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Pensioni, Fava (Inps): “Patto con imprese, vi aiutiamo se assumete”

Ci sono "presupposti per aumento strutturale occupazione"

Pensioni, Fava (Inps):

In Italia "se vogliamo arrivare ad un sistema pensionistico sostenibile, c'è un'unica vera ricetta, l'aumento della base occupazionale, che vuol dire un nuovo patto con le imprese: noi, lo Stato, ci siamo e vi aiutiamo, nei limiti in cui assumete e date migliori stipendi, coerentemente con la produttività". Lo dice il presidente dell'Inps Gabriele Fava, a Bruxelles a margine della presentazione del primo rapporto dell'ente previdenziale a Bruxelles, su invito del capodelegazione del M5S Pasquale Tridico.

"Questo vuol dire - prosegue Fava - che l'effetto virtuoso sarà più contribuenti e maggiori contributi, quindi raggiungeremo la famosa sostenibilità. Ci vorrà tempo: probabilmente non la vedrò io, ma se soltanto prendiamo questa autostrada, saremo tutti felici". Anche per questo, continua, "stiamo immettendo sul mercato italiano una nuova app, l'abbiamo chiamata 'Contaci', che sarà rivolta soprattutto ai giovani. Dobbiamo dialogare con i giovani. Partirà a breve una campagna nelle scuole, per far maturare la consapevolezza del loro salvadanaio".

"Devono iniziare subito - aggiunge - con l'estratto conto contributivo: prima iniziano, migliore salvadanaio si troveranno. Per i giovani è un po' più semplice: a differenza del retributivo, loro si troveranno con il contributivo pieno, a distanza di trent'anni dalla riforma Dini. Il sistema contributivo è relativamente semplice: più contributi vengono erogati, migliore salvadanaio ti troverai. Se il legislatore interverrà con il secondo pilastro (la previdenza complementare, che dovrebbe aggiungersi a quella di base, ndr), sarà sicuramente bene accetto. Ecco perché cercheremo di parlare con i giovani con il loro linguaggio, con una app semplice, fruibile e intuitiva, che dia anche un'idea, in prospettiva, del sistema pensionistico", conclude.

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Lavoro

Fisco, Cataldi (Giovani commercialisti): “Lettere Ag....

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I professionisti, ennesimo tentativo di recuperare adesioni al Concordato preventivo biennale

Francesco Cataldi, presidente dell'Unione nazionale giovani dei dottori commercialisti ed esperti contabili

"L’invio massivo delle lettere da parte dell’Agenzia delle Entrate ha generato preoccupazione nei contribuenti, i quali hanno sommerso di telefonate gli studi dei commercialisti, che ancora una volta sono stati chiamati a gestire il complesso rapporto tra fisco e contribuenti". Così, con Adnkronos/Labitalia, Francesco Cataldi, presidente dell'Unione nazionale giovani dei dottori commercialisti ed esperti contabili, dopo le lettere inviate dall'Agenzia delle Entrate a 700mila partite Iva che hanno dichiarato redditi apparentemente bassi, invitandole ad aderire al concordato che si chiude il 12 dicembre. E i giovani commercialisti spiegano che ogni iscritto ha almeno due o tre clienti che hanno ricevuto la lettera dell'Agenzia.

Cataldi sottolinea che "I contribuenti hanno paura del fisco, è un dato di fatto e le motivazioni sono sicuramente da ricercare negli errati atteggiamenti di quest’ultimo. I toni utilizzati nelle comunicazioni sono spesso intimidatori e questo sicuramente non aiuta a instaurare un rapporto 'amichevole'. Da anni si parla di compliance e di miglioramento del rapporto tra fisco e contribuente, ma tutte le azioni compiute dal Fisco vanno di fatto in direzione opposta".

Secondo il numero uno dei giovani commercialisti "nella pratica, si tratta di lettere 'inutili', in quanto il contribuente non ha la possibilità di rispondere al fine di fornire spiegazioni, si tratta di una comunicazione a senso unico e soprattutto non personalizzata, perché non è frutto di un controllo effettuato ma di supposizioni derivanti da alcuni dati presenti in dichiarazione. A noi è sembrato l’ennesimo tentativo di recuperare adesioni al Concordato preventivo biennale, dimenticando che la decisione di aderire o meno, è stata determinata da apposite analisi, svolte per tempo dai commercialisti per i contribuenti che assistono", sottolinea.

Per i giovani commercialisti, "è necessario un cambio di passo e ribadiamo, ancora una volta, la disponibilità dei commercialisti ad aprire un tavolo di confronto, nell’ottica di migliorare il rapporto tra fisco e contribuente, nell’interesse collettivo", conclude.

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Lavoro

Fisco, Consulenti lavoro: da lettere Ag. Entrate effetto...

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I professionisti, atto non gradito a contribuente che non ha alcun obbligo di giustificare nulla

Stefano Sassara, tesoriere del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro

"Le lettere sono state inviate anche a chi è lavoratore dipendente o pensionato e al tempo stesso titolare di una partita IVA per un’attività di lavoro autonomo evidentemente di natura residuale. Si tratta di un atto ripetitivo, non richiesto e sicuramente non gradito ai contribuenti, che ha un effetto boomerang nei confronti degli studi professionali, che si vedono ricontattare dai clienti per ulteriori consulenze e delucidazioni in merito all’eventuale adesione al Concordato preventivo Biennale, per la quale le opportune valutazioni erano già state fatte". Così, con Adnkronos/Labitalia, Stefano Sassara, tesoriere del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, sulle lettere inviate dall'Agenzia delle Entrate a 700mila partite Iva che hanno dichiarato redditi apparentemente bassi, invitandole ad aderire al concordato che si chiude il 12 dicembre.

Sassara quindi precisa che il contribuente che non aderisce alle proposte dell’Agenzia non corre nessun rischio immediato, ma potrà essere oggetto di un nuovo atto o avviso basato su “presunzioni semplici” oppure di un accertamento analitico-induttivo futuro da parte dell’Agenzia delle Entrate, sulla base di quanto previsto dall’art. 34 del D.Lgs. n. 13/2024 istitutivo del Concordato preventivo biennale.

E secondo i consulenti del lavoro "la lettera di compliance non è un atto impositivo o che rileva errori nelle dichiarazioni, ma una semplice 'informativa' che invita a verificare la propria posizione reddituale. Da qui si evince una sorta di principio generale per cui il reddito di un professionista o di una impresa non può essere inferiore al reddito dei propri dipendenti, che, se non viene giustificato, potrà essere considerato dall'amministrazione finanziaria come un 'aspetto anomalo'.I contribuenti non hanno, dunque, alcun obbligo di giustificare nulla, sia da un punto generale che formale per quanto attiene la compilazione della propria dichiarazione dei redditi. Non esiste neanche un obbligo di adeguamento ad c.d. reddito “minimo settoriale”, per non parlare della mera facoltà di aderire al Concordato preventivo biennale e, se si rientra, al ravvedimento speciale", sottolineano i consulenti del lavoro.

"La comunicazione è indirizzata -spiegano i consulenti- a quei contribuenti che nella dichiarazione per l'anno d'imposta 2023 hanno indicato un reddito derivante da attività d'impresa inferiore a quello dei dipendenti che lavorano nello stesso settore economico, adottando una logica di 'minimo settoriale' che deriva dalle disposizioni contenute nel Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 14 giugno 2024, relativo all’approvazione della metodologia relativa al concordato preventivo biennale con la formulazione di proposte di reddito minime".

"L’Agenzia, tra l’altro, non si è dilungata -spiegano i consulenti- a spiegare la nota metodologica utilizzata per arrivare a evidenziare tali scostamenti. Pertanto, il contribuente potrà regolarizzare la posizione inviando una dichiarazione integrativa del Mod. Redditi 2024, integrando il reddito dichiarato con l’applicazione della sanzione del 70% delle maggiori imposte o minor credito dichiarato, da ridurre a 1/9 entro 90 giorni con il ravvedimento operoso e/o aderire al CPB per il biennio 2024-2025 entro il 12 dicembre 2024".

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Lavoro

Imprese, Marco Squassina nuovo presidente di Assosistema...

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Per il quadriennio 2024-2028

Imprese, Marco Squassina nuovo presidente di Assosistema Confindustria

Marco Squassina è il nuovo presidente di Assosistema Confindustria che resterà in carica fino al 2028. Ad eleggerlo, è stata l’Assemblea dei soci che si è svolta oggi a Roma, nella prestigiosa sede di Palazzo Wedekind in Piazza Colonna.

Insieme a lui, sono stati, nominati come squadra di presidenza: Andrea Confalonieri (Hotelservice), Claudio Galbiati (3M), Andrea Gozzi (Servizi Italia), Marco Marchetti (Padana Emmedue), Emiliano Nardi (Sogesi), Maurizio Ferraguti (Gruppo Ferraguti), Enea Righi (Servizi Ospedalieri), Alberto Scarafiotti (Lim) e Sandro Recalcati (Lavanderia Lombarda Industriale).

Marco Squassina succede ad Egidio Paoletti che ha guidato l’Associazione nel quadriennio precedente. “In un’ottica di continuità e con il contributo dei vice presidenti - ha detto Squassina nel suo discorso di insediamento - cercherò nel mio mandato di rappresentare al meglio le istanze di tutte le sezioni che compongono Assosistema Confindustria nelle varie attività istituzionali e di rafforzare il ruolo dell’Associazione quale garante della correttezza del mercato. La sfida che ci attende è quella della transizione digitale e tecnologica oltre alla necessità di rendere attrattivo il nostro settore all’offerta di lavoro (fattore economico che oggi limita la crescita del settore). Fondamentale, inoltre, il rispetto e l’applicazione del Ccnl e il rafforzamento della catena di valore con i fornitori. Sarà per questo necessaria la collaborazione di tutti i soci e auspico anche un forte supporto da parte del gruppo dei giovani imprenditori che possono dare la loro visione di come il mercato e i processi industriali stanno cambiando”.

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