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Inaugurata Foresta Levissima, progetto di riforestazione in Val di Fiemme

L’iniziativa contribuisce non solo al recupero delle foreste, ma anche al ripristino della biodiversità e alla tutela del delicato equilibrio ambientale della zona

Inaugurata Foresta Levissima, progetto di riforestazione in Val di Fiemme

Tra il 28 e il 30 ottobre del 2018, la Tempesta Vaia ha colpito duramente il patrimonio forestale italiano, devastando aree boschive, 14 milioni di alberi totali nell’area Nord-Est italiana. Oggi, in occasione del sesto anniversario, Levissima rinnova il suo impegno nella rigenerazione ambientale dei territori colpiti. (VIDEO)

Nel territorio d’origine della sua acqua, Levissima ha avviato insieme al Consorzio Forestale Alta Valtellina, il Comune di Valdisotto e l’Università degli Studi di Milano un importante progetto per la rigenerazione delle zone colpite, e da quest’anno ha allargato il suo impegno anche alla Val di Fiemme, in Trentino-Alto Adige. Un’iniziativa di bonifica e rimboschimento che porta avanti insieme ad un partner di rilievo come Vaia, giovane startup locale, nata proprio con la missione di restituire al territorio in cui risiede ciò che ha perduto dopo la tempesta.

Con Vaia, infatti, è stata inaugurata la 'Foresta Levissima' in Val di Fiemme: un progetto di riforestazione che copre 4 ettari di uno dei territori più colpiti dalla tempesta, con l’obiettivo di piantare 6.000 nuovi alberi. L’iniziativa contribuisce non solo al recupero delle foreste, ma anche al ripristino della biodiversità e alla tutela del delicato equilibrio ambientale della zona. Il progetto di riforestazione è reso possibile anche grazie alla partecipazione attiva dei cittadini attraverso la piattaforma di sostenibilità Rigeneriamo Insieme, creata per coinvolgere le persone nella salvaguardia dell’ambiente e permettere a chiunque di contribuire in modo concreto alla tutela degli ecosistemi montani e del pianeta.

In particolare, ogni acquisto, tramite piattaforma, del Vaia Cube, un amplificatore per smartphone realizzato artigianalmente con il legno degli alberi abbattuti dalla tempesta, consente la piantumazione di un nuovo albero. Un semplice gesto che rende ciascun cittadino parte attiva nel processo di rigenerazione del patrimonio naturale.

“L'anniversario della Tempesta Vaia è per noi un'occasione concreta per rinnovare il nostro impegno verso la riforestazione e la tutela ambientale - ha affermato Elena Limido, Senior Brand Manager di Levissima - Il progetto Rigeneriamo Insieme e la Foresta Levissima fanno parte del nostro impegno per ridurre l’impatto sul pianeta, attraverso azioni semplici ma concrete, tangibili, che possano fare la differenza sul lungo termine, a partire proprio dalla tutela delle foreste, polmoni verdi del nostro pianeta”.

L’iniziativa rappresenta un altro passo nel percorso di sostenibilità di Levissima, che da anni investe in progetti di sensibilizzazione e tutela dell'ambiente, a partire dall’ecosistema montano e dai territori in cui ha origine la sua acqua, in collaborazione con partner locali. Il progetto di piantumazione di quest’anno è solo l’inizio di un percorso che vedrà crescere, anno dopo anno, il numero di alberi piantati, con l’obiettivo di ripristinare integralmente le aree devastate dalla Tempesta Vaia.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Economia

Suigo (Inwit): “Sostenibilità parte essenziale nostra...

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Il direttore relazioni esterne, comunicazione e sostenibilità di Inwit, è interventuto a 'I giovani e la sostenibilità. Talenti da valorizzare'

Michelangelo Suigo, direttore relazioni esterne, comunicazione e sostenibilità di Inwit

"La sostenibilità è parte essenziale della nostra strategia industriale nella quale la sostenibilità è perfettamente integrata attraverso il Piano Esg, e rappresenta un driver di crescita economica e di creazione del valore per tutti i nostri stakeholder. In qualità di abilitatore della digitalizzazione, contribuiamo anche alla riduzione del digital divide e allo sviluppo economico, sociale e culturale delle comunità in cui operiamo, per superare le barriere territoriali, che molto spesso si tramutano in barriere sociali, in un’ottica di inclusione e di sviluppo del 5G". E' quanto ha detto Michelangelo Suigo, direttore relazioni esterne, comunicazione e sostenibilità di Inwit, intervenendo a 'I giovani e la sostenibilità. Talenti da valorizzare', evento di apertura della 'Social Sustainability Week' in corso al Palazzo dell'Informazione del Gruppo Adnkronos a Roma, commentando i contenuti della ricerca di Eikon Strategic Consulting Italia dal titolo ‘Giovani e sostenibilità sociale’.

“Continuiamo a lavorare -ha sottolineato Suigo- per abilitare territori sempre più digitali, inclusivi e sostenibili, da consegnare alle generazioni future. Un tema, questo, su cui le nuove generazioni sono molto sensibili: secondo l’indagine realizzata per Inwit dall'Istituto Piepoli dal titolo 'Il valore delle infrastrutture digitali', per i giovani tra i 18 e i 34 anni la rete digitale si posiziona tra le prime 3 infrastrutture in termini di priorità di investimento per la crescita sostenibile del Paese”.

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Economia

Calo delle vendite di automobili in Italia, -10,8% da...

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Nell'undicesimo mese del 2024 sono state immatricolate in Italia 124.251 autovetture

Automobili - Agenzia Fotogramma

Calano le vendite di automobili in Italia. A novembre sono state immatricolate 124.251 autovetture con un calo rispetto allo stesso mese del 2023 del 10,8% mentre il consuntivo dei primi undici mesi dell’anno si è chiuso con 1.452.973 immatricolazioni e con un calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno dello 0,2%. Il Centro Studi Promotor spiega che "è legittimo prevedere che il consuntivo dell’intero anno chiuderà più o meno sui livelli del 2023, cioè a quota 1.566.000, con un calo sul livello dell’anno che ha preceduto la pandemia, cioè sul 2019, del 18,3%. E a ciò si aggiunge che le prospettive per il 2025 non appaiono positive".

Dall’inchiesta congiunturale mensile condotta dal Csp a fine novembre emerge infatti che "solo il 5% dei concessionari interpellati prevede per i prossimi mesi vendite in aumento, mentre il 37% ipotizza stabilità sui bassi livelli attuali e il 58% si attende un calo delle immatricolazioni". In questo quadro, spiega il Csp, "non conforta certo il fatto che la situazione italiana non differisca significativamente da quella dell’Unione Europea. Le ragioni del mancato recupero da parte del mercato dell’auto dell’Unione dei livelli ante-pandemia vanno ricercate essenzialmente nella politica per la transizione energetica nella mobilità dettata all’Unione essenzialmente dall’ambientalismo ideologico. Le conseguenze sono ormai sotto gli occhi di tutti. I diktat, le multe miliardarie ai produttori di auto e la caduta delle vendite hanno determinato, come è noto, una gravissima crisi con chiusure di stabilimenti e licenziamenti in massa e il concreto pericolo dell’invasione dei mercati dell’Unione da parte di prodotti cinesi".

Il mercato delle auto usate in crescita

D’altra parte, sottolinea il Centro Studi Promotor, "i forti aumenti dei prezzi delle auto hanno prodotto un calo della domanda di auto nuove e un rinnovato interesse per il mercato delle auto usate che gode di ottima salute in quanto beneficia sia della domanda di ceti sociali che non possono più permettersi di acquistare un’auto nuova, che di quella di ceti emergenti, come gli immigrati, che si accontentano di auto usate che in altri tempi sarebbero state rottamate. A tutto questo si aggiunge il fatto che la maggior parte degli acquirenti di auto elettriche le compra come auto da aggiungere a quella o quelle già possedute. Per cui all’acquisto di un’auto elettrica corrisponde generalmente un incremento del parco". L’insieme degli elementi citati, afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, "sta determinando nel nostro Paese una situazione per molti aspetti paradossale.

Le vendite di auto nuove sono molto depresse, ma il parco circolante continua ad aumentare e ciò nonostante che la popolazione sia in calo. Prima della crisi da pandemia nel 2019, secondo l’Isfort (Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti), il tasso di motorizzazione in Italia era pari a 65,6. Ciò significa che per ogni 100 abitanti circolavano 65,6 autovetture. Nel 2023 questo tasso è salito a 69,4 ma è aumentata anche l’età media delle auto circolanti con ripercussioni negative sia sulla sicurezza della circolazione che sull’ambiente".

-17,1% immatricolazioni auto elettriche

Anche il mercato italiano delle auto elettriche rallenta a novembre. Il mese scorso, in particolare, sono state immatricolate 6.601 vetture full electric, in calo del 17,1% rispetto al novembre 2023, con una quota di mercato pari al 5,3% (dal 5,7% del novembre 2023). E' quanto emerge da un'elaborazione di Motus-E. Negli 11 mesi le auto elettriche registrate nella Penisola sono 59.126, in linea con lo stesso periodo dello scorso anno (-0,6%), con una market share pari al 4,1%, analoga al periodo gennaio-novembre 2023. Al 30 novembre il parco circolante elettrico italiano risulta composto da 272.105 auto.

L'elettrico continua a confermarsi sostanzialmente allineato al mercato auto complessivo: negli 11 mesi il 53,5% delle immatricolazioni full electric fanno capo ai privati (il valore si attesta al 58,3% considerando tutte le alimentazioni), l’8,1% alle flotte aziendali (5,2% considerando tutte le alimentazioni), il 9,3% alle autoimmatricolazioni e concessionari (10,7% considerando tutte le alimentazioni) e il 29,1% ai noleggi (25,8% considerando tutte le alimentazioni).

Sollevando lo sguardo sugli altri grandi Paesi europei, nei primi 10 mesi dell’anno la quota di mercato delle auto elettriche si attesta al 17% in Francia, al 13,3% in Germania, al 5,3% in Spagna e al 18,1% nel Regno Unito, con l’Italia sempre in coda tra i major market del Continente (nei 10 mesi la market share italiana delle auto elettriche è stata di poco superiore al 3,9%).

"Stagnazione riflette l'incertezza normativa"

Il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso, ritiene che "la pericolosa stagnazione del mercato auto italiano" rifletta "il generalizzato clima di incertezza che caratterizza il quadro normativo e il dibattito pubblico nazionale sulle prospettive dell’automotive". "In una fase decisiva per il settore come quella che stiamo attraversando - sottolinea Naso - è più che mai urgente un indirizzo strategico da parte delle Istituzioni chiaro e condiviso con l’industria, un grande coordinamento nazionale per il comparto, coerente con un contesto internazionale che vedrà la competitività della filiera italiana passare fatalmente dalla capacità di intercettare i megatrend globali dell’elettrificazione e della digitalizzazione".

Anche Roberto Vavassori, presidente di Anfia ha commentato i dati. "Se il tavolo Sviluppo Automotive dello scorso 14 novembre - dice - ha rappresentato un momento di confronto e un primo passo in direzione del rifinanziamento del fondo automotive, permane la necessità di strutturare un piano di politica industriale per il settore. Adesso è importante che il Governo concentri le risorse al momento disponibili, pur se non sufficienti, sul fronte dell'offerta, attraverso misure mirate al sostegno alle imprese che affrontano la transizione energetica, agendo in via prioritaria sulla riduzione del costo dell'energia e sul lancio di iniziative che favoriscano gli investimenti in ricerca e sviluppo”.

Il presidente di Unrae Michele Crisci auspica vivamente che "la transizione energetica diventi una priorità cruciale nei primi 100 giorni di attività della nuova Commissione europea. Consumatori e imprese necessitano ormai urgentemente di indicazioni immediate e certe per orientarsi in questa complessa fase di trasformazione". Il mercato italiano delle autovetture, rileva Unrae, "continua a mostrare segni di crisi preoccupanti, con il quarto mese consecutivo in contrazione dopo il -13,4% di agosto, il -10,7% di settembre e il -9,0% di ottobre. Novembre chiude con 124.251 nuove immatricolazioni, un calo del 10,8% rispetto alle 139.319 dello stesso periodo dell’anno precedente, che aveva una giornata lavorativa in più. Il cumulato degli 11 mesi va in rosso per la prima volta da inizio anno, con una flessione dello 0,2%: 1.452.973 immatricolazioni rispetto a 1.455.320 nel periodo gennaio-novembre 2023. Rispetto al periodo pre-covid, gennaio-novembre 2019, il calo è del 18,2%".

Le vetture Bev, sottolinea Unrae, "recuperano quota rispetto al 4,0% di ottobre, salendo al 5,3% (-0,3 punti rispetto allo stesso mese 2023), anche grazie alle consegne delle vetture ordinate in giugno con il breve beneficio degli incentivi, che sta generando un effetto altalenante nel corso dei mesi. Le auto Phev, invece, scendono al 3,1% dal 3,4% di ottobre, portando il totale di veicoli ricaricabili all’8,4%".

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Economia

Sostenibilità, Aragno (Eikon): “Per l’85% dei...

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La VP Eikon Strategic Consulting Italia, ha illustrato i risultati della ricerca dal titolo ‘Giovani e sostenibilità sociale’

Paola Aragno, VP Eikon Strategic Consulting Italia

Giovani e sostenibilità sociale, cosa pensano e come si comportano a casa e sul posto di lavoro? "L'85% ritiene fondamentale un lavoro che tenga conto della vita personale, è per loro importante essere ascoltati e coinvolti (84%) in azienda e giudicano importante la coerenza tra ciò che vogliono essere e il lavoro che vanno a scegliere (80%)". Così Paola Aragno, VP Eikon Strategic Consulting Italia, illustrando i risultati della ricerca dal titolo ‘Giovani e sostenibilità sociale’, presentata all’evento di apertura della Social Sustainability Week ‘I giovani e la sostenibilità, talenti da valorizzare’, questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma.

"I giovani under 35 intervistati non sono disposti a scendere a compromessi sugli aspetti contrattuali pur di lavorare (72%), il 62% pensa che sia giusto intervenire nel caso in cui si assista a comportamenti inopportuni in azienda, dato che sale al 66% per le donne ed è al 56% per gli uomini e sono contrari (61%) al gender cap in ambito professionale", spiega.

"Il 76% non consuma cibi pronti e non approva l'uso di delivery. Solamente il 60% pratica attività fisica con continuità, soprattutto gli uomini laureati, il 58% ritiene centrali le pari opportunità, il 53% non viene guidato nelle scelte d'acquisto dalla sostenibilità ma si concentra sul prezzo. Il 47%, e questo è un dato che ci deve far riflettere, ritiene che le donne siano più portate alla cura della casa e della persona, dato che per fortuna scende al 38% tra i più giovani", conclude.

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