Cerchi qualcosa in particolare?
Pubblichiamo tantissimi articoli ogni giorno e orientarsi potrebbe risultare complicato.
Usa la barra di ricerca qui sotto per trovare rapidamente ciò che ti interessa. È facile e veloce!
Trump, ecco la ‘prima agenda’: “Via alle deportazioni di immigrati illegali”
Il presidente si prepara a giurare: "Dopo il discorso, firmerò oltre 100 atti esecutivi"

Subito le deportazioni degli immigrati illegali e il viaggio in California. Donald Trump si insedierà come presidente degli Stati Uniti il 20 gennaio e nella prima settimana del suo mandato lascerà il segno con un numero "record" di azioni esecutive. E' il presidente a illustrare la prima pagina del suo programma, a poche ore dal giuramento al Campidoglio, in un'intervista telefonica a Nbc News. Trump preannuncia un discorso all'insegna di "unità e forza", con passaggi che comprenderanno "anche la parola equità. Perché bisogna trattare le persone in modo equo. Non basta semplicemente dire, 'Oh, andrà tutto bene'. Abbiamo passato l'inferno per quattro anni con queste persone", dice riferendosi all'amministrazione di Joe Biden. "E quindi bisogna fare qualcosa al riguardo. Non puoi permettere che ciò accada, non dovremmo permetterlo"
Il giuramento sarà 'indoor', all'interno del Campidoglio: troppo freddo per una cerimonia all'aperto. "Credo che abbiamo preso la decisione giusta. Le previsioni meteo sembrava davvero pessimo in termini di freddo, e penso che sarebbe stato pericoloso per molte persone, la folla e tutto il resto. Quindi penso che abbiamo preso la decisione giusta. Ora saremo molto comodi".
La prima pagina dell'agenda
Dopo la cerimonia, si comincerà a lavorare. In cima all'agenda, come ampiamente chiarito in campagna elettorale, le deportazioni di immigrati irregolari. "Comincerà subito, molto rapidamente. Non posso dire da quali città" si partirà "perché la situazione è in evoluzione. E non credo che diremo quali sono le città. Lo vedrete direttamente", afferma. "Dobbiamo cacciare i criminali dal nostro paese e credo che sarete d'accordo: non so come qualcuno potrebbe dissentire". Il presidente si affiderà a ordini esecutivi dopo l'insediamento. Non c'è un'indicazione prercisa sul numero, ma Trump fa riferimento ad una cifra "record. Più di 100. Abbiamo un numero record di documenti che firmerò dopo il discorso".
Trump prospetta l'ipotesi di congelare per 3 mesi la messa al bando di TikTok negli Usa, confermato dalla Corte Suprema. "Penso che sarebbe, certamente, un'opzione che prenderemo in considerazione. La proroga di 90 giorni è qualcosa che molto probabilmente verrà fatta, perché è appropriata. Dobbiamo esaminarla attentamente. E' una situazione molto importante", dice Trump. "Se decido di farlo, probabilmente lo annuncerò lunedì", aggiunge il presidente, che venerdì ha avuto anche un contatto telefonico con il presidente cinese Xi Jinping.
Il viaggio a Los Angeles
La prima settimana da presidente potrebbe essere caratterizzata da un viaggio in California, nella contea di Los Angeles devastata dagli incendi. "Chiederemo che l'acqua venga fatta fluire dal nord verso il sud della California", dice riferendosi alla gestione delle dighe. "Stavo per andare" venerdì "ma ho pensato che sarebbe meglio farlo da presidente. Ora è un po' inappropriato, temo", afferma.
Il messaggio per Netanyahu
L'intervista avviene a poche ore dall'entrata in vigore della tregua a Gaza. L'accordo tra Israele e Hamas reggerà? "Lo vedremo presto, sarà meglio se reggerà". Al premier israeliano Benjamin Netanyahu rivela di aver detto di "continuare a fare quello che deve. 'Fai quello che devi fare. Vogliamo che tutto questo finisca ma continua a fare quello che è necessario'", dice Trump, che "a breve" incontrerà Netanyahu.
Il presidente eletto evidenzia che ''gli Stati Uniti devono essere rispettati di nuovo e devono esserlo in fretta. Ma rispetto è la parola principale che uso". Insomma, "se ci rispettano" l'accordo "reggerà. Se non ci rispettano, scoppierà l'inferno".

Esteri
Trump insiste: “Israele ci consegnerà Gaza”....

Per Netanyahu non sono necessarie le truppe americane per la realizzazione del piano del presidente Usa sulla Striscia. La Casa Bianca assicura: "Il progetto non sarà finanziato dai nostri contribuenti"

Il presidente americano Donald Trump non si arrende e resta fermo sulla sua idea di trasformare Gaza nella 'riviera del Medio Oriente' con il trasferimento dei palestinesi nei Paesi vicini. "La Striscia di Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele alla fine dei combattimenti per cui non ci sarebbe bisogno di soldati americani" precisa in un post su Truth. "Gli Stati Uniti, lavorando con grandi team di sviluppo provenienti da tutto il mondo, inizierebbero lentamente e attentamente la costruzione di quello che diventerebbe uno dei più grandi e spettacolari sviluppi del genere sulla Terra" e "la stabilità della regione regnerebbe".
Anche la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha assicurato che il piano di Trump per Gaza non comporterà la presenza sul campo, escludendo un possibile intervento dell'esercito Usa, e ha aggiunto che "non sarà finanziato dai contribuenti americani".
Leavitt ha dichiarato a Fox News che Trump sta "cercando di trovare un accordo per garantire che Gaza possa effettivamente essere un luogo abitabile per gli esseri umani che vogliono vivere in pace con un reale sviluppo economico" e ha aggiunto che "i partner nella regione hanno iniziato a discuterne con noi".
Hamas: "Per Trump è una questione immobiliare"
Il portavoce di Hamas, Osama Hamdan, ha commentato ad Al Jazeera il piano di Donald Trump per Gaza, ribadendo che i palestinesi sono determinati a garantire i loro diritti e non rinunceranno a questa ricerca che dura da decenni. "Dopo 15 mesi di aggressioni israeliane, è chiaro che non si può sconfiggere il popolo palestinese. Questa nazione lotta per i suoi legittimi diritti da oltre 75 anni e non ci arrenderemo".
Secondo il portavoce, Trump affronta il tema dei palestinesi come fosse una 'questione immobiliare', invece di riconoscere il profondo legame che i palestinesi hanno con la loro patria. "Nessuno venderà questa terra. E nessuno accetterà nient'altro in cambio", ha detto Hamdan. "Invece di aiutare i palestinesi, Trump sta parlando di aiutare l'occupazione", ha aggiunto, esortando l'ex presidente ad agire nella "giusta direzione". "Se deciderà di trasferire i palestinesi dalla loro terra, creerà una nuova equazione nella comunità internazionale in cui qualsiasi popolo può essere trasferito, qualsiasi Paese può essere distrutto e l'occupazione può continuare".
Netanyahu: "Non sono necessarie le truppe Usa"
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha elogiato Trump per le sue idee non convenzionali. Per il primo ministro israeliano, inoltre, ha detto alla Cbs News, non sono necessarie truppe americane per trasformare in realtà il piano del presidente americano sulla Striscia di Gaza.
La seconda fase dell'accordo
E' in forse la partenza della delegazione israeliana per Doha, dove dovrebbero tenersi i colloqui per la seconda fase dell'accordo sulla Striscia di Gaza. Lo scrive il quotidiano Israel Hayom citando una fonte dello staff di Netanyahu. Se una delegazione israeliana partirà per Doha, precisa la fonte, si tratterà di un team tecnico.
All'inizio della settimana l'ufficio di Netanyahu aveva detto che la delegazione sarebbe partita oggi, dopo gli incontri del premier con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Washington e alti funzionari della sua amministrazione.
Esteri
“Re Carlo e Camilla ad aprile a Roma, in Vaticano e a...

La coppia reale andrà anche a Ravenna. Il viaggio per celebrare il Giubileo e le forti relazioni bilaterali che uniscono Italia e Regno Unito

Re Carlo e Camilla saranno in Italia ad aprile per celebrare il Giubileo e le forti relazioni bilaterali che uniscono Italia e Regno Unito. Lo ha annunciato Buckingham Palace in un comunicato: "Le Loro Maestà il Re e la Regina si recheranno in visita di Stato presso la Santa Sede e la Repubblica italiana all'inizio di aprile. Durante la visita di Stato delle Loro Maestà alla Santa Sede, il Re e la Regina si uniranno a Sua Santità Papa Francesco per celebrare l'Anno Giubilare 2025. Tradizionalmente indetto ogni 25 anni, il Giubileo è un anno speciale per la Chiesa cattolica, un anno in cui si cammina insieme come "pellegrini della speranza".
"Durante la visita di Stato delle Loro Maestà nella Repubblica italiana, il Re e la Regina avranno impegni a Roma e a Ravenna, per celebrare le forti relazioni bilaterali tra Italia e Regno Unito - continua il comunicato -. Ulteriori dettagli sui programmi nella Santa Sede e nella Repubblica d'Italia saranno resi noti a tempo debito".
I precedenti
In qualità di Principe di Galles, Carlo era già stato alla Santa Sede in cinque occasioni, tra cui aprile 2005 per i funerali di Papa Giovanni Paolo II e l'ultima volta a ottobre 2019 per la canonizzazione del Cardinale John Henry Newman. Camilla lo aveva accompagnato in due di queste, nel 2009 e nel 2017. Ben più frequenti le visite in Italia, tanto che quella del prossimo aprile sarà la 17esima visita di Carlo nel Bel Paese, a esattamente 40 anni dalla prima (1984). L'ultima volta nel nostro Paese era stata a ottobre 2021 per il vertice del G20 a Roma.
La Regina Elisabetta II aveva visitato la Santa Sede e la Repubblica Italiana quattro volte, ogni volta accompagnata dal Principe Filippo, Duca di Edimburgo. Tra queste, nell'ottobre 2000, in occasione del Grande Giubileo.
Esteri
Panama, presidente Mulino: “Ci ritiriamo dalla Via...

A meno di una settimana dalla visita del segretario di Stato americano Marco Rubio

Panama si ritira dalla Via della Seta. Dopo aver smentito che il suo Paese garantirà il passaggio gratis delle navi governative americane attraverso il Canale, il presidente panamense Raul Mulino ha però annunciato il ritiro dall'iniziativa cinese. A meno di una settimana dalla visita del segretario di Stato americano Marco Rubio, che ha scelto Panama come sua prima tappa all'estero, Mulino ha fatto sapere che l'ambasciata a Pechino "ha presentato il documento per annunciare l'uscita dall'accordo con 90 giorni di anticipo".
Il presidente aveva in effetti anticipato l'intenzione di non rinnovare il memorandum con la Cina. Nelle scorse settimane, il presidente americano Donald Trump ha minacciato di prendere anche 'con la forza' il Canale, con la motivazione che i due porti d'ingresso del Canale sono gestiti da una società cinese.