“La formazione economica per la difesa della democrazia”, l’intervento di Vincenzo Boccia nel Libro dei Fatti 2024
Il contributo del Presidente Luiss School of Government nella 34esima edizione del volume
"La formazione economica per la difesa della democrazia" nell'intervento nel Libro dei Fatti 2024 del Presidente Luiss School of Government, Vincenzo Boccia, autore del contributo presente nel volume giunto quest'anno alla 34esima edizione.
L'intervento di Vincenzo Boccia
"Viviamo tempi in cui è chiaro che non esiste indipendenza politica senza indipendenza energetica e indipendenza tecnologica. Viene meno anche il paradigma del binomio democrazia/crescita per il quale si cresce economicamente solo con la democrazia. Ora non è più così.
È evidente che l’Occidente, la nostra Europa, il nostro Paese, che vogliono e devono difendere ogni giorno l’indipendenza politica, abbiano necessità di pratiche economiche coerenti, orientate a tali fini. Ciò comporta una grande attenzione alla politica economica che torna a giocare un ruolo da protagonista nella nuova Società: Aperta, Inclusiva e Democratica. Di fatto, un ritorno ai fondamentali d’Europa con le 3 P di Pace, Protezione e Prosperità.
Come diceva Jean Monet: “I miei obiettivi sono politici, le mie spiegazioni sono economiche”. Occorre contribuire alle spiegazioni economiche per fini politici. A ciò si aggiunge un altro aspetto. La democrazia e la difesa della democrazia hanno necessità, responsabilità e interesse ad avere cittadini “formati”, che abbiano gli strumenti per affrontare la cultura della complessità, il senso critico per non farsi ipnotizzare da “incantatori di serpenti” che tendono a semplificare e a proporre politiche insostenibili cavalcando il sentimento del momento e individuando alibi e colpe al posto delle soluzioni.
In tale contesto la formazione per i nostri giovani e l’idea di una Società che li includa e li accolga attraverso un progetto organico mirato alla costruzione di condizioni ideali per il loro coinvolgimento è una delle scelte fondamentali per conquistare il futuro. Questo percorso di formazione e di inclusione dei giovani ha necessità, nel mondo del lavoro, di leve fiscali che riducano e/o azzerino il cuneo fiscale per le assunzioni nei primi 3 anni. Ciò permetterebbe di pagarli meglio e azzerare nell’avvio del rapporto l’impatto fiscale da parte di enti e imprese.
La formazione dei ceti dirigenti può essere uno strumento di soft diplomacy per il nostro Paese e per contribuire alla buona riuscita del Piano Mattei che indica una strada di comprensione e cooperazione nel rapporto con gli interlocutori dei mondi nuovi con i quali entriamo in relazione. Preparare nelle nostre Università giovani che vengono dai Paesi del Mediterraneo, dall’Africa e dal Medio Oriente significa contribuire alla costruzione di un ceto responsabile che abbia forti legami con l’Italia nella prospettiva che possa diventare ponte tra l’Europa, il Mediterraneo e l’Africa sia in termini geopolitici che geoeconomici".
Cultura
Cambi di scena con ritmi da pit stop e 180 metri cubi di...
Cambi di scena con ritmi da pit stop e 180 metri cubi di polistirolo
Per realizzare la scenografia della Prima della Scala del 7 dicembre 2024 “abbiamo utilizzato 180 metri cubi di polistirolo, così da ricoprire tutti i 400 metri quadri del palcoscenico”. Per la realizzazione delle scene "abbiamo in media dai due ai tre mesi". E per ottenere cambi di scena fluidi e continui "il ritmo da tenere per le oltre 100 persone nel backstage è simile a quello di un pit stop di Formula 1”. Lo dice all’Adnkronos, Costanzo Zanzarella, 56 anni, capo scenografo realizzatore del Teatro alla Scala. Un lavoro che ha visto il progetto iniziale partire nel luglio scorso e la produzione vera e propria i primi di settembre. Nei laboratori del teatro lavorano circa 150 persone, ognuna con competenze specifiche differenti. È questo lavoro di gruppo che ogni anno dà vita a opere ed esperienze uniche. “Ogni allestimento – spiega Zanzarella – è un prototipo che parte da zero”. I bozzetti e la parte creativa nascono dal lavoro del regista e dello scenografo che “ci fanno vedere le bozze e tutta una serie di disegni tecnici per aiutarci a capire come ogni scena dovrà essere costruita. Ci raccontano le atmosfere che vogliono lo spettacolo abbia e da quello creiamo la scenografia vera e propria”. Vengono realizzati i disegni tecnici che poi passano ai reparti di costruzione, falegnameria e meccanica. Da qui si passa alla realizzazione delle strutture in legno e ferro, rivestite da tele o dipinte. Una volta completata, ogni scena dovrà poi essere scomposta e trasportata dai laboratori al teatro, come un grande puzzle che poi verrà ricostruito in scena. La prima “prima” a cui Costanzo ha avuto modo di lavorare è stata quella del 2021, dove è andato in scena il “Macbeth”. Ma Zanzarella è particolarmente legato a un allestimento: “Ho avuto la fortuna di ritoccare più volte La Bohème di Franco Zeffirelli del 1965, datato fine anni 60 (68-69). È un’opera che ha dato una svolta all’evoluzione naturale della scenografia e ho avuto la possibilità di lavorarci per ripristinarla.
La particolarità della Prima di quest’anno, che vedrà la messa in scena de “La forza del destino” di Giuseppe Verdi, è stata la realizzazione di cambi di scena fluidi e continui, che coinvolgono oltre 100 persone nel backstage. “Il ritmo che dobbiamo tenere in questi casi è simile a quello di un pit stop di Formula 1”, commenta il capo scenografo realizzatore. Le scene si svolgeranno su un palco girevole capace di ruotare di 360°. “Questo grande piatto ha un nucleo centrale – spiega Zanzarella - e un anello esterno che ruota in continuazione, dove i macchinisti dovranno continuamente cambiare scena, aggiungendo pezzi di scenografia e oggetti che cambiano l’ambientazione, un luogo astratto in continuo mutamento”. La scena “é come se fosse un nastro che continua a muoversi e a cambiare. I personaggi non sono mai statici e anche il regista ha dovuto fare un grande lavoro”. In La Forza del destino ogni atto rappresenta un cambio di stagione e d’epoca, tra il secondo e terzo atto c’è un radicale cambio di scenografia “molto difficile”. E dietro le quinte, dove il pubblico non vede, c’è un altro spettacolo che va in scena: il lavoro di più di cento persone che lavorano in perfetta sintonia, montando e smontando le scene a tempi di record. “Il tempo è contato, ma questa è l’anima dello spettacolo” dice lo scenografo.
È l’esperienza di questi professionisti a dare l’identità visiva e narrativa della produzione scelta per la Prima. Ogni reparto dei laboratori ha le proprie competenze, maestri artigiani di un lavoro che “sta scomparendo, ma che teniamo stretto". Un lavoro di gruppo "che da vita a quello che pensiamo ed è questo che rende così preziose le nostre lavorazioni”. Per Costanzo la fortuna di questa professione è non fare due volte la stessa cosa. Ogni nuovo spettacolo è un allestimento che parte da zero, la realizzazione di un prototipo nuovo. Anche di potenziali imprevisti si tiene sempre conto: “In ogni allestimento c’è sempre qualche rogna da risolvere, ma è quello che ci dà lo stimolo per fare questo lavoro. È una sfida che raccogliamo ogni volta” rimarca Zanzarella.
Cultura
“Verso transizione energetica efficace, equa e...
Il contributo del Presidente ERG SpA nella 34esima edizione del volume
"Verso una transizione energetica efficace, equa e sostenibile". Questo l'intervento nel Libro dei Fatti 2024 di Edoardo Garrone, Presidente ERG SpA, autore del contributo presente nel volume giunto quest'anno alla 34esima edizione.
L'intervento di Edoardo Garrone
"In ERG abbiamo da tempo compreso il valore della transizione energetica come sfida ineludibile per le sorti del Pianeta e la responsabilità che da essa ne deriva per le imprese che, come noi, operano nel settore elettrico. Un settore fondamentale per l’industria e i cittadini, pivotale per la competitività del Paese, per il raggiungimento dell’indipendenza energetica e degli obiettivi di decarbonizzazione.
In qualità di operatore energetico dotato di una forte propensione al cambiamento e di una solida tradizione industriale, nel 2023 abbiamo completato, dopo poco più di dieci anni, la nostra trasformazione da “oil a green”, affrancandoci definitivamente dalle fonti fossili nonostante le complessità di un contesto industriale e di mercato particolarmente sfidante.
Oggi ERG è un produttore indipendente di energia elettrica da fonti rinnovabili, attivo nel solare e nell’eolico, che opera in 9 Paesi in Europa e che, dopo lo storico ingresso negli Usa, sarà attivo in due continenti.
Crediamo che la transizione energetica possa e debba essere affrontata con un approccio positivo e costruttivo, consapevoli che costituisca per il Paese e per le imprese non solo un costo ma anche, se non soprattutto, un’opportunità di investimento a supporto di ulteriore crescita e sviluppo. Per tale motivo riteniamo che debba essere sviluppata nel contesto di una stabile strategia di lungo termine.
La produzione di energia elettrica nei prossimi anni dovrà prevedere un mix costituito non solo da rinnovabili ma anche dal gas quale vettore di transizione e flessibilità, oltre che promuovere investimenti nello sviluppo di tecnologie innovative, come i sistemi di stoccaggio dell’energia, il nucleare di ultima generazione, la filiera dell’idrogeno. Occorre dunque strutturare un disegno multisettoriale di sostegno a tutte le tecnologie che possono contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione e alla competitività del nostro sistema produttivo, mettendo al centro le fonti più mature ed economicamente sostenibili.
Ma soprattutto, serve inquadrare il processo di transizione all’interno di una matrice europea in grado di stabilire una regia e azioni congiunte, creando condizioni di mercato paritarie per la tenuta competitiva delle imprese coinvolte nella decarbonizzazione, attraverso strumenti legislativi, amministrativi, finanziari e fiscali coerenti, coordinati a livello unionale, e commisurati all’entità della trasformazione che stiamo affrontando.
In conclusione, per poter cogliere questa sfida epocale e assicurare uno sviluppo energetico realmente vantaggioso per le imprese, le persone e la società nel suo complesso occorre affrontare questa transizione in modo efficace, equo e sostenibile, attraverso un impegno comune e una visione lungimirante"
Cultura
Il Corridoio Vasariano riapre il 21 dicembre
Dopo 8 anni e per la prima volta al grande pubblico il celeberrimo 'tunnel aereo' sopra il cuore di Firenze
Riapre, il 21 dicembre, il Corridoio Vasariano degli Uffizi, chiuso dal 2016 per consentire la realizzazione di necessari interventi di adeguamento alle più recenti norme sulla sicurezza. Reso per la prima volta accessibile al pubblico generale, i visitatori di tutto il mondo potranno quotidianamente godervi una passeggiata panoramica unica sopra il centro di Firenze; un percorso che, prendendo avvio da un apposito ingresso al primo piano dalla Galleria delle Statue e delle Pitture, li porterà a camminare sopra il Ponte Vecchio, in modo da raggiungere, di là dall'Arno, il giardino di Boboli e la reggia di Palazzo Pitti.
Più che un viaggio, sarà un vero e proprio salto indietro nel tempo di quasi mezzo millennio, quando il Corridoio fu creato. Riportato oggi alla sua originaria nudità, si mostra al visitatore come un semplice 'tunnel aereo', lungo oltre settecento metri sopra il cuore della città, esattamente come appariva all’epoca in cui i Sgnori di Firenze lo percorrevano per arrivare in brevissimo tempo a Palazzo Vecchio, indisturbati e sicuri, dalla loro dimora a Palazzo Pitti.
Il progetto di consolidamento e recupero per la riapertura è stato realizzato da Uffizi e Soprintendenza e presentato nel febbraio 2019 dopo 18 mesi di studi, ricerche e indagini che hanno coinvolto decine di specialisti (oltre mille le pagine del programma, 201 i metri quadrati di elaborati realizzati, 23 le relazioni specialistiche redatte, 2.435 fotografie, decine le prove e i saggi sui materiali compiuti). I lavori, per circa 10 milioni di euro - ai quali vanno aggiunto un milione di dollari donato nel 2023 dall’imprenditore statunitense Skip Avansino - sono partiti nel 2022, terminando nelle scorse settimane. L'’ultimo restauro del Vasariano risale agli anni Novanta.
Il nuovo percorso del Corridoio garantisce completa accessibilità per i disabili, con un sistema integrato di rampe, pedane ed ascensori che consentono l'agevole superamento di ogni dislivello lungo l'itinerario; è dotato di servizi igienici; ha una illuminazione a Led a basso consumo energetico ed è interamente videosorvegliato. Tra gli interventi principali previsti dal progetto, la realizzazione di nuove uscite di sicurezza. Tra queste - complessivamente cinque – una è stata ricavata all'interno del vano di un pilone dopo Ponte Vecchio, in Oltrarno, in corrispondenza di via de' Bardi, e un'altra all'altezza del Cortile delle Cacce, nel giardino di Boboli. Il programma di interventi ha anche previsto operazioni di consolidamento strutturale (nell'ambito del piano di prevenzione antisismica) e il restauro degli interni: in particolare, intonaci, incannicciati, e il pavimento in cotto.
Al Corridoio Vasariano si accede acquistando il biglietto della Galleria degli Uffizi con un supplemento speciale, al prezzo complessivo di 43 euro. E' obbligatoria la prenotazione: sarà possibile effettuarla a partire da martedì 10 dicembre. Il biglietto Uffizi-Vasariano permette a coloro che fissano la visita al Corridoio di entrare due ore prima agli Uffizi per visitare il museo. Al Vasariano si accede dal martedì alla domenica, all’orario prenotato, un gruppo alla volta, per un massimo 25 persone (più due addetti del personale in veste di accompagnatori), dallo spazio antistante la Cappellina Veneziana (sale verdi della pittura veneta) al primo piano della galleria.
Il primo gruppo della giornata potrà visitare il Corridoio alle ore 10,15, l’ultimo alle 16,35. Il Corridoio è percorribile solo in direzione Uffizi-Giardino di Boboli: si uscirà dalla porta di fianco alla Grotta Buontalenti, per essere accompagnati all'uscita dal cortile di Palazzo Pitti. Non sarà possibile prenotare più di 5 ticket per volta, anche per date diverse. Sul biglietto ci sarà un link di collegamento alla mappa con il percorso per raggiungere il varco di accesso al Corridoio; un Qr code per visualizzarla è stato incluso anche nella cartellonistica predisposta in Galleria.
Ha spiegato il direttore degli Uffizi, Simone Verde: "Mantenendo un impegno preso con i cittadini l’indomani dell’insediamento, il Corridoio Vasariano riapre entro la fine del 2024 al pubblico. Per il Complesso degli Uffizi si tratta di un momento di strategica importanza che permette di ricucire, anche nella sua fruibilità, l’unitarietà della sua storia monumentale e collezionistica. Dal 21 dicembre, infatti, i visitatori che vorranno farlo potranno passare da una parte all’altra dell’Arno, apprezzando in tutta la sua tentacolare estensione la vastità, la coerenza e la ricchezza della cittadella medicea del potere e delle arti. Questa apertura, infatti, va di pari passo con l’opera sistematica di riqualificazione e di ricomposizione museale in corso e che vede concentrate allo stesso livello cure sia sul complesso vasariano degli Uffizi che su Boboli e Palazzo Pitti".