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Morte Satnam Singh, 2 arresti a Latina per sfruttamento del lavoro e intermediazione illecita
I due portati in carcere. Il bracciante morì dopo aver perso una mano nei campi e non essere stato soccorso

Due arresti oggi, 23 gennaio, a Latina per la morte di Satnam Singh, il bracciante indiano che, nel giugno dello scorso anno, perse una mano durante il lavoro e fu abbandonato fuori casa senza essere soccorso.
Su disposizione della Procura della Repubblica di Latina, i carabinieri hanno arrestato e portato in carcere il legale rappresentante dell’azienda per cui lavorava la vittima Satman Singh e suo padre - amministratore di fatto della ditta individuale - ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di intermediazione illecita e sfruttamento pluriaggravato del lavoro.
Secondo il Gip del tribunale di Latina che ha emesso le ordinanze di custodia cautelare, avrebbero utilizzato la manodopera di 7 braccianti agricoli irregolari sul territorio nazionale, tra cui il bracciante indiano, a condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno.
L’attività investigativa, partita dal 17 giugno scorso, giorno del grave infortunio costato la vita a Satnam, è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina anche attraverso l'analisi delle utenze telefoniche e dei social in uso ai lavoratori irregolari trovati sui campi al momento dell'infortunio, nonché grazie al contributo dichiarativo offerto da quattro lavoratori irregolari, che su richiesta del Comando Compagnia Carabinieri di Latina, hanno ottenuto il permesso di soggiorno per casi speciali, ha consentito di delineare il grave quadro indiziario nei confronti degli indagati. Le indagini hanno permesso di circostanziare le condizioni di sfruttamento e la volontà degli indagati di approfittare dello stato di bisogno dei lavoratori irregolari attraverso: la corresponsione di retribuzioni difformi dai contratti collettivi nazionali; la violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, ai periodi di riposo e al riposo settimanale; la violazione delle norme in materia di sicurezza.
Analogamente, è stato possibile delineare le aggravanti del reato contestato, avendo gli indagati impiegato, da agosto 2022 a giugno 2024, più di 3 lavoratori irregolari, esponendoli a situazioni di grave pericolo,impiegando i lavoratori a mansioni improprie con l’utilizzo di attrezzatura artigianale e pericolosa. L'Autorità Giudiziaria ha disposto anche il controllo giudiziale dell’azienda a vario titolo riconducibile ai due indagati, nominando un amministratore giudiziario nei cui confronti si è proceduto alla notifica del predetto provvedimento.

Cronaca
Roma, morto ladro ferito da vigilante: indagine per...

Il malvivente ferito alla testa, un 24enne romeno, era stato ricoverato ieri sera in gravissime condizioni. Indagano i carabinieri

E’ morto il rapinatore colpito ieri sera alla testa da un proiettile sparato da una guardia giurata in via Cassia, zona nord della Capitale. L'uomo, un romeno di 24 anni, era stato portato in ospedale in gravissime condizioni.
La guardia giurata avrebbe sparato dieci colpi di pistola in direzione del ladro e di alcuni complici riusciti a fuggire. Il vigilante è indagato e ora, dopo la morte del rapinatore, il reato ipotizzato a suo carico si aggrava in omicidio. Sul caso indagano i carabinieri.
Coordinati dalla procura di Roma, i militari hanno acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza poco distanti e hanno avviato tutti gli accertamenti per ricostruire la dinamica dell’accaduto.
Cosa è successo
Tutto è accaduto ieri poco dopo le 19 sulla via Cassia, a Roma. La guardia giurata stava rientrando a casa quando ha sentito dei rumori provenire dall'appartamento vicino, sorprendendo i ladri in azione. Dalle prime informazioni sembra che lo scontro sia terminato nel cortile condominiale, dove è stato trovato il ferito. I suoi complici sono riusciti a fuggire.
La testimonianza di chi lavora con il vigilante
"Quando ieri sera abbiamo saputo la notizia siamo rimasti scioccati" dice all'Adnkronos il security manager della Ferrari group, la società specializzata nelle spedizioni a livello globale di gioielleria e beni di lusso in cui lavora Antonio Micarelli. Antonio, che rientrava proprio dal servizio quando è avvenuto il fatto, è una persona di fiducia, lavora con noi da molti anni. Mai è capitata una cosa del genere, mai ha avuto problemi. Confido nel lavoro degli inquirenti".
Cronaca
Covid, bollettino ultima settimana: 860 casi e 24 morti in...

Ancora giù i contagi, zero decessi in 14 regioni. Lombardia regione con più casi

I casi Covid in Italia scendono ancora. Nella settimana 30 gennaio - 5 febbraio sono 860 ed erano 914 la precedente. I nuovi decessi passano da 43 a 24. Questi i dati riportati nel bollettino settimanale pubblicato online dal ministero della Salute.
Scendono quindi i tamponi che passano da 58.986 a 50.154, il tasso di positività sale di poco dall'1,5% della settimana precedente a 1,7%.
La Lombardia è la regione che in numeri assoluti ha segnalato più casi (215), e Valle d'Aosta 0 casi. Le Marche continuano a registrare il tasso di positività più alto (41,1%). I 24 decessi della settimana presa in esame sono distribuiti: Lombardia (13), Fvg (5), Calabria (1), Campania (1), Emilia R., Puglia (1), Toscana 2). Mentre sono ancora 14 le regioni dovo in questa settimana non sono stati registrati casi.
Cronaca
Morte Rovagnati, si scatena l’odio social:...

Ma gli haters sono sepolti dalle critiche degli altri utenti: "Siete frustrati e invidiosi"

Vivere in un castello all'interno di un parco, essere ricco e tra i titolari di un'azienda che produce salumi: caratteristiche di Lorenzo Rovagnati, morto mercoledì in un incidente di elicottero, evidentemente insopportabili per tanti hater da tastiera, che non hanno mancato di manifestare sui social il loro odio, a volte tentando di mascherarlo con della pesante ironia.
Se c'è chi come 'fabiozeta' sottolinea che Rovagnati è morto "nel parco del castello di famiglia", come fosse una colpa, c'è chi, come tale 'Graziano', con macabro sarcasmo scrive: "Ne facessero salamini". "Noi non moriremo mai così! Ucciso da benessere", è il distinguo di 'Carolettaylor'.
Qualche animalista convinto associa la morte di Rovagnati a quella dei maiali utilizzati per le attività dell'azienda: "Stermini milioni di animali da tutta la vita e trai profitto dalla loro sofferenza", dice 'EmiRev' aggiungendo: "Prima o poi il karma arriva". "Viveva in un castello e andava in giro in elicottero ma era umile e buono. Io che c... sono, il presidente dei santi?', si chiede 'mamox'.
C'è da dire che i messaggi ironici o di vero e proprio odio sono, sia pure numerosi, una minoranza rispetto a chi manifesta solidarietà alla famiglia Rovagnati ed esprime il proprio dolore per l'accaduto. Sono molti quelli che sottolineano le qualità imprenditoriali e umane della famiglia Rovagnati e il fatto che l'azienda dia lavoro a centinaia di famiglie.
E non sono pochi coloro che se la prendono direttamente con gli odiatori, definiti, come fa ad esempio l'utente di X 'TizianaBtz', "soggetti frustrati, divorati dall'invidia, che godono per la morte altrui". E c'è infine chi, come 'Selvatica', sintetizza efficacemente i mille messaggi di sdegno per l'odio social riversato nei confronti della famiglia Rovagnati: "Altro che popolo di Santi, navigatori e poeti. Siamo un popolo di invidiosi…".