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Elezioni Usa, Trump e Harris nelle conversazioni online: l’analisi di Mimesi

La sola keyword Trump negli ultimi 13 mesi è stata menzionata in oltre un miliardo di contenuti; oltre 37 mln di contenuti postati da Harris dopo il 22 luglio

Harris vs Trump

Come si sono comportati Kamala Harris e Donald Trump nella loro interazione sui social media? Come e quanto potrà impattare sul risultato delle elezioni americane? Mimesi, leader nel settore del monitoraggio dei media, ha utilizzato la piattaforma di Social Media Listening Mimesi360 per analizzare le conversazioni online legate ai due candidati. La dimensione globale di questo evento è ben sintetizzata dalla quantità di contenuti postati dagli utenti sui due candidati, la sola keyword Trump negli ultimi 13 mesi è stata menzionata in oltre un miliardo di contenuti in tutto il mondo sui diversi canali social. Kamala Harris naturalmente era rimasta ai margini delle conversazioni fino al giorno della sua nomina in sostituzione a Joe Biden, i contenuti esplodono il 22 luglio con oltre 37 milioni di contenuti postati in una sola giornata.

Trend dei post che citano Kamala Harris. Periodo di analisi: ultimi 13 mesi. Fonte: Mimesi360

È indubbio che la capacità di Trump di alimentare la discussione, nel bene o nel male, sia complessivamente superiore; solo osservando gli ultimi 30 giorni di avvicinamento all’election day, la keyword “Trump” ha generato il 50% di contenuti in più rispetto alla candidata democratica. Non stupisce che, anche in virtù dell’approccio e delle storie dei candidati, sia molto diversa la composizione di genere che caratterizza le loro audience di riferimento: chi ha menzionato Trump nel corso degli ultimi 30 giorni è nel 67% dei casi di genere maschile mentre la percentuale di autori femminili si alza notevolmente quando ad essere citata è Kamala (45% dei suoi contenuti sono postati dalle donne).

È fondamentale interpretare anche le audience di riferimento e il contenuto dei post per qualificare che tipo di informazione venga veicolata e Mimesi360, piattaforme avanzata di analisi dei social media, ci ha consentito di estrapolare informazioni qualitative fondamentali per comprendere la narrazione che accompagna i due candidati. Per farlo Mimesi si è concentrata sulla comunicazione veicolata dai canali proprietari di Trump e Harris, analizzandone i post degli ultimi 30 giorni.

Il primo dato sorprendente è la diversa scelta di interazione scelta dai due candidati nel relazionarsi con i loro elettori. Mentre Kamala utilizza un tradizionale approccio “one to many”, Trump grazie sicuramente anche all’utilizzo di tecnologie di automazione e di auto-reply ha utilizzato un approccio quasi “one to one”, entrando in contatto con i singoli elettori e inviando loro personalmente inviti al voto o al supporto delle proprie campagne. In questo senso le numeriche rilevate sul solo X (che grazie anche all’apporto di Musk alla campagna elettorale di Trump si evidenzia sicuramente come un canale a trazione trumpiana) sono sorprendenti con il canale proprietario del candidato repubblicano che ha pubblicato oltre 842 mila tweet negli ultimi 30 giorni, il 99% dei quali sono messaggi diretti ai singoli account dei potenziali elettori.

Esempio di post “auto-reply” proveniente dall’account ufficiale di Donald Trump. Periodo di analisi: ultimi 30 giorni. Fonte: Mimesi360

Anche il contenuto dei post pubblicati sui propri account proprietari riflette le diverse strategie comunicative con l’obiettivo strategico di suscitare emozioni diverse sulla audience degli elettori USA con linguaggi molto diversi come si evince dall’analisi delle wordcloud. Il linguaggio di Kamala molto concentrato sulla figura di Donald Trump e il suo potenziale “unchecked power”, sul suo proporsi come Presidente meno divisivo (“President of all Americans”) e utilizzando keyword come: “middle class”, “health care”, “reproductive freedom”. Il linguaggio di Trump invece rivolto ad amplificare il suo claim Make America Great Again, ironico nel rivolgersi alla rivale come “Comrade”, e utilizzando un linguaggio molto forte con termini come: “destruction”, “fight”, “election of our lifetime”, “save america”.

Secondo poi gli algoritmi di analisi dei testi ed estrapolazione delle “emotions” per Kamala Harris gli algoritmi rilevano una maggiore presenza di “gioia” (34% vs 26% nei post di Trump) e “disgusto” (10% vs 2%) mentre per Trump rilevano una maggiore presenza di “tristezza” (15% vs 9% nei post di Kamala) e “paura” (14% vs 11%).

Emotions rilevate dall’analisi dei post pubblicate dal profilo ufficiale di Donald Trump. Periodo di analisi: ultimi 30 giorni. Fonte: Mimesi360

Le elezioni americane dimostrano come il rapporto tra politica e social media sia in continua evoluzione, spingendo candidati, elettori e piattaforme a confrontarsi con un ecosistema comunicativo complesso e in rapida trasformazione. Guardando al futuro risulta chiaro che la capacità di adattarsi a queste dinamiche sarà cruciale per qualsiasi leader politico, e che un uso consapevole e trasparente dei social media potrà rappresentare un vantaggio competitivo decisivo, non solo per raggiungere gli elettori, ma per costruire una connessione autentica e duratura con loro. Domani scopriremo chi sarà diventato il 47° Presidente della Storia degli USA e sarà interessante comprendere quale approccio alla comunicazione dei social media sarà risultato vincente.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Ucraina, Kiev: “Piena adesione a Nato unica garanzia...

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Attaccate nella notte infrastrutture energetiche a Rivne. Russia rivendica conquista due villaggi a Zaporizhzhia e nel Donetsk

Macerie in Ucraina - (Fotogramma)

''La piena adesione'' dell'Ucraina ''alla Nato è la sola garanzia di sicurezza di fronte all'invasione russa''. Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri ucraino. ''Siamo convinti che la sola vera garanzia per la sicurezza dell'Ucraina, oltre che come deterrente per ulteriori aggressioni russe contro l'Ucraina e altri Stati, è la piena adesione dell'Ucraina alla Nato'', si legge nella nota del ministero.

Kiev accusa i russi: infrastrutture energetiche nel mirino, altro attacco a Rivne

Le autorità ucraine accusano i russi di aver attaccato nella notte un'infrastruttura energetica nella regione ucraina di Rivne. "Un altro attacco del nemico contro la regione di Rivne - ha scritto su Telegram il governatore della regione, Oleksandr Koval - L'obiettivo era un'infrastruttura energetica. Tutti i servizi interessati sono al lavoro". Al momento non ci sono notizie di vittime.

Secondo Kiev sono più di 2.000 le strutture sanitarie distrutte o danneggiate in Ucraina dal 24 febbraio di due anni fa, giorno dell'invasione russa. Secondo il ministero della Salute di Kiev, riporta Ukrinform, sono 2.167 le strutture sanitarie che risultano distrutte o danneggiate. "A inizio dicembre 2024 risultano danneggiate dal nemico 1.878 strutture sanitarie e altre 289 sono state distrutte - denunciano - Gli ospedali delle regioni di Kharkiv, Donetsk, Mykolaiv, Kyiv, Chernihiv, Dnipro, Kherson e Zaporizhzhia hanno subito il peggio". Inoltre, secondo il ministero, in più di mille giorni di conflitto sono state danneggiate 235 ambulanze e altre 264 sono andate distrutte. I russi sono accusati di averne prese 125.

Russia rivendica conquista due villaggi a Zaporizhzhia e nel Donetsk

Il ministero della Difesa russo ha rivendicato la conquista di altri due villaggi in Ucraina e in particolare nella regione meridionale di Zaporizhzhia e nell'est del Paese. Si tratta, si legge nella nota, nel villaggio di Novodarivka nella regione di Zaporizhzhia e di Romanivka nell'oblast di Donetsk.

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Esteri

Francia, dal governo di coalizione al tecnico: cosa farà...

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L'allarme del primo ministro Barnier: "Rischio di serie turbolenze finanziarie". Stasera il premier parlerà in tv

Emmanuel Macron - Afp

Governo appeso a un filo in Francia. Il premier Michel Barnier, che stasera sarà ospite di Tf1 e France 2 per un'intervista in diretta da Matignon durante il telegiornale delle 20, ha avvertito ieri che c'è il rischio di ''serie turbolenze finanziarie'' nel caso in cui non dovesse essere approvata la legge di bilancio e il governo dovesse cadere. Un allarme confermato dai mercati.

Le possibili scelte di Macron

Ma se davvero il Rassemblement National (Rn) dovesse riuscire, unendosi con il Nouveau Front Populaire (Nfp), a far cadere il governo Barnier, il presidente francese Emmanuel Macron avrebbe diverse scelte davanti a sé. Tranne quella di sciogliere il Parlamento perché, avendolo già fatto a giungo, non potrà farlo prima del giugno del 2025.

Il capo dell'Eliseo potrebbe, ad esempio, confermare Barnier come primo ministro. Ma gli analisti la ritengono la scelta meno probabile e il Parlamento la considererebbe provocatoria. Macron potrebbe anche chiedere ai partiti di provare a costruire una nuova coalizione, questa volta più solida.

Il presidente potrebbe anche decidere di nominare un governo tecnico per supervisionare l'amministrazione per altri sei mesi. Ultima ipotesi, quella di dimettersi lui stesso e di convocare nuove elezioni presidenziali e parlamentari. Ma anche questo, per il momento, è giudicato improbabile.

Escluso invece il rischio di uno shutdown sul modello statunitense, quindi niente blocco delle attività amministrative. E questo perché la Costituzione francese consente al governo, anche ad interim, di approvare una legge di emergenza che di fatto prolunga di qualche mese il bilancio dell'anno precedente. Per questo i dipendenti del settore pubblico, ad esempio, continueranno a essere pagati.

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Esteri

Gaza, accordo Fatah-Hamas: un comitato per amministrare la...

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Prevista l'istituzione di un comitato congiunto per la gestione

Bombe su Gaza - (Afp)

Fatah e Hamas hanno concordato l'istituzione di un comitato congiunto per la gestione della Striscia di Gaza, dopo una proposta con la mediazione dell'Egitto. Lo scrive il giornale israeliano Haaretz, secondo cui l'accordo è arrivato nei colloqui al Cairo che si sono conclusi ieri e prevede che la commissione si occupi degli aiuti umanitari, anche della distribuzione, dell'amministrazione civile di Gaza e della supervisione della ricostruzione della Striscia e del valico di Rafah, al confine tra l'enclave palestinese e l'Egitto.

E' atteso un decreto da parte del leader palestinese Mahmoud Abbas per la creazione del comitato, che sarà subordinato al governo palestinese per quanto riguarda le questioni amministrative, finanziarie e giuridiche. Sarà composto, secondo la stampa araba, da dieci, quindici persone, anche tecnici.

Al-Araby Al-Jadeed scrive di avere una copia del documento concordato al Cairo con l'accordo per la costituzione del comitato, composto da palestinesi, per il dopoguerra a Gaza.

Ieri il Cairo aveva confermato la presenza di delegazioni di Fatah e Hamas nella capitale egiziana per colloqui con l'obiettivo di "arrivare rapidamente a un'intesa" riguardo "la gestione delle attività quotidiane nella Striscia di Gaza sotto controllo totale dell'Autorità palestinese".

Gaza finì nel 2007 in mano a Hamas. Israele, che porta avanti una campagna militare contro il gruppo nella Striscia dall'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele, rifiuta qualsiasi futuro ruolo per Hamas a Gaza.

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