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De Fusto (Lartotecnica): “Innovazione etica e responsabilità sociale sono le sfide principali per l’imprenditoria del 2025”
L'ad: "Un’azienda deve creare valore, non solo per i propri clienti, ma anche per la comunità in cui opera"

“Il panorama imprenditoriale italiano sta vivendo una trasformazione significativa, con sempre più aziende che investono in sostenibilità e responsabilità sociale. Nel quinquennio 2018-2022, più di 1 azienda su 3 ha effettuato eco-investimenti. Il sistema imprenditoriale italiano deve costruire aziende che non siano solo leader di mercato, ma anche leader di cambiamento, capaci di ispirare la nuova generazione di imprenditori a intraprendere un percorso simile”. A dirlo all’Adnkronos/Labitalia è Matteo De Fusto, amministratore delegato di Lartotecnica, azienda veronese nel settore degli ausili sanitari, che promuove una visione di imprenditoria etica, sostenibile e innovativa.
“Essere un’azienda etica - sottolinea De Fusto - significa mettere le persone e il pianeta al centro di ogni decisione. Non si tratta solo di rispettare normative o adottare pratiche ecologiche, ma di costruire una cultura aziendale che valorizzi il bene comune. Secondo i dati, già nel 2021, le aziende in Italia hanno destinato circa 2,16 miliardi di euro a progetti legati alla responsabilità sociale d'impres e alla sostenibilità ambientale, sociale e di governance, segnando un aumento del 22% rispetto al 2019. Le imprese devono impegnarsi a migliorare la qualità della vita, promuovere l’inclusività e contribuire al benessere globale”.
Lartotecnica ha adottato iniziative significative che riflettono questo approccio, tra cui progetti umanitari in Venezuela e Ucraina, dove ha donato ausili sanitari e sostenuto il dialogo per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
“Un’impresa non vive in una bolla; ogni nostro successo è il risultato di un sistema di relazioni, e per questo abbiamo il dovere di restituire alla comunità, contribuendo a risolvere problemi reali. Un’azienda deve creare valore, non solo per i propri clienti, ma anche per la comunità in cui opera. Ogni progetto che realizziamo, ogni scelta che prendiamo, deve riflettere il nostro impegno verso un futuro migliore”, aggiunge De Fusto. La crescita di Lartotecnica è stata in linea con questi valori, con un fatturato previsto di 5 milioni di euro per il 2024, rispetto ai 2,8 milioni del 2019.
“Unire innovazione, etica e sostenibilità è la sfida più grande, ma è ciò che permetterà alle aziende italiane di essere leader non solo di mercato, ma anche di cambiamento. E' necessario nel 2025 far coesistere innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e impegno sociale”, conclude De Fusto.
Il supporto pubblico attraverso incentivi come il credito d’imposta per ricerca e sviluppo e i fondi europei per la transizione ecologica sta favorendo sempre più le imprese che investono in Csr e sostenibilità, dimostrando che il futuro imprenditoriale italiano è legato alla responsabilità sociale e alla protezione dell’ambiente.

Lavoro
Giubileo, a Roma decisa carenza immobili in affitto, non...

Per Adnkronos/Labitalia analisi dell'Ufficio studi Gruppo Tecnocasa

“L’anno del Giubileo a Roma ha determinato un importante impatto sul mercato immobiliare, sia dal lato delle compravendite sia dal lato delle locazioni. In particolare, su questo ultimo fronte, si segnala una decisa carenza di immobili in affitto, iniziata già nel 2024, quando molti proprietari hanno pensato di cogliere l’opportunità di praticare gli affitti brevi, in previsione dell’arrivo dei pellegrini. E così tanti contratti di locazione giunti a scadenza non sono stati rinnovati. Questa situazione ha complicato la ricerca di case in affitto da parte di studenti e lavoratori fuori sede". Lo dice all'Adnkronos/Labitalia Fabiana Megliola, responsabile Ufficio studi Gruppo Tecnocasa.
"I canoni di locazione - sottolinea - sono aumentati nella prima parte del 2024 (+4,3% per i monolocali, +4,1% per i bilocali e +4,9% per i trilocali) e anche la seconda parte del 2024 conferma la tendenza. Questo sta spingendo tanti verso l’acquisto, ma anche in questo caso si segnala una carenza di case in vendita".
"Chi aveva la possibilità di vendere un immobile - avverte - ha pensato di affittarlo per il 2025. La conseguenza è stata un aumento dei prezzi a causa di una domanda elevata che arriva anche da parte degli investitori e da chi, complice la diminuzione dei tassi sui mutui, è alla ricerca della prima casa. I primi, seppur in lieve diminuzione rispetto a un anno fa, si stanno indirizzando verso le zone turistiche o a ridosso della Stazione Termini oppure non lontano da metropolitane che collegano i quartieri più esterni con quelli centrali. I trend fino a qui individuati hanno interessato la capitale già a partire dalla prima parte del 2024 ed è continuato nella seconda parte del 2024. I primi mesi del 2025 stanno evidenziando, in alcune aree, un eccesso di offerta di immobili con destinazione turistica, non tutti sono stati occupati e alcuni proprietari stanno pensando di tornare alla locazione residenziale oppure di vendere".
Lavoro
Sostenibilità, Cataldi (Ungdcec): “Commercialisti...

L'intervista al presidente dell'Unione nazionale giovani dottori commercialisti (Ungdcec).

Uno sguardo sempre più attento verso i temi della sostenibilità e della Esg. E' quello dei commercialisti, professionisti tra i più coinvolti nei cambiamenti legati alla transizione ecologica, come racconta, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Francesco Cataldi, presidente dell'Unione nazionale giovani dottori commercialisti (Ungdcec). "I commercialisti sono oggi al centro della transizione ecologica grazie alla recente evoluzione normativa che li vede protagonisti nella rendicontazione di sostenibilità e nei bilanci Esg, soprattutto per le imprese di maggiori dimensioni", sottolinea.
E secondo Cataldi "il nuovo ruolo di certificatori e revisori Esg impone competenze tecniche sempre più avanzate, anche nel ruolo di facilatatori per le aziende nella comprensione di queste nuove materie e obblighi. I commercialisti devono essere in grado di anticipare i cambiamenti, evitando che l’incertezza politica freni le opportunità offerte dalla sostenibilità".
E in questo periodo di grandi cambiamenti è centrale per i professionisti l'attenzione alla formazione e alla competenze. "L'aggiornamento formativo per i commercialisti -spiega Cataldi- è diventato sempre più gravoso negli ultimi anni, essendo sorti nuovi albi ed elenchi, ciascuno con i propri costi e la propria formazione obbligatoria, che in precedenza era ricompresa nella formazione generale. Per cui, accanto alla formazione generale di 90 ore in ciascun triennio, prendendo in considerazione la necessità annuale di mantenere l’iscrizione in numero di albi che può arrivare oltre i 10, secondo le stime dell’Ungdcec, occorrerebbero oltre alle 90 ore standard, altre 115 ore di formazione", sottolinea.
Specializzarsi è fondamentale. "Per questo le specializzazioni -continua- sono senza dubbio un valore aggiunto per il professionista; tuttavia, l'esistenza di numerosi albi potrebbe limitare piuttosto che favorire lo sviluppo professionale: è’ necessario coordinare la formazione per le varie iscrizioni che è sovente ripetitiva e causa notevoli difficoltà e perdite di tempo per i colleghi. Occorre quindi coordinare bene la qualifica di professionista specializzato, non solo con l’accesso diretto ai rispettivi albi, registri ed elenchi ma anche con gli obblighi formativi di aggiornamento professionale", sottolinea ancora.
"Una gestione centralizzata, o almeno ben coordinata, potrebbe non solo semplificare l'accesso alle informazioni -aggiunge ancora Cataldi- ma anche garantire una maggiore coerenza nelle politiche di formazione, mantenimento e aggiornamento, favorendo una visione d'insieme che attualmente manca e promuovendo la qualità, l'integrazione e le specializzazioni, generando così impatti positivi per la categoria".
Ma quali sono gli argomenti più attuali e richiesti nella formazione dei commercialisti oggi? "Normativa fiscale e aggiornamenti legislativi; digitalizzazione, software gestionali ed intelligenza artificiale; pianificazione fiscale e tax planning internazionale; finanza aziendale e consulenza per imprese in crisi; sostenibilità e bilanci esg; finanza agevolata, crowdfunding e nuove forme di finanziamento", spiega ancora.
E Cataldi ricorda che "tutti i commercialisti sono assoggettati ad un obbligo di formazione obbligatoria generale, a cui affiancare quella specifica prevista in relazione alle specializzazioni svolte. Per quanto riguarda l'offerta formativa, sia da parte degli Ordini, che delle associazioni come l'Unione giovani, è in genere piuttosto variegata e ricca, per cui si trova un’offerta di formazione sia gratuita che a pagamento".
E le possibilità per formarsi sono sempre più ampie. "Da diversi anni è possibile formarsi su materie differenti anche da remoto, con strumenti che anche l’Unione usa quotidianamente per i propri eventi. Siamo consapevoli della forza e della capillarità della digitalizzazione nella formazione e delle continue evoluzioni negli strumenti che stanno cambiando il modo di far fruire i contenuti, nonostante riteniamo che la formazione di persona abbia sempre maggiore qualità", continua.
E l'intelligenza artificiale sta impattando notevolmente sulle attività dei professionisti. "L’intelligenza artificiale sta trasformando la professione del commercialista, automatizzando attività ripetitive e ampliando le possibilità di analisi strategica dei dati. Come evidenziato nel nostro Manifesto sull’Ia, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale non è più una scelta, ma una direzione obbligata per restare competitivi. I commercialisti devono sviluppare competenze in data analysis, interpretazione dei risultati generati dall’Ia e consulenza strategica basata sui dati. L’elemento distintivo non sarà la tecnologia in sé, ma la capacità di usarla per generare valore per clienti e imprese. La chiave del futuro è unire competenze tecniche, soft skills e capacità consulenziali", conclude.
Lavoro
Continua ‘corsa’ hair stylist Mariano Balato,...

Il manager alla guida del brand omonimo con decine di negozi di parrucchiere in Italia e all'estero, e 170 collaboratori tra parrucchieri, estetiste e management

Metodo, alta qualità del prodotto per i consumatori, e opportunità di crescita per i propri collaboratori. Sono le tre direttrici seguite quotidianamente da Mariano Balato, hair stylist di successo che in poco più di 10 anni, partito da un salone di parrucchiere a Napoli, è oggi alla guida del brand omonimo con decine di negozi di parrucchiere in Italia e all'estero, e 170 collaboratori tra parrucchieri, estetiste e management.
Una 'corsa', quella del ragazzo del Rione Sanità di Napoli, iniziata però da giovanissimo, visto che è 'figlio e nipote d'arte', e che continuerà nel 2025 con nuove aperture e nuovi progetti, come racconta ad Adnkronos/Labitalia. "Provengo da una famiglia di artigiani: mia nonna era la classica 'capera' come venivano chiamate a Napoli le donne che tagliavano i capelli a casa, a domicilio, per arrangiarsi. E mio padre invece di scegliere la strada del posto fisso ha aperto fin da giovane una piccola bottega di parrucchiere".
Un percorso seguito da Mariano, che però a un certo dà una svolta. "Io sulle sue orme - spiega - ho sempre lavorato ma anche studiato, prima liceo scientifico e poi economia e commercio, 'aprendomi' la mente. Dopo aver iniziato a lavorare con mio padre, ho deciso insieme a lui di chiudere quel negozio e di aprirne un altro, perchè avevo studiato un metodo. Dopo due anni di applicazione e percezione del metodo da parte dei clienti, al terzo anno il negozio è 'decollato' e ancora prima dell'avvento dei social arrivavano al negozio clienti da Roma, da altre città della Campania, dalla Calabria. Tutto col passaparola, prima dell'avvento dei social", sottolinea.
E' nato così il 'metodo Balato'. "Nel 2011 -sottolinea Balato- per la prima volta nel nostro lavoro si è creato un metodo, si è iniziato a fare i capelli al di là dell'interpretazione del singolo, ma piuttosto secondo un approccio standardizzato. E poi l'avvento di Instagram c'è stata un ulteriore spinta, con la comunicazione del nostro lavoro che ci ha fatto superare i 150 clienti al giorno, numeri importantissimi per un negozio di parrucchiere". Numeri che hanno spinto Balato a mettersi nuovamente in gioco. "Da lì ho riorganizzato la mia attività, e oltre al 'metodo', ho creato una linea di prodotti -racconta- per far sì che lo standard fosse sempre più alto e l'applicazione del metodo sempre più centrato. Poi nel 2016-2017 mi sono concentrato sulla vendita dei prodotti fino ad arrivarne a vendere 500 al giorno. Prima dell'avvento dei social come TikTok nessuno riusciva a raggiungere quelle cifre", sottolinea.
Nel 2020 altra svolta, la diffusione dei saloni. "Nel 2020 -sottolinea- abbiamo progettato insieme un'apertura a Salerno, una seconda apertura a Napoli a via Toledo, e una terza sempre a Napoli al Vomero. Avevamo progettato tutto ma poi all'improvviso è scoppiato il Covid. C'è stato quindi un bell'anno di 'resistenza', il 2020, e poi lasciataci alle spalle la pandemia abbiamo aumentato la rete di diffusione aprendo anche a Roma, a Milano, a Caserta, un altro a a Salerno. Poi abbiamo aperto a Ibiza, all'interno dell'Hard Rock Hotel e quest'anno bissiamo sempre a Ibiza tra 15 giorni, e ne apriremo un altro a Napoli a Fuorigrotta tra una settimana. E poi altre due aperture tra Nord Italia e Campania nel 2025", annuncia ancora Balato.
Aperture che vanno di pari passo con i posti di lavoro, che rendono particolarmente orgoglioso Balato. "Tra parrucchieri, estetisti e management abbiamo oggi 170 dipendenti, di cui 25 con famiglia. Io ci tengo molto -spiega- a sottolineare questo aspetto, ed è quello che mi spinge ad agire sempre con la massima serietà. Perchè ogni passo che noi facciamo è fatto con la responsabilità di questi bambini che stanno 'crescendo' all'interno delle famiglie che fanno parte del nostro Gruppo. Per questo ci tengo a specificare non tanto il numero dei dipendenti, ma delle famiglie che noi abbiamo all'interno del Gruppo. Questo perchè ogni scelta eventualmente sbagliata, come in un domino, avrebbero conseguenze anche per questi ragazzi", sottolinea
E per Balato centrale è il rapporto con i collaboratori. "Dopo il metodo, che è la base, dopo la standardizzazione del prodotto, l'aspetto centrale della nostra crescita -spiega- è il rapporto umano. Io 'coltivo' il rapporto con le persone intorno a me, con i miei collaboratori, che col tempo diventano miei soci. Le nuove aperture dei saloni -sottolinea- infatti vengono realizzate da me in società con i direttori dei saloni stessi. Direttori che sono altro che miei collaboratori che dopo un percorso fatto nel'azienda si vedono riconoscere una quota della stessa e questo aumenta indubbiamente il senso di responsabilità e di appartenenza al Gruppo e al brand", sottolinea.
All'interno del Gruppo la scelta è quindi quella della partecipazione. "E' per noi il segreto del successo, perchè il direttore sa che non è un semplice 'stipendiato' ma che percepisce anche una percentuale sull'utile, e questo lo spinge a fare sempre meglio. E poi da soci possono investire con me anche in altre attività senza doversi occupare della direzione operativa", sottolinea ancora.
Naturalmente, sottolinea Balato, alla base dei risultati ottenuti "c'è la qualità altissima verso il consumatore finale. Il complimento che ci fa più piacere? Aver raggiunto in modo preciso la coincidenza che si deve creare tra l'aspettativa e il risultato finale. Noi abbiamo il 70% dei clienti che ci raggiungono da fuori città rispetto al salone di riferimento. Più si è distanti rispetto al salone più l'aspettativa è alta", sottolinea. E ai giovani che si vogliono avvicinare a questo mestiere il consiglio è uno: passione. "Al giovane dico innanzitutto di fare ciò che gli piace, perchè oggi viviamo in un mondo con tante distrazioni. Secondo ingrediente: circondarsi di persone 'giuste', capaci dare l'esempio. E impegnarsi tanto: nel nostro lavoro se costruisci tanto dai 20 ai 30 poi il gioco è fatto", conclude.