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Israele-Hamas, accordo per il cessate il fuoco. Trump: “Vittoria epica”. Qatar: “Tregua da domenica”
Migliaia di persone in festa nella striscia di Gaza. Secondo l'intesa saranno rilasciati 33 ostaggi israeliani in cambio della liberazione dei prigionieri palestinesi

Israele e Hamas hanno accettato l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza oggi, mercoledì 15 gennaio. "Con l'approvazione di entrambe le parti del negoziato, stasera proseguiranno i lavori per completare gli aspetti attuativi" annuncia il premier, ministro degli Esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, in una conferenza stampa a Doha, sede dei negoziati indiretti tra Israele e Hamas. Il premier ha inoltre annunciato che "l'attuazione dell'accordo inizierà domenica 19 gennaio" affermando che secondo l'accordo, “Hamas rilascerà 33 ostaggi in cambio della liberazione dei prigionieri palestinesi”.
I mediatori (Qatar, Stati Uniti ed Egitto), annuncia Al Thani, "lavoreranno per monitorare l'attuazione dell'accordo di cessate il fuoco" a Gaza. Il premier ha ribadito che "ci saranno meccanismi per monitorare eventuali violazioni che potrebbero verificarsi", ma le garanzie rimangono "l'impegno di entrambe le parti dell'accordo così come gli sforzi dei mediatori".
L'Idf si sta preparando, intanto, a ricevere gli ostaggi che saranno rilasciati nella prima fase dell'accordo che è stato raggiunto con Hamas, con un'operazione che è stata chiamata 'Ali della Libertà', secondo quanto riporta Times of Israel.
Netanyahu chiama Trump e Biden
Netanyahu ha chiamato Trump e Biden e li ha ringraziati per il loro “aiuto” nell'accordo per la liberazione degli ostaggi, informa l'ufficio del primo ministro israeliano. In un colloquio telefonico, Benjamin Netanyahu e Donald Trump "hanno concordato di incontrarsi presto a Washington" come riferisce l'ufficio del primo ministro israeliano.
Gli ultimi dettagli dell'intesa sono ancora in via di definizione a Doha. Lo conferma l'ufficio del primo ministro israeliano, spiegando che una dichiarazione ufficiale di Benjamin Netanyahu verrà rilasciata solo "dopo che saranno completati i dettagli finali dell'accordo, su cui si sta lavorando in questo momento".
Trump: "Merito mio"
"Abbiamo potuto avere questo epico accordo di cessate il fuoco solo come risultato della storica vittoria di novembre, che ha segnalato al mondo intero che la mia amministrazione cercherà la pace e negozierà accordi per garantire la sicurezza di tutti gli americani e dei nostri alleati", ha scritto il presidente eletto Usa Donald Trump dopo quello in cui ha annunciato l'accordo su Gaza.
"Abbiamo un accordo per gli ostaggi in Medio Oriente - aveva scritto su Truth Social -. Saranno presto rilasciati, grazie!". "Steve Witkoff continuerà a lavorare a stretto contatto con Israele e i nostri alleati per fare in modo che Gaza non tornerà mai ad essere un rifugio per terroristi - ha continuato riferendosi al suo inviato in Medio Oriente -. Continueremo a promuovere la pace attraverso la forza in tutta la regione, mentre costruiremo sullo slancio di questo cessate il fuoco per espandere ulteriormente gli storici accordi di Abramo".
"Abbiamo ottenuto così tanto senza neanche essere alla Casa Bianca - ha concluso -. Immaginate le cose fantastiche che succederanno quando io tornerò alla Casa Bianca e la mia amministrazione sarà confermata e potremo assicurare altre vittorie agli Usa".
Biden: "Cessate il fuoco dopo mesi di intensa diplomazia"
"Oggi dopo mesi di intensa diplomazia degli Stati Uniti, insieme a Egitto, Qatar, Israele e Hamas hanno raggiunto l'accordo sul cessate il fuoco e gli ostaggi" ha dichiarato Joe Biden, ricordando che lui aveva "delineato i contorni precisi di questo piano il 31 maggio 2024 e, poi, aveva avuto il sostegno unanime del Consiglio di Sicurezza dell'Onu". "Questo accordo ferma i combattimenti a Gaza, farà aumentare molto l'assistenza umanitaria molto necessaria per i palestinesi civili e riunisce gli ostaggi con le loro famiglie dopo oltre 15 mesi di prigionia", ha detto ancora il presidente americano, spiegando che "il popolo palestinese ha vissuto l'inferno, troppi innocenti sono morti, troppe comunità sono state distrutte".
L'intesa prevede "un cessate il fuoco pieno e completo, il ritiro delle forze di Israele da tutte le aree abitate da Gaza e il rilascio di un numero di ostaggi in mano ad Hamas. In cambio, Israele rilascerà centinaia di prigionieri palestinesi". "Sono orgoglioso di dire che americani saranno tra gli ostaggi rilasciati nella prima fase", ha poi aggiunto il presidente americano uscente.
Joe Biden si è detto "fiducioso" sul fatto che l'accordo tra Hamas e Israele terrà. E poi rispondendo con un sorriso ad un giornalista che gli chiedeva quanto credito si debba dare al team del presidente eletto per questo risultato, ha sottolineato che il suo team si "è coordinato in modo stretto" con quello della nuova amministrazione per garantire che "tutti parlassero con la stessa voce, perché questo è quello che fanno i presidenti americani".
"Stiamo consegnando al prossimo team una vera opportunità per un futuro più luminoso per il Medio Oriente, spero che sappiano coglierla" ha concluso.
Herzog: "Una buona scelta per riportare gli ostaggi a casa"
Il presidente israeliano Isaac Herzog ha accolto l'annuncio dell'accordo di tregua a Gaza, definendolo una "buona scelta" per riportare indietro gli ostaggi detenuti nella Striscia.
"Come presidente dello Stato di Israele, lo dico molto chiaramente: questa è una buona scelta. È una scelta importante. Una scelta necessaria. Non c'è obbligo morale, umano, ebraico o israeliano, più grande che riportare i nostri figli e le nostre figlie tra noi", ha detto Herzog parlando alla televisione.
Hamas: "Accordo merito della tenacia del popolo palestinese"
L'accordo sul cessate il fuoco a Gaza è il risultato della "tenacia" del popolo palestinese e della "coraggiosa resistenza" del movimento islamico. Lo ha dichiarato Hamas in un comunicato.
"L'accordo di cessate il fuoco è il prodotto della leggendaria tenacia del nostro popolo palestinese e della nostra coraggiosa resistenza nella Striscia di Gaza da più di 15 mesi", ha affermato il movimento, sottolineando che l'accordo apre "la strada alla realizzazione delle aspirazioni del popolo palestinese e alla sua libertà".
Il capo ad interim di Hamas a Gaza, Khalil al-Hayya, ha detto che "non perdoneranno né dimenticheranno", aggiungendo che Israele non è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi a Gaza.
Festeggiamenti a Gaza
"Massicce celebrazioni popolari in corso in diverse aree della Striscia di Gaza in seguito alla conferma della firma di un accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele, che pone fine alla guerra israeliana in corso nella Striscia da più di 15 mesi" riferisce l’emittente qatarina al-Jazeera che parla di “un’atmosfera di gioia che domina le strade di Deir al-Balah, nel centro della Striscia, e di Khan Yunis nel sud”, poco dopo la notizia dell’imminente accordo di cessate il fuoco.
Alcuni partecipanti alla festa hanno intonato "siamo figli di Muhammad Deif", in riferimento al capo delle Brigate al-Qassam, l'ala militare di Hamas.
Sono in corso operazioni di coordinamento per "aprire il valico di Rafah in modo da permettere l'ingresso di aiuti internazionali" a Gaza. E' quanto riportano media egiziani citando fonti della sicurezza del Cairo, sottolineando che l'Egitto "si prepara a portare la più ampia quantità possibile di aiuti a Gaza" dopo che è stato raggiunto l'accordo tra Israele e Hamas.
I soccorritori denunciano, però, che almeno 20 palestinesi sono rimasti uccisi a Gaza in attacchi israeliani avvenuti, dopo l'annuncio di un accordo per cessate il fuoco.
Palazzo Chigi: "Bene intesa, da Italia convinto sostegno a negoziati"
L'Italia accoglie, scrive Palazzo Chigi in una nota, "con grande favore l'annuncio di un accordo per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas e si congratula con Egitto, Qatar e Stati Uniti per il risultato raggiunto dopo un lungo impegno negoziale che il Governo italiano - anche in qualità di Presidenza del G7 - ha sempre sostenuto con convinzione". Abbiamo "seguito da vicino sin dall'inizio la dolorosa vicenda degli ostaggi nelle mani di Hamas e si aspetta ora che tutti gli ostaggi possano finalmente tornare alle loro famiglie". Il cessate il fuoco a Gaza "fornisce un'importante opportunità per aumentare in maniera consistente l'assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza. L'Italia continuerà a impegnarsi in questo ambito, anche attraverso l'iniziativa 'Food for Gaza' incentrata sulla sicurezza alimentare e la salute".
L'Italia, prosegue la Presidenza del Consiglio, "è pronta a fare la sua parte, insieme ai partner europei e internazionali, per la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza e per consolidare in modo permanente la cessazione delle ostilità, anche nell'ottica di rilanciare un processo politico verso una pace giusta e duratura in Medio Oriente, basata sulla soluzione dei due Stati, con Israele e uno Stato di Palestina che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, all’interno di confini mutualmente riconosciuti".
Tajani: "Passo importante verso la pace"
L’accordo tra Israele e Hamas sulla tregua e gli ostaggi, ha detto il ministro Tajani, è un "passo importante verso la pace; bisogna consolidare il cessate il fuoco e andare avanti con le successive tappe". "Questo risultato - ha detto - si aggiunge al cessate il fuoco in Libano e al cambio di passo che c’è stato anche per l’elezione in Libano del presidente Auon in Libano. Mi auguro che con i primi segnali positivi da parte della nuova amministrazione siriana significhi che lentamente si può ricostruire la pace. L'Italia - ha detto - sarà sempre più presente; lunedì sarò in Israele e Palestina per incoraggiare e favorire questo processo di pace. L'obiettivo deve essere quello dei due popoli due Stati . L’Italia darà il suo contributo per la costruzione della pace in Mo". Quanto al premier israeliano Netanyahu, Tajani ha ribadito che "ci sono delle immunità e vanno rispettate".
"Quando sarà finirà la guerra, ci sarà una presenza delle Nazioni Unite per garantire finalmente una stagione di pace per il popolo palestinese" ha dichiarato Tajani. "L'Italia è pronta a dare il suo contributo, inviando anche militari che possano far parte di una forza come quella dell'Unifil - ha aggiunto - in una Palestina che dev'essere liberata da Hamas e dalle organizzazioni terroristiche". "Noi non dobbiamo interloquire con Hamas, il nostro unico interlocutore è l'Autorità Nazionale Palestinese", ha concluso.

Esteri
Germania, Reza Pahlavi: “Governo ha bloccato mia...

Il figlio maggiore dell'ultimo Shah di Persia ha denunciato che il governo tedesco, su "pressione" della Repubblica islamica, gli ha ritirato l'invito a partecipare alla Conferenza di Monaco sulla Sicurezza che si apre domani

Reza Pahlavi, figlio maggiore dell'ultimo Shah di Persia, ha denunciato che il governo tedesco, su "pressione" della Repubblica islamica, gli ha ritirato l'invito a partecipare alla Conferenza di Monaco sulla Sicurezza che si apre domani. L'ufficio stampa di Reza Pahlavi ha precisato in una nota di aver ricevuto una comunicazione dagli organizzatori dell'evento in cui si sottolinea che "gli esponenti dell'opposizione iraniana e i rappresentanti della società civile iraniana sono stati ospiti abituali della Conferenza" e lo stesso Reza Pahlavi è stato a Monaco l'ultima volta nel 2023. "Il direttore della Conferenza di Monaco, l'ambasciatore Christoph Heusgen, aveva invitato informalmente il signor Pahlavi quest'anno. Dopo aver consultato il governo tedesco, Heusgen ha deciso di non formalizzare l'invito al signor Pahlavi", si precisa.
Sempre secondo l'ufficio stampa del figlio dello Shah, la nota degli organizzatori "conferma che il governo tedesco è intervenuto direttamente per bloccare la partecipazione del principe Reza Pahlavi alla conferenza su pressione diretta della Repubblica islamica".
"L'ayatollah sta tirando i fili a Berlino", ha commentato in un post su X lo stesso Reza Pahlavi, riferendosi alla Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamenei. "Questo è un tradimento sia del popolo iraniano che dei valori democratici della Germania - ha aggiunto - Questo governo tedesco non solo ha messo a tacere la voce del popolo iraniano, ma ha anche eseguito attivamente gli ordini della Repubblica islamica".
Esteri
Nato, Rutte avverte: “Adottare mentalità da tempo di...

Il segretario generale dell'Alleanza: "Ucraina? Mai concordato che negoziati di pace comportino adesione. Negoziati? Preso atto di iniziativa Trump"

Come Paesi Nato, "dobbiamo passare a una mentalità da tempo di guerra e la nostra industria deve seguirci in questo cambiamento". A dirlo è il segretario generale dell'Alleanza Mark Rutte durante la conferenza stampa di chiusura della prima ministeriale Difesa del 2025, dove è emersa la necessità di potenziare sia la spesa militare di ogni Paese che la base industriale, per garantire la capacità produttiva necessaria per mantenere forte la deterrenza degli alleati.
"Il settore industriale ha già adottato misure per migliorare la capacità produttiva, ma può fare di meglio. I segnali di domanda sono chiari e continueranno a crescere. Oggi abbiamo concordato un piano d'azione aggiornato per ricostruire un'industria della difesa forte su entrambe le sponde dell'Atlantico. Un'industria della difesa robusta renderà l'Alleanza più forte e creerà più posti di lavoro in Europa e Nord America", spiega Rutte.
"Ucraina? Preso atto iniziativa Trump, alleati già fanno di più"
Alla prima riunione del 2025 tra i ministri alla Difesa della Nato "gli alleati hanno preso atto dell'iniziativa del presidente Donald Trump per i colloqui di pace" tra Ucraina e Russia, "già illustrata dal segretario Pete Hegseth nelle nostre consultazioni all'interno del Gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina ieri pomeriggio. Abbiamo discusso dell'importanza del nostro continuo sostegno all'Ucraina, cruciale affinché questa brutale guerra di aggressione possa concludersi in modo giusto e duraturo, e abbiamo parlato della necessità che gli alleati europei e il Canada facciano ancora di più", ha detto ancora.
Rutte ha reiterato che i Paesi membri stanno già alzando l'ambizione. "Nel 2024, gli alleati della Nato hanno fornito all'Ucraina oltre 50 miliardi di euro in assistenza per la sicurezza, di cui quasi il 60% proveniente da Europa e Canada. Questo supera ampiamente i 40 miliardi che avevamo promesso". Il nuovo comando Nato a Wiesbaden, in Germania, "è in prima linea nel coordinare questi contributi", spiega, aggiungendo che tra ieri e oggi gli alleati hanno annunciato nuovi pacchetti di supporto militare.
"Tali misure aiuteranno l'Ucraina nella sua lotta attuale e nel rafforzamento a lungo termine delle sue forze armate. Tutto questo invia un segnale chiaro: Europa e Canada stanno assumendo una quota maggiore della responsabilità transatlantica. Abbiamo avuto un confronto franco e diretto tra di noi e con l'Ucraina, e usciamo dalle riunioni delle ultime 24 ore con un chiaro senso di scopo, impegno e urgenza", dice Rutte.
"Mai concordato che negoziati comportino adesione Kiev a Nato"
Al summit di Washington di luglio 2024 "la Nato ha ribadito il suo impegno per l'adesione futura dell'Ucraina, ma non è mai stato concordato che i negoziati di pace debbano necessariamente concludersi con l'ingresso dell'Ucraina nella Nato. È un'ipotesi possibile, ma non è mai stata sancita esplicitamente", ha poi evidenziato Rutte.
Il commento segue la dichiarazione di ieri del nuovo segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth secondo cui l'adesione di Kiev, per Washington, è una prospettiva "irrealistica", poche ore prima che il presidente Usa Donald Trump annunciasse di aver concordato unilateralmente di avviare i negoziati per la pace con l'omologo russo Vladimir Putin. Quei negoziati, sottolinea Rutte di fronte alle domande della stampa, "non sono nemmeno iniziati".
"Tutti gli alleati presenti e anche la Casa Bianca ritengono che sia fondamentale garantire la pace in Ucraina, porre fine alla guerra di aggressione che ha già causato centinaia di migliaia di morti o feriti gravi su entrambi i lati del confine. Ma i colloqui devono essere condotti in modo che il risultato non sia percepito come una sconfitta per l'Occidente. Inoltre, bisogna evitare che l'accordo venga messo in discussione subito dopo, come è avvenuto con l'annessione della Crimea e gli accordi di Minsk nel 2014: Putin ha dimostrato che un accordo senza solide garanzie può essere facilmente eroso. Qualunque sia l’esito dei negoziati, bisogna garantire che Putin non possa mai più tentare di attaccare l'Ucraina", dice Rutte, evidenziando che "ci sono molte opzioni per garantire la sicurezza di Kiev nel lungo periodo" all'infuori dell'adesione alla Nato.
E ancora: "Ci sono consultazioni intense tra gli alleati, inclusi gli Stati Uniti. Io stesso sarò a Monaco domani, dove incontrerò il vicepresidente J.D. Vance. Il rappresentante speciale per del presidente Donald Trump per l'Ucraina, Keith Kellogg, sarà alla Nato lunedì. Ieri sera c'è stato un incontro con il nuovo segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth. La Nato e i governi alleati stanno coordinandosi intensamente, e lo stesso vale per molti Stati membri dell'Ue con Washington".
Rutte quindi rassicura: "Le ultime 24 ore sono servite a rafforzare una posizione comune. La Nato è un’alleanza democratica e non sempre si parte con posizioni unanimi, ma c’è stato un forte senso di unità e convergenza. Non su ogni dettaglio, ma comunque l’Alleanza si muove compatta".
"Chiaro che dobbiamo investire di più"
"È chiaro che dobbiamo investire molto di più". Questa la conclusione della prima ministeriale Difesa Nato, riassunta dal segretario generale dell'Alleanza in conferenza stampa. "Nell'incontro di oggi sono stati annunciati aumenti della spesa e mi aspetto che molti ministri tornino a casa con un senso di urgenza ancora maggiore", aggiunge.
"Abbiamo anche discusso della necessità di incrementare la produzione nel settore della difesa. Mentre aumentiamo la spesa per la difesa, la nostra industria deve essere in grado di produrre ciò che i nostri fondi aggiuntivi ci permettono di acquistare. Negli ultimi anni, abbiamo già assistito a un aumento significativo della produzione di difesa in tutta l'Alleanza. Stiamo producendo più e più rapidamente di quanto abbiamo fatto da decenni, ma possiamo e dobbiamo fare di più per garantire la credibilità della nostra deterrenza e difesa negli anni a venire", sottolinea Rutte.
I commenti seguono l'esortazione di Washington, reiterata ieri dal neo segretario alla Difesa Pete Hegseth, di aumentare la spesa militare rispetto al pil al 5%. Rutte avverte che gli altri Paesi membri dovranno tendere al superamento del 3%. L'Italia è tra i pochi Paesi Nato a non aver raggiunto l'obiettivo minimo di 2% deciso anni prima dell'aggressione russa all'Ucraina.
Esteri
Trump-Putin, Zelensky: “Non accetto accordi senza...

Il presidente ucraino non intende assistere passivamente. E lancia il messaggio ai leader mondiali: "Non fidatevi di Putin"

L'Ucraina non intende assistere passivamente al negoziato tra Donald Trump e Vladimir Putin. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky reclama un ruolo di primo piano al tavolo. ''Non è stato bello'' che il presidente americano Trump abbia avuto un colloquio telefonico con il leader del Cremlino anticipando Zelensky e relegando il presidente ucraino in seconda fila.
Trump, aggiunge oggi Zelensky, aveva assicurato che ''voleva parlare contemporaneamente con i due presidenti. In ogni caso non è stato piacevole'', ha ribadito.
I paletti di Zelensky
"Come paese indipendente semplicemente non possiamo accettare accordi raggiunti senza di noi. E lo dico chiaramente ai nostri partner: non accetteremo nessun negoziato bilaterale sull'Ucraina senza la nostra partecipazione", ha affermato, evidenziando che colloqui con la Russia dovrebbero avvenire solo dopo la definizione di "un piano per fermare Putin".
"Non fidatevi di Putin"
"Ho anche messo in guardia i leader mondiali dal fidarsi delle affermazioni di Putin sulla sua volontà a porre fine alla guerra", ha scritto poi in un post su X il presidente ucraino, che riferisce di un colloquio con il premier polacco, Donald Tusk.
"Abbiamo parlato delle condizioni necessarie per una pace duratura e reale in Ucraina e concordato che nessun negoziato con Putin può iniziare senza una posizione unita di Ucraina, Europa e Stati Uniti", osserva, dopo il colloquio telefonico di ieri con il presidente americano.
"Ho informato Tusk della mia conversazione con Trump e abbiamo parlato - aggiunge Zelensky - della necessità di coordinare le posizioni di tutti gli europei per risultati positivi per l'Europa intera".
"Ho sottolineato che l'Ucraina deve negoziare da una posizione di forza, con garanzie di sicurezza forti e affidabili e che l'adesione alla Nato sarebbe la più conveniente per i partner. Un'altra garanzia cruciale sono investimenti seri nell'industria della difesa in Ucraina", ha scritto ancora.
Mosca si prepara
A Mosca, intanto, sono iniziate le operazioni per definire la delegazione che prenderà parte ai negoziati con gli Stati Uniti, ha precisato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. L'incontro tra Putin e Trump, ha aggiunto Peskov non pare imminente: per organizzare il summit tra i due presidenti potrebbero servire "mesi". "Finora non sono state prese decisioni, né a livello operativo, né al livello più alto", ha affermato Peskov. "Naturalmente, ci vorrà del tempo per preparare un incontro del genere. Potrebbero volerci settimane, potrebbe volerci un mese, potrebbero volerci diversi mesi", ha aggiunto.
Ucraina resiste nel Kursk
La guerra intanto continua e l'Ucraina difende le proprie posizioni nella regione russa del Kursk: la presenza di truppe di Kiev nel territorio nemico è considerata una carta da giocare al tavolo delle trattative. Oggi l'Ucraina ammette di controllare circa terzo del territorio inizialmente conquistato nella regione russa, teatro dell'offensiva delle truppe di Kiev lanciata nell'agosto dello scorso anno.
"Oggi abbiamo la nostra zona di sicurezza sul territorio della Federazione russa, lungo il confine con l'Ucraina. Copre circa 500 chilometri quadrati", ha scritto sui social il capo delle Forze Armate ucraine, Oleksandr Syrsky, dopo che in passato era stato rivendicato il controllo di un'area di circa 1.400 chilometri quadrati.