Pd: furto a casa di Alessandra Moretti, mentre tornava dall’Europarlamento
"Non sappiamo di che nazionalità sono, no a strumentalizzazioni"
L'eurodeputata veneta dem Alessandra Moretti è stata vittima di un furto a casa sua, mentre stava tornando da Bruxelles. "Ieri sera ho avuto una brutta sorpresa" scrive in un post sulla sua pagina Facebook. "Entrando a casa ho scoperto che dei ladri si erano introdotti mettendo a soqquadro ogni cosa. All’inizio pensavo fossero addirittura ancora presenti nel mio appartamento. Ho chiamato aiuto al 112 e, dopo pochi minuti, la polizia di stato di Vicenza, si è precipitata a offrirmi soccorso. Hanno perlustrato interni della casa ed esterni del giardino e mi sono rimasti accanto per calmare il mio spavento".
"Desidero davvero ringraziare gli agenti, la scientifica e il Questore Dario Sallustio per il prezioso lavoro che svolgono ogni giorno per garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone. Grazie anche a @bezgiacomo per aver seguito tutte le operazioni aiutandomi a ricostruire quanto accaduto" scrive nel post cui condivide lo scatto di una finestra rotta. "Voglio subito anticipare, rispetto a chi tende sempre a strumentalizzare questi fatti, che non sappiamo la nazionalità di queste bande che nel giro di pochi giorni hanno commesso svariati furti e infrazioni. Potrebbero essere italiani, come stranieri con cittadinanza, bianchi, neri, mulatti. Indipendentemente da chi siano, vanno perseguiti e assicurati alla giustizia" sottolinea.
"Sicuramente, però, vanno garantite alle forze dell’ordine le risorse necessarie per poter svolgere al meglio il loro lavoro con strumenti e dotazioni adeguate e avanzate tecnologicamente. Non basta fare grandi proclami sbandierando propaganda facile: bisogna agire concretamente anche attraverso la divulgazione della cultura legalità".
Politica
Da Giorgia e Arianna Meloni ad atleta afghana Yousofi,...
L'edizione 2024 della manifestazione di Fratelli d'Italia al Circo Massimo si tinge di rosa con una massiccia partecipazione femminile
Da Giorgia e Arianna Meloni alle ministre del governo di centrodestra, passando per deputate e senatrici (di FdI ma non solo), giornaliste ed esponenti del mondo dello spettacolo. L'edizione 2024 di Atreju al Circo Massimo si tinge di rosa grazie al contributo delle donne, grandi protagoniste della manifestazione di Fratelli d'Italia, iniziata l'8 dicembre e che si concluderà domani con l'intervento della presidente del Consiglio.
Prima del gran finale, che vedrà la premier e leader di FdI salire sul palco della 'Sala Cristoforo Colombo' per la chiusura alle 12.15, le donne si sono prese la scena ad Atreju, durante i numerosi panel che hanno scandito il programma della kermesse. 'Il bullismo visto dalle donne' è stato per esempio il tema al centro di uno dei tavoli del 9 dicembre, con gli interventi di Maria Grazia Cucinotta (attrice e produttrice cinematografica), Elisa Di Francisca (schermitrice e campionessa olimpica), Anna Falchi (conduttrice), Martina Stella (attrice), Nina Zilli (cantautrice e conduttrice radiofonica), Sara Ciocca (attrice). A introdurre i lavori la produttrice cinematografica Tiziana Rocca.
Un altro parterre al femminile è stato protagonista del panel del 13 dicembre dal titolo 'Rompere il soffitto di cristallo - La via italiana per una vera parità di genere contro la violenza'. Al dibattito, introdotto da Ester Mieli (senatrice Fdi, responsabile del dipartimento Pari opportunità) e moderato dalla giornalista Safiria Leccese, hanno partecipato: Isabella Rauti (sottosegretario di Stato al Ministero della difesa), Arianna Meloni (responsabile della segreteria politica di Fdi), Anna Paola Concia (ex deputata del Pd e attivista Lgbt), Nunzia De Girolamo (giornalista ed ex ministro), Annalisa Imparato (magistrato), Claudia Gerini (attrice), Sara Manfuso (giornalista). "La cultura del merito - ha affermato Arianna Meloni - deve prevalere sulla cultura del piagnisteo: parità significa uguali opportunità per tutti, indipendentemente da genere o condizioni sociali, per valorizzare il talento di ciascuno. Serve un impegno concreto contro la violenza di genere, una piaga culturale e sociale che possiamo affrontare insieme".
Non sono mancati poi gli interventi delle ministre del governo Meloni: da Eugenia Roccella, ministro per la Famiglia e le Pari opportunità, ad Elisabetta Casellati, ministro delle Riforme, che ha parlato di premierato e autonomia; dal ministro del Lavoro Elvira Calderone alla titolare del Turismo, Daniela Santanchè. Folta la presenza anche di parlamentari (tra queste la deputata Fdi e presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo, e la senatrice del M5S Alessandra Maiorino) e sottosegretarie del governo, come Lucia Albano (Economia), Wanda Ferro (Interno), Paola Frassinetti (Istruzione), Fausta Bergamotto (Imprese e Made in Italy). Tra le personalità premiate ad Atreju Olivia Maurel, attivista contro l'utero in affitto nata da maternità surrogata, e l'atleta olimpica afghana Kimia Yousofi.
Politica
Giustizia, Nordio: “Riforma punitiva? Non dico...
Ad Atreju il dibattito sulla 'Separazione delle carriere: una riforma che l'Italia attende da trent'anni', moderato dal direttore dell'Adnkronos Davide Desario
"Suona non dico offensivo, ma bizzarro pensare che (la riforma costituzionale ndr.) sia punitiva della magistratura". Lo afferma il ministro della Giustizia Carlo Nordio al dibattito sulla 'Separazione delle carriere: una riforma che l'Italia attende da trent'anni - La via italiana per una giustizia giusta, più efficiente e più efficace', moderato dal direttore dell'Adnkronos Davide Desario ad Atreju. "Figuriamoci se una persona come me, che ha fatto il magistrato, vuole una riforma punitiva", ha continuato assicurando che l'indipendenza della magistratura non è messa in discussione.
"Quanto all'indipendenza è scritto nella riforma costituzionale che anche il pubblico ministero, magistrato inquirente, avrà la stessa indipendenza e autonomia dell'organo giudicante e non è scritto in una legge ordinaria ma nella riforma costituzionale", aggiunge Nordio, per il quale "la separazione delle carriere ha una ragion pura e una ragion pratica. Quella pratica è che rientrava nel programma del governo ed elettorale perché il popolo italiano ci ha dato la fiducia ed è nostro dovere portarla a compimento, un dovere politico e logico per ottemperare al mandato elettorale".
"Davigo? Protagonista di Mani Pulite è ormai un pregiudicato"
"Sono il primo a patrocinare la presunzione di innocenza, che secondo me è un baluardo. Quello che posso dire da cittadino è che una procura che per decenni è stata considerata un po' simbolo della magistratura italiana ha in un certo senso contribuito al crollo, ormai palpabile, della credibilità della magistratura" sottolinea il ministro Nordio. "Abbiamo avuto un protagonista di Mani pulite, condannato in via definitiva. Davigo è ormai, tecnicamente parlando secondo le sue stesse parole usate nei confronti a suo tempi di Craxi, un pregiudicato e parliamo di una delle colonne della procura più importante di Italia dopo quella di Roma".
Il ministro ha sottolineato che abbiamo visto altri casi e "non è una bella immagine che viene data della magistratura e non è una bella l'immagine voler difendere a tutti costi posizioni che, al di là delle condanne penali definitive, sono pregiudizievoli per la percezione che il cittadino ha della credibilità della magistratura".
Santalucia (Anm): "Riforma? Vero scopo indebolimento del giudiziario"
"Il vero scopo è l'indebolimento del giudiziario", ribatte il presidente dell'Associazione nazionale dei magistrati (Anm) Giuseppe Santalucia. "Il ministro dice che la riforma è necessitata dal processo accusatorio, ma come detto non solo dall'Anm ma da illustri studiosi, un processo di questo tipo vuole una distinzione delle funzioni e questo c'è già", dice.
Politica
Edilizia, Meritocrazia Italia: “No cementificazione...
"In gergo popolare si parla di ‘fiumare’ per definire quei torrenti che scendono dalle montagne da cui si estrae la ghiaia per fare il calcestruzzo. Il 99% delle fiumare sono in mano alla ’ndrangheta, così come i silos che contengono la ghiaia e molte delle aziende di trasporto che la spediscono in tutta Europa. La gran parte del comparto dell’edilizia, pubblica e privata, è invaso e gonfiato da cemento materiali da costruzione di proprietà criminale". Lo si legge in una nota di Meritocrazia Italia.
"Numerose sono state le inchieste che hanno rivelato ponti costruiti con calcestruzzo al 150% invece che al 400% come la legge prevede. Il restante 250% è sabbia, e crolla. Acqua e terra. Le fondamenta entrano nel terreno 7 metri in meno di quello che prevedono le norme per la sicurezza e i solai delle gallerie 7 centimetri più stretto. L’immagine è quella di una montagna che pesa sul solaio di una galleria fatta di acqua e terra. - continua la nota - Quando si assiste a ponti sgretolati, si pensa subito a una cattiva manutenzione. In realtà spesso il problema è la qualità dei materiali. Si usa sabbia al posto di ghiaia da calcestruzzo. La verità è che nel campo dell'edilizia la ’ndrangheta non ha concorrenti. L’esempio più lampante portato all’attenzione del mondo è stato l’Expo di Milano 2015, con condanne illustri per coloro che hanno favorito aziende ’ndranghetiste ad assicurarsi gli appalti (al netto della prescrizione nelle more dei giudizi)".
"È evidente che, a fronte di un calo drastico della popolazione, della natalità, dei matrimoni, dei consumi, di un impoverimento graduale del ceto medio italiano, di un calo di un milione di unità negli ultimi 5 anni della popolazione italiana (nonostante la linfa nuova portata dagli extracomunitari), sorgono ovunque enormi centri commerciali, enormi ipermercati, uno attaccato all’altro, anche in zone periferiche. - prosegue - Ancora colate di cemento e di calcestruzzo che non hanno motivazioni reali. Ancora permessi dati con la suggestiva motivazione di creare posti di lavoro inesistenti".
"Sul tema, Meritocrazia Italia, da sempre impegnata nella tutela ambientale, propone che si proceda con urgenza a un riordino del-la normativa specifica, oggi frammentata tra codice antimafia e codice degli appalti, che si nomini un commissario permanente sul monitoraggio delle imprese che partecipano agli appalti pubblici e la previsione di regole ad hoc per gli appalti sotto soglia, al fine di prevenire che, nelle zone grigie delle norme e nelle more del contenzioso, si possano consumare illeciti i cui effetti difficilmente potranno essere contrastati".
"A margine di queste previsioni, al fine di evitare la cementificazione massiva di intere aree, Meritocrazia propone che sia introdotto un limite quinquennale di cubatura per nuove costruzioni, a meno che non si parli di edilizia popolare, al fine di razionalizzare lo sfruttamento del territorio e il dispendio di risorse che potrebbero essere, a parità di investimento, impiegate per riqualificare aree urbane o interventi di efficientamento energetico", conclude Meritocrazia Italia.