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Accuse del Libano e moniti Usa e Francia a Tel Aviv sulla violazione del cessate il fuoco. Morto ostaggio israelo-americano: il corpo ancora nell'enclave
Ondata di attacchi aerei israeliani in Libano in risposta all'attacco di Hezbollah con due mortai contro la zona del Monte Dov avvenuto oggi in violazione del cessate il fuoco. Ad annunciarlo i militari delle forze israeliane. L'Idf ha dichiarato di aver "colpito terroristi di Hezbollah, decine di lanciarazzi e infrastrutture terroristiche in tutto il Libano", dove la scorsa settimana è entrato in vigore l'accordo mediato dagli Stati Uniti.
L'aeronautica militare israeliana ha anche "colpito un lanciarazzi di Hezbollah nell'area di Berghoz", nel Libano meridionale, poco dopo che il gruppo militante aveva preso di mira una posizione israeliana. "Israele chiede che le parti interessate in Libano adempiano alle proprie responsabilità e impediscano l'attività ostile di Hezbollah", ha affermato l'esercito in una dichiarazione.
Gli aerei israeliani hanno condotto inoltre una serie di raid aerei questa sera contro i valichi di frontiera tra Libano e Siria nella zona di al-Qusayr, riferisce la radio siriana Sham Fm. Le Idf hanno già bombardato i valichi in passato, sostenendo che venivano utilizzati da Hezbollah per introdurre clandestinamente armi iraniane in Libano, come ricorda il Times of Israel.
L'esercito israeliano ha condotto "raid aerei in profondità in Libano", cioè "a 20 chilometri dal confine" con lo Stato ebraico, scrive l'agenzia di stampa libanese Nna. "Gli aerei da guerra nemici hanno lanciato attacchi sulla periferia della città di Jbaa", a circa 20 chilometri dal confine, così come nell'area di Deir al-Zahrani, ha affermato la Nna. In seguito sono stati segnalati "attacchi aerei" vicino a due villaggi nei pressi di Jbaa. Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno nove persone arebbero state uccise negli attacchi israeliani su due villaggi del sud del paese.
"L'attacco nemico israeliano sul villaggio di Haris ha ucciso cinque persone e ne ha ferite due, in un bilancio iniziale", ha affermato il ministero in una dichiarazione, aggiungendo che un altro attacco del genere su Tallousa "ha ucciso quattro persone e ne ha ferite una".
L'attacco Hezbollah sul Monte Dov "costituisce una grave violazione del cessate il fuoco e Israele risponderà con fermezza", aveva affermato poco prima in un post su X il premier Benjamin Netanyahu, assicurando che lo Stato ebraico "è determinato a continuare a far rispettare il cessate il fuoco e a rispondere a qualsiasi violazione da parte di Hezbollah, minore o grave".
Anche il ministro della Difesa israeliano Israel Katz aveva quindi promesso una “risposta forte” all'attacco. “Abbiamo promesso di agire contro qualsiasi violazione del cessate il fuoco da parte di Hezbollah, ed è esattamente quello che faremo - aveva scritto Katz su X -. Gli spari di Hezbollah contro una postazione dell'Idf a Mount Dov saranno accolti con una risposta forte”.
L'attacco di Hezbollah: "Risposta a violazioni tregua"
Hezbollah ha rivendicato nel pomeriggio l'attacco con due "proiettili" contro il nord di Israele, attacco in precedenza denunciato dalle Idf. Il movimento sciita avrebbe così violato per la prima volta la tregua in Libano entrata in vigore la scorsa settimana.
"A seguito delle ripetute violazioni dell'accordo di cessate il fuoco da parte del nemico israeliano" attraverso "spari contro i civili e attacchi aerei su varie aree del Libano che hanno portato al martirio di civili" e in aggiunta alla "continua violazione dello spazio aereo libanese" fino a Beirut, "questa sera abbiamo dato una prima risposta difensiva prendendo di mira il sito delle Idf di Ruwaysat al-Alam sulle colline libanesi occupate di Kfar Shuba", ha dichiarato il movimento sciita libanese in una nota.
Israele, accuse e moniti su violazione tregua
Anche lo sciita Nabih Berri, capo del Parlamento di Beirut, ha accusato intanto Israele di violare la tregua con Hezbollah, a cinque giorni dall'entrata in vigore della tregua tra Israele e gli Hezbollah libanesi, dopo che una persona è morta in un raid di un drone attribuito a Israele che ha colpito il sud del Libano e un soldato è rimasto ferito in un'operazione analoga nell'est del Paese. "Le azioni aggressive portate avanti dalle forze di occupazione israeliana - afferma in una dichiarazione riportata dall'agenzia libanese Nna - rappresentano una violazione palese dei termini dell'accordo per il cessate il fuoco" entrato in vigore mercoledì scorso. Secondo le notizie del sito libanese L'Orient Le Jour, la vittima di un raid di un drone a Jdeidet Marjeyoun era un agente della sicurezza.
La Francia sottolinea a Israele "la necessità che tutte le parti rispettino il cessate il fuoco in Libano". Il ministro degli Esteri Jean-Noel Barrot ha avuto un colloquio telefonico con l'omologo israeliano Gideon Saar e ha insistito su questo, come si legge in una nota del ministero degli Esteri francese, "sottolineando gli sforzi messi in campo in questo senso dalla Francia, insieme ai partner americani". Barrot "ha sottolineato che l'accordo su un cessate il fuoco in Libano dovrebbe spianare la strada a un cessate il fuoco immediato a Gaza, alla liberazione di tutti gli ostaggi e all'arrivo massiccio di aiuti umanitari". Rimarcato l'impegno della Francia sul fronte degli aiuti umanitari nel giorno della Conferenza umanitaria al Cairo per rafforzare la risposta umanitaria a Gaza, organizzata da Egitto e Nazioni Unite. Al centro del colloquio tra Barrot e Saar, d'accordo a "rimanere in contatto", ci sono stati anche la situazione in Siria e il programma nucleare iraniano.
Anche gli Stati Uniti hanno avvisato Israele del fatto che sta violando l'accordo di cessate il fuoco in Libano. Lo riporta Ynet citando fonti informate secondo le quali "ci sono violazioni israeliane del cessate il fuoco, in particola il ritorno, che si può vedere e sentire, dei droni israeliani su Beirut".
Attacchi notturni sulla striscia di Gaza
Le forze israeliane hanno bombardato alcune case durante gli attacchi notturni nella Striscia di Gaza settentrionale, uccidendo almeno 15 persone in uno degli edifici nella città di Beit Lahia. Lo hanno riferito fonti mediche palestinesi. Diverse altre persone sono rimaste ferite nell'attacco e altre risultano disperse dopo che una casa che forniva rifugio agli sfollati è stata colpita, ha aggiunto il Servizio civile di emergenza palestinese.
Salgono ad almeno 44.466 le persone uccise e 105.358 quelle ferite negli attacchi israeliani a Gaza dal 7 ottobre 2023. Lo ha reso noto il ministero della Salute della Striscia. Di questi, 37 palestinesi sono stati uccisi e 108 feriti nelle ultime 24 ore, ha aggiunto il ministero.
Morto ostaggio israelo-americano. Hamas: "33 uccisi da attacchi Idf"
L'ostaggio israelo-americano Omer Maxim Neutra, 21 anni, sequestrato nella zona di confine di Gaza il 7 ottobre, è stato dichiarato morto durante la prigionia nella Striscia. Lo ha reso noto l'Idf, aggiungendo che il corpo si trova ancora nell'enclave.
Almeno 33 dei 251 ostaggi rapiti durante gli attacchi del 7 ottobre sarebbero morti negli attacchi condotti dalle Forze di difesa israeliane sulla Striscia di Gaza, ha intanto assicurato Hamas, accusando il "criminale" primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e puntando il dito contro i bombardamenti del suo "esercito fascista" sul territorio palestinese. "Se continuano con la loro folle guerra, potrebbero perdere i loro prigionieri per sempre. Fate quello che dovete fare prima che sia troppo tardi", ha aggiunto la fazione islamista palestinese in una nota citata da 'Filastin', organo di stampa affiliato al gruppo.
Si stima che circa un centinaio di persone siano ancora trattenute da Hamas e nascoste nei tunnel sotterranei di Gaza, anche se le autorità israeliane non specificano se siano vive o morte. In questa situazione, le famiglie degli ostaggi continuano a fare pressione sul governo affinché raggiunga un accordo che includa il rilascio degli ostaggi. Proprio oggi, intanto, le Idf hanno dichiarato morto l'ostaggio israelo-americano Omer Maxim Neutra, di 21 anni.
Ben-Gvir: "Insediamento ebraico a Gaza non sarebbe cattiva idea"
"Sono assolutamente" a favore dell'occupazione del territorio a Gaza e per "incoraggiare l'emigrazione. Possiamo e dobbiamo farlo. Centinaia di migliaia di persone vogliono andarsene da lì". Lo ha detto in un'intervista radiofonica il ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir. Alla domanda se lui e la sua famiglia si trasferirebbero in un insediamento ebraico a Gaza, Ben-Gvir ha risposto: "È sicuramente una possibilità. Quando hanno evacuato Gush Katif, mia moglie e io abbiamo lasciato Hebron, ci siamo trasferiti a Gush Katif, abbiamo preso parte alla lotta lì, finché non sono stato arrestato. Non è certamente una cattiva idea. "Dobbiamo occupare il territorio, incoraggiare l'emigrazione. Queste sono soluzioni che possono consentire una realtà diversa a Gaza".
Usa: abbattuti sette missili e droni sparati dai ribelli Houthi
I cacciatorpediniere della Marina degli Stati Uniti hanno abbattuto sette missili e droni sparati dai ribelli Houthi dello Yemen contro le navi da guerra e tre navi mercantili americane che stavano scortando nel Golfo di Aden. Non sono stati segnalati danni o feriti. Lo ha reso noto il Comando Centrale degli Stati Uniti, precisando che i cacciatorpedinieri Uss Stockdale e Uss O'Kane hanno abbattuto e distrutto tre missili balistici antinave, tre droni e un missile da crociera antinave. Le navi mercantili non sono state identificate.
Gli Houthi hanno rivendicato l'attacco in una dichiarazione e hanno affermato di aver colpito i cacciatorpediniere statunitensi e "tre navi di rifornimento appartenenti all'esercito americano nel Mar Arabico e nel Golfo di Aden".
Sara Netanyahu vede Trump in Florida, 'vittoria Israele strategica
La moglie del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Sara, ha incontrato il presidente eletto Donald Trump, in un evento che ha tenuto nel suo campo da golf in Florida. In un post sui social media, Netanyahu ha scritto che i due hanno discusso "dell'importanza strategica della vittoria di Israele nella guerra" e dell'importanza del rapporto continuo tra Israele e gli Stati Uniti. "Ho parlato con il presidente delle grandi sofferenze che il nostro Paese ha attraversato il 7 ottobre e ho sottolineato l'urgenza di agire per liberare gli ostaggi e riportarli indietro al più presto", ha scritto Sara Netanyahu.
Lufthansa prolunga sospensione voli per Tel Aviv fino alla fine di gennaio
Il gruppo tedesco Lufthansa ha annunciato oggi un'ulteriore proroga della sospensione dei voli verso l'aeroporto israeliano di Tel Aviv fino al 31 gennaio 2025. La misura, ha aggiunto, si applica alle compagnie aeree del gruppo, tra cui Austrian, Swiss, Brussels ed Eurowings. Fino all'annuncio di oggi, i voli del vettore principale Lufthansa verso Tel Aviv erano sospesi fino al 31 dicembre compreso. I passeggeri interessati possono riprenotare gratuitamente per una data successiva o ricevere il rimborso del prezzo del biglietto. Lufthansa ha ribadito che i collegamenti con la capitale libanese Beirut rimarranno cancellati fino al 28 febbraio 2025 e non ci saranno voli per la capitale iraniana Teheran fino al 31 gennaio 2025.
Esteri
Ucraina-Russia, Tajani a Lavrov: “Noi non siamo...
Il ministro degli Esteri replica al ministro degli Esteri russo: "Avremo tutti quanti, come Ue, un ruolo nella costruzione della pace"
"Avremo tutti quanti, come Ue, un ruolo nella costruzione della pace, insieme agli Usa sosterremo tutte le politiche che portano a raggiungere l'obiettivo di una pace giusta, quindi non una sconfitta dell'Ucraina. Ma noi non siamo nemici di nessuno, siamo costruttori di pace". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine di un evento di Forza Italia a Milano, replicando a chi gli chiedeva un commento sulle parole del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, secondo il quale "la Russia non considera l’Italia come un possibile partecipante ai colloqui di pace in Ucraina” perché, a suo dire, avrebbe posizioni anti-russe.
"Non significa essere nemici della Russia se si dice che la Russia deve rispettare il diritto internazionale - ha sottolineato Tajani -. Noi non siamo in guerra con la Russia ma difendiamo il diritto dell'Ucraina ad essere uno Stato indipendente".
Tajani: "Guerra su dazi sarebbe dannosa per economia"
Quanto ai dazi "mi auguro che non si scateni una guerra commerciale, che sarebbe dannosa per tutti. Non ci sarebbero né vincitori né vinti ma solo una sconfitta generale dell’economia reale", ha sottolineato Tajani.
"Dobbiamo saper affrontare il rischio di un confronto sui dazi - ha aggiunto - facendo valere le nostre ragioni. Ne parleremo con la nuova amministrazione americana, tutelando l'interesse nazionale ed europeo. L'Europa deve essere più unita su questo argomento, individuando un percorso economico chiaro che non sia penalizzante aiutando una parte dell'Europa ai danni dell’altra. Deve essere una scelta equilibrata".
Salvini: "Lavrov? Se ci sarà tavolo pace, Italia sarà presente"
“Se ci sarà un tavolo” per la pace in Ucraina , l’Italia sarà presente , con tutto rispetto per le idee di tutti”. Così Matteo Salvini a una manifestazione sulla sicurezza a Roma risponde a chi gli chiede di replicare alle parole del ministro degli Esteri russo Lavrov.
Esteri
Ex dipendente spegne sistemi informatici, British Museum...
L'uomo, licenziato la scorsa settimana, è stato arrestato
Il British Museum a Londra è stato parzialmente chiuso ai visitatori dopo che un ex dipendente ha spento alcuni sistemi informatici, prima di essere bloccato e arrestato. Lo ha reso noto lo stesso museo, specificando che alcuni gallerie sono state chiuse ieri e che nel weekend l'accesso ai visitatori sarà limitato, dando la priorità a chi ha già comprato i biglietti.
Un portavoce del British Museum ha detto alla Bbc: "Un ex dipendente che era stato licenziato la scorsa settimana è entrato nel museo e ha spento diversi dei nostri sistemi. E' intervenuta la polizia, che lo ha arrestato sulla scena. Stiamo lavorando per riportare il museo alla piena operatività, ma purtroppo le nostre mostre temporanee resteranno chiuse nel weekend".
Esteri
“Panama teme Trump. Ma l’Italia davanti ai dazi...
Il deputato Andrea Di Giuseppe parla all'Adnkronos dopo aver incontrato i ministri di Panama
La scossa geopolitica causata dal ritorno di Donald Trump “è solo all’inizio”, dice all’Adnkronos Andrea Di Giuseppe, deputato di Fratelli d’Italia eletto nella circoscrizione Centro e Nord America. Ieri ha incontrato Julio Moltó e Javier Martínez-Acha Vásquez, rispettivamente ministro del Commercio e dell'industria e ministro degli Affari esteri di Panama, a Roma insieme al presidente José Raúl Mulino Quintero. “Ci siamo visti perché a Panama c’è una delle più importanti comunità italiane nel mondo. Certo che c’è preoccupazione per le parole di Trump. Il Canale è stato fatto dagli americani e ora è dominato dai cinesi, è un problema enorme a livello di commercio internazionale e sicurezza nazionale per gli Stati Uniti. Ma non è una fissa di Trump o dei repubblicani: quando si parla di un interesse strategico come questo il 90% della popolazione è d’accordo”.
Panama è una democrazia giovane, e questo governo è in carica da pochi mesi. “Per loro affrontare un contesto geopolitico in rapida evoluzione è una vera prova del nove”, spiega Di Giuseppe, “anche perché si tratta della loro prima esperienza con Trump, che è stato molto duro. Ma non c’è timore che domani mattina i marines irrompano nella capitale. Con un approccio pragmatico e non ideologico potranno trovare soluzioni condivise, il presidente punta a trovare un ‘deal’, un accordo commerciale vantaggioso per entrambi”.
‘Roma vista come ciambella di salvataggio da molti paesi'
“L’Italia è oggi vista come un ponte strategico e, passatemi la battuta, come ciambella di salvataggio nei rapporti tra gli Stati Uniti e il resto del mondo”, dice all’Adnkronos Andrea Di Giuseppe, deputato di Fratelli d’Italia eletto nella circoscrizione Nord e Centro America, dopo aver incontrato i ministri panamensi in visita a Roma. Secondo Di Giuseppe, l’Italia ha saputo ritagliarsi un ruolo sempre più rilevante grazie alla leadership del governo Meloni, capace di posizionarsi come interlocutore privilegiato tra Washington e l’Europa.
Il deputato ha spiegato che questa posizione rafforza non solo l’immagine del Paese a livello internazionale, ma anche la sua capacità di sostenere le imprese italiane, in particolare le piccole e medie aziende, nell’accesso ai mercati esteri”. Di Giuseppe ha evidenziato che questo ruolo è stato costruito con grande rapidità: inizialmente sotto la presidenza Biden e poi consolidato con Trump, grazie a una visione strategica che ha valorizzato le somiglianze culturali e politiche tra Italia e Stati Uniti. “Dobbiamo essere fieri di questo risultato, che rafforza la nostra influenza globale e garantisce un futuro più stabile per le nostre relazioni transatlantiche”, ha concluso.
'Dazi sfida per l’Europa ma noi messi meglio dei tedeschi’
Il tema dei dazi commerciali rappresenta una delle principali sfide per l’Europa con il ritorno di Trump alla Casa Bianca. “Dopo l’immigrazione, è il tema centrale di questo inizio mandato”, dice all’Adnkronos Andrea Di Giuseppe, deputato di Fratelli d’Italia eletto nella circoscrizione Nord e Centro America, “ma per l’Italia i rischi sono più contenuti rispetto ad altre economie come quella tedesca. Il nostro tessuto di piccole e medie imprese, se fino a 3-4 anni fa veniva criticato, oggi è un asset: produciamo beni unici e che difficilmente possono essere prodotti negli Stati Uniti, dunque non c’è l’interesse a colpirli con dazi . A differenza della Germania, che rischia di essere colpita duramente dai dazi per via della sua forte esposizione commerciale e della bilancia commerciale sfavorevole, con grandi aziende direttamente concorrenti delle corporation statunitensi”.
Di Giuseppe ha però avvertito che affrontare il tema dei dazi richiederà realismo e pragmatismo da parte dell’Europa. “Non possiamo permetterci di adottare toni conflittuali o scimmiottare Trump, c’è un evidente squilibrio tra le nostre capacità negoziali. Serve intelligenza per sfruttare i nostri punti di forza, essendo coscienti dei nostri limiti”. Secondo il deputato, parlare oggi di piani economici sui dazi è prematuro, “ci sono troppe variabili in campo: sarà un attento lavoro di accordi e negoziati, ma l’Italia si trova in una posizione unica per affrontare le sfide future grazie alla sua resilienza e al suo approccio strategico”.