dovesse arrivare in Italia, spero che il Louvre possa spostarla in un ambiente più idoneo e adeguato alla sua fama e popolarità".

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Cultura

L’ecosistema Gemelli-Medicina Cattolica, “4...

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Il rettore Elena Beccalli ha inaugurato l’anno accademico della sede di Roma dell’Università Cattolica. La prolusione del direttore del Cuamm Dante Carraro e la presentazione del Piano Africa dell’Ateneo

Da sx Gasbarrini, Carraro, Beccalli e Torti - Foto Cattolica Roma

"Persona, cura, dedizione e solidarietà. Sono quattro pilastri che alimentano la fiducia che il paziente e gli studenti nutrono nei confronti dell’ecosistema Gemelli, perché è una grande famiglia: vivono l’Università e il Policlinico, lavorano sinergicamente per offrire cure di frontiera accessibili a tutti, in ambienti pieni di innovazione e tecnologia”. Così la rettrice dell'Università Cattolica Elena Beccalli a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'ateneo di Roma. Durante la cerimonia anche i saluti istituzionali del ministro della Salute Orazio Schillaci e del Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Prima della cerimonia inaugurale nella Chiesa centrale della Sede si è tenuta la concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Baldassare Reina, Vicario di Sua Santità per la Diocesi di Roma.

La rettrice ha annunciato il Piano Africa della Cattolica. "La solidarietà diviene il presupposto principale per l’ideazione e l’attuazione del Piano Africa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Si tratta- ha spiegato nel discorso inaugurale - di una struttura d’azione, in coerenza con l’indirizzo di apertura proprio di una Università che vuole essere la migliore per il mondo, con l’intento di porre il continente africano al cuore delle progettualità sanitarie, assistenziali, educative, di ricerca e di terza missione. In uno spirito di reciprocità con l’Africa, l’Ateneo intende diventare polo educativo dalla triplice finalità: formare medici in Africa, offrire ai giovani africani di seconda generazione opportunità di studio, integrare le esperienze di volontariato dei nostri studenti nei percorsi accademici".

"Come è ormai noto, la nostra aspirazione è diventare l’Università europea con la più rilevante presenza in Africa, attraverso partnership con atenei e istituzioni locali, nella prospettiva di un lavoro con l’Africa, per la formazione integrale delle persone e la promozione della fratellanza e della pacifica convivenza sociale. Siamo infatti fortemente convinti dell’efficacia di quello che ho definito l’education power, cioè la capacità di aiutare un paese attraverso piani educativi incisivi e rispettosi. L’educazione è uno strumento che meglio, e più, di altri consente di lavorare con i paesi africani piuttosto che per i paesi africani", ha aggiunto la rettrice.

Il Piano Africa "intende dunque consolidare studi e progetti attraverso collaborazioni, accordi e alleanze con università e realtà che vi operano, da quelle cattoliche a quelle internazionalmente riconosciute come Unesco e Fao, e auspicabilmente in stretta connessione con iniziative come il Piano Mattei per l’Africa. Da questo punto di vista, il campus romano dell’Università Cattolica può dare un contributo determinante, perché le sue attività già rendono visibile il nesso tra educazione, crescita e solidarietà. Abbiamo in Ateneo complessivamente attivi 123 progetti in 40 paesi, di cui 14 con la sola Facoltà di Medicina e chirurgia", ha concluso.

Il preside della facoltà di Medicina e chirurgia Antonio Gasbarrini nel suo intervento ha sottolineato che "un aspetto cruciale del nostro operato risiede nella collaborazione costante con le istituzioni sanitarie, in particolare con la Regione Lazio, nostro principale committente in ambito sanitario pubblico, e con il ministero della Salute, che stabilisce le regole e crea le opportunità per garantire una sanità pubblica nazionale equa e accessibile". Il preside di Medicina ha individuato un ambito originale in cui assicurare l’impegno della Facoltà a sostegno delle politiche regionali e ministeriali. «Oltre al nostro ruolo nelle patologie elettive, infatti, stiamo sviluppando con entrambe le istituzioni, regionale e nazionale, politiche al servizio della cruciale rete dell’emergenza/urgenza, quella rete che rappresenta la colonna portante delle politiche sanitarie», «fondamentale per salvare vite, ridurre le complicanze e garantire la presa in carico integrata del paziente, dal primo intervento alla riabilitazione».

Al tema Africa sono state dedicate le due prolusioni e la testimonianza conclusiva. "Non sono un accademico, non posso di certo fare ‘lezioni’, posso provare a condividere quanto vivo sul campo ogni giorno, come medico, come prete e come direttore di Medici con l’Africa Cuamm, organizzazione che da 75 anni è impegnata in Africa, nei paesi più poveri, per prendersi cura della salute dei più fragili". ha esordito il direttore don Dante Carraro. «Nel nostro nome è racchiuso lo stile che guida il nostro intervento: non “per” ma “con” l’Africa. Camminiamo a fianco delle popolazioni locali, all’interno del sistema sanitario cercando di esserne lievito, intervenendo in partnership con le autorità locali e partendo dai bisogni reali. Non caliamo interventi dall’alto, ma costruiamo insieme delle risposte che possano essere sostenibili e possano garantire futuro. Ci stanno a cuore, soprattutto, le mamme e i bambini, fragili tra i fragili, specie nel momento del parto e nei primi mesi di vita. Infine, crediamo che una leva fondamentale di cambiamento sia l’investimento in formazione, dei giovani italiani e anche africani, per questo collaboriamo con 39 università italiane e con tanti partner di ricerca nel mondo, così da poter dare solidità al nostro intervento, perché siamo convinti che una medicina per i poveri, non debba essere una medicina povera".

Il professor Carlo Torti, ordinario di Malattie infettive alla facoltà di Medicina e chirurgia, parlando di Malattie infettive globali: sfide condivise tra Paesi industrializzati e l'Africa nella lotta per la salute universale, ha messo in evidenza un "paradosso preoccupante: mentre, in massima parte, i decessi per malattie infettive avvengono nelle aree più povere, nei Paesi industrializzati registriamo un aumento di casi di malattie prevenibili mediante le vaccinazioni, causate da una copertura vaccinale insufficiente». E ha concluso che «la scienza deve evolvere da una logica di pubblicazione ('publish or perish') a un focus sull'innovazione ('innovate or perish'), riconoscendo che viviamo in un mondo interconnesso e che le nostre azioni devono riflettere una responsabilità collettiva di contrasto a malattie globali, quali quelle infettive, a vantaggio della salute universale".

Francesca Schiavello, giovane specialista in Medicina interna, che ha raccontato la sua esperienza di volontariato con il Cuamm in Tanzania, ha detto che "lavorare in Africa non significa affatto praticare una medicina di 'seconda mano'". Certo, "i mezzi a disposizione sono molto limitati. Ma, lavorare in un contesto a basse risorse, è una grande scuola di vita per noi medici. In un contesto dove mancano gli esami di laboratorio, le radiografie, le Tc, si è spinti necessariamente a compensare con gli occhi, con le mani, con le orecchie, con l’ascolto, con la semeiotica". Una lezione di vita ma anche di una sanità dal volto umano.

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Cultura

L’interno del rotolo di Ercolano visto per la prima...

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Grazie al progetto della Biblioteca Bodleiana dell'Università di Oxford e della Vesuvius Challenge

(Biblioteca Bodleiana dell'Università di Oxford Vesuvius Challenge)

Straordinaria svolta nel tentativo di decifrare il testo conservato sui rotoli di papiro provenienti dall'antico sito di Ercolano, sepolto dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. La Biblioteca Bodleiana dell'Università di Oxford e il Vesuvius Challenge hanno annunciato che un team di ricercatori è riuscito a generare la prima immagine dell'interno del rotolo PHerc. 172, uno dei tre rotoli di Ercolano conservati presso la Biblioteca Bodleiana, segnando un significativo passo avanti nella capacità di recuperare testi dal mondo classico greco-latino.

L'immagine del rotolo virtualmente srotolato mostra una parte considerevole del papiro e alcune colonne di testo, con circa le ultime 26 righe di ogni colonna. Mentre gli studiosi dell'Università di Oxford stanno cercando di interpretare il testo, la Vesuvius Challenge invita altri studiosi a farsi avanti e a unirsi allo sforzo collettivo per decifrarne completamente il contenuto.

Una delle prime parole ad essere tradotte dal greco antico è "disgusto" e che compare due volte in alcune colonne di testo. Da quando la pergamena è stata scansionata alla Diamond Light Source di Harwell nel luglio 2024, presso la struttura scientifica nazionale di sincrotrone del Regno Unito, il team della Vesuvius Challenge ha lavorato con l'intelligenza artificiale per mettere insieme le immagini e migliorare la chiarezza del testo. I ricercatori stanno perfezionando ulteriormente l'immagine utilizzando un nuovo approccio di segmentazione nella speranza di migliorare la coerenza e la chiarezza delle linee di testo attualmente visibili e forse di raggiungere la fine del papiro, la parte più interna del rotolo carbonizzato, dove potrebbe essere conservato il colophon con il titolo dell'opera.

Il rotolo di Oxford, donato all'inizio del XIX secolo da Ferdinando IV, re di Napoli e di Sicilia, è unico tra i materiali di Ercolano per la composizione chimica del suo inchiostro, che appare più chiaramente nelle scansioni a raggi X. I ricercatori ritengono che l'inchiostro possa contenere un contaminante più denso come il piombo, ma saranno necessari ulteriori test per identificare l'esatta ricetta che ha reso l'inchiostro molto più leggibile rispetto ad altre pergamene che hanno fatto parte della Vesuvius Challenge.

L'apprendimento automatico utilizzato per questo progetto si concentra esclusivamente sul rilevamento della presenza di inchiostro, poiché i modelli non hanno alcuna comprensione del linguaggio e non possono riconoscere i caratteri. Di conseguenza, la fase successiva - la trascrizione e la traduzione del testo - è affidata all'esperienza degli studiosi e non all'intelligenza artificiale.

Richard Ovenden, funzionario della Biblioteca Bodleiana, ha dichiarato: "È un momento storico incredibile in cui bibliotecari, informatici e studiosi del periodo classico collaborano per vedere l'inedito. I sorprendenti passi avanti fatti con l'imaging e l'intelligenza artificiale ci permettono di guardare all'interno di rotoli che non sono stati letti per quasi 2.000 anni. Questo progetto è un esempio perfetto di come le biblioteche, le discipline umanistiche e l'informatica integrino le rispettive competenze per comprendere il nostro passato comune".

La Vesuvius Challenge, l'iniziativa globale lanciata nel 2023 per scoprire il contenuto dei rotoli di Ercolano senza alcun intervento fisico sui rotoli stessi, continua a incoraggiare i contributi dei ricercatori di tutto il mondo.

Brent Seales, cofondatore di Vesuvius Challenge e ricercatore principale di EduceLab, ha dichiarato: "Siamo entusiasti del successo dell'imaging di questa pergamena della Biblioteca Bodleiana e siamo grati ai nostri partner per il loro sostegno e la loro collaborazione. Questa pergamena contiene una quantità di testo recuperabile superiore a quella mai vista in una pergamena di Ercolano sottoposta a scansione. Nonostante questi risultati entusiasmanti, resta ancora molto lavoro da fare per migliorare i nostri metodi software in modo da poter leggere la totalità di questa e delle altre pergamene di Ercolano".

(di Paolo Martini)

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Cultura

Firenze, l’Università festeggia i 250 anni del Museo di...

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Dal 21 febbraio al via un calendario di eventi che durerà tutto l'anno

Firenze, l’Università festeggia i 250 anni del Museo di Storia naturale dell’Ateneo

L’Università di Firenze festeggia quest’anno i 250 anni della Specola, che sta all’origine del Museo di Storia naturale dell’Ateneo fiorentino.

Per la ricorrenza l’Ateneo ha organizzato un calendario di iniziative e attività lungo tutto l’anno che sarà presentato alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico, che si terrà martedì 18 febbraio al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.

“L’Università di Firenze ha deciso di dedicare l'apertura dell'Anno Accademico al suo Museo di Storia naturale, la cui storia di due secoli e mezzo è strettamente legata alla rinascita degli insegnamenti superiori nella nostra città e alla diffusione del sapere scientifico – spiega la rettrice Alessandra Petrucci -. È l’occasione per promuovere con rinnovato slancio il nostro patrimonio museale, in una prospettiva internazionale”.

“I festeggiamenti sono iniziati già nel 2024 – spiega il presidente del Sistema Museale di Ateneo David Caramelli - con la riapertura della Specola, la sede da cui tutto ebbe inizio il 21 febbraio 1775 per volontà del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena. Abbiamo ora deciso di estendere gli eventi – prosegue Caramelli – a tutte le collezioni che dalla Specola si spostarono in varie parti della città, costituendo realtà espositive come il Museo di Antropologia, il Museo di Paleontologia, l’Erbario”.

Il programma delle celebrazioni si aprirà venerdì 21 febbraio con un evento scientifico dal titolo “Si vedrà la natura raccolta in un sol luogo” (ore 9.30 - Aula Magna del Rettorato, piazza San Marco, 4).

Porteranno il loro saluto la rettrice Alessandra Petrucci, il direttore generale musei del Ministero della Cultura Massimo Osanna, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, la sindaca del Comune di Firenze Sara Funaro. I lavori saranno introdotti dal presidente del Sistema Museale di Ateneo David Caramelli; fra i relatori saranno presenti, tra gli altri, il presidente della Società Italiana di Storia della Scienza Elena Canadelli, il direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco, il direttore del Dipartimento Unifi di Scienze della Terra Luca Bindi.

In occasione della ricorrenza dell’istituzione del Museo sono previste, per i giorni sabato 22 e domenica 23 febbraio, aperture gratuite, a partire dalle ore 9, all’Orto Botanico (via Pier Antonio Micheli, 3), al Museo di Antropologia (via del Proconsolo, 12), al Museo di Paleontologia (via Giorgio La Pira, 4), alla Specola (via Romana, 17 – per questa sede l’ingresso è su prenotazione). All’Erbario saranno offerte visite guidate, a partire dalle ore 10 (via La Pira, 4 – ingresso su prenotazione).

In programma anche laboratori per grandi e piccoli, su prenotazione: all’Orto botanico, ad esempio, sarà possibile ripercorrere le tappe fondamentali dell’evoluzione vegetale attraverso l’esposizione di piante e modelli didattici, mentre a Paleontologia si potranno scoprire le preziose collezioni di fossili o cimentarsi con la paleoarte. E ancora alla Specola i visitatori si immergeranno nel piccolo mondo degli insetti o in quello immenso delle meteoriti, mentre Antropologia aspetta il pubblico per una visita sensoriale immersiva e per far conoscere le tradizioni culinarie dei popoli. Info su www.sma.unifi.it

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