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Emilia Romagna, Bonaccini: “Difesa del suolo sia priorità, giuste le preoccupazioni dei cittadini”

L'ex governatore commenta la ricerca Adnkronos-Socialdata in vista regionali

Stefano Bonaccini (Fotogramma)

"La difesa del suolo e la salvaguardia del territorio dovranno essere in cima alle priorità di chi governerà l'Emilia Romagna nei prossimi cinque anni. Visto quanto accaduto in queste settimane non solo nella nostra Regione, ma anche in Spagna, in Francia, in Romania, in Austria, in Repubblica Ceca e in Ungheria, comprendo bene le preoccupazioni sollevate da cittadini e utenti in merito all'impatto del maltempo. Per questo sono convinto che il governo statale e quello regionale debbano lavorare insieme per trovare risorse sempre più importanti per il nostro territorio". Queste la parole di Stefano Bonaccini, presidente del Partito Democratico ed eurodeputato, nonché presidente della Regione Emilia Romagna dal 2015 al 2024, a commento della ricerca realizzata dall'Adnkronos con l'agenzia SocialData sui temi più discussi dagli utenti sulle piattaforme online nei mesi precedenti alle elezioni regionali del 17 e 18 novembre.

"Le discussioni sulla sanità emerse in diverse province della nostra Regione - argomenta Bonaccini - sono giustificate dalla scelta del governo di investire esclusivamente sul sistema privato, indebolendo quello pubblico: in questo modo si mette a rischio la salute dei cittadini in modo irresponsabile". Infine, l'ex presidente dell'Emilia Romagna ha commentato le preoccupazioni degli utenti riguardo al lavoro, specificando che la prossima amministrazione regionale dovrà lavorare con forza per "portare avanti il rapporto molto forte che abbiamo creato in questi anni tra aziende, lavoratori, sindacati e associazioni d'impresa per consentire alla nostra Regione di rimanere la locomotiva d'Europa, come l'ha descritta la stessa Giorgia Meloni".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Economia

Briatore vende il Twiga a Del Vecchio

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Briatore: "Devo dedicarmi alla Formula 1". Del Vecchio: "Twiga è simbolo di eccellenza"

Briatore e Del Vecchio

Il Twiga di Briatore passa a Leonardo Maria Del Vecchio. "Il mio rinnovato impegno in Formula Uno, come capo di Alpine Formula One Team, richiede la mia massima attenzione e un tempo significativo, rendendo necessario un minore coinvolgimento nell'operatività del Gruppo", dice Briatore. "Tuttavia, Majestas continua lo sviluppo internazionale dei brand Billionaire e Crazy Pizza con risultati eccellenti e con l'impegno di collaboratori di grande esperienza e professionalità. Auguro buon lavoro a Leonardo Maria e al suo team".

Del Vecchio: "Twiga non solo brand ma simbolo d'eccellenza"

"Questa acquisizione conferma il nostro impegno per lo sviluppo del settore dell’hospitality italiana, un comparto che riteniamo fondamentale per il futuro del Paese" dice in una nota Del Vecchio, il presidente di Lmdv Capital. "Twiga non è solo un brand, ma un simbolo di eccellenza e stile italiani riconosciuto in tutto il mondo. Integrarlo in Triple Sea Food significa non solo valorizzare un’eredità di successo, ma anche proiettarlo verso nuove opportunità", sottolinea Leonardo Maria Del Vecchio. Questa operazione, aggiunge, rappresenta molto più di un’acquisizione: "Non ci limitiamo a sommare numeri o a espandere il portafoglio di location. Con questa operazione, Triple Sea Food dà vita a un modello unico, in cui tradizione e innovazione si fondono per offrire esperienze straordinarie ai nostri clienti, valorizzando l’ospitalità e la socialità come espressione della migliore cultura italiana".

"Da due anni investiamo in questo settore, e l’acquisizione rappresenta un altro passo importante. Siamo orgogliosi di aver creato uno dei più grandi gruppi di ristorazione in Italia, consolidando un modello vincente che unisce alta cucina, intrattenimento e design esclusivo".

Concludendo, Leonardo Maria Del Vecchio guarda al futuro con ottimismo: “Questa operazione è solo l’inizio di un percorso che ci porterà a ridefinire gli standard del settore. Siamo pronti a raccogliere la sfida, a continuare a investire con coraggio e a portare il meglio dell’Italia ovunque nel mondo partendo dalle nostre persone al centro di ogni nostro progetto”.

L'accordo di acquisizione

Lmdv Capital ha firmato un accordo per l’acquisizione del Brand Twiga e di 4 location del gruppo Gruppo Majestas, che fa capo a Flavio Briatore, accordo col quale Triple Sea Food, gruppo di proprietà di Lmdv Capital, si avvia a diventare uno dei più importanti protagonisti dell’hospitality di lusso nel nostro Paese. Lo rende noto il family office che fa capo a Leonardo Maria Del Vecchio.

Il closing dell’operazione, subordinato al positivo completamento delle condizioni previste nel contratto firmato tra le parti, è prevista per il primo trimestre 2025, quando nascerà un colosso “made in Italy” della ristorazione di lusso con proiezione internazionale.

L’operazione prevede l'acquisizione del 100% del brand e delle quattro location Twiga Forte dei Marmi, Twiga Montecarlo, Twiga Baia Beniamin e lo storico immobile del Billionaire a Porto Cervo che dal prossimo anno diventerà Twiga. Il fatturato delle due società combined è stimato in circa 50 milioni nel 2024 con proiezioni di forte crescita nel 2025 e negli anni successivi. Lavorano nel nuovo gruppo oltre 600 persone, ambasciatori dell’Italian style. L’unione di Triple Sea Food e Twiga dà il via a una nuova era per il settore fine dining e luxury hospitality e segna una forte accelerazione dello sviluppo del gruppo di proprietà di Lmdv Capital.

Twiga, marchio storico del gruppo Majestas, è nato nel 2000 in Versilia per poi crescere e affermarsi a livello internazionale come icona dell’hospitality di lusso: un brand solido e altamente redditizio, supportato dall’impegno di 360 persone. Triple Sea Food guida l’evoluzione della ristorazione di lusso e con Twiga nasce un big player italiano da circa 50 milioni di fatturato. Questa acquisizione si inserisce in un piano strategico più ampio di Lmdv Capital, che mira a integrare il brand Twiga nel proprio ecosistema, rafforzando il gruppo di ristorazione del fine dining Triple Sea Food, che ha già conquistato una posizione di rilievo in Italia grazie a un modello di business virtuoso e a un’offerta che unisce qualità, sostenibilità e un forte focus sull’esperienza del cliente.

Triple Sea Food ha dimostrato una crescita esponenziale in soli 24 mesi, arrivando a gestire cinque location e tre brand – Vesta Milano, Vesta Forte dei Marmi e Vesta Paraggi; Casa Fiori Chiari Milano; Trattoria del Ciumbia Milano – grazie a una forza lavoro complessiva di 250 dipendenti. L’acquisizione del Twiga di Majestas da parte di Triple Sea Food rappresenta un punto di svolta per il panorama italiano della ristorazione di lusso e costituisce anche un esempio virtuoso della strategia 'buy and build' di Lmdv Capital, un modello che crea sinergie operative e un’offerta sempre più completa e diversificata. Il progetto di sviluppo punta su una visione chiara: rafforzare l'identità del brand Twiga e innovare l’offerta ristorativa delle sue location esclusive grazie all’integrazione con l’offerta di Triple Sea Food. Nella location di Montecarlo verrà inaugurato un ristorante Vesta. La location di Billionaire Porto Cervo diventerà Twiga e ospiterà al suo interno Casa Fiori Chiari e Vesta.

L’espansione non si ferma qui: con le nuove aperture già previste per il 2025 si stima di superare i 60 milioni di fatturato. Nell’operazione Lmdv Capital è stata supportata per attività di diligence da PwC e Pedersoli Gattai e Majestas da Ecy e Bonelli Erede.

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Economia

Il rally del Bitcoin non si ferma, tra l’assist di...

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L'ultimo record ieri quando per la prima volta nella storia ha sfondato il tetto dei 100mila dollari. A gennaio la criptovaluta compie 16 anni

Bitcoin (Fotogramma/Ipa)

Non si arresta la scalata del Bitcoin dopo che ieri, la prima volta nella storia, ha sfondato il tetto dei 100mila dollari sulla scia dell'annuncio da parte di Donald Trump di nominare Paul Atkins, sostenitore della criptovaluta, al vertice della Sec, la Securities and exchange commission che vigila sulla borsa e i mercati finanziari, equivalente della Consob italiana.

Un'escalation quella della criptovaluta che sotto la spinta del lancio degli Etf (Exchange traded funds) assurge ormai al rango di bene rifugio al pari dell'oro. Il tutto con un valore che da inizio anno è più che raddoppiato segnando +131%.

La storia del bitcoin

Lanciato il 3 gennaio del 2009, il primo blocco emesso ne comprendeva appena 50 con un valore praticamente pari allo zero. Alla sua prima transazione come valuta di scambio, 10mila bitcoin bastarono a un programmatore negli Stati Uniti per acquistare due pizze nel maggio 2010. Oggi, a meno di un mese dal 16esimo anniversario dalla nascita, supera soglie simboliche e, secondo gli analisti più ottimisti, continuerà la salita fino a 200mila dollari il prossimo anno.

La promessa di Trump

La promessa di Trump di fare degli Stati Uniti l'Eldorado delle criptovalute, ha sollevato i timori del Consiglio per la stabilità finanziaria (Fsoc) che ha invitato il Congresso a legiferare per evitare rischi per la stabilità finanziaria del Paese. "In assenza di adeguati standard di gestione del rischio, le criptovalute rappresentano un rischio potenziale per la stabilità finanziaria a causa della loro vulnerabilità alle corse agli sportelli bancari", si legge in un comunicato del Fsoc, nel quale si reitera l'invito al Congresso ad "emanare una legislazione per creare un quadro prudenziale federale completo per gli emittenti di criptovalute" e si raccomanda di approvare "una legislazione che fornisca ai regolatori finanziari federali un'autorità normativa esplicita sul mercato dei contanti per gli asset cripto che non sono titoli".

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Economia

Scadenze fiscali dicembre 2024: dall’IMU al concordato

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Diverse scadenze fiscali del mese di dicembre 2024: dal saldo IMU al termine per l’adesione al concordato preventivo biennale, dopo la riapertura, passando per il pagamento della sesta rata della rottamazione quater

Scadenze fiscali dicembre 2024: dall’IMU al concordato

Anche il calendario del dicembre 2024 si presenta ricco di scadenze fiscali.

Il primo giorno lavorativo del mese, il 2 dicembre, il calendario è stato aperto dalla scadenza del secondo acconto delle imposte sui redditi, dopo lo slittamento rispetto alla data originaria di sabato 30 novembre.

Tra pochi giorni sarà anche l’ultimo giorno utile per i pagamenti relativi alla sesta rata della rottamazione quater, il 9 dicembre.

In calendario c’è anche la scadenza per l’adesione al concordato preventivo biennale, dopo la riapertura che interessa soltanto i soggetti ISA.

Dicembre è inoltre il mese dell’IMU, con il versamento del saldo della principale imposta sulla casa.

Rimangono in calendario anche le canoniche scadenze: dagli adempimenti periodici per i sostituti d’imposta all’invio degli elenchi intrastat.

Rottamazione quater: il 9 dicembre è l’ultimo giorno per il pagamento

Il 9 dicembre è l’ultimo giorno utile per il pagamento della sesta rata della rottamazione quater.

La scadenza originaria era fissata al 30 novembre ma, tenendo in considerazione i cinque giorni di tolleranza per pagamento tardivo e l’ulteriore differimento per i termini che coincidono con festivi, si potrà pagare nei termini entro il 9 dicembre 2024.

Lo conferma la nota pubblicata dall’Agenzia delle Entrate Riscossione, sul portale istituzionale.

In caso di mancato versamento si perderanno i benefici della definizione agevolata delle cartelle e riprenderanno a decorrere i termini di prescrizione e decadenza per il recupero degli importi dovuti.

Le somme già versate verranno considerate come versamenti di acconto sull’importo dovuto.

Concordato preventivo biennale: con la riapertura c’è tempo fino al 12 dicembre

La riapertura dei termini del concordato preventivo biennale ha riflessi anche sul calendario del mese.

Alcuni contribuenti potranno ancora scegliere di aderire al patto con il fisco fino al 12 dicembre, quindi anche oltre la scadenza fissata allo scorso 31 ottobre.

Possono accedere alla proroga le partite IVA che applicano gli ISA, gli indicatori sintetici di affidabilità fiscale. Sono invece esclusi dalla riapertura i contribuenti che applicano il regime forfettario.

IMU: pagamento del saldo alle porte

Il 16 dicembre è in calendario la scadenza del saldo IMU 2024.

Il termine relativo alla principale “tassa” sulla casa riguarda i proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale, che non beneficiano di alcuna esenzione dal versamento dell’imposta.

L’imposta è dovuta dai soggetti che possiedono fabbricati, esclusa l’abitazione principale (a patto che non rientri nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9), aree fabbricabili e terreni agricoli.

Dopo il pagamento della prima rata, fissato allo scorso 17 giugno, il versamento del saldo apre la seconda metà del mese.

Le regole per il calcolo restano le stesse. Se per l’acconto è stato possibile utilizzare le aliquote fissate dal Comune di riferimento per la scorsa annualità, per corrispondere il saldo si dovrà tener conto delle nuove aliquote fissate con apposito regolamento.

Adempimenti periodici IRPEF, IVA e contributi INPS in calendario il 16 dicembre

Il 16 dicembre, come di consueto, sono in programma gli adempimenti periodici IRPEF, IVA e contributi INPS a cui devono provvedere le partite IVA, sostituti d’imposta.

In merito gli adempimenti IRPEF, devono essere versate le ritenute alla fonte a titolo d’acconto operate dai sostituti d’imposta su:

● redditi di lavoro dipendente e assimilati corrisposti nel mese precedente. Oltre alle ritenute il sostituto d’imposta deve versare anche le addizionali comunali e regionali;

● redditi di lavoro autonomo corrisposti nel mese precedente, provvigioni per rapporti di commissione, di agenzia, di mediazione e di rappresentanza corrisposte nel mese precedente.

Con lo stesso modello F24 utilizzato per il versamento delle ritenute si può provvedere al versamento dei contributi INPS, dovuti dal datore di lavoro sulle retribuzioni corrisposte nel mese di novembre.

Sono chiamate alla cassa anche le partite IVA con liquidazione mensile.

Ravvedimento speciale: pagamento dell’ultima rata entro il 20 dicembre 2024

Il 20 dicembre 2024 è fissato in calendario anche l’appuntamento con l’ultima rata del ravvedimento speciale, per regolarizzare le violazioni relative alle dichiarazioni relative al 2022 e agli anni precedenti.

Si deve provvedere al pagamento dell’ottava o la quarta rata.

Deve segnare la data in agenda chi ha richiesto di mettersi in regola tramite il pagamento sanzioni ridotte a un diciottesimo, a prescindere dal momento in cui ha aderito e dal periodo d’imposta che deve essere sanato.

Con il versamento dell’ultima rata degli importi dovuti si conclude la procedura di regolarizzazione delle violazioni tributarie.

Elenchi intrastat: invio entro il 27 dicembre 2024

A pochi giorni dal natale sono chiamati ad un appuntamento con il Fisco gli operatori intracomunitari che effettuano operazioni di cessioni di beni o prestazioni di servizi nei confronti di altri soggetti UE.

Entro il 27 dicembre devono infatti essere inviati gli elenchi intrastat, con due giorni di ritardo rispetto alla scadenza ordinaria.

La data interessa i soggetti con obbligo mensile, che devono trasmettere i dati relativi alle cessioni e\o prestazioni di servizi intra UE per le operazioni del mese di novembre 2024.

Acconto IVA: pagamento entro il 27 dicembre

Il 27 dicembre è in calendario anche il versamento dell’acconto IVA.

La scadenza interessa le partite IVA:

● con liquidazione mensile;

● con liquidazione trimestrale.

I soggetti dovranno provvedere al calcolo dell’imposta dovuta con uno dei tre metodi:

● metodo storico;

● metodo previsionale;

● metodo analitico.

Il primo metodo prevede il calcolo dell’acconto sulla base di quanto pagato in precedenza, stabilendo un acconto IVA pari all’88 per cento dell’imposta corrisposta nel periodo precedente.

Il secondo metodo prevede che l’acconto IVA sia calcolato su una previsione delle operazioni che sono state effettuate nell’ultimo periodo dell’anno. Anche in questo caso deve essere versata la percentuale dell’88 per cento dell’imposta stimata.

Il terzo metodo consiste nel calcolo dell’acconto sulla base delle operazioni effettuate entro il 20 dicembre 2024. In questa terza ipotesi il contribuente è chiamato a versare il 100 per cento dell’imposta che deriva dalle liquidazioni.

Nel calcolo devono essere considerate:

● le operazioni annotate nel registro delle fatture emesse (o dei corrispettivi) dal 1° dicembre al 20 dicembre per contribuenti mensili o dal 1° ottobre al 20 dicembre per contribuenti trimestrali;

● le operazioni effettuate, ma non ancora registrate o fatturate, dal 1° novembre al 20 dicembre;

● le operazioni annotate nel registro delle fatture degli acquisti dal 1° dicembre al 20 dicembre, per contribuenti mensili, o dal 1° ottobre al 20 dicembre per contribuenti trimestrali.

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