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Gaza, Israele approva la tregua: 737 prigionieri liberi in cambio dei primi ostaggi

Saranno 737 i prigionieri che verranno liberati in cambio dei primi sequestrati. Intercettati due missili dallo Yemen. Almeno 123 morti da annuncio cessate il fuoco. Netanyahu: "Se fase due fallisce, la guerra riprenderà con sostegno Usa"

Distruzione a Gaza (Afp)

L'attesa tregua tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza entrerà in vigore alle 8:30 di domani mattina, domenica 19 gennaio. Ad annunciarlo sono state le autorità del Qatar, in qualità di mediatore, dopo che nella notte il governo israeliano ha approvato l'accordo sul cessate il fuoco e sul rilascio degli ostaggi.

"Come coordinato dalle parti e dai mediatori, il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza inizierà alle 8:30 di domenica 19 gennaio, ora locale di Gaza", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar Majed al-Ansari su X. "Consigliamo agli abitanti di esercitare la massima cautela e di attendere indicazioni da fonti ufficiali".

Israele dovrebbe ricevere nel pomeriggio i nomi dei primi tre ostaggi che verranno rilasciati. Lo ha riferito l'emittente pubblica Kan, sottolineando che Hamas darà i nomi al Qatar, che informerà a sua volta il capo del Mossad, David Barnea, il quale contatterà infine le famiglie. Secondo l'emittente, i primi tre ostaggi dovrebbe essere tutte donne civili.

Oggi intanto in Israele, anche nelle zone di Gerusalemme e Tel Aviv, sono tornate a suonare le sirene dell'allarme antiaereo mentre le forze israeliane (Idf) hanno confermato che sono stati intercettati due missili, lanciati dallo Yemen.

Il via libera di Israele

Dopo il primo 'ok' ieri del gabinetto di sicurezza, il via libera del governo israeliano è arrivato dopo una riunione fiume durata oltre 5 e nonostante il voto contrario del ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir e il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich.

L'intesa, secondo i media ebraici, ha avuto il via libera da 24 ministri. Ci sono stati 8 voti contrari. Hanno votato contro il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e gli esponenti dei loro due partiti, Otzma Yehudit e Sionismo religioso, il ministro David Amsalem, che non ha diritto di voto nel gabinetto di sicurezza e il ministro esponente del Likud Amichai Chikli. Gli oppositori dell'accordo possono presentare un ricorso all'Alta Corte di Giustizia, anche se è improbabile che la corte intervenga.

Gli ostaggi ancora vivi

Funzionari israeliani hanno affermato di ritenere siano vivi 25 dei 33 ostaggi che dovrebbero essere rilasciati da Hamas nella prima fase di attuazione dell'accordo approvato nelle scorse ore dal governo Netanyahu per la tregua nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi in cambio della scarcerazione di detenuti palestinesi. E' quanto si legge sul sito di notizie israeliano Ynet.

737 detenuti liberi nella prima fase dell'accordo

Il ministero della Giustizia israeliano ha annunciato che 737 detenuti palestinesi saranno liberati nel quadro della prima fase dell'accordo. In una dichiarazione postata sul sito, il ministero afferma che "il governo approva" il "rilascio di 737 prigionieri e detenuti" attualmente sotto la custodia del servizio carcerario, in cambio dei primi ostaggi israeliani nelle mani di Hamas.

La lista include numerosi terroristi che stanno scontando condanne all'ergastolo per omicidio: tra loro esponenti di Hamas, della Jihad islamica palestinese e del movimento Fatah. A darne notizia è il Times of Israel. Il quotidiano cita poi un comunicato del Ministero della Giustizia in cui si annuncia che il primo gruppo di prigionieri coinvolti nell'accordo non sarà rilasciato prima delle 16 di domani.

Tra i nomi anche quello di Zakaria Zubeidi, già leader delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa in Cisgiordania. Zubeidi fu coinvolto in un'evasione da una struttura detentiva di massima sicurezza nel nord di Israele nel 2021 per poi essere nuovamente arrestato assieme ai suoi compagni di fuga.

L'anno scorso l'IDF ha ucciso suo figlio Mohammed insieme a diversi altri uomini armati in un attacco con un drone. Zubeidi figlio veniva descritto dai militari israeliani come "terrorista di spicco dell'area di Jenin". A riferirne è il 'Times of Israel'.

Familiari ostaggi a Netanyahu: "Subito i negoziati per la seconda fase accordo"

Nuovo appello al governo israeliano del Forum dei familiari degli ostaggi e dei dispersi. Chiedono all'esecutivo di Benjamin Netanyahu di iniziare a lavorare per negoziare l'attuazione delle prossime fasi dell'accordo con Hamas prima di quanto previsto dall'intesa annunciata e ricordano che oggi ricorre "il secondo compleanno di Kfir Bibas", il più piccolo degli ostaggi, che ha "trascorso entrambi i suoi primi compleanni prigioniero di Hamas".

"Noi, parenti dei 98 ostaggi, accogliamo con favore l'accordo volto a riportare a casa tutti gli ostaggi. Questo rappresenta uno sviluppo significativo e cruciale che ci avvicina al momento in cui vedremo tutti gli ostaggi tornare a casa, quelli in vita per tornare a vivere con le loro famiglie e i defunti per una giusta sepoltura - si legge in un comunicato rilanciato dal Times of Israel - Chiediamo con urgenza accordi rapidi per garantire che tutte le fasi dell'accordo siano attuate e sottolineiamo che i negoziati per le prossime fasi dovrebbero iniziare prima del sedicesimo giorno".

Almeno 123 morti da annuncio tregua

Sarebbero almeno 123 i morti, compresi 33 minori e altrettante donne, e più di 270 i feriti nella Striscia di Gaza da quando è stato annunciato l'accordo. E' la denuncia che arriva dall'enclave palestinese, come riporta la tv satellitare al-Jazeera. Stando alle informazioni fornite dai soccorritori, 92 persone sono state uccise a Gaza City, 19 a Khan Yunis, dieci nella zona centrale di Gaza e due a Rafah, nel sud della Striscia.

Jihad islamica: "Idf fermi i raid o potrebbero uccidere ostaggi israeliani"

Il portavoce dell'ala militare del Movimento per il Jihad Islamico in Palestina (Pij), Abu Hamza, ha invitato le famiglie degli ostaggi israeliani a chiedere all'Idf di fermare gli attacchi, intensificatisi nelle ultime ore prima dell'entrata in vigore dell'accordo. La Pij, che detiene ostaggi al pari di Hamas, ha avvertito infatti che questo “sarebbe un motivo per uccidere i loro figli”.

Leader Hezbollah: "Accordo per Gaza dimostra tenacia della resistenza"

"Questo accordo, invariato rispetto a quello proposto nel maggio del 2024, dimostra la tenacia dei gruppi della resistenza". Lo ha detto il leader di Hezbollah, Naim Qassem, in un discorso dopo l'annuncio dell'accordo per la tregua nella Striscia di Gaza. Nelle dichiarazioni rilanciate dalla tv satellitare al-Jazeera, il numero uno del Partito di Dio afferma che "i gruppi della resistenza hanno avuto quello che volevano, mentre Israele non è stato in grado di prendersi quello che cercava".

Netanyahu: "Ok Usa a riprendere guerra Gaza se fase 2 fallisce

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ottenuto garanzie sia dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, quanto dal futuro inquilino della Casa Bianca Donald Trump, che potrà riprendere la guerra nella Striscia di Gaza se non dovesse reggere la seconda fase dell'accordo con Hamas. Durante la riunione del gabinetto di sicurezza, Netanyahu ha letto ai ministri la trascrizione di alcuni dei suoi colloqui con Biden e con Trump. Ai due leader americani, il presidente israeliano ha chiarito di disporre di tutti i mezzi per garantire la sicurezza dello stato di Israele.

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Esteri

Trump insiste: “Israele ci consegnerà Gaza”....

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Per Netanyahu non sono necessarie le truppe americane per la realizzazione del piano del presidente Usa sulla Striscia. La Casa Bianca assicura: "Il progetto non sarà finanziato dai nostri contribuenti"

Palazzi distrutti nella Striscia di Gaza (Afp)

Il presidente americano Donald Trump non si arrende e resta fermo sulla sua idea di trasformare Gaza nella 'riviera del Medio Oriente' con il trasferimento dei palestinesi nei Paesi vicini. "La Striscia di Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele alla fine dei combattimenti per cui non ci sarebbe bisogno di soldati americani" precisa in un post su Truth. "Gli Stati Uniti, lavorando con grandi team di sviluppo provenienti da tutto il mondo, inizierebbero lentamente e attentamente la costruzione di quello che diventerebbe uno dei più grandi e spettacolari sviluppi del genere sulla Terra" e "la stabilità della regione regnerebbe".

Anche la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha assicurato che il piano di Trump per Gaza non comporterà la presenza sul campo, escludendo un possibile intervento dell'esercito Usa, e ha aggiunto che "non sarà finanziato dai contribuenti americani".

Leavitt ha dichiarato a Fox News che Trump sta "cercando di trovare un accordo per garantire che Gaza possa effettivamente essere un luogo abitabile per gli esseri umani che vogliono vivere in pace con un reale sviluppo economico" e ha aggiunto che "i partner nella regione hanno iniziato a discuterne con noi".

Hamas: "Per Trump è una questione immobiliare"

Il portavoce di Hamas, Osama Hamdan, ha commentato ad Al Jazeera il piano di Donald Trump per Gaza, ribadendo che i palestinesi sono determinati a garantire i loro diritti e non rinunceranno a questa ricerca che dura da decenni. "Dopo 15 mesi di aggressioni israeliane, è chiaro che non si può sconfiggere il popolo palestinese. Questa nazione lotta per i suoi legittimi diritti da oltre 75 anni e non ci arrenderemo".

Secondo il portavoce, Trump affronta il tema dei palestinesi come fosse una 'questione immobiliare', invece di riconoscere il profondo legame che i palestinesi hanno con la loro patria. "Nessuno venderà questa terra. E nessuno accetterà nient'altro in cambio", ha detto Hamdan. "Invece di aiutare i palestinesi, Trump sta parlando di aiutare l'occupazione", ha aggiunto, esortando l'ex presidente ad agire nella "giusta direzione". "Se deciderà di trasferire i palestinesi dalla loro terra, creerà una nuova equazione nella comunità internazionale in cui qualsiasi popolo può essere trasferito, qualsiasi Paese può essere distrutto e l'occupazione può continuare".

Netanyahu: "Non sono necessarie le truppe Usa"

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha elogiato Trump per le sue idee non convenzionali. Per il primo ministro israeliano, inoltre, ha detto alla Cbs News, non sono necessarie truppe americane per trasformare in realtà il piano del presidente americano sulla Striscia di Gaza.

La seconda fase dell'accordo

E' in forse la partenza della delegazione israeliana per Doha, dove dovrebbero tenersi i colloqui per la seconda fase dell'accordo sulla Striscia di Gaza. Lo scrive il quotidiano Israel Hayom citando una fonte dello staff di Netanyahu. Se una delegazione israeliana partirà per Doha, precisa la fonte, si tratterà di un team tecnico.

All'inizio della settimana l'ufficio di Netanyahu aveva detto che la delegazione sarebbe partita oggi, dopo gli incontri del premier con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Washington e alti funzionari della sua amministrazione.

 

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Esteri

“Re Carlo e Camilla ad aprile a Roma, in Vaticano e a...

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La coppia reale andrà anche a Ravenna. Il viaggio per celebrare il Giubileo e le forti relazioni bilaterali che uniscono Italia e Regno Unito

Carlo e Camilla (Fotogramma/Ipa)

Re Carlo e Camilla saranno in Italia ad aprile per celebrare il Giubileo e le forti relazioni bilaterali che uniscono Italia e Regno Unito. Lo ha annunciato Buckingham Palace in un comunicato: "Le Loro Maestà il Re e la Regina si recheranno in visita di Stato presso la Santa Sede e la Repubblica italiana all'inizio di aprile. Durante la visita di Stato delle Loro Maestà alla Santa Sede, il Re e la Regina si uniranno a Sua Santità Papa Francesco per celebrare l'Anno Giubilare 2025. Tradizionalmente indetto ogni 25 anni, il Giubileo è un anno speciale per la Chiesa cattolica, un anno in cui si cammina insieme come "pellegrini della speranza".

"Durante la visita di Stato delle Loro Maestà nella Repubblica italiana, il Re e la Regina avranno impegni a Roma e a Ravenna, per celebrare le forti relazioni bilaterali tra Italia e Regno Unito - continua il comunicato -. Ulteriori dettagli sui programmi nella Santa Sede e nella Repubblica d'Italia saranno resi noti a tempo debito".

I precedenti

In qualità di Principe di Galles, Carlo era già stato alla Santa Sede in cinque occasioni, tra cui aprile 2005 per i funerali di Papa Giovanni Paolo II e l'ultima volta a ottobre 2019 per la canonizzazione del Cardinale John Henry Newman. Camilla lo aveva accompagnato in due di queste, nel 2009 e nel 2017. Ben più frequenti le visite in Italia, tanto che quella del prossimo aprile sarà la 17esima visita di Carlo nel Bel Paese, a esattamente 40 anni dalla prima (1984). L'ultima volta nel nostro Paese era stata a ottobre 2021 per il vertice del G20 a Roma.

La Regina Elisabetta II aveva visitato la Santa Sede e la Repubblica Italiana quattro volte, ogni volta accompagnata dal Principe Filippo, Duca di Edimburgo. Tra queste, nell'ottobre 2000, in occasione del Grande Giubileo.

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Esteri

Panama, presidente Mulino: “Ci ritiriamo dalla Via...

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A meno di una settimana dalla visita del segretario di Stato americano Marco Rubio

Raul Mulino (Afp)

Panama si ritira dalla Via della Seta. Dopo aver smentito che il suo Paese garantirà il passaggio gratis delle navi governative americane attraverso il Canale, il presidente panamense Raul Mulino ha però annunciato il ritiro dall'iniziativa cinese. A meno di una settimana dalla visita del segretario di Stato americano Marco Rubio, che ha scelto Panama come sua prima tappa all'estero, Mulino ha fatto sapere che l'ambasciata a Pechino "ha presentato il documento per annunciare l'uscita dall'accordo con 90 giorni di anticipo".

Il presidente aveva in effetti anticipato l'intenzione di non rinnovare il memorandum con la Cina. Nelle scorse settimane, il presidente americano Donald Trump ha minacciato di prendere anche 'con la forza' il Canale, con la motivazione che i due porti d'ingresso del Canale sono gestiti da una società cinese.

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