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Fibrosi cistica, Amazon e Lifc in un progetto per l’inclusione lavorativa
Nella giornata delle persone con disabilità l'iniziativa nei centri di distribuzione di Passo Corese e Colleferro
In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, che si celebra oggi 3 dicembre, Amazon ha annunciato la nuova iniziativa di inclusione lavorativa di persone con fibrosi cistica. Il progetto, avviato presso i centri di distribuzione Amazon situati nel Lazio, a Colleferro, in provincia di Roma, e Passo Corese, in provincia di Rieti, ha rappresentato una nuova occasione per l'azienda di ridefinire gli standard di accessibilità e inclusione negli ambienti di lavoro. Per farlo è stata fondamentale la collaborazione della Lega italiana fibrosi cistica (Lifc), con cui l'azienda porta avanti un dialogo costante.
"Siamo orgogliosi di essere parte integrante di questo progetto. Per offrire alle persone con fibrosi cistica un luogo di lavoro sicuro e accessibile, ci siamo affidati al prezioso aiuto degli esperti, con i quali abbiamo trovato le soluzioni migliori per adattare i nostri processi, metodi e postazioni di lavoro - afferma Lorenzo Barbo, responsabile Amazon Italia Logistica - Il nostro obiettivo primario è consentire a tutti i nostri dipendenti di lavorare in sicurezza. Ci impegniamo ogni giorno perché i nostri luoghi di lavoro possano diventare sempre più aperti e inclusivi".
Con l'obiettivo di offrire la massima sicurezza possibile - si legge in una nota - l'azienda ha eseguito un'attenta analisi del completo processo e delle procedure, a partire dalla fase di selezione, con la redazione di un questionario pre-assuntivo specifico. Inoltre, con l'obiettivo di evitare infezioni tra lavoratori con fibrosi cistica che entrano in contatto nello stesso ambiente di lavoro, Amazon ha adottato una serie di misure preventive richieste dalla Lifc in accordo con la Sifc (Società italiana fibrosi cistica). Ogni dipendente con fibrosi cistica è stato assegnato a postazioni specifiche, su processi diversi e, dove possibile, su turni diversi. La postazione di lavoro viene sanificata prima dell'inizio di ogni turno e ogni dipendente ha una pausa differenziata in un'area dedicata, oltre a usufruire di servizi igienici separati. Viene inoltre offerta la possibilità di usufruire di pause aggiuntive ed, eventualmente, di turnazione part-time. La qualità dell'aria all'interno dei magazzini viene monitorata periodicamente e l'azienda mette a disposizione le mascherine, che sono obbligatorie solo per le aree comuni.
"E' stato fatto un altro importante passo per rendere la fibrosi cistica meno 'invisibile' e ringraziamo Amazon per aver scelto di essere al nostro fianco - dichiara Antonio Guarini, presidente Lifc - La fibrosi cistica (Fc) è una malattia genetica che non danneggia in alcun modo le capacità intellettive e non si manifesta sull'aspetto fisico, né alla nascita né in seguito nel corso della vita, per questo viene definita la 'malattia invisibile'. Le sembianze di questa patologia concorrono a creare ancor più difficoltà in termini di inclusione sociale. La malattia c'è, il paziente vive con una patologia grave, ma tutto ciò non si vede. Per questo è importante intervenire e permettere, con l'attuazione di tutte le regolamentazioni del caso, che ogni paziente Fc possa accedere al mondo del lavoro senza sentirsi escluso".
Il progetto portato avanti con la Lega italiana fibrosi cistica si colloca nell'impegno di Amazon di offrire un ambiente di lavoro il più accessibile possibile, guidato dalla convinzione che le aziende debbano ricoprire un ruolo proattivo per contribuire alla costruzione di una società sempre più inclusiva. Nel corso degli ultimi anni i programmi di inserimento lavorativo per persone con disabilità sono stati diversi. Un primo risultato si è raggiunto, in collaborazione con l'Ente nazionale sordi, con un'iniziativa rivolta all'inclusione lavorativa di persone sorde nella rete logistica Amazon. Il progetto, lanciato nel 2021 con il coinvolgimento di tutti i centri di distribuzione in Italia, si è ora ampliato anche al network dei depositi di smistamento. Ad oggi sono 150 le persone sorde assunte nei magazzini italiani. Un altro passo importante è stato rappresentato dall'attento lavoro di analisi, implementazione di procedure e formazione, che ha permesso ad Amazon di assumere persone nello spettro autistico nella propria rete logistica. Con il supporto di associazioni locali come Autismo Abruzzo onlus, oggi sono 6 i dipendenti autistici impiegati nei centri di distribuzione dell'azienda in Lazio, Abruzzo ed Emilia Romagna.
"In questo percorso - conclude Barbo - possiamo fare affidamento su 3 grandi alleati. Il primo sono tutte le associazioni, enti e realtà locali che ci supportano nel capire come modificare i nostri processi per rendere i nostri luoghi di lavoro sempre più accoglienti. Il secondo è l'ascolto costante delle persone, delle loro esigenze, in ottica di miglioramento continuo. Il terzo è la tecnologia, nostro elemento distintivo". Proprio la tecnologia costituisce un prezioso supporto del lavoro dei dipendenti, consentendo di migliorare i processi quotidiani in termini di sicurezza e benessere, e diventando un asset strategico che consente di offrire nuove opportunità di lavoro anche a chi per molto tempo ha rischiato, e purtroppo ancora rischia, discriminazioni e barriere all'ingresso.
Salute e Benessere
Il medico risponde: “Formicolio e perdita di...
DOMANDA
Gentile Dottor Ferdinando Martinez,
mi chiamo Silvia, ho 59 anni e le scrivo per un problema che mi preoccupa. Da circa qualche mese avverto una progressiva difficoltà nel mantenere l’equilibrio, soprattutto quando cammino su superfici irregolari o quando mi alzo improvvisamente da una posizione seduta. A questo si aggiunge un fastidioso formicolio intermittente ai piedi, che a volte si estende fino alle gambe.
Non ho avuto episodi di svenimento né perdite di coscienza, ma noto una sensazione di insicurezza nei movimenti, e ho paura che la situazione possa peggiorare. Le analisi del sangue più recenti hanno mostrato una lieve carenza di vitamina B12 (valore di 190 pg/mL), ma il mio medico di base non ha ritenuto necessario intraprendere alcuna terapia al momento.
Vorrei chiederle se i miei sintomi potrebbero essere legati a questa carenza o se potrebbero indicare una patologia neurologica più seria. Quali esami diagnostici mi consiglia di effettuare per approfondire la situazione?
La ringrazio per l’attenzione e per il tempo che mi dedicherà.
Cordiali saluti
Silvia C.
RISPOSTA
A cura del Dr. Ferdinando Martinez
ATTENZIONE: "Le informazioni contenute in questa rubrica medica, non devono ASSOLUTAMENTE, in alcun modo, sostituire il rapporto Medico di Famiglia/Assistito. Si raccomanda per buona regola, di chiedere SEMPRE il parere del proprio Medico di Famiglia, o Specialista di fiducia, il quale conosce in dettaglio la storia clinica del proprio Paziente. La nostra rubrica, non avendo fatto un'anamnesi di chi ci scrive, impossibile online, ha il solo ed esclusivo scopo informativo, decliniamo quindi tutte le responsabilità nel mettere in pratica qualsiasi chiarimento o indicazione riportata al solo scopo esplicativo e divulgativo. Qualsiasi domanda umanamente intrattabile via web, verrà automaticamente cestinata. Grazie per la gentile comprensione."
Gentile Signora Silvia,
La sintomatologia che descrive e il riscontro ecografico di calcoli nella colecisti suggeriscono un quadro di colelitiasi sintomatica, condizione in cui la presenza di calcoli può causare disturbi specifici, i sintomi che descrive (difficoltà nell’equilibrio e formicolio agli arti inferiori) sono indicativi di un possibile coinvolgimento del sistema nervoso periferico, e la carenza di vitamina B12 da lei segnalata potrebbe effettivamente rappresentare un fattore contributivo. La vitamina B12 è essenziale per il corretto funzionamento del sistema nervoso, poiché partecipa alla formazione della mielina, la guaina che riveste le fibre nervose. Una carenza di questa vitamina può portare a una neuropatia periferica, caratterizzata da sintomi come quelli che lei riporta.
Detto ciò, è altrettanto importante escludere altre cause che possano spiegare il quadro clinico, tra cui patologie neurologiche o metaboliche. Le suggerisco di considerare i seguenti approfondimenti diagnostici:
- Dosaggio vitaminico completo, includendo vitamina B12, acido folico e omocisteina, per valutare se vi sia un’alterazione metabolica correlata alla carenza di B12.
- Elettromiografia (EMG), per verificare la funzionalità del sistema nervoso periferico e identificare eventuali segni di neuropatia.
- Risonanza magnetica dell’encefalo e del midollo spinale, con particolare attenzione al tratto cervicale, per escludere alterazioni strutturali o segni di mielopatia subclinica.
- Test di funzione vestibolare, qualora la difficoltà di equilibrio persista, per valutare il contributo del sistema dell’equilibrio (orecchio interno).
Nel frattempo, le consiglio di discutere con il suo medico curante l’opportunità di iniziare una supplementazione di vitamina B12, anche solo in via empirica, soprattutto se i valori non rientrano nella norma. La somministrazione intramuscolare, seguita da un mantenimento orale, è spesso efficace nel correggere i sintomi legati a una neuropatia da carenza vitaminica.
Le raccomando inoltre alcune precauzioni pratiche per la gestione quotidiana:
- Indossare calzature comode e con una buona aderenza per ridurre il rischio di cadute.
- Evitare cambiamenti di posizione troppo rapidi, soprattutto da seduta a in piedi.
- Praticare esercizi di equilibrio o fisioterapia, sotto supervisione, per migliorare la stabilità motoria.
Se non trattata, una carenza di vitamina B12 può portare a danni neurologici irreversibili; pertanto, un intervento tempestivo è fondamentale per prevenire complicazioni a lungo termine.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti e le auguro una pronta soluzione al suo problema.
Cordiali saluti,
Dr. Ferdinando Martinez
Aspettiamo le vostre domande, inviatecele via mail a info@sbircialanotizia.it
Salute e Benessere
Influenza, Unità mobile di Fondazione Consulcesi e Fimmg...
Medici in aiuto a migliaia di persone per attività di counseling e somministrare vaccini
Mentre si sta raggiungendo il picco dell'influenza, migliaia di persone, solo a Roma, devono affrontare la malattia senza un posto caldo in cui stare e senza le adeguate cure mediche. Un esercito invisibile di vulnerabili costretti a vivere per strada al freddo e ad affrontare l'influenza e gli altri virus respiratori stagionali, dai parainfluenzali, al respiratorio sinciziale (Rsv), al Covid-19, responsabili di infezioni respiratorie anche gravi, fino alla polmonite. In questo delicato contesto, Fondazione Consulcesi è in campo attraverso l'Unità mobile salute e inclusione, una risorsa fondamentale per garantire assistenza medica e promuovere la prevenzione vaccinale. Grazie al progetto VacciNet, promosso dalla Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) Lazio e Regione Lazio, i medici dell'Unità mobile - spiega una nota - hanno avviato un'importante attività di counseling e somministrazione vaccinale per estendere la campagna vaccinale tra le fasce più vulnerabili della popolazione che spesso hanno difficoltà ad accedere al servizio.
"Diventa molto importante, specialmente in queste settimane, potenziare e associare l'attività di prevenzione alla consueta attività di diagnosi e cura - afferma Alessandro Falcione, medico e coordinatore dell'Unità mobile salute ed inclusione della Fondazione Consulcesi - Per tutti, ma ancor di più per i più fragili, il vaccino antinfluenzale rappresenta la soluzione più sicura ed efficace per ridurre l'incidenza di forme severe e complicazioni ed evitare quindi conseguenze molto serie, dal ricovero ospedaliero ai rari, ma purtroppo possibili, esiti fatali. Oggi, per molti dei nostri assistiti dell'Unità mobile, l'influenza rappresenta un pericolo molto grande. Parliamo di una popolazione fragile, con scarso accesso ai servizi sanitari, difficoltà nel monitoraggio delle proprie condizioni cliniche e ridotto accesso ai farmaci in fascia C, quelli a pagamento. Ricordiamoci che il virus influenzale può provocare, direttamente o indirettamente, anche la polmonite".
L'emergenza "colpisce le fasce più vulnerabili della popolazione - osserva Simone Colombati, presidente della Fondazione Consulcesi - e cresce ogni giorno di più. Per questo, per il 2025, abbiamo in programma di aumentare il numero di piazze raggiunte e di intensificare l'attività preventiva che svolgiamo insieme alla Fimmg Lazio".
Nel corso del 2024, l'Unità mobile della Fondazione ha già erogato oltre 3.500 interventi gratuiti, raggiungendo 2.300 persone vulnerabili in tre punti strategici della capitale: Piazza SS. Apostoli, Piazzale dei Partigiani e Stazione Tuscolana. Tra le attività principali ci sono oltre 3mila visite mediche generali, altrettante prescrizioni e consegne di farmaci da banco o integratori, circa 600 orientamenti socio-sanitari e più di 100 medicazioni.
"La campagna di vaccinazione contro l'influenza, particolarmente importante in un inverno caratterizzato da un aumento dei casi di virus respiratori - aggiunge Colombati - rappresenta una risposta concreta e immediata per tutelare la salute delle persone più esposte. Attraverso questa iniziativa, la Fondazione Consulcesi ribadisce il suo ruolo centrale nell'assistenza sanitaria inclusiva, garantendo non solo cure mediche, ma anche un sostegno educativo che possa rafforzare la consapevolezza sull'importanza della prevenzione". Per ulteriori informazioni e per sostenere le attività, è possibile visitare il sito 'Fondazione Consulcesi'.
Salute e Benessere
Batterie ‘killer’ per bambini, 68 decessi negli...
In Italia 3 morti negli ultimi anni per ingestione del tipo a bottone
Non c'è oggetto più pericoloso da ingerire per un bambino di una batteria. A ricordarlo, dopo che in Toscana sono saliti a quattro in due mesi i casi di bambini ricoverati proprio per questo motivo, è Filippo Torroni, responsabile dell' Endoscopia d'urgenza dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. "L'oggetto più pericoloso da mettere in bocca per un bimbo, soprattutto quelle a bottone. Nel mondo - ha spiegato all'Adnkronos Salute - si contano 68 decessi negli ultimi 20 anni causati dalle batterie, il dato italiano è di tre decessi negli ultimi 15-20 anni. Ma da noi al Bambino Gesù arrivano 2-3 casi al mese, fortunatamente non gravi. Le batterie a bottone o dischetto, soprattuto le Cr2032 sono quelle 'killer' in caso di ingestione perché erogano una scarica elettrica di altissimo voltaggio, pari a 3 V, che è qualcosa che crea un danno nelle strutture biologiche dei tessuti e ha una pericolosità nel perforare un organo e farlo sanguinare, o creando fistole anche aortiche, con il rischio che il bambino muoia dissanguato".
Cosa fare se un bambino ingerisce una batteria
"Quando un genitore si accorge dell'ingestione di una batteria deve dare al piccolo del miele che congloba e avviluppa il corpo estraneo riducendo l'erogazione di elettricità e quindi il danno - suggerisce l'esperto - poi va portato al pronto soccorso entro le due ore, che è il tempo in cui la pila si 'squaglia' e crea i danni maggiori".
Nella pancia dei bambini gli endoscopisti d'urgenza, oltre alle pile, spesso trovano "ami, spille, spilloni, chiavi, anche una lampadina, ed è capitato di dover estrarre una pendrive che il papà ingegnere non trovava più. Ma le pile a bottone restano gli oggetti più pericolosi che un bambino può ingoiare", precisa Torroni. "L'età a rischio è 1-5 anni, con un picco a 2 anni quando il bambino si interfaccia con gli oggetti, ovvero è la 'fase orale'. L'organo bersaglio più critico è l'esofago, ma lì vicino ci sono il cuore e i polmoni, l'endoscopista lo deve tenere bene a mente e procedere ad una estrazione di urgenza".
I segnali d'allarme a cui il genitore deve prestare attenzione? "Se il piccolo ha disfagia, tosse e dolore toracico, ma può capitare di vomitare sangue - risponde l'esperto - Dipende anche dalle fattezze e lunghezze. Oggetti con una lunghezza maggiore di 6 cm non passeranno mai in strutture come il duodeno". Quando il bambino arriva al pronto soccorso "viene preso in carico dal pediatra, viene eseguito un Rx collo-torace-addome per individuare il corpo estraneo - illustra il medico - le fattezze e la localizzazione, poi veniamo chiamati noi e portiamo il bambino in sala operatoria previa effettuazione di una Tac per vedere se la batteria ha causato danni extra-esofagei. Viene eseguita una anestesia generale con intubazione oro-tracheale e si procede con endoscopi flessibili, e altri device come le pinze, ad estrarre la pila in sicurezza".