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“Sei mesi a Dachau, così mio padre è sopravvissuto nell’inferno nazista”, la storia di Ermando Parete

"La forza dei vent'anni, un'erba selvaggia e il senso di sfida di un abruzzese della Maiella", il racconto del figlio Donato sul finanziere che ha dato nome a un premio

Ermando Parete

Sopravvive ai forni crematori di Dachau, torna a casa con 29 kg di peso in un'anabasi dalla Baviera all'Abruzzo e batte il sistema di genocidio nazista che prevede per ogni prigioniero un destino di morte preciso: entro sei mesi. Il suo nome è Ermando Parete, professione finanziere. Come ha fatto? "La forza dei vent'anni, un'erba selvaggia, il 'cacinio' e il senso di sfida di un abitante della Maiella: "Vincere sull'inferno nazista e tornare a casa". Questo il racconto del figlio Donato Parete all'Adnkronos. Sopravvissuto a torture, esperimenti crudeli nel gelo e alla vista di 32mila corpi, Ermando non perde mai la speranza.

Odio? "Neanche nei confronti dei tedeschi", dice il figlio. Alcuni di loro, nel viaggio verso casa, gli offrono cibo e vestiti, mentre ci sono italiani che gli chiudono la porta in faccia. Al ritorno a casa, il dolore si trasforma in una missione: testimoniare per le generazioni future, affinché l'orrore non venga mai dimenticato: ora il suo nome è legato a un premio, quest'anno lo ha vinto Magda Bianco, dirigente di Bankitalia, per l'impegno a favore dell'educazione finanziaria. "Mio padre, grande lettore di quotidiani economici, diceva sempre agli studenti di essere critici e non lasciarsi incantare dalle folle: è da lì che sono venuti Hitler e Mussolini". Una storia di sofferenza, impegno e passione che ha una data di inizio: 29 aprile 1945, -6 mesi.

..Sei mesi, tempo massimo di sopravvivenza nell'orrore nazista: Parete batte il nazismo..

Dachau, 29 aprile 1945. La Settima Armata americana sfonda i cancelli del campo, libera gli internati e spalanca al mondo l’orrore dell’Olocausto. Tra i sopravvissuti c’è lui, vent’anni appena compiuti, finanziere arruolato con l’entusiasmo di chi ha ancora tutta la vita davanti. Sei mesi nel campo di concentramento: il tempo massimo di sopravvivenza previsto dal sistema nazista. Non un caso, ma una precisa logica di efficienza letale. I prigionieri sono carne a scadenza, corpi che marciscono al ritmo di una macchina progettata per schiacciarli, con fredda precisione, entro sei mesi. E lui, in quel vortice di fame, gelo e morte, ce la fa. Un giorno in più, solo uno. Poi gli americani. Ma prima il racconto dell'inferno: sei mesi prima.

Inferno Dachau: le immersioni nell'acqua gelata, 'quanto resiste un aviatore tedesco caduto nella Manica?'

Il benvenuto dei nazisti: appena arrivato, gli strappano i vestiti e l’identità, Ermando diventa 142-192. Un numero, una cavia, un oggetto. Le sue giornate cominciano prima dell’alba, al freddo, con 12 ore di lavoro forzato sui binari ferroviari. La fame feroce, il freddo insopportabile. Chi non regge, viene colpito o lasciato morire. “Dachau era morte, sempre. Non c’era un passo senza cadaveri. Ogni giorno vedevamo decine di uomini crollare.” Dachau è anche un laboratorio: e i giovani forti come Parete le cavie perfette. Ecco il bunker degli esperimenti: qui la scienza nazista si esercita a distruggere la vita e Ermando passa di qua. Gli aguzzini di Hitler lo spogliano e lo immergono in una vasca piena d’acqua ghiacciata: "Dovevano sperimentare quanto un aviatore tedesco caduto nella Manica potesse resistere al gelo", racconta il figlio. Molti non ne usciranno vivi. Parete sì. Quando non lo portano al bunker, ci sono le punizioni: quella del palo, una delle peggiori: legati per i polsi dietro la schiena e appesi fino a perdere i sensi. "Poi li costringevano a sputarsi l'uno con l'altro", racconta Donato nelle sue memorie. E ancora la fame, la malattia, la disperazione: chi è debole viene spedito in infermeria. “Lì si moriva. Nessuno tornava. Facevano esperimenti, amputazioni". Come ce l'ha fatta?

L'erba della Maiella.. e l'ostinazione dei vent'anni: "Volevamo solo vivere"

Un ragazzo, vent’anni, nella morsa dell’inverno bavarese. Ma anche lì, nell’abisso, trova un appiglio, racconta il figlio. La forza delle sue montagne, della Maiella. Dei ricordi di bambino ad Abbateggio, dove le mani sporche di terra riconoscono il “cacinio”, un’erba commestibile. Cresce anche lì, vicino ai binari tedeschi, e per lui era come un filo teso verso casa. “È questo che mi ha tenuto in piedi,” raccontava sempre Ermando. Un pugno di erbe, un’ostinazione feroce e la giovinezza. Perché, diceva, “i quarantenni si buttavano sul filo spinato elettrificato. Noi ventenni no. Noi volevamo vivere. Non capivamo l’orrore, volevamo solo uscirne".

Il ritorno a casa.. tra la lettera di Montini e il voto della mamma...

Il 29 aprile 1945, alle sei del pomeriggio, le truppe americane entrano nel campo. Ma per Parete e gli altri prigionieri la libertà è inizialmente una parola vuota: c'è chi non sa dove andare, molti muoiono perché non più abituatI a mangiare. In quei giorni di confusione ecco l'incontro con il cardinale Giovanni Battista Montini, il futuro Papa Paolo VI. Montini è impegnato nell’assistenza ai perseguitati politici e scrive un telegramma alla famiglia di Ermando per informarla della sua sopravvivenza, battendo sul tempo persino la Croce Rossa. Quando finalmente torna a casa, viene accolto come un miracolato. Sua madre, che ha fatto voto di recarsi scalza in un santuario se avesse rivisto suo figlio vivo, mantiene la promessa.

Il grande silenzio..

Per anni Ermando, che nel frattempo rienta in Guardia di Finanza, non racconta nulla. Non è l’unico. Negli anni ‘50 e ‘60, dice il figlio, l’Italia non vuole ascoltare. Per decenni si porta dentro un peso, un’ombra. Poi il mondo inizia ad aprirsi: prima l'incontro con Papa Giovanni Paolo II poi nel 2004 la svolta: un comandante della Guardia di Finanza in Abruzzo, il generale Mario Marco Angeloni, lo convince a parlare. “Racconti quello che ha visto. I ragazzi devono sapere.” E lui inizia.

"State attenti all'entusiasmo.." la battaglia contro tutti i totalitarismo e il premio Parete...

“Il pericolo più grande è dimenticare.” Ermando parla nelle scuole, nelle università, ovunque ci siano giovani disposti ad ascoltare, racconta il figlio. “Attenti. La folla non si mobilita con le armi, ma con le parole. Hitler e Mussolini non sono arrivati con i fucili spianati. Sono arrivati con l’entusiasmo della gente. State attenti all’entusiasmo. Studiate, leggete. Capite.” Ermando, "un centrista convinto antifascista e anticomunista, contro tutti i totalitarismi", muore nel 2016, a 93 anni. Dal 2017, un premio a suo nome e una caserma della Guardia di Finanza ne mantengono viva la memoria.

Il premio di quest'anno va a Magda Bianco..

Parete - dice il generale di Corpo d'Armata della Guardia di Finanza- Fabrizio Carrarini "ha trovato il coraggio di raccontare l'orrore vissuto, come monito perché non riaccadesse. Il tutto unito a quella visione fiera di appartenente al Corpo della Guardia di Finanza, volta a incoraggiare le giovani generazioni a superare le difficoltà, anche le più terribili, con entusiasmo del vivere e voglia di fare". Il premio quest'anno è andato a Magda Bianco che succede a quello di altre importanti figure dell'economia come il presidente di Cassa Depositi e Prestiti Giovanni Gorno Tempini premiato nel 2023, Guido Barilla nel 2022, Alberto Bombassei (2021), Giorgio Armani (2020), Giovanni Tamburi (2019), l'ex ministro per l'Innovazione Vittorio Colao, premiato nel 2018. Perché la storia di Ermando Parete è un grido, una testimonianza, un monito. (di Andrea Persili)

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Cronaca

Vasco Rossi contro il nuovo codice della strada: “Vi...

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Il rocker contesta con ironia sui social le nuove regole. Salvini: "Obiettivo salvare vite, non fare multe"

Vasco Rossi e Matteo Salvini

Vasco Rossi attacca il nuovo codice della strada in vigore da oggi 14 dicembre 2024. Il Rocker di Zocca, infatti, sul suo profilo Instagram, si rivolge direttamente ai giovani contestando - con ironia - le nuove regole. "Ragazzi - afferma - il ministro Salvini, in questo 14 dicembre, ha fatto in modo per il vostro bene che se avete fumato una canna anche una settimana prima e venite fermati potete essere arrestati immediatamente e vi viene ritirata la patente per tre anni. Questo il ministro Salvini ha deciso di fare per il vostro bene, per voi naturalmente".

Sempre sui social, intanto, Matteo Salvini illustra le novità. Il nuovo Codice delle Strada, dice il ministro delle Infrastrutture, è entrato in vigore oggi con "le prime multe" che "spero siano poche perché l’obiettivo non è fare multe, il mio dovere è salvare vite. Basta a chi guida ubriaco, drogato, a chi va in due in monopattino contromano sul marciapiede. Ci sono delle regole che hanno l’obiettivo di educare, di ridurre morti, feriti e incidenti", afferma, a margine di un evento della Lega, svoltosi a Milano.

Con più di tremila morti l'anno sulle strade italiane "bisogna essere seri e rigorosi - ha sottolineato il vicepremier -. Il telefonino è la prima causa di incidenti".

In merito alle nuove regole sui monopattini, per i quali ora sarà richiesta targa e assicurazione e obbligo di casco, e dell'impatto che avranno sulle migliaia di mezzi a noleggio, "ci si organizza", ha sentenziato Salvini. "A Parigi li hanno messi fuori legge, altre amministrazioni di sinistra li hanno vietati. Io non arrivo a tanto, ma l’anno scorso ci sono stati 300 incidenti e 18 morti".

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Cronaca

Ufo, boom di avvistamenti nel mondo: per Cun e Cifas...

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(Fotogramma)

Da più di un mese nei cieli degli Stati Uniti, ma anche di diversi altri paesi come Russia, Giappone, India, Brasile, Germania e Gran Bretagna, gli avvistamenti di intensi bagliori luminosi e presunti droni si stanno moltiplicando. Un tema su cui, le varie agenzie di intelligence e sicurezza nazionale si stanno attivando. Anche il Parlamento Europeo è stato investito sulla tematica Ufo, dove ultimamente una quindicina di ufologi rappresentanti di paesi della Ue hanno sollecitato l’Europarlamento a istituire procedure d’indagine comuni sul tema, a includere il fenomeno nella legislazione Ue in tema di sicurezza e navigazione aerospaziale, a finanziare la ricerca e a promuovere lo scambio d’informazioni internazionale.

"Lo scenario che investe la tematica Ufo sta coinvolgendo la geopolitica, come fenomeno mondiale che non conosce confini, alleanze militari o economiche, conflitti in atto o credenze religiose", sottolineano in un comunicato congiunto Roberto Pinotti, presidente del Centro Ufologico Nazionale e Vladimiro Bibolotti, presidente del Council International Fed Advanced Studies. "Non è un caso che le università si siano interessate ad iniziative ad Hoc come il Galileo Project dove l’Università di Harvard partecipa assieme ad altri ricercatori di varie università e nazionalità allo studio del fenomeno Ufo. In Francia all'Università della Sorbona vi è stato un simposio dove hanno partecipato figure prestigiose delle Intelligence come Alain Juillet (già direttore dei Servizi francesi) e Chriss Mellon (Ex direttore del personale del Comitato ristretto per l'intelligence del Senato degli Stati Uniti) dove hanno affrontato il problema di come informare i cittadini di fronte ad un fenomeno tecnologico non controllabile e destabilizzante. Quindi un fenomeno dove entra in campo anche la cybersicurezza. Anche l’università La Sapienza di Roma ha assegnato un Master di secondo livello su Geopolitica e Ufo".

"Chiediamoci allora, se in Italia il fenomeno dovesse manifestarsi con intensità come negli Stati Uniti, cosa accadrebbe? A livello istituzione - proseguono - le segnalazioni Ufo, in Italia Oggetti Volanti Non Identificati (Ovni), fu designato a partire dal 1978 dall'allora Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, il Reparto Generale Sicurezza dello Stato Maggiore Aeronautica e realizzato per le segnalazioni un modello per i cittadini, a disposizione nelle Caserme dei Carabinieri. Il Cambio di Paradigma ci ha portato alla terza fase delle leggi sulle verità di Schopenhauer, cioè l’accettazione sic et simpliciter del fenomeno Ufo. Importante adesso è porsi domande e sollecitare maggiori sensibilità e attenzioni, di fronte a scenari già in atto nel mondo. Vedremo cosa ci riserverà".

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Cronaca

“Siamo 50.000”, a Roma il corteo contro il ddl...

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Gli organizzatori: "Non ci arrendiamo, questo è solo il primo passo". Flash mob di Amnesty International durante la manifestazione: "Proteggere il diritto di protesta"

La testa del corteo con il manifesto di Mussolini che bacia Meloni - Adnkronos

“Siamo circa 50.000”. E' l’annuncio degli organizzatori della manifestazione nazionale in corso oggi, 14 dicembre, a Roma contro il ddl sicurezza definito "un grave attacco ai diritti, alla democrazia e alla libertà di espressione". Dietro lo striscione 'A pieno regime contro ddl paura' che apre il corteo, una gigantografia della premier Giorgia Meloni che bacia Mussolini.

Tra le bandiere che sventolano quelle della Cgil, di Arci, dei Cobas, qualcuna della Palestina. "Non ci arrendiamo, questo è solo il primo passo”, dicono gli organizzatori dal camion di apertura. Secondo la Rete nazionale no a ddl Sicurezza , cui hanno aderito circa 200 realtà da tutta Italia, "criminalizzare preventivamente ogni forma di dissenso, moltiplicare inverosimilmente il numero di reati contro chi protesta e disobbedisce rappresenta uno dei più gravi attacchi nella storia della nostra Repubblica ai diritti fondamentali, al diritto di manifestare e dissentire, trasformando l’Italia in un paese autoritario. Non c’è alcuna sicurezza garantita da questo provvedimento. Si respira solo la paura della libertà. E siamo determinati a fermare questo attacco alla democrazia".

Conte: "Decreto reazionario"

"Oggi siamo qui in piazza con tutto il Movimento per manifestare anche noi contro una lettura del bisogno di sicurezza che è completamente deformata". Lo dice Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle, a margine del corteo contro il ddl Sicurezza che si sta svolgendo a Roma. "I cittadini quando parlano di sicurezza - prosegue Conte - non chiedono di reprimere il dissenso politico, non chiedono di reprimere la resistenza passiva, non chiedono il bavaglio sempre più stretto per i giornalisti. Chiedono invece di poter uscire la sera e di poter tornare a casa anche a tarda sera, chiedono di poter uscire di giorno senza essere assaliti da scippi, rapine e furti, chiedono di poter stare nelle strade in sicurezza in tutti i quartieri. Quindi è un concetto completamente sbagliato. Questo decreto sicurezza è completamente reazionario e lo respingiamo nel modo più assoluto".

"Non puoi reprimere il dissenso politico dopo che hai preso tu, Meloni, i voti per la fiducia dicendo 'quando i giovani e i cittadini manifesteranno per strada io sarò con loro perché ricorderò quello che ho fatto io'. E poi - aggiunge - non puoi pensare di reprimere qualcuno e addirittura perché ostacola un progetto di infrastruttura importante deve andare in galera. E poi è normale che i giornalisti se pubblicano stralci di una ordinanza di un provvedimento del giudice vanno in galera?".

Fratoianni raggiunge il corteo: "Il governo si fermi"

"Oggi in piazza tantissimi e tantissime contro un ddl della paura, contro una destra che ha come obiettivo quello di cancellare i diritti di libertà e il diritto al dissenso", afferma Nicola Fratoianni di Avs raggiungendo al corteo contro il ddl Sicurezza di Roma.Contro questo progetto noi ci siamo e li contrasteremo. "Si fermino dalle parti del governo e della sua maggioranza".

Il flash mob di Amnesty

‘Sicurezza? No minaccia alla libertà di espressione’; ‘Sicurezza? No minaccia al diritto di protesta pacifica’; ‘Proteggere il diritto di protesta’. Amnesty International, durante la manifestazione ha dato vita a un flashmob. Gli attivisti si sono inginocchiati alzando i cartelli, gialli con le scritte nere (i colori dell’organizzazione), per chiedere di proteggere la protesta, come si legge nel grande striscione alle loro spalle.

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