Dossieraggi, Meloni: “Mettere fine a questo schifo”
La premier: "Problema non è hackeraggio ma infedeltà dei funzionari". Poi la questione migratoria: "Su accordo Italia-Albania ho ricevuto minacce di morte"
"Penso si debba mettere fine a questo schifo". Così la premier Giorgia Meloni, ospite di Porta a Porta, in onda stasera su Rai 1, riferendosi ai casi di dossieraggio che hanno coinvolto imprenditori e politici.
"Esiste un mercato delle informazioni, come si rubavano i gioielli, oggi accade con le informazioni. Prima in banca, poi a Milano, poi a Roma.... Avevamo già varato un tavolo, ma la cosa più importante è l'infedeltà dei funzionari, non sono degli estranei, ma funzionari italiani che usano il loro potere per fare altro con quelle banche dati, il problema non è l'hackeraggio", ha evidenziato la presidente del Consiglio.
Migranti
Sulla questione migratoria, Meloni ha scandito: "Se continuiamo così sarò io a dire che l'Italia non è un Paese sicuro, quando lo si dice per il Bangladesh parliamo di 180 milioni di abitanti a cui diciamo così 'venite tranquillamente in Italia'. Per alcuni l'obiettivo è impedire di fermare l'immigrazione irregolare". "Io - ha aggiunto - farò tutto quello che gli italiani mi hanno chiesto di fare". Poi, sul Memorandum con l'Albania, ha messo in chiaro: "Io farò di tutto per farlo funzionare". Meloni ha ricordato che per quel protocollo le sono arrivate "le prime minacce di morte".
Quanto al Tribunale di Bologna che "chiede alla Corte di giustizia europea l'autorizzazione a disapplicare l'ennesima legge italiana, da molti è stata vista come un'argomentazione più vicina a un volantino propagandistico che a un atto da tribunale. L'argomento della Germania nazista è efficace sul piano della propaganda, sul piano giuridico è più debole".
Manovra
Poi, parlando della legge di bilancio 2025 e dello sciopero di Cgil e Uil, la premier ha sottolineato: "Sciopero generale? C'è un pregiudizio, Cgil e Uil lo convocano prima di incontrare il governo sulla manovra".
Riforme
Tema riforme. "Noi siamo pronti per tutti i referendum. Sul premierato non cambio idea, perché sono convinta che sia la madre di tutte le riforme", ha ribadito la premier sollecitata sulla questione, con Bruno Vespa che le ricordava come oggi il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha detto di essere pronto anche al referendum sulla riforma della giustizia. "Noi siamo sempre pronti per il voto dei cittadini", ha detto Meloni.
Politica
Manovra, emendamento per stipendi più alti ai ministri
Ai membri del governo che non sono parlamentari verrebbe corrisposto "il trattamento economico complessivo" spettante a senatori e deputati
Arriva l'emendamento alla Manovra 2025 che equipara gli stipendi dei ministri non parlamentari a quelli eletti alla Camera e al Senato. L'ipotesi nel testo della proposta di modifica alla Manovra depositata ai relatori in Commissione Bilancio, secondo cui ai membri del governo che non sono parlamentari viene corrisposto "il trattamento economico complessivo" spettante a senatori e deputati.
In questo modo, di fatto, ai ministri spetterebbe non più solo l’indennità (già uguale per tutti) ma anche le altre voci che compongono lo 'stipendio' dei membri di Camera e Senato, come ad esempio la diaria o i rimborsi spese per l'esercizio del mandato.
In tutto sono otto ministri e una decina tra viceministri e sottosegretari i membri dell’esecutivo a cui andrebbe adeguato il trattamento economico per parificarlo a quello dei colleghi eletti. Il costo complessivo della misura infatti, secondo quanto stimato nel testo dell'emendamento, è pari a 1,3 milioni di euro l'anno.
Schillaci: "Non faccio scelte per motivi economici"
L'emendamento finisce al centro del dibattito politico. "Sarà il Parlamento a decidere. Nella mia vita non ho mai fatto nessuna scelta per motivi economici. Continuerò a non fare scelte per motivi economici, ma a fare ciò che mi piace fare. Non ho mai guardato al guadagno come la cosa più importante", dice il ministro della Salute Orazio Schillaci, a margine della sua partecipazione oggi ad Atreju a Roma, rispondendo alle domande dei giornalisti sul tema.
Opposizioni all'attacco
Dalle opposizioni arrivano critiche. "Pensate: hanno presentato un emendamento per aumentare lo stipendio di ministri, viceministri e sottosegretari. Ma come fanno a non vergognarsi? Ma in che mondo vivono?", scrive su Facebook Giuseppe Conte, leader del M5S, intenzionato ad affrontare il tema sabato 14 dicembre quando sarà ospite di Atreju, la manifestazione di Fratelli d'Italia: "Gli spiegherò di nuovo, senza reticenze, le mie ragioni. Senza risparmiare alcuna critica".
"Mentre gli italiani faticano ad arrivare alla fine del mese, il governo propone di aumentare lo stipendio ai ministri. È una vergogna", scrive su X Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato.
"L'emendamento che aumento stipendi a ministri e sottosegretari è indecente. Viviamo in un Paese dove si lavora tanto, troppo, non si viene pagati abbastanza e dove persino il diritto al riposo viene negato con salari fermi da 30 anni. L’emergenza salariale è il problema più grande del Paese ma per il Governo lo è solo se si parla dei ministri e sottosegretari non deputati. Non hanno senso del ridicolo", dichiara Marco Grimaldi, capogruppo di Avs nella commissione Bilancio della Camera.
"Il Presidente della Camera Fontana intervenga e dichiari non ammissibile un emendamento che tra l’altro prevede l’assurda equiparazione di un trattamento onnicomprensivo che prevede anche collaboratori (che i ministeri hanno) e di uffici parlamentari che un ministro non deputato non deve avere per evidenti motivi", conclude Grimaldi.
Politica
Manovra 2025, parlamentari e compensi esteri: arriva la...
Italia Viva contro l'emendamento che colpirebbe il leader
La norma anti Renzi nella Manovra 2025? Stop agli incarichi retribuiti per parlamentari e componenti di governo in favore di soggetti pubblici o privati non aventi sede legale o operativa nell'Unione europea: lo prevede, secondo quanto si apprende, un emendamento alla Manovra depositato dai relatori in Commissione Bilancio della Camera.
La proposta di fatto ricalca l'emendamento presentato da Fratelli d'Italia – che era stato dichiarato inammissibile – ribattezzato la norma 'anti-Renzi'. In caso di violazione del divieto il compenso percepito dovrà essere versato al bilancio pubblico entro trenta giorni dall'erogazione.
La posizione di Italia Viva
L'emendamento dal vago sapore sovietico, riferiscono fonti di Italia Viva, dá il segno della aggressione ad personam che addirittura il presidente del Senato consigliava di evitare. Si legifera per la prima volta nella storia fiscale italiana l'esproprio ad personam, con l'obbligo di versare il 100% del fatturato allo Stato, ovviamente a condizione che il fatturato sia quello di Matteo Renzi. Una norma pensata per colpire uno dei leader dell'opposizione dà anche il senso di una deriva sudamericana delle istituzioni.
Il primo partito di maggioranza legifera ad personam con un subemendamento contro uno dei leader dell'opposizione e lo fa violando tutte le consuetudini fiscali. Non si era mai vista -sottolineano le fonti del partito guidato da Renzi- norma ad personam della maggioranza contro un singolo esponente dell'opposizione. Stupisce che le forze di maggioranza che si definiscono liberali possano votare il primo esproprio proletario della storia fiscale italiana.
Politica
“Calci nel sedere a chi occupa case anziani”,...
L'intervento nel corso di un dibattito sulle occupazioni abusive e i 'ladri di case' ad Atreju. L'opposizione attacca: "Linguaggio volgare, inaccettabile per chi rappresenta le Istituzioni"
E' polemica sulle parole pronunciate oggi, 13 dicembre, dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, intervenuto a un dibattito sulle occupazioni abusive e i 'ladri di case' ad Atreju. "Ho scoperto di essere liberticida perché il dl sicurezza sarebbe un dl liberticida: io temo più banalmente che tuteliamo quell'Italia reale, normale che si alza, vuole i suoi diritti, e vuole lavorare, studiare e affermarsi nella vita", ha sottolineato Delmastro. "Vogliamo tutelare il legittimo proprietario della casa: un anziano va a fare una lunga degenza in ospedale ed è terrorizzato dall'idea di uscire da casa perché non sa se quella casa, frutto dei risparmi di una vita, sarà ancora sua", ha sottolineato facendo riferimento alle occupazioni abusive. "Noi vogliamo prendere per la pelle del culo quelli che occupano la casa di quell'anziano, dargli un calcio nel sedere e ridare il possesso della casa immediatamente all'anziano - ha osservato il sottosegretario - . E' liberticida? Temo di no, ma se lo fosse fiero di esserlo per tutelare l'Italia normale".
Critiche sono arrivate dall'opposizione. “In un Paese normale un sottosegretario come Delmastro starebbe preparando gli scatoloni. Oggi ha detto testualmente 'prenderemo per la pelle del culo chi occupa, la sinistra difende lo Ius solis, io fiero di essere liberticida’'. Che il deputato meloniano fosse 'liberticida' ne avevamo già avuto qualche avvisaglia mentre sapevamo della sua amicizia con Casapound, i 'fasci del terzo millennio' che da 21 anni occupano abusivamente un intero palazzo nel centro di Roma. Adesso abbiamo capito: per Delmastro esistono le occupazioni ‘cattive’ e quelle ‘buone’ dei suoi amichetti. Si chiama Ius Fasci!", ha detto Marco Grimaldi, vicepresidente di Avs alla Camera. La senatrice Enza Rando, responsabile Legalità del Partito Democratico, ha commentato: "Le parole sono importanti, ma il sottosegretario Delmastro Delle Vedove sembra ignorarlo. Un linguaggio volgare e inaccettabile da parte chi rappresenta la nostra Repubblica. Bisogna difendere i diritti delle persone con gli strumenti di uno Stato democratico, respingendo ogni violenza".