‘Pro-ben’, da Mur oltre 20 milioni di euro per il benessere psicofisico negli Atenei italiani
Per il ministro Bernini "abbiamo il dovere di agire di fronte a un disagio diffuso tra gli studenti, un fenomeno che non può e non deve essere ignorato. Non possiamo permettere che studentesse e studenti siano schiacciati dagli errori, che fanno parte di qualsiasi percorso formativo".
"Per questo, come Mur, con il bando Pro-ben 2024 abbiamo stanziato 20 milioni: un finanziamento per promuovere progetti relativi al benessere psicologico di ragazze e ragazzi. Le fragilità dei giovani, accentuate dal periodo pandemico, richiedono attenzione e risposte concrete. Non possiamo permettere che studentesse e studenti siano schiacciati dagli errori, che fanno parte di qualsiasi percorso formativo. La storia della scienza ci insegna che anche gli sbagli possono essere terreno fertile per intuizioni straordinarie". Così su X il ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, parlando del bando Pro-ben 2024 che ha premiato 12 progetti presentati dalle Università italiane relativi al benessere psicofisico negli Atenei.
Le richieste sono state finanziate con 20.067.329,50 euro in totale con un massimo di 1 milione e 810 mila euro ciascuno assegnati, in qualità di capofila, alle Università di Ferrara, di Tor Vergata a Roma, alla Federico II di Napoli e all'Università di Pavia, tutte a 27 punti in graduatoria. Seguono a 26 gli atenei di Roma La Sapienza, l'Università Aldo Moro di Bari e quella della Calabria: il contributo loro assegnato ammonta a 1.675.776,50 ciascuna. Gli Atenei di Milano-Bicocca, Padova e Foggia, con 24 punti ottengono un finanziamento da 1,6 milioni. L'Università di Urbino Carlo Bo e quella di Torino infine ottengono 1,5 milioni di euro ciascuna.
Gli oltre 20 milioni di fondi nazionali dell'avviso 'Pro-ben 2024' si aggiungono ai 35 milioni del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) per promuovere iniziative a favore dell’inclusione degli studenti, con riferimento in particolare all’attivazione o al potenziamento di servizi di supporto come gli sportelli antiviolenza. I finanziamenti mirano a consolidare la promozione di pratiche, modelli, servizi e strumenti per un’adeguata risposta a condizioni di fragilità emotiva, disagio psicologico e a favorire il contrasto alle dipendenze. Le risorse, in particolare, puntano a consentire il proseguimento delle attività virtuose già pianificate, così da potenziare gli effetti ed impatti nel medio e lungo periodo.
Gli atenei suddivideranno le risorse con altri atenei partecipanti allo stesso partenariato. Ad esempio, l'Università di Milano-Bicocca ripartirà i fondi in questo modo: all’'università Milano-Bicocca sono stati assegnati 379.999,98 euro in qualità di capofila del partenariato. All'università degli studi di Milano 270.000 euro, all'università di Brescia 205.000 euro, all'università Luigi Bocconi 96.000 euro, al Politecnico delle Arti di Bergamo 96.000 euro, all'università di Bergamo 192.000 euro, a Humanitas University 96.000 euro, all'università dell'Insubria 192.000 euro e all’Accademia di Belle Arti di Brera-Milano 50.000 euro.
Stessa situazione per Ferrara: all’Università degli Studi di Ferrara sono stati assegnati 257.079 euro, in qualità di capofila del partenariato. All’Università degli Studi di Genova 92.801 euro, all’Università degli Studi di Sassari 206.017 euro, all’Università degli Studi di Parma 206.017 euro, all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia 206.017 euro, all’Università Cà Foscari di Venezia 206.017 euro, all’Università Cattolica del Sacro Cuore 206.017 euro, al Politecnico di Milano 206.017 euro e all’Accademia di Belle Arti di Venezia 206.017 euro. Torino invece dividerà i suoi 1,5 milioni tenendone 978mila per sé e dando al Politecnico di Torino 312.000 euro, all’Università Scienze Gastronomiche di Pollenzo 108.000 euro, al Conservatorio Statale di Musica Giuseppe Verdi di Torino 78.000 euro e all’Istituto Musicale Pareggiato della Valle d'Aosta - Conservatoire de la Vallée d'Aoste 24.000 euro.
L'Università di Pavia, infine, dividerà il budget così: 832.600 euro resteranno all'Ateneo di Pavia, in qualità di capofila del partenariato. All'università di Pisa 181.000 euro, all'università Vita-Salute San Raffaele 144.800 euro, all'università di Udine 144.800 euro, all'università del Piemonte Orientale 'Amedeo Avogadro' 144.800 euro, al Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi di Milano 90.500 euro, al Conservatorio Antonio Vivaldi di Alessandria 54.300 euro, all’Istituto superiore di studi musicali Pietro Mascagni di Livorno 54.300 euro, all’Istituto superiore di studi musicali 'Rinaldo Franci' di Siena 54.300 euro e alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa 108.600 euro.
Cronaca
Freddo a Roma, previsioni meteo: nessuna possibilità di neve
Gussoni (ilMeteo.it): "Sulla città di Roma avremo condizioni molto stabili e soleggiate"
Il maltempo e il freddo dominano in Italia al centro-sud, con la possibilità di vedere neve anche a quote basse in questi giorni di gennaio. Vale anche per Roma?
In queste ore sulle regioni meridionali, in particolare, si avvertono gli effetti dell'ondata di maltempo con pioggia e neve anche a bassissima quota. La situazione coinvolge anche le regioni adriatiche centrali: la neve potrebbe sfiorare addirittura le spiagge abruzzesi se non presentarsi mista a pioggia.
C'è la possibilità che anche Roma, dopo anni, torni ad essere imbiancata? "Nei prossimi giorni un campo di alta pressione riuscirà ad espandersi dall'Oceano Atlantico verso l'Europa centro occidentale, inglobando quindi anche parte dell'Italia", dice all'Adnkronos Mattia Gussoni, meteorologo di iLMeteo.it. Se per le prossime ore le temperature scenderanno a livelli 'polari' anche nella capitale, in particolare di notte, non ci sono però chance di vedere il Colosseo imbiancato.
"Sulla città di Roma avremo condizioni molto stabili e soleggiate, e nessuna possibilità di nevicate. Farà piuttosto freddo specie di notte e al primo mattino con valori prossimi a zero gradi", dice Gussoni delineando il quadro che, a livello di precipitazioni, non cambierà nemmeno verso il fine settimana. "Queste condizioni atmosferiche ci terranno compagnia almeno fino al prossimo weekend, con prevalenza di sole anche sulla Capitale", spiega.
Cronaca
Cortina ha un nuovo hotel di lusso, l’Europa diventa...
Ad acquisirlo il gruppo Solido Holding. Manuel D'Avanzo: "Entro il 2025 anche a Napoli"
Un angolo di lusso ad alta quota in cui tradizione e modernità si fondono: ha riaperto a Cortina d'Ampezzo l'ex Hotel Europa, fino al 2022 'creatura' di Mauro Benetton. L'operazione è del gruppo Solido Holding della famiglia D'Avanzo, che ha portato nel 'cuore' delle Dolomiti un nuovo concetto di extra lusso con Eight Cortina. Che sia nella moda o nel mondo dell’hôtellerie, 'ai clienti piace custom', per parafrasare il film con Marilyn Monroe. La ricerca dell’unicità e delle esperienze personalizzate è ormai una prerogativa degli amanti del lusso. E lo è anche per l'Eight Cortina, che riserva ai suoi ospiti un'esperienza 'cucita a mano’, a partire dalla biancheria con le loro iniziali, la consegna dei giornali preferiti e la preparazione ‘ad hoc’ dei cibi, che incontrano il loro palato. Questi sono solo alcuni dei dettagli, che danno vita a una sinfonia di comfort. Una cura assicurata "grazie ai nostri 70 dipendenti, tutti formati dai manager degli altri nostri hotel in modo tale da garantire anche qui il nostro standard di ospitalità ai clienti", spiega il manager Manuel D'Avanzo all’Adnkronos.
Il lusso sta proprio lì, nella qualità altissima e non nei costi. E come si raggiunge? Facendo tanta ricerca in giro per il mondo, per trovare la ‘voce’ giusta per la propria realtà. "La sfida più difficile è stata riuscire a diversificare la nostra offerta tra le strutture ricettive presenti sul territorio", dice D’Avanzo. E come? Con la ricercatezza che affiora dal design degli ambienti, che vengono progettati e realizzati dal loro dipartimento Eight Lab, con lo scopo di adeguare l’immobile agli standard della catena alberghiera, mantenendo il rispetto della struttura originale e la connessione con il territorio. “Un aspetto che manca nelle grandi catene alberghiere: quando chiudi le tende della stanza e ti guardi attorno, non c’è nessun dettaglio che ti faccia pensare al posto in cui ti trovi", fa notare D’Avanzo. E per lui la sfida si può dire riuscita: l'Eight Cortina - della catena fanno parte anche gli hotel a Portofino, Paraggi e Venezia (che riaprirà prima dell'estate) - offre ai suoi ospiti "un servizio da 5 stelle - le tariffe delle camere oscillano dai 1.500 ai 5mila euro a notte - ma con uno stile e con delle caratteristiche dell'immobile che rispecchiano il territorio, ed è per questo che ogni struttura Eight è diversa dall'altra", sottolinea D'Avanzo, che aggiunge: "Per noi la cosa più importante è far sentire a casa chi ci sceglie".
A Cortina, però, la 'challenge' è stata ancora più difficile "perché abbiamo toccato un mostro sacro, ovvero il Vip Club", il locale annesso alla struttura alberghiera nonché icona indiscussa della mondanità ampezzana grazie anche a 'Vacanze di Natale' dei Vanzina, proprio lì dove il playboy Billo (il personaggio interpretato da Jerry Calà) cantava e suonava 'Maracaibo', mentre ci provava con Ivana (Stefania Sandrelli). "Per il Vip Club, al contrario dell'albergo che ha avuto bisogno di grandi interventi, solo un piccolo 'maquillage' e l'ottimizzazione degli impianti", dice D'Avanzo, che assicura: "Abbiamo mantenuto il sapore e la storia di questo posto". L'obiettivo "è stato quello di dare familiarità già dall'ingresso. La posizione del pianoforte di Jerry Calà, solo per fare un esempio, è rimasta la stessa del film”, dice il manager, che insieme agli architetti hanno scelto un pavimento di un castello scozzese, che ha 300 anni: "è vissuto, hai dei graffi. Gli ospiti che entrano al Vip Club devono avere l'impressione che tutto sia sempre stato qui, nonostante sia tutto nuovo".
Ma non finisce qui. Entro il 2025 una nuova sfida attende la famiglia D'Avanzo con l'apertura di un hotel a Napoli, che darà lavoro a 150 persone. Si trova a piazza Municipio, in un palazzo storico accanto al Comune. La struttura fa parte della catena W Hotel di proprietà di Marriott e si preannuncia essere un luogo capace di far immergere gli ospiti nei “mille culure” di Napoli, come cantava Pino Daniele. Si comporrà di 80 camere, una piscina, la spa, una palestra e, per gli amanti della vista, un rooftoop che promette di essere mozzafiato. Senza dimenticare una corte interna, dove sorgerà “un bellissimo ristorante e bar”, dice D’Avanzo. "Napoli è una città con tantissimi immobili storici, che restano chiusi. Trasformarli significa restituirli a questa incredibile città”. E non solo. “Negli ultimi anni abbiamo registrato un nuovo trend: i turisti, soprattutto stranieri, ora vengono a Napoli non solo per il mare, ma anche per immergersi nei vicoli caratteristici del centro".
Questo cambio di tendenza deriva soprattutto dal successo di film e serie che hanno scelto Napoli come set...'a cielo aperto', a partire da 'Mare Fuori', 'L'Amica Geniale', 'I Bastardi di Pizzofalcone', 'E' stata la mano di Dio', 'Mina Settembre' e moltissimi altri. Ma la verità è che ad anticipare questo trend è stato proprio Manuel D'Avanzo: "il mondo del mercato e del turismo italiano, soprattutto quello napoletano. Un po' di anni fa, abbiamo capito che investire sulle bellezze del centro di Napoli sarebbe stato vincente. I turisti, infatti, non usano più Napoli come luogo di passaggio per andare verso Ischia o Capri”.
Questo nuovo gioiello di ‘casa D’Avanzo’ vedrà la luce entro l’anno “ma non ti nascondo le difficoltà per portare un 5 stelle di una catena americana in una città come Napoli. All'inizio non volevano venire, ma abbiamo fatto in modo che anche loro vedessero quello che vedevamo noi". Per D'Avanzo, però, i sogni - che lui preferisce chiamare "obiettivi" - sono inesauribili. Sogna di aprire un hotel nel 'cuore' dei Caraibi a Saint Barth, ma nel frattempo sta lavorando sulla realizzazione di una struttura a Taormina, i cui lavori non sono ancora iniziati. E Roma? "È un mercato molto particolare, ma anche molto fertile. Forse è la città più importante d'Europa dal punto di vista turistico. La stiamo studiando", dice. Tornando a Cortina, sono attesi nel 2026 i giochi olimpici invernali. "Ad oggi non c'è ancora molta chiarezza su come sarà organizzata la località turistica e i suoi impianti, come arrivare in centro, per esempio, o sulle piste", conclude D'Avanzo.
Cronaca
Scoperta proteina ‘brucia-grassi’: come funziona
E' fondamentale per il meccanismo di combustione attraverso cui si converte tessuto adiposo bruno in calore
Una proteina aiuta a dimagrire? Mentre continua per milioni e milioni di persone il faticoso percorso post feste natalizie per buttare giù i chili guadagnati a colpi di torroni e panettoni, sul fronte scientifico fioccano gli studi sul grasso bruno, il cosiddetto grasso 'buono'. L'ultimo traguardo? Un team di scienziati ha identificato una proteina chiave per 'bruciare' i grassi. In altre parole quello che è stato svelato è un nuovo meccanismo attraverso cui il grasso bruno viene convertito in calore. Secondo gli autori del lavoro pubblicato su 'Nature Communications', a svolgere un ruolo cruciale in questo nuovo meccanismo per la combustione dei grassi è la proteina 'MCJ', il che la rende "un bersaglio promettente per il trattamento dell'obesità".
Lo studio
La ricerca è guidata dalle scienziate Guadalupe Sabio, del Centro nazionale spagnolo per la ricerca sul cancro Cnio, e Cintia Folgueira, che è in forze al Cnio e al Centro nazionale per la ricerca cardiovascolare Cnic. L'obesità colpisce 650 milioni di persone in tutto il mondo, ricordano le autrici, influenza lo sviluppo di malattie cardiometaboliche e aumenta il rischio di cancro. Per questo è una condizione su cui si stanno concentrando diversi gruppi di ricercatori. Sabio e Folgueira hanno scoperto uno dei modi in cui il corpo brucia il grasso bruno. Questo meccanismo, spiegano, protegge dall'obesità e dalle malattie metaboliche correlate. A controllarlo è appunto la proteina MCJ, presente nei mitocondri (organelli della cellula dove si produce energia). Sabio e Folgueira hanno scoperto che, quando la proteina MCJ viene rimossa dai topi obesi, questi producono più calore e perdono peso. Inoltre, è stato sufficiente trapiantare negli animali del grasso bruno senza la proteina MCJ per ridurre il loro peso.
L'obesità, analizzano gli autori dello studio, è il risultato di un'eccessiva assunzione di cibo o di una spesa energetica totale inadeguata. "Ora sappiamo che il tessuto adiposo, il grasso corporeo, oltre a immagazzinare energia, svolge un ruolo cruciale nella gestione di tale energia da parte dell'organismo. Il tessuto adiposo è un organo complesso che agisce come regolatore del metabolismo dell'intero corpo e quindi modulare la sua funzione potrebbe essere un modo per combattere l'obesità", scrivono gli esperti nello studio.
Grasso bianco e grasso bruno, che differenza c'è
Esistono due tipi di tessuto adiposo: bianco e bruno. Il grasso bianco immagazzina principalmente energia, mentre il grasso bruno (le cui cellule hanno più mitocondri e questo conferisce loro una tonalità marrone) è responsabile della generazione di calore o termogenesi, il processo che mantiene la temperatura corporea e che è innescato dal freddo o da altri stimoli. Diversi studi dell'ultimo decennio hanno dimostrato che l'attivazione del grasso bruno protegge dall'obesità e dalle malattie metaboliche. "Per un po' di tempo", spiega Sabio, "si è pensato che l'obesità potesse essere prevenuta facendo sì che questo grasso spendesse più energia generando calore. Quindi la prima cosa è capire come funziona. Scoprire nuovi meccanismi di produzione di calore nel grasso bruno è uno degli obiettivi più interessanti nello studio dell'obesità".
Per molto tempo si è pensato che il grasso bruno utilizzasse un singolo meccanismo per generare calore, ma oggi sappiamo che non è così, affermano gli scienziati. Ci sono diversi meccanismi coinvolti. La ricerca guidata da Sabio e Folgueira ne ha scoperto uno, controllato dalla proteina mitocondriale MCJ. I ricercatori hanno anche osservato che "gli animali senza MCJ nel grasso bruno sono protetti dai problemi di salute causati dall'obesità, come il diabete o l'aumento dei lipidi nel sangue", spiegano le due scienziate, le quali ritengono che la proteina MCJ possa davvero essere un nuovo bersaglio terapeutico per correggere le malattie associate all'obesità.
"Questa protezione - spiega la ricercatrice del Cnio Beatriz Cicuéndez, autrice principale dell'articolo - è dovuta all'attivazione di un percorso di segnalazione essenziale per adattarsi allo stress causato dall'obesità. Noto come percorso catabolico, provoca un aumento del consumo di grassi, zuccheri e proteine per produrre calore nel grasso bruno. È un meccanismo che si verifica anche nelle persone con grasso bruno molto attivo". La ricerca sta ora cercando di sviluppare una terapia per bloccare questa proteina nei pazienti obesi, ma per farlo occorre prima indagare se questa proteina abbia funzioni vitali in altri tessuti. Allo stesso tempo, conclude Sabio, "stiamo cercando di vedere se questi cambiamenti nel grasso influenzano la crescita tumorale o la cachessia, ovvero la perdita di muscoli e grasso, che a volte è anche collegata al cancro".