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Centrosinistra, lo schiaffo ligure spinge per coalizione più stabile, Sala si muove al centro

Bonaccini: "Siamo a uno snodo, serve un centrosinistra nuovo, senza veti né personalismi". E i dem si chiedono se M5S terrà su alleanza

Schlein e Conte - Fotogramma

Elly Schlein è già pronta a rimettersi in campagna elettorale: domenica sarà in Umbria con Stefano Bonaccini per spingere la candidata Stefania Proietti nella sfida, che si profila all'ultimo voto, per strappare la regione al centrodestra. La segretaria tornerà a battere sui temi che caratterizzano l'opposizione dem. A partire dalla difesa della sanità pubblica dai tagli del governo Meloni. Tagli, sostiene il Pd, che costringono chi ha i soldi per farlo, verso il privato. E la notizia oggi sul sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, offre a Schlein su un piatto d'argento la controprova: "Lo abbiamo sempre detto. La destra non sta smantellando la sanità pubblica per sciatteria, ma per un preciso disegno". Nel mirino lo spot di una clinica privata, di cui Gemmato è socio, come soluzione alle liste d'attesa del pubblico. Un "palese conflitto d'interessi" per Schlein che chiede le dimissioni Gemmato e chiarimenti a Meloni sulla sua nomina.

Se la campagna per le regionali di novembre è in primo piano, lo schiaffo ligure però brucia ancora e la 'lezione' su quanto accaduto porta ad accelerare riflessioni, e non solo, sulla necessità di una coalizione più solida e stabile. Non sono passate inosservate le ultime dal Movimento 5 Stelle con l'appello di Marco Travaglio a Giuseppe Conte perché molli ogni alleanza organica con il Pd. Un campanello d'allarme che non viene ignorato e ragione in più che spinge i dem a riflettere sull'alternativa, da costruire, alla destra.

Il richiamo di Bonaccini

Stefano Bonaccini lo dice così: "In Emilia-Romagna e Umbria tutte le forze di opposizione alla destra si presentano unite a sostegno di Michele de Pascale e Stefania Proietti. Ma non c’è dubbio che siamo a uno snodo: se vogliamo costruire un’alternativa credibile e competitiva alla destra sul piano nazionale, a partire dalle 6 Regioni che andranno al voto l’anno prossimo, bisogna costruire un centrosinistra nuovo, che vada oltre gli accordi occasionali e sappia parlare alla maggioranza degli elettori".

Bonaccini disegna così il 'nuovo centrosinistra' di cui parla: "Io credo che il Pd debba fare fino in fondo il Pd, cioè la forza centrale di una alleanza larga e competitiva di centrosinistra. Così come è indispensabile e preziosa un'alleanza con le forze che stanno alla nostra sinistra, è altrettanto indispensabile avere un'alleanza con forze moderate e liberali, laiche o cattoliche che siano". La gamba 'centrista' che anche ieri animava i capanelli in Transatlantico. In modo trasversale. Non solo tra i riformisti dem, ma anche nella sinistra Pd. Goffredo Bettini, per dire, ne parla da tempo.

Sala l'aggregatore

Chi potrebbe essere l'aggregatore di un nuovo soggetto del genere? Tutti gli indizi portano a Beppe Sala, sebbene ieri alla Camera non ne fossero tutti convinti. Chi allora? Magari Paolo Gentiloni? Chi ci parla, lo esclude. Intanto, il sindaco di Milano si muove. Ha fatto sapere di aver parlato con Schlein e di aver posto alcune condizioni per un suo eventuale impegno a "costruire il centro", a partire dalla constatazione dell'impossibilità di tenere insieme Renzi e Calenda.

Oggi Gianni Cuperlo in un pezzo sull'ultimo film su Enrico Berlinguer ha richiamato alcune riflessioni del segretario Pci sull'esigenza di evitare il saldarsi del centro con la destra: "Anche oggi, come mezzo secolo fa, l’alternativa a questa destra passa dall’urgenza di evitare il saldarsi di un blocco moderato, liberale e di centro con l’anima più trumpiana che alberga tra gli eredi del fascismo e gli epigoni leghisti di legge, ordine e galera per chi protesta". Aggiunge Cuperlo: "Quel mondo moderato, laico e cattolico, se davvero esiste trovi forme, modi, linguaggio e profili per aggregarsi attorno a un progetto alternativo alle pulsioni autoritarie in capo al pessimo governo che c’è. Il tempo" per farlo "non è infinito, ma c’è. Sciuparlo in rimbrotti e recriminazioni sarebbe un peccato quasi imperdonabile".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Politica

Lega, Salvini titolare del logo: lo ‘spadone’...

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Il 9 gennaio l'Ufficio marchi del Mimit ha approvato la domanda presentata nel 2018

Matteo Salvini

Lo 'spadone' di Alberto da Giussano è ufficialmente nelle mani di Matteo Salvini. A quasi sei anni dalla domanda di registrazione, il leader della Lega è ora a tutti gli effetti il titolare del logo con l'immagine del leggendario condottiero che nel 12esimo secolo avrebbe partecipato alla battaglia di Legnano guidando la 'Compagnia della Morte' a difesa dell'autonomia dei Comuni lombardi. E che poi è diventato il simbolo dell'ascesa della Lega Nord di Umberto Bossi.

Secondo quanto rileva l'Adnkronos, lo scorso 9 gennaio l'Ufficio brevetti e marchi del Mimit (il Ministero delle Imprese e del Made in Italy), ha approvato la registrazione del logo di Alberto da Giussano esaudendo così la richiesta che Matteo Salvini aveva presentato il 15 giugno del 2018: nella stessa data, il vicepremier e segretario del Carroccio aveva depositato contestualmente anche la domanda per la registrazione del simbolo della 'Lega Salvini premier' (che contiene Alberto da Giussano) e di un altro logo dove compaiono solo la scritta 'Lega' e l'immagine del condottiero lombardo, senza la dicitura 'Salvini premier'. Anche per questi due marchi il 9 gennaio è arrivato il disco verde dell'Ufficio brevetti.

Matteo Salvini, dunque, "è a tutti gli effetti il titolare del logo di Alberto da Giussano, come si evince dal database" dell'Uibm, spiega all'Adnkronos l'avvocato Andrea Valente Cioncoloni dello Studio Consulenza Brevetti Cioncoloni Srl, che ha curato per conto del leader leghista la registrazione del marchio. Un iter lungo quasi sei anni quello che ha portato al via libera dell'Ufficio brevetti. Il file della domanda scaricabile dal sito dell'Ufficio contiene una sorta di 'storico' dove si fa riferimento a una "risposta a rilievo" depositata il 31 luglio del 2023 per rispondere a specifiche richieste dell'esaminatore ministeriale. Quando gli viene chiesto quali rilevi siano stati mossi dal Ministero, l'avvocato Cioncoloni non si sbilancia: "I tempi lunghi sono dovuti alle tempistiche d'ufficio. Ad ogni modo, i rilievi sono stati superati e siamo riusciti ad arrivare a dama".

Il marchio di cui Salvini è titolare è costituito dall'immagine di Alberto da Giussano "con la spada sguainata e rivolta verso l'alto e uno scudo nella mano opposta. Sullo scudo - si legge nella descrizione - è riportato il disegno del 'Leone di San Marco' con la spada sguainata".

Il logo è blu e bianco su sfondo bianco, il tutto inserito all'interno di un cerchio di colore blu. La registrazione è stata effettuata per le classi di Nizza 36, 41 e 45. Nei giorni scorsi la Lega aveva bollato come ''fantasie giornalistiche'' le indiscrezioni su modifiche al simbolo, in occasione del prossimo congresso. "Si parlerà di progetti, di come far crescere il partito e l'Italia, delle sfide nazionali e internazionali di cui la Lega è protagonista, di riforme, di lavoro e di sicurezza. Nessun cambio di nome in vista, nessun arretramento, nessun cambio di progetto", ha assicurato in una nota il partito di Salvini. (di Antonio Atte)

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Politica

Sondaggi politici: aumenta vantaggio Fdi su Pd, sale...

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E' quanto emerge dal sondaggio di Youtrend per Sky Tg24

Giorgia Meloni ed Elly Schlein (Fotogramma)

Nel sondaggio di Youtrend per Sky Tg24 diffuso oggi, Fratelli d’Italia è al 28,3%, esattamente cinque punti in più del Pd, che invece si attesta al 23,3%. Rispetto all’ultimo sondaggio del 9 dicembre il partito di Giorgia Meloni ha guadagnato lo 0,8%, mentre quello di Elly Schlein ha perso lo 0,9%. Più indietro il Movimento 5 Stelle, sostanzialmente stabile all’11,5%, mentre rispetto a un mese fa Forza Italia è cresciuta di un punto e mezzo toccando il 9,3% e risuperando la Lega, che è fotografata all'8,2%. Avs segue al 6,3%, mentre tutte le altre forze politiche sono al di sotto del 3%.

Rispetto a un mese fa cresce inoltre la fiducia degli italiani nei confronti della presidente del Consiglio (39%, +5 punti), e aumentano i giudizi positivi sul suo governo (43%, +9 punti).

Intenzioni di voto (con variazione rispetto al 9 dicembre): Fratelli d’Italia 28,3% (+0,8%), Partito democratico 23,3% (-0,9%), Movimento 5 Stelle 11,5% (-0,1%), Forza Italia 9,3% (+1,5%), Lega 8,2% (-0,4%), Alleanza Verdi Sinistra 6,3% (+0,3%), Azione 2,9% (-0,6%), Italia Viva 2% (-0,1%), +Europa 2% (=), Noi Moderati 1% (n.d.).

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Attualità

Vaticano: Appello all’accoglienza e nuove norme per...

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ROMA – Il recente appello di Papa Francesco in favore dell’accoglienza dei migranti si accompagna a una rigorosa revisione normativa volta a rafforzare la sicurezza interna del Vaticano. Le nuove disposizioni, che prevedono pene severe per gli ingressi illegali, hanno sollevato un dibattito che ha coinvolto anche esponenti politici di rilievo.

Le misure introdotte includono pene detentive fino a quattro anni e sanzioni amministrative che possono raggiungere i 25mila euro. Questi provvedimenti mirano a disciplinare l’accesso al territorio della Città del Vaticano, garantendo al contempo il rispetto delle normative vigenti. Secondo fonti interne, l’obiettivo è preservare la sicurezza e la tranquillità di uno degli Stati più piccoli e simbolicamente rilevanti al mondo.

La critica politica

Non sono mancate reazioni critiche. L’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci ha commentato la notizia attraverso un post pubblicato sulla piattaforma X (ex Twitter). Nel suo messaggio, Vannacci ha evidenziato una presunta contraddizione tra il messaggio di apertura e accoglienza espresso dal pontefice e le nuove norme adottate dal Vaticano. “Il Papa blinda il Vaticano: fino a 4 anni di carcere e 25mila euro di multa per ingressi illegali, in contrasto con l’appello all’accoglienza dei migranti”, ha scritto Vannacci, stimolando un acceso dibattito online.

Il Vaticano, nonostante le sue dimensioni ridotte, è frequentemente al centro dell’attenzione globale. Ogni decisione presa all’interno delle sue mura ha un impatto simbolico che supera i confini del piccolo Stato. La duplice esigenza di promuovere un messaggio di solidarietà e, al contempo, garantire la sicurezza interna rappresenta una sfida complessa, che coinvolge sia aspetti pratici che implicazioni morali e politiche.

Implicazioni e reazioni

La scelta di adottare pene così severe è stata giustificata come misura preventiva, mirata a scoraggiare ingressi non autorizzati in un luogo di altissimo valore spirituale e culturale. Tuttavia, la concomitanza tra queste misure e il rinnovato appello all’accoglienza di Papa Francesco ha alimentato un dibattito pubblico che coinvolge cittadini, analisti e politici.

Se da un lato alcuni sostengono la necessità di bilanciare apertura e sicurezza, dall’altro non mancano voci che interpretano le nuove norme come un segnale di incoerenza. Il confronto prosegue, con il Vaticano che si trova, ancora una volta, al centro di un delicato equilibrio tra ideali universali e gestione concreta delle proprie responsabilità interne.

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