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Il fascino del vintage conquista l’Italia: una nuova era per la moda sostenibile

Milano, 12 novembre 2024 — Avete mai provato a rovistare nell’armadio della nonna? Tra cappotti di lana e borse in pelle consumate dal tempo, si scoprono spesso veri tesori, capi che portano con sé un’epoca e che ci fanno sentire parte di una storia. Ecco, questo è il mondo del vintage, un mondo che non è mai stato così alla moda come oggi. E pensare che, solo qualche anno fa, il vintage era roba per pochi fissati, quelli che passavano le domeniche nei mercatini a cercare quel pezzo unico, quel vestito perfetto da riportare in vita. Ma, diciamocelo, le cose sono cambiate un bel po’. Adesso, grazie a internet, il vintage è diventato un fenomeno super pop, un trend che attira l’attenzione di tutti, dai giovani ai meno giovani. Insomma, è diventato davvero per tutti.

Nel 2023 la moda di seconda mano ha fatto davvero il botto in Italia, arrivando a 26 miliardi di euro. E sapete chi sta dietro a tutto questo boom? La Gen Z! Sono loro i veri protagonisti di questa rinascita del vintage, mettendo abbigliamento e accessori pre-loved al terzo posto nelle loro cose preferite da comprare. Perché diciamocelo, il vintage ha quella magia che nessun’altra moda riesce ad avere: offre capi che non passano mai, che raccontano una storia e che ci fanno sentire unici in un mondo dove tutto cambia alla velocità della luce.

Il Lugo Vintage Festival e il boom dell’abbigliamento second hand

C’è un evento che sta facendo parlare un sacco di gente ultimamente: il Lugo Vintage Festival. Due weekend da segnare sul calendario: 12-13 ottobre e 16-17 novembre. E sapete chi c’è come partner? Subito, quella piattaforma super popolare per comprare e vendere roba in modo sostenibile, con più di 18,7 milioni di utenti al mese. Insomma, mica poco! E alla guida del festival c’è Angelo Caroli, che non è proprio l’ultimo arrivato: dal 1978 seleziona abiti e accessori che sono il meglio del meglio in fatto di stile e design. Caroli è uno di quelli che sa mescolare estetica e sostenibilità come pochi, proprio in un periodo in cui la parola d’ordine è sostenibilità, non solo nella moda ma anche nella vita di tutti i giorni.

Su Subito, gli annunci nella categoria “Abbigliamento e accessori” sono oltre un milione e trovare il capo perfetto è un’esperienza che richiede pazienza e, soprattutto, una buona strategia. Angelo Caroli ha stilato insieme a Subito una serie di consigli per orientarsi tra le tantissime proposte disponibili. Che si tratti di una giacca in pelle stile biker o di un vestito floreale anni ’70, seguire alcune semplici regole può fare davvero la differenza quando si cerca quel pezzo unico che renderà il nostro guardaroba speciale.

Come trovare il pezzo vintage perfetto su Subito

Allora, come si fa a non perdere la testa tra tutte queste opzioni? Prima di tutto, è essenziale partire dalle parole chiave. Sapete, il potere delle keyword non va mai sottovalutato. Quando cercate qualcosa online, specificare il più possibile è fondamentale. Non basta digitare “giacca vintage”: aggiungete dettagli come “anni ’70”, “in pelle marrone”, “stile biker” e così via. Sfruttare al massimo i filtri di ricerca è un altro passaggio cruciale; bisogna indicare tutto ciò che si sa, come taglia, colore, materiale e decennio.

Ma attenzione, il vintage è anche un po’ questione di amore a prima vista. Quante volte ci siamo lasciati conquistare da una foto e abbiamo comprato d’impulso? Anche qui c’è una lezione da imparare: meglio non farsi prendere troppo dall’entusiasmo iniziale. Bisogna sempre guardare bene le fotografie, leggere le descrizioni dettagliate e porre attenzione a difetti e segni di usura. Le immagini possono nascondere difetti che sono, in realtà, ben visibili dal vivo, quindi è sempre meglio andare con i piedi di piombo e fare tutte le domande del caso al venditore.

Il ruolo della community e del venditore

Quando si compra vintage online, è importante anche capire chi è il venditore. Sembra scontato ma le recensioni contano tantissimo. La community di chi compra e vende è davvero il cuore del mercato vintage online. Sono i feedback delle persone che fanno capire se un venditore è affidabile oppure no. Insomma, se vedi un venditore con tante foto, descrizioni super dettagliate e, soprattutto, recensioni positive, allora puoi andare abbastanza tranquillo. Al contrario, se uno non ti dà dettagli o ha poche info, forse è meglio pensarci due volte prima di comprare.

Poi, se state cercando capi vintage e volete davvero fare una scelta accurata, non abbiate paura di fare domande. Chiedete del capo, delle sue condizioni, se è stato modificato o se presenta difetti. La cosa bella del vintage è che le imperfezioni non sono sempre un problema, anzi, a volte contribuiscono a raccontare la storia di quel capo e a renderlo unico. Le modifiche possono dare nuova vita a un vestito, magari rendendolo più adatto ai gusti attuali o più vicino alla propria taglia.

L’etichetta non mente: come leggere un capo vintage

Un altro aspetto importante è “l’etichetta”. L’etichetta è un po’ il passaporto del capo vintage, è quella piccola targhetta che ci racconta tutto: chi lo ha prodotto, in che epoca, di quali materiali è fatto e come dobbiamo prendercene cura. Scegliere materiali di qualità, come le fibre naturali, è sempre un’ottima scelta per fare in modo che il nostro pezzo vintage ci accompagni per tanti anni ancora.

Un consiglio che Caroli ha ripetuto più volte durante l’evento è quello di non basarsi solo sulla taglia indicata. Le taglie cambiano con il tempo: una M degli anni ’80 non corrisponde alla M di oggi. Meglio prendere le misure in centimetri e confrontarle con le proprie, in modo da non avere sorprese quando il pacco arriva a casa.

I capi evergreen: puntare sui classici

Un altro segreto per un buon acquisto vintage è puntare sui grandi classici. Sì, quelli che non passano mai di moda. Trench, giacche in pelle, shearling: questi capi sono passe-partout che ogni guardaroba dovrebbe avere. Non dimentichiamo poi le iconiche borse vintage, che negli ultimi anni sono diventate sempre più gettonate e il cui valore tende spesso a crescere nel tempo.

La forza della moda è proprio la sua volatilità e il suo continuo cambiamento”, racconta Caroli. La bellezza del vintage è anche questa: è imprevedibile. Non possiamo sapere con certezza quali trend torneranno di moda ma avere nel proprio guardaroba dei capi iconici ci permette di essere sempre pronti, senza mai sentirci fuori posto.

Il vintage come scelta di stile e sostenibilità

Quindi, comprare vintage non è solo questione di stile, è anche una piccola azione per fare qualcosa di buono per il pianeta. Ogni capo di seconda mano che compriamo è uno in meno che finisce in discarica, ed è un passo verso un futuro un po’ più green. L'”A.N.G.E.L.O Vintage Place” di Angelo Caroli, ad esempio, è un vero punto di riferimento per chi cerca pezzi autentici e di qualità, sia in Italia che nel mondo. E, oh, non dimentichiamoci di Subito, dove ci sono migliaia di venditori pronti a offrirci qualcosa di unico.

Se sei alle prime armi e non sai da dove iniziare, niente paura. Il nostro consiglio? Parti con qualcosa di semplice, tipo una borsa o una giacca che puoi abbinare facilmente. E poi, quando ti senti un po’ più sicuro, inizia a fare qualche scelta più coraggiosa: mescola il vintage con qualcosa di moderno e crea un look che parli davvero di te, che dica chi sei senza troppe parole.

Che tu sia un super appassionato di moda o semplicemente qualcuno a cui piace curiosare, il vintage ha qualcosa per tutti. Non è una moda che segue le tendenze, è una moda che le crea. È una moda che ha già vissuto, che ha storie da raccontare e che merita di avere una seconda possibilità. E, alla fine dei conti, è un modo per sentirci parte di qualcosa di più grande, una storia che attraversa il tempo e che possiamo continuare a scrivere, ognuno con il proprio stile, oggi.

Animato da un’indomabile passione per il giornalismo, Junior ha trasceso il semplice ruolo di giornalista per intraprendere l’avventura di fondare la sua propria testata, Sbircia la Notizia Magazine, nel 2020. Oltre ad essere l’editore, riveste anche il ruolo cruciale di direttore responsabile, incarnando una visione editoriale innovativa e guidando una squadra di talenti verso il vertice del giornalismo. La sua capacità di indirizzare il dibattito pubblico e di influenzare l’opinione è un testamento alla sua leadership e al suo acume nel campo dei media.

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Economia

Successo globale per la 56a edizione di Cosmoprof Worldwide Bologna

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La 56a edizione di Cosmoprof Worldwide Bologna ha chiuso i battenti con risultati straordinari, consolidandosi ancora una volta come evento di riferimento per l’industria cosmetica internazionale. Con la partecipazione di oltre 255.000 professionisti provenienti da 150 nazioni e la presenza di 3.128 aziende rappresentative di 65 Paesi e oltre 10.000 marchi, Bologna si è riconfermata capitale mondiale della bellezza.

Gli attori più rilevanti del settore si sono dati appuntamento a Bologna per stringere nuove collaborazioni, individuare tendenze emergenti e condividere esperienze. Grazie al Buyer Program di Cosmoprof, strumenti esclusivi di networking e matchmaking hanno permesso ai partecipanti di ottimizzare la loro presenza. Un ricco calendario di workshop, sessioni formative, dimostrazioni e spettacoli ha ulteriormente arricchito l’esperienza dei visitatori.

Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere Cosmoprof, ha dichiarato: “Siamo estremamente soddisfatti dei risultati raggiunti quest’anno. Abbiamo registrato un incremento del 4,5% nel numero di visitatori rispetto all’edizione precedente, con una significativa partecipazione internazionale. Questo è stato possibile grazie al supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e di Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, che ha facilitato l’arrivo di 80 delegazioni dai principali mercati globali. Cosmoprof continua a rappresentare un supporto fondamentale per lo sviluppo del Made in Italy, dimostrando la vitalità del settore e l’interesse per nuove soluzioni di business.”

Secondo Calzolari, l’intera industria della bellezza è in crescita costante. “Entro il 2025, il comparto è destinato a superare un fatturato globale di 612 miliardi di euro, come indicato da Euromonitor International. Cosmoprof si conferma un partner insostituibile per gli operatori del settore.”

Quest’anno, la fiera ha visto un’offerta espositiva di altissimo livello, rappresentando il meglio dell’industria cosmetica mondiale. L’ottimizzazione degli spazi espositivi, con l’introduzione di nuove categorie merceologiche, ha portato a una crescita del 5,8% dell’area espositiva rispetto al 2022. Con 29 padiglioni nazionali e il 78% degli espositori provenienti dall’estero, Cosmoprof si è riaffermata come evento strategico per il settore.

Matteo Zoppas, presidente di Agenzia Ice, ha sottolineato che l’export cosmetico ha registrato nel 2023 un aumento di oltre il 20% rispetto al 2022, con un ulteriore incremento dell’11,4% nel 2024. “La cosmetica si conferma un motore trainante per il Made in Italy, con esportazioni pari a 8,4 miliardi di euro, che rappresentano oltre il 40% del fatturato complessivo del settore. Per l’edizione 2025, Ice ha collaborato attivamente, portando in Italia 220 operatori, buyer e Key Opinion Leaders (KOL) da 80 Paesi, facilitando così l’incontro tra domanda e offerta.”

La partnership con Cosmetica Italia è stata altrettanto determinante. Benedetto Lavino, presidente dell’associazione nazionale imprese cosmetiche, ha evidenziato: “Con un fatturato di 16,5 miliardi di euro, la cosmetica è uno dei comparti del Made in Italy con la maggiore crescita delle esportazioni, registrando un incremento del 12% in un solo anno. Il saldo commerciale vicino ai 4,7 miliardi di euro dimostra il ruolo strategico del settore nel manifatturiero italiano.”

Lavino ha proseguito sottolineando l’importanza dell’internazionalizzazione per posizionare l’Italia tra i principali attori mondiali del settore. “Collaborando con BolognaFiere Cosmoprof, abbiamo enfatizzato l’eccellenza della nostra industria. Inoltre, il settore cosmetico si distingue anche per il suo impatto occupazionale, con 400.000 addetti lungo tutta la filiera.”

Durante l’evento, il confronto con le istituzioni italiane, rappresentate da figure politiche di alto livello come il Ministro delle Imprese del Made in Italy, Adolfo Urso, ha permesso di discutere misure per tutelare la competitività del comparto. Lavino ha concluso: “La sinergia tra imprese e istituzioni è essenziale per affrontare le sfide future.”

L’edizione del 2025 ha messo in luce l’innovazione del settore beauty, rispondendo alle esigenze di consumatori sempre più consapevoli e attenti sia al proprio benessere che all’impatto ambientale delle loro scelte. Soluzioni eco-compatibili, prodotti personalizzati e tecnologie innovative hanno catturato l’interesse dei partecipanti.

Enrico Zannini, Direttore Generale di BolognaFiere Cosmoprof, ha concluso: “Cosmoprof si conferma ancora una volta un’incubatrice di tendenze e idee. Dalla sostenibilità all’intelligenza artificiale, la nostra manifestazione ha offerto una panoramica su come il settore sta evolvendo. Nei prossimi mesi, continueremo a supportare la nostra community internazionale, gettando le basi per un’edizione 2026 ancora più memorabile.”

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Economia

Il Futuro del Giornalismo tra Intelligenza Artificiale e Sostenibilità

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Secondo Francesco Oggiano, noto giornalista e fondatore del Digital Journalism Festival (Djf), il futuro del giornalismo affronta sfide cruciali come l’adozione dell’intelligenza artificiale e la ricerca di modelli di sostenibilità economica sulle piattaforme digitali. Tuttavia, non è solo la tecnologia a rappresentare un punto di svolta. Oggiano sottolinea anche il rischio di un appiattimento creativo: “All’interno di questi ecosistemi, grazie alla tecnologia, rischiamo di produrre contenuti troppo simili tra loro”.

Durante un’intervista, il giornalista ha raccontato come è nata l’idea di un festival dedicato al futuro dell’informazione digitale. “Il progetto ha preso forma durante la pandemia di Covid-19, quando eravamo confinati nelle nostre abitazioni. In quel periodo ho sperimentato con incontri virtuali e, dopo diversi tentativi, è arrivata l’occasione di organizzare un evento in presenza”. Oggiano ha espresso il desiderio che questo festival rappresenti solo l’inizio: “Nella mia visione, il Digital Journalism Festival è il primo capitolo di una lunga serie di edizioni”.

Il giornalismo, una professione che ha subito profondi cambiamenti negli ultimi anni, deve affrontare sfide complesse. Oggiano mette in guardia contro un errore già commesso in passato: “In un’epoca in cui ci si è lasciati travolgere dall’immediatezza delle news online, abbiamo spesso privilegiato la quantità rispetto alla qualità degli articoli”. Egli avverte che il rischio ora è di replicare lo stesso errore, ma con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale al posto delle persone. “Dobbiamo evitare di cadere negli stessi automatismi”, ha concluso con fermezza.

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Finanza

Il futuro del settore bancario italiano: possibili scenari e prospettive

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Si delinea un possibile scenario a tre nel panorama bancario italiano. Qualora le ipotizzate operazioni di fusione si concretizzassero, si assisterebbe alla formazione di tre grandi gruppi bancari: Unicredit-Banco BPM, Intesa Sanpaolo e Monte dei Paschi di Siena-Mediobanca. Un’analisi condotta da Fabio Caldato, Portfolio Manager di AcomeA Sgr, evidenzia che il neo-gruppo Unicredit-BPM potrebbe dominare il mercato con una capitalizzazione stimata di 98 miliardi di euro e utili previsti pari a 11,2 miliardi, confermandosi come il soggetto più redditizio. Subito dopo si collocherebbe Intesa Sanpaolo, con una market cap di 85 miliardi e utili di 8,7 miliardi. Infine, il terzo gruppo, MPS-Mediobanca, pur rimanendo più contenuto con 25 miliardi di capitalizzazione, raggiungerebbe utili per 2,6 miliardi.

Dal punto di vista delle valutazioni di mercato, emerge un interessante confronto sui rapporti Price-to-Book. Il gruppo Unicredit-BPM si attesterebbe su un valore di 0,98, una cifra vicina al valore contabile, segno di una valutazione coerente con i significativi utili attesi. Intesa Sanpaolo, invece, registrerebbe un rapporto di 1,10, riflettendo la fiducia degli investitori nella solidità e nella capacità di generare profitti costanti. In coda, il gruppo MPS-Mediobanca avrebbe un rapporto di 0,92.

Questi numeri sembrano dimostrare l’efficienza del mercato azionario, con metriche che si rivelano coerenti sia in termini di capitalizzazione che di valori contabili. Sotto il profilo industriale, i due principali gruppi mantengono una posizione di leadership, sia in termini di dimensioni che di rilevanza sul mercato.

Secondo Caldato, tuttavia, il terzo polo, frutto dell’unione tra MPS e Mediobanca, potrebbe rappresentare un soggetto di grande interesse per il futuro. Sebbene le due banche siano profondamente diverse, una gestione adeguata e una leadership coesa potrebbero favorire una crescita superiore a quella dei due leader attuali, sottraendo loro quote di mercato. Si ipotizza, ad esempio, che il segmento di private banking di Mediobanca potrebbe trovare nuova forza grazie all’integrazione con MPS e ampliarsi ulteriormente sfruttando le peculiarità di entrambe le realtà. Anche il settore dell’investment banking di Mediobanca potrebbe beneficiare di un bacino d’utenza più ampio.

Va comunque sottolineato che, al momento, queste analisi si basano su scenari ipotetici e operazioni non ancora avvenute. Tuttavia, dal punto di vista finanziario, tali progetti presentano prospettive interessanti.

Nonostante queste previsioni, il top management di Mediobanca si oppone con fermezza a tale ipotesi di fusione e potrebbe valutare alternative, tra cui una possibile operazione con Banca Generali o il coinvolgimento di un “cavaliere bianco”.

Infine, ampliando ulteriormente gli scenari, Caldato suggerisce che una potenziale acquisizione di Mediobanca da parte di Unicredit, una possibilità che ha spesso stimolato l’interesse degli investitori, potrebbe avere un impatto significativo. Tale operazione, oltre a creare sinergie e vantaggi di scala, rafforzerebbe in modo definitivo l’influenza del gruppo su Assicurazioni Generali. Tuttavia, non vi sono al momento segnali concreti in questa direzione.

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