Dopo gli entusiasmi della partenza la parabola degli Etf sembra essere entrata in una fase discendente. La dinamica negativa degli investimenti ha infatti raffreddato l’atmosfera che si era creata intorno a questi nuovi prodotti finanziari, in cui gli addetti ai lavori avevano riposto grande fiducia. C’è però chi scommette sul futuro di quest’avventura: si tratta di Canary. La piattaforma ha recentemente annunciato di aver chiesto l’autorizzazione alla Sec. In caso di parere positivo, i suoi Etf sbarcheranno sul mercato statunitense.
Fintech
Canary chiede l’autorizzazione per il lancio dei suoi Etf
Dopo gli entusiasmi della partenza la parabola degli Etf sembra essere entrata in una fase discendente. La dinamica negativa degli investimenti ha infatti raffreddato l’atmosfera che si era creata intorno a questi nuovi prodotti finanziari, in cui gli addetti ai lavori avevano riposto grande fiducia. C’è però chi scommette sul futuro di quest’avventura: si tratta di Canary. La piattaforma ha recentemente annunciato di aver chiesto l’autorizzazione alla Sec. In caso di parere positivo, i suoi Etf sbarcheranno sul mercato statunitense.
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Russia, stop al mining cripto in alcune regioni
Le esigenze belliche costringono il governo russo a una revisione dei rapporti con la comunità cripto. Con un provvedimento emanato nelle ultime ore, il Ministero dell’Energia ha infatti imposto lo stop al mining cripto in alcune regioni del Paese. Le ragioni della misura sono da ricercare nei problemi di approvvigionamento causati dall’invasione dell’Ucraina, e nelle esigenze di riorganizzazione generale dell’apparato produttivo. Lo riporta in un comunicato la TASS, la più importante agenzia di stampa russa.
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Russia, stop al mining cripto in alcune regioni
Le esigenze belliche costringono il governo russo a una revisione dei rapporti con la comunità cripto. Con un provvedimento emanato nelle ultime ore, il Ministero dell’Energia ha infatti imposto lo stop al mining cripto in alcune regioni del Paese. Le ragioni della misura sono da ricercare nei problemi di approvvigionamento causati dall’invasione dell’Ucraina, e nelle esigenze di riorganizzazione generale dell’apparato produttivo. Lo riporta in un comunicato la TASS, la più importante agenzia di stampa russa.