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Gli Etruschi di Villa Giulia arrivano al Terminal 1 dell’Aeroporto di Fiumicino
E’ stata inaugurata presso l’Aeroporto di Fiumicino, l’esposizione intitolata ETRUSCHI PER L’ETERNITA’, tre suggestive sculture appartenenti alle collezioni del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia che accoglieranno al Terminal 1 le migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. Un progetto reso possibile dalla collaborazione fra Aeroporti di Roma, Direzione Generale Musei e il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, e il cui scopo è quello di offrire al pubblico il fascino di questo antico popolo, oltre a dare un’opportunità per programmare una visita al Museo.

Cultura
L’ecosistema Gemelli-Medicina Cattolica, “4...

Il rettore Elena Beccalli ha inaugurato l’anno accademico della sede di Roma dell’Università Cattolica. La prolusione del direttore del Cuamm Dante Carraro e la presentazione del Piano Africa dell’Ateneo

"Persona, cura, dedizione e solidarietà. Sono quattro pilastri che alimentano la fiducia che il paziente e gli studenti nutrono nei confronti dell’ecosistema Gemelli, perché è una grande famiglia: vivono l’Università e il Policlinico, lavorano sinergicamente per offrire cure di frontiera accessibili a tutti, in ambienti pieni di innovazione e tecnologia”. Così la rettrice dell'Università Cattolica Elena Beccalli a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'ateneo di Roma. Durante la cerimonia anche i saluti istituzionali del ministro della Salute Orazio Schillaci e del Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Prima della cerimonia inaugurale nella Chiesa centrale della Sede si è tenuta la concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Baldassare Reina, Vicario di Sua Santità per la Diocesi di Roma.
La rettrice ha annunciato il Piano Africa della Cattolica. "La solidarietà diviene il presupposto principale per l’ideazione e l’attuazione del Piano Africa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Si tratta- ha spiegato nel discorso inaugurale - di una struttura d’azione, in coerenza con l’indirizzo di apertura proprio di una Università che vuole essere la migliore per il mondo, con l’intento di porre il continente africano al cuore delle progettualità sanitarie, assistenziali, educative, di ricerca e di terza missione. In uno spirito di reciprocità con l’Africa, l’Ateneo intende diventare polo educativo dalla triplice finalità: formare medici in Africa, offrire ai giovani africani di seconda generazione opportunità di studio, integrare le esperienze di volontariato dei nostri studenti nei percorsi accademici".
"Come è ormai noto, la nostra aspirazione è diventare l’Università europea con la più rilevante presenza in Africa, attraverso partnership con atenei e istituzioni locali, nella prospettiva di un lavoro con l’Africa, per la formazione integrale delle persone e la promozione della fratellanza e della pacifica convivenza sociale. Siamo infatti fortemente convinti dell’efficacia di quello che ho definito l’education power, cioè la capacità di aiutare un paese attraverso piani educativi incisivi e rispettosi. L’educazione è uno strumento che meglio, e più, di altri consente di lavorare con i paesi africani piuttosto che per i paesi africani", ha aggiunto la rettrice.
Il Piano Africa "intende dunque consolidare studi e progetti attraverso collaborazioni, accordi e alleanze con università e realtà che vi operano, da quelle cattoliche a quelle internazionalmente riconosciute come Unesco e Fao, e auspicabilmente in stretta connessione con iniziative come il Piano Mattei per l’Africa. Da questo punto di vista, il campus romano dell’Università Cattolica può dare un contributo determinante, perché le sue attività già rendono visibile il nesso tra educazione, crescita e solidarietà. Abbiamo in Ateneo complessivamente attivi 123 progetti in 40 paesi, di cui 14 con la sola Facoltà di Medicina e chirurgia", ha concluso.
Il preside della facoltà di Medicina e chirurgia Antonio Gasbarrini nel suo intervento ha sottolineato che "un aspetto cruciale del nostro operato risiede nella collaborazione costante con le istituzioni sanitarie, in particolare con la Regione Lazio, nostro principale committente in ambito sanitario pubblico, e con il ministero della Salute, che stabilisce le regole e crea le opportunità per garantire una sanità pubblica nazionale equa e accessibile". Il preside di Medicina ha individuato un ambito originale in cui assicurare l’impegno della Facoltà a sostegno delle politiche regionali e ministeriali. «Oltre al nostro ruolo nelle patologie elettive, infatti, stiamo sviluppando con entrambe le istituzioni, regionale e nazionale, politiche al servizio della cruciale rete dell’emergenza/urgenza, quella rete che rappresenta la colonna portante delle politiche sanitarie», «fondamentale per salvare vite, ridurre le complicanze e garantire la presa in carico integrata del paziente, dal primo intervento alla riabilitazione».
Al tema Africa sono state dedicate le due prolusioni e la testimonianza conclusiva. "Non sono un accademico, non posso di certo fare ‘lezioni’, posso provare a condividere quanto vivo sul campo ogni giorno, come medico, come prete e come direttore di Medici con l’Africa Cuamm, organizzazione che da 75 anni è impegnata in Africa, nei paesi più poveri, per prendersi cura della salute dei più fragili". ha esordito il direttore don Dante Carraro. «Nel nostro nome è racchiuso lo stile che guida il nostro intervento: non “per” ma “con” l’Africa. Camminiamo a fianco delle popolazioni locali, all’interno del sistema sanitario cercando di esserne lievito, intervenendo in partnership con le autorità locali e partendo dai bisogni reali. Non caliamo interventi dall’alto, ma costruiamo insieme delle risposte che possano essere sostenibili e possano garantire futuro. Ci stanno a cuore, soprattutto, le mamme e i bambini, fragili tra i fragili, specie nel momento del parto e nei primi mesi di vita. Infine, crediamo che una leva fondamentale di cambiamento sia l’investimento in formazione, dei giovani italiani e anche africani, per questo collaboriamo con 39 università italiane e con tanti partner di ricerca nel mondo, così da poter dare solidità al nostro intervento, perché siamo convinti che una medicina per i poveri, non debba essere una medicina povera".
Il professor Carlo Torti, ordinario di Malattie infettive alla facoltà di Medicina e chirurgia, parlando di Malattie infettive globali: sfide condivise tra Paesi industrializzati e l'Africa nella lotta per la salute universale, ha messo in evidenza un "paradosso preoccupante: mentre, in massima parte, i decessi per malattie infettive avvengono nelle aree più povere, nei Paesi industrializzati registriamo un aumento di casi di malattie prevenibili mediante le vaccinazioni, causate da una copertura vaccinale insufficiente». E ha concluso che «la scienza deve evolvere da una logica di pubblicazione ('publish or perish') a un focus sull'innovazione ('innovate or perish'), riconoscendo che viviamo in un mondo interconnesso e che le nostre azioni devono riflettere una responsabilità collettiva di contrasto a malattie globali, quali quelle infettive, a vantaggio della salute universale".
Francesca Schiavello, giovane specialista in Medicina interna, che ha raccontato la sua esperienza di volontariato con il Cuamm in Tanzania, ha detto che "lavorare in Africa non significa affatto praticare una medicina di 'seconda mano'". Certo, "i mezzi a disposizione sono molto limitati. Ma, lavorare in un contesto a basse risorse, è una grande scuola di vita per noi medici. In un contesto dove mancano gli esami di laboratorio, le radiografie, le Tc, si è spinti necessariamente a compensare con gli occhi, con le mani, con le orecchie, con l’ascolto, con la semeiotica". Una lezione di vita ma anche di una sanità dal volto umano.
Cultura
L’interno del rotolo di Ercolano visto per la prima...

Grazie al progetto della Biblioteca Bodleiana dell'Università di Oxford e della Vesuvius Challenge

Straordinaria svolta nel tentativo di decifrare il testo conservato sui rotoli di papiro provenienti dall'antico sito di Ercolano, sepolto dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. La Biblioteca Bodleiana dell'Università di Oxford e il Vesuvius Challenge hanno annunciato che un team di ricercatori è riuscito a generare la prima immagine dell'interno del rotolo PHerc. 172, uno dei tre rotoli di Ercolano conservati presso la Biblioteca Bodleiana, segnando un significativo passo avanti nella capacità di recuperare testi dal mondo classico greco-latino.
L'immagine del rotolo virtualmente srotolato mostra una parte considerevole del papiro e alcune colonne di testo, con circa le ultime 26 righe di ogni colonna. Mentre gli studiosi dell'Università di Oxford stanno cercando di interpretare il testo, la Vesuvius Challenge invita altri studiosi a farsi avanti e a unirsi allo sforzo collettivo per decifrarne completamente il contenuto.
Una delle prime parole ad essere tradotte dal greco antico è "disgusto" e che compare due volte in alcune colonne di testo. Da quando la pergamena è stata scansionata alla Diamond Light Source di Harwell nel luglio 2024, presso la struttura scientifica nazionale di sincrotrone del Regno Unito, il team della Vesuvius Challenge ha lavorato con l'intelligenza artificiale per mettere insieme le immagini e migliorare la chiarezza del testo. I ricercatori stanno perfezionando ulteriormente l'immagine utilizzando un nuovo approccio di segmentazione nella speranza di migliorare la coerenza e la chiarezza delle linee di testo attualmente visibili e forse di raggiungere la fine del papiro, la parte più interna del rotolo carbonizzato, dove potrebbe essere conservato il colophon con il titolo dell'opera.
Il rotolo di Oxford, donato all'inizio del XIX secolo da Ferdinando IV, re di Napoli e di Sicilia, è unico tra i materiali di Ercolano per la composizione chimica del suo inchiostro, che appare più chiaramente nelle scansioni a raggi X. I ricercatori ritengono che l'inchiostro possa contenere un contaminante più denso come il piombo, ma saranno necessari ulteriori test per identificare l'esatta ricetta che ha reso l'inchiostro molto più leggibile rispetto ad altre pergamene che hanno fatto parte della Vesuvius Challenge.
L'apprendimento automatico utilizzato per questo progetto si concentra esclusivamente sul rilevamento della presenza di inchiostro, poiché i modelli non hanno alcuna comprensione del linguaggio e non possono riconoscere i caratteri. Di conseguenza, la fase successiva - la trascrizione e la traduzione del testo - è affidata all'esperienza degli studiosi e non all'intelligenza artificiale.
Richard Ovenden, funzionario della Biblioteca Bodleiana, ha dichiarato: "È un momento storico incredibile in cui bibliotecari, informatici e studiosi del periodo classico collaborano per vedere l'inedito. I sorprendenti passi avanti fatti con l'imaging e l'intelligenza artificiale ci permettono di guardare all'interno di rotoli che non sono stati letti per quasi 2.000 anni. Questo progetto è un esempio perfetto di come le biblioteche, le discipline umanistiche e l'informatica integrino le rispettive competenze per comprendere il nostro passato comune".
La Vesuvius Challenge, l'iniziativa globale lanciata nel 2023 per scoprire il contenuto dei rotoli di Ercolano senza alcun intervento fisico sui rotoli stessi, continua a incoraggiare i contributi dei ricercatori di tutto il mondo.
Brent Seales, cofondatore di Vesuvius Challenge e ricercatore principale di EduceLab, ha dichiarato: "Siamo entusiasti del successo dell'imaging di questa pergamena della Biblioteca Bodleiana e siamo grati ai nostri partner per il loro sostegno e la loro collaborazione. Questa pergamena contiene una quantità di testo recuperabile superiore a quella mai vista in una pergamena di Ercolano sottoposta a scansione. Nonostante questi risultati entusiasmanti, resta ancora molto lavoro da fare per migliorare i nostri metodi software in modo da poter leggere la totalità di questa e delle altre pergamene di Ercolano".
(di Paolo Martini)
Cultura
Firenze, l’Università festeggia i 250 anni del Museo di...

Dal 21 febbraio al via un calendario di eventi che durerà tutto l'anno

L’Università di Firenze festeggia quest’anno i 250 anni della Specola, che sta all’origine del Museo di Storia naturale dell’Ateneo fiorentino.
Per la ricorrenza l’Ateneo ha organizzato un calendario di iniziative e attività lungo tutto l’anno che sarà presentato alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico, che si terrà martedì 18 febbraio al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
“L’Università di Firenze ha deciso di dedicare l'apertura dell'Anno Accademico al suo Museo di Storia naturale, la cui storia di due secoli e mezzo è strettamente legata alla rinascita degli insegnamenti superiori nella nostra città e alla diffusione del sapere scientifico – spiega la rettrice Alessandra Petrucci -. È l’occasione per promuovere con rinnovato slancio il nostro patrimonio museale, in una prospettiva internazionale”.
“I festeggiamenti sono iniziati già nel 2024 – spiega il presidente del Sistema Museale di Ateneo David Caramelli - con la riapertura della Specola, la sede da cui tutto ebbe inizio il 21 febbraio 1775 per volontà del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena. Abbiamo ora deciso di estendere gli eventi – prosegue Caramelli – a tutte le collezioni che dalla Specola si spostarono in varie parti della città, costituendo realtà espositive come il Museo di Antropologia, il Museo di Paleontologia, l’Erbario”.
Il programma delle celebrazioni si aprirà venerdì 21 febbraio con un evento scientifico dal titolo “Si vedrà la natura raccolta in un sol luogo” (ore 9.30 - Aula Magna del Rettorato, piazza San Marco, 4).
Porteranno il loro saluto la rettrice Alessandra Petrucci, il direttore generale musei del Ministero della Cultura Massimo Osanna, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, la sindaca del Comune di Firenze Sara Funaro. I lavori saranno introdotti dal presidente del Sistema Museale di Ateneo David Caramelli; fra i relatori saranno presenti, tra gli altri, il presidente della Società Italiana di Storia della Scienza Elena Canadelli, il direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco, il direttore del Dipartimento Unifi di Scienze della Terra Luca Bindi.
In occasione della ricorrenza dell’istituzione del Museo sono previste, per i giorni sabato 22 e domenica 23 febbraio, aperture gratuite, a partire dalle ore 9, all’Orto Botanico (via Pier Antonio Micheli, 3), al Museo di Antropologia (via del Proconsolo, 12), al Museo di Paleontologia (via Giorgio La Pira, 4), alla Specola (via Romana, 17 – per questa sede l’ingresso è su prenotazione). All’Erbario saranno offerte visite guidate, a partire dalle ore 10 (via La Pira, 4 – ingresso su prenotazione).
In programma anche laboratori per grandi e piccoli, su prenotazione: all’Orto botanico, ad esempio, sarà possibile ripercorrere le tappe fondamentali dell’evoluzione vegetale attraverso l’esposizione di piante e modelli didattici, mentre a Paleontologia si potranno scoprire le preziose collezioni di fossili o cimentarsi con la paleoarte. E ancora alla Specola i visitatori si immergeranno nel piccolo mondo degli insetti o in quello immenso delle meteoriti, mentre Antropologia aspetta il pubblico per una visita sensoriale immersiva e per far conoscere le tradizioni culinarie dei popoli. Info su www.sma.unifi.it