Aria Retreat & Spa: un hotel di lusso sulle rive del Lago di Lugano
Il territorio che si estende dal Lago di Lugano al Lago di Como è uno dei più affascinanti del Nord Italia. Forse non tutti sanno che il celebre lago svizzero vanta anche un breve tratto di costa entro i confini italiani, un dettaglio che aggiunge ulteriore fascino a questa regione di straordinaria bellezza.
Caratterizzato da paesaggi naturali mozzafiato, scenari suggestivi e una vista unica sulle montagne e sulle acque cristalline, questo angolo di paradiso ospita il prestigioso Resort Parco San Marco. Un parco di oltre 40.000 metri quadrati, impreziosito da una spiaggia privata e un bosco rigoglioso, accoglie strutture ricettive di altissimo livello, concepite per garantire un soggiorno indimenticabile.
All’interno di questo contesto idilliaco, trascorrere qualche giorno in una Spa affacciata sul Lago di Lugano non è solo un’opportunità per concedersi un momento di pausa dalla routine quotidiana, ma anche un’esperienza che rigenera corpo e mente in un contesto di assoluta armonia.
Aria Retreat & Spa: eccellenza, benessere e relax
Immerso nella cornice esclusiva del Resort Parco San Marco, Aria Retreat & Spa è un hotel a cinque stelle superior – parte di The Leading Hotels of The World – che coniuga ospitalità di altissimo livello e una Spa d’eccellenza. Affacciato sulle suggestive rive del Lago di Lugano, il centro Spa Ceò rappresenta un autentico rifugio di relax e benessere. Dedicato esclusivamente agli adulti, con un’attenzione speciale per le coppie in cerca di intimità e romanticismo, questo centro offre percorsi wellness pensati per ristabilire equilibrio, energia e vitalità.
L’ambiente naturale circostante, con la sua atmosfera unica, arricchisce ulteriormente l’esperienza. Tra i servizi di punta della Spa si annoverano una piscina sportiva e una spettacolare piscina Infinity, caratterizzata da acqua salina riscaldata, fruibile anche nei mesi invernali. Di sera, le luci soffuse creano un’ambientazione magica, amplificando i benefici della cromoterapia per un’esperienza di benessere completa.
Oltre alle piscine, il centro Spa Ceò offre una vasta gamma di opzioni per il relax e la cura della persona, tra cui una sauna finlandese panoramica, una biosauna al fieno, una cabina fredda “snowflake”, un bagno turco e una zona per trattamenti a infrarossi. Non manca una suite privata riservata alle coppie, ideale per chi desidera vivere un momento speciale in totale privacy.
Gli ospiti possono scegliere tra percorsi benessere predefiniti o richiedere trattamenti personalizzati, ritagliati su misura per soddisfare le esigenze individuali e creare un’esperienza unica. I Signature Treatments sono incentrati sugli elementi Acqua, Aria e Terra e sono specificatamente creati per CEò in collaborazione con Biologique Recherche, da sempre sinonimo di protocolli di cura della pelle unici al mondo.
Un’ospitalità di lusso immersa nella natura
Per molti, una vacanza rilassante e rigenerante significa viaggiare verso destinazioni esotiche o mete lontane. Tuttavia, anche a breve distanza è possibile scoprire luoghi straordinari, dove bellezza naturale e raffinatezza si intrecciano per offrire emozioni indimenticabili.
L’area che si estende tra il Lago di Lugano e il Lago di Como è un esempio perfetto di questa armonia. Qui, la magnificenza dei paesaggi si sposa con un ricco patrimonio artistico, architettonico e culturale. Le storiche ville che si specchiano nelle acque del Lago di Como ne sono un emblema inconfondibile.
Aria Retreat & Spa si presenta come il punto di partenza ideale per scoprire questa straordinaria regione. La struttura offre quindici esclusive suite, ognuna con una loggia panoramica che regala una vista impareggiabile. Gli interni sono curati nei minimi dettagli, con arredi eleganti e un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale e al comfort.
Le suite, con superfici che variano dagli 80 ai 190 metri quadrati, possono accogliere comodamente fino a sei persone adulte. I colori scelti per l’arredamento contribuiscono a creare un’atmosfera di tranquillità e benessere, rendendo ogni soggiorno un momento di puro piacere.
A completare l’esperienza, i ristoranti del resort propongono una cucina di alta qualità, arricchita da una carta dei vini selezionata con cura per soddisfare anche i palati più raffinati.

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Malattia di Crohn, circa 15 mila pazienti in Emilia Romagna e 7mila in Piemonte

In Emilia Romagna si registrano circa 15.000 pazienti affetti dalla malattia di Crohn, di cui ben 7.000 sono seguiti a Bologna. Questa patologia, che mostra un’incidenza in costante aumento, vede un incremento anche nel numero di pazienti con condizioni complesse. Questi richiedono il supporto di centri di terzo livello e trattamenti innovativi, personalizzati in base alle esigenze individuali. L’introduzione di mirikizumab, un’opzione terapeutica con un eccellente profilo di efficacia e sicurezza, rappresenta una risorsa fondamentale sia per i pazienti naive sia per coloro che hanno avuto insuccessi con terapie avanzate. Considerando l’impatto significativo della malattia, caratterizzata da sintomi come diarrea cronica, dolore addominale e urgenza intestinale, questa nuova soluzione apre possibilità per migliorare la qualità della vita quotidiana. Lo sottolinea Paolo Gionchetti, professore di Medicina Interna e direttore del Ssd Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali presso l’Irccs Aou Policlinico Sant’Orsola di Bologna, in relazione all’approvazione del farmaco da parte della Commissione Europea. Mirikizumab, un antagonista dell’interleuchina-23p19 (IL-23p19), è destinato al trattamento della malattia di Crohn in fase attiva moderata o grave negli adulti che non hanno risposto adeguatamente o che non tollerano le terapie tradizionali o i trattamenti biologici. Il farmaco è già stato approvato in Italia nel 2024 dall’Aifa per la gestione della colite ulcerosa attiva da moderata a grave.
In Piemonte, si stima che oltre 7.000 persone convivano con la malattia di Crohn. Se non adeguatamente trattata, questa condizione può portare a complicazioni che richiedono ospedalizzazioni o interventi chirurgici. Marco Daperno, dirigente medico presso la Sc di Gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino, evidenzia che, data l’ampia varietà di manifestazioni cliniche e la diversità delle risposte terapeutiche, mirikizumab rappresenta una opportunità significativa. Il farmaco si dimostra efficace e sicuro, non solo per i pazienti che affrontano fallimenti terapeutici precedenti, ma anche per quelli naive, offrendo una gestione a lungo termine della malattia e dei suoi sintomi spesso debilitanti.
L’approvazione del farmaco da parte della Commissione Europea segna un importante passo avanti nel trattamento della malattia di Crohn. Questa terapia mirata offre ai pazienti una possibilità concreta di migliorare sensibilmente la loro qualità di vita. Attualmente, molti pazienti non raggiungono una remissione completa o non riescono a mantenere la malattia sotto controllo a lungo termine. È noto che fino al 40% dei pazienti non risponde ai farmaci inibitori del TNF, e che il 50% di quelli inizialmente beneficiati perde i vantaggi entro il primo anno di trattamento.
La decisione della Commissione Europea si basa sul parere positivo espresso nel dicembre 2024 dal Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). Questa approvazione è supportata dai risultati dello studio clinico di fase 3 Vivid-1, che ha dimostrato un miglioramento significativo nei pazienti trattati con mirikizumab rispetto al placebo. I dati indicano che il 54,1% dei pazienti ha raggiunto la remissione clinica (contro il 19,6% con placebo) e il 48,4% ha mostrato una risposta endoscopica a un anno (contro il 9% con placebo). Attualmente, il farmaco è in fase di studio anche nel progetto Vivid-2, che valuta la sua sicurezza ed efficacia fino a tre anni. Tra i pazienti che hanno ottenuto una risposta endoscopica dopo un anno nel Vivid-1, oltre l’80% ha mantenuto i risultati, mentre quasi il 90% ha conservato la remissione clinica nel secondo anno di trattamento. Inoltre, il 32,5% dei pazienti trattati con mirikizumab ha mostrato miglioramenti della risposta endoscopica già dopo tre mesi, rispetto al 12,6% del gruppo placebo.
Secondo Elias Khalil, presidente e amministratore delegato di Lilly Italy Hub, questa approvazione rappresenta un passo fondamentale per migliorare il benessere dei pazienti. “Il nostro obiettivo è offrire soluzioni terapeutiche innovative e sicure, collaborando con la comunità scientifica per affrontare i bisogni non ancora soddisfatti delle persone che convivono con questa patologia. Siamo certi che mirikizumab possa fare la differenza nella gestione della malattia di Crohn e nel miglioramento della qualità di vita dei pazienti”, afferma Khalil.
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Mal di primavera, dalle allergie all’insonnia ecco le noie della stagione

La primavera è spesso considerata la stagione del risveglio, anche se porta con sé alcune *piccole difficoltà* legate all’adattamento al cambio stagionale. Tra i disturbi più comuni troviamo allergie, problemi di sonno, raffreddamenti dovuti agli sbalzi termici e dolori articolari. Giorgio Sesti, docente di medicina interna all’Università Sapienza di Roma, offre una panoramica su queste problematiche.
Le allergie primaverili sono tra i disturbi più tipici, causate dall’aumento di pollini dovuto alle fioriture stagionali. Queste allergie, soprattutto quelle respiratorie, possono generare un notevole malessere, sottolinea il medico.
Un altro fattore di disagio è rappresentato dall’allungamento delle giornate, soprattutto con l’introduzione dell’ora legale. Questo cambiamento altera il ritmo sonno-veglia, provocando variazioni ormonali che possono diminuire la qualità del sonno e aumentare l’agitazione. Dormire meno influisce negativamente sulla concentrazione, la produttività e la capacità di affrontare le giornate lavorative.
Le oscillazioni di temperatura tipiche della primavera, con giornate calde e serate fresche, costituiscono un ulteriore elemento di disturbo. Questi sbalzi termici possono causare raffreddori e accentuare dolori articolari, aggravati dall’esposizione al freddo.
Secondo Sesti, i cambi di stagione possono anche amplificare i sintomi di gastriti e reflusso gastroesofageo. Sebbene non vi sia una connessione scientifica documentata tra questi fenomeni e l’arrivo della primavera, l’aumento della sintomatologia è spesso legato a variazioni alimentari e di abitudini, anche impercettibili, che si verificano in questo periodo.
Dal punto di vista psicologico, la primavera spinge maggiormente verso una vita sociale e attività all’aperto, migliorando l’umore. Questo aspetto positivo rende il periodo piacevole e merita di essere valorizzato, secondo l’esperto.
Tuttavia, la stagione può essere problematica per chi soffre di ansia, depressione o per chi trova difficile adattarsi ai cambiamenti. Daniela Chieffo, professoressa di psicologia all’Università Cattolica di Roma, spiega che il cosiddetto “mal di primavera” colpisce soprattutto chi ha un umore influenzato dalle condizioni climatiche o chi fatica ad abituarsi a nuove situazioni, come uscire per passeggiate o partecipare a momenti di convivialità all’aperto.
I più vulnerabili sono anziani e donne, seppur per motivi diversi. Gli over 65 spesso temono la solitudine, derivante dall’allontanamento dei familiari che con la bella stagione tendono a uscire di più. Questo può generare un senso di smarrimento e paura dell’abbandono. Per le donne, i fattori ormonali, le allergie e la difficoltà ad adattarsi a nuove situazioni possono influire negativamente, specie se manca progettualità o fiducia nelle proprie capacità.
I colori, la luce e i profumi della primavera possono diventare fonte di angoscia per chi ha una predisposizione ansioso-depressiva o per chi semplicemente fatica a interagire con il mondo esterno. Queste persone preferiscono rimanere nella loro comfort zone, evitando l’aria aperta e chiudendosi nel proprio guscio.
Tra i sintomi più comuni troviamo l’anedonia, ovvero l’incapacità di provare piacere, l’apatia, la mancanza di energia, la lentezza nell’esecuzione delle attività e la facile stancabilità, che influiscono negativamente sulla vita quotidiana. Secondo Chieffo, superare questi ostacoli è possibile: basta volerlo. Il coinvolgimento sociale e la decisione di vivere pienamente possono rappresentare la chiave per affrontare il periodo. Un raggio di luce in una stanza va interpretato come un invito ad aprirsi alla vita.
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Schizofrenia, ok Ue a trattamento adolescenti dai 13 anni un su

Otsuka Pharmaceutical Europe Ltd. e H. Lundbeck A/S hanno comunicato che la Commissione Europea ha dato il via libera all’uso di brexpiprazolo per il trattamento della schizofrenia negli adolescenti a partire dai 13 anni. Questo farmaco era già stato approvato nel 2018 nell’Unione Europea per il trattamento della schizofrenia negli adulti. L’approvazione, come evidenziato in una nota, si basa su uno studio clinico di 6 settimane, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo e trattamento attivo. Lo studio, condotto su 316 adolescenti, ha valutato l’efficacia e il profilo di sicurezza del farmaco, con risultati positivi. Brexpiprazolo (2-4 mg al giorno) ha mostrato una significativa riduzione della gravità dei sintomi, misurata tramite la scala Positive and Negative Syndrome Scale (PANSS), rispetto al placebo. Inoltre, è stato generalmente ben tollerato, con un profilo di sicurezza simile a quello riscontrato negli adulti.
“La schizofrenia adolescenziale ha una prognosi meno favorevole rispetto a quella che si manifesta in età adulta, presentando spesso sintomi più gravi e cronici,” ha dichiarato Andy Hodge, CEO di Otsuka Pharmaceutical Europe. “Per questo accogliamo con entusiasmo la decisione della Commissione Europea di ampliare l’uso di brexpiprazolo agli adolescenti dai 13 anni in su, offrendo loro una nuova opzione terapeutica necessaria.” Johan Luthman, EVP e Responsabile Ricerca e Sviluppo di Lundbeck, ha aggiunto: “Questa approvazione rappresenta un traguardo significativo per i giovani pazienti, i loro caregiver e le famiglie che affrontano le sfide della schizofrenia. È una testimonianza del nostro impegno nel ridurre il peso della malattia per i pazienti e i loro cari in Europa.”
Il brexpiprazolo, come riportato nella comunicazione, è un antipsicotico atipico somministrato per via orale una volta al giorno. La sua azione farmacologica si basa sulla modulazione dei sistemi serotoninergici e dopaminergici, con attività agonista parziale sui recettori 5-HT1A e D2, e attività antagonista sui recettori 5-HT2A. Inoltre, brexpiprazolo agisce come antagonista sui recettori noradrenergici α1B/2C, con elevata affinità nei confronti di tutti questi recettori. Il farmaco, sviluppato da Otsuka, è co-commercializzato e co-sviluppato grazie a un accordo di collaborazione tra Otsuka Pharmaceutical Europe Ltd. e H. Lundbeck A/S. La sua approvazione originaria nell’Unione Europea risale al 2018, per il trattamento della schizofrenia negli adulti.
La schizofrenia è una malattia mentale cronica, progressiva e debilitante, caratterizzata da deliri, allucinazioni e disturbi cognitivi. Questi sintomi possono alternarsi a periodi di relativa stabilità. A livello globale, la schizofrenia colpisce circa 24 milioni di persone, corrispondenti a circa l’0,32% della popolazione (1 su 300). L’esordio della malattia si verifica più frequentemente nella tarda adolescenza o nei primi vent’anni, con un’insorgenza generalmente più precoce negli uomini rispetto alle donne. La schizofrenia è spesso associata a un significativo impatto negativo sulla qualità della vita personale, familiare, sociale, educativa e lavorativa, rendendola una delle principali cause di disabilità a livello mondiale. Per gli adolescenti affetti, gli antipsicotici possono offrire un miglioramento nella gestione dei sintomi, anche se i giovani pazienti risultano particolarmente vulnerabili agli effetti collaterali.