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Consegnate al Quirinale le onorificenze ai nuovi 25 Cavalieri del lavoro, premiati anche gli Alfieri

Il Presidente della Repubblica ha ricevuto e consegnato una Medaglia ai Cavalieri del Lavoro che appartengono all’Ordine da 25 anni: il direttore dell'Adnkronos Giuseppe Pasquale Marra, Mario Casoni, Enzo Cavallari, Piergiorgio Coin, Giovanni Gustavo Delle Piane, Gabriele Galateri di Genola e di Suniglia, Giorgetto Giugiaro, Learco Malaguti, Alessandro Scelfo.

Consegnate al Quirinale le onorificenze ai nuovi 25 Cavalieri del lavoro, premiati anche gli Alfieri

Consegnate questa mattina, mercoledì 30 ottobre, al Quirinale le onorificenze dell’Ordine 'Al Merito del Lavoro' ai 25 Cavalieri del Lavoro nominati dal Capo dello Stato Sergio Mattarella il 2 giugno 2024. Insieme ai neo Cavalieri del Lavoro sono stati premiati anche gli 'Alfieri del Lavoro', 25 tra i più bravi studenti d’Italia. "Oggi – ha detto Maurizio Sella, Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro – celebriamo non solo l’affermazione dei singoli, ma il valore dell’onorificenza, basata sul successo imprenditoriale come fattore di crescita economica, sociale”. Va valorizzato l’impegno, il lavoro, la dedizione, la passione che alimentano “il sacro fuoco del nostro essere imprenditori”. E va valorizzata l’etica. “Solo se si agisce mossi da questa fonte di energia positiva, se si fa buona impresa, è possibile andare lontano. Morality is longevity”.

“Conoscenza e ricerca rappresentano inoltre fattori essenziali anche per rispondere alla sfida ambientale. La produzione e il consumo di energia non possono che trovare nella sostenibilità il proprio comune denominatore. Ignorarlo condurrebbe a pagare in futuro costi economici e sociali ben superiori rispetto a quelli richiesti oggi”.

Maurizio Sella ha inoltre sottolineato il valore della sicurezza come fattore di competitività. “Non esiste buon lavoro se non viene garantita la sicurezza dei luoghi dove il lavoro viene esercitato. La sicurezza sul lavoro è un valore etico, morale e imprenditoriale irrinunciabile. Ed è anche un forte fattore di competitività e non un costo per le aziende”.

Cavalieri del Lavoro appartenenti all’ordine da 25 anni

“Principi democratici e progresso economico si tengono tra loro uniti. Il miracolo economico italiano del secondo dopoguerra, alla cui realizzazione tanto contribuì la figura di Luigi Einaudi, che qui intendo ricordare, è figlio di un Paese che torna alla libertà, che rifiuta il dirigismo e il protezionismo, che riconosce il diritto di voto alle donne, e quindi allarga i diritti, che si fa promotore di un processo di integrazione tra le nazioni d’Europa”. In occasione della cerimonia al Quirinale, il Presidente della Federazione dei Cavalieri del Lavoro Maurizio Sella ha consegnato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il libro “Donna e impresa. Storie di Cavalieri del Lavoro”. A sessanta anni dalla nomina della prima donna Cavaliere del Lavoro, il volume, curato dalla Federazione per i tipi di Marsilio Arte, intende mettere in luce, attraverso la storia imprenditoriale e la vicenda personale delle donne insignite dell'onorificenza nel ‘900, il contributo femminile al progresso dell’economia nazionale e al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del Paese.

Il Presidente della Repubblica ha ricevuto e consegnato una Medaglia ai Cavalieri del Lavoro che appartengono all’Ordine da 25 anni: il direttore dell'Adnkronos Giuseppe Pasquale Marra, Mario Casoni, Enzo Cavallari, Piergiorgio Coin, Giovanni Gustavo Delle Piane, Gabriele Galateri di Genola e di Suniglia, Giorgetto Giugiaro, Learco Malaguti, Alessandro Scelfo.

I 25 Cavalieri del Lavoro nominati nel 2023 sono: Lucia Aleotti (Toscana - Industria, Farmaceutica), Eufrasio Anghileri (Lombardia - Industria, Siderurgica), Giovanni Arena (Sicilia - Commercio, Grande distribuzione), Pietro Beccari (Estero - Industria, Moda e design di lusso), Marina Elvira Berlusconi (Lombardia - Industria, Editoria), Paolo Bertazzoni (Emilia-Romagna - Industria, Elettrodomestici), Maria Chiara Boni (Lombardia - Industria, Moda abbigliamento), Giorgio Campagnolo (Veneto - Industria, Abbigliamento sportivo), Carmine Caputo (Campania - Industria Alimentare, Molitoria), Caterina Imelde Caselli (Lombardia - Industria, Discografica), Carlo Cimbri (Emilia-Romagna - Terziario, Assicurazioni), Graziano Giordani (Marche - Artigianato, Ricami), Raffaella Leone (Lazio - Terziario, Cinematografia), Matteo Bruno Lunelli (Trentino Alto Adige - Vitivinicolo, Spumanti), Fausto Manzana (Trentino Alto Adige - Terziario, Servizi informatici), Giuseppe Marino (Piemonte - Industria, Ferroviaria), Francesco Giovanni Muntoni (Sardegna - Terziario, Alberghiero), Duilio Paolino (Piemonte - Industria, Macchinari agricoli), Vito Antonio Primiceri (Puglia - Terziario, Credito), Fabio Ravanelli (Piemonte - Industria, Cosmetica), Edoardo Roncadin (Friuli Venezia Giulia - Industria e commercio, Prodotti surgelati), Enrico Samer (Friuli Venezia Giulia - Terziario, Logistica), Antonio Serena Monghini (Emilia-Romagna - Industria energetica, Petrolio), Giovanni Sgariboldi (Lombardia - Industria, Cosmetici e profumi), Aquilino Carlo Villano (Campania - Industria, Aerospazio).

Alfieri del Lavoro, premiati anche i più bravi studenti d’Italia

In occasione del conferimento dell’onorificenza in Quirinale ai neo Cavalieri del Lavoro, vengono premiati anche gli “Alfieri del Lavoro”, i più bravi studenti d’Italia. Istituito nel 1961 in coincidenza del centenario dell’Unità d’Italia, il Premio “Alfieri del Lavoro” è promosso dalla Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro ed è destinato ogni anno a 25 studenti che abbiano terminato la scuola secondaria superiore con il massimo dei voti. Il numero dei premiati è legato a quello dei Cavalieri del Lavoro, a rimarcare la continuità dell’impegno nello studio e nella vita. Agli Alfieri del Lavoro va l’attestato d’onore e la Medaglia del Presidente della Repubblica.

I 25 Alfieri del Lavoro selezionati nel 2024 insigniti oggi della Medaglia del Presidente della Repubblica sono: Giovanni Antonucci (Bari), Mauro Alberto Avigliano (Potenza), Alessandro Bastarelli (Fermo), Francesca Bianchessi (Milano), Gabriele Sebastiano Cristaudo (Catania), Luca De Masi (Lecce), Alessandro Vincenzo De Vita (Siena), Franco Della Negra (Udine), Domenico Di Cristofano (Chieti), Maria Di Mauro (Caserta), Daniele Maria Falciglia (Enna), Camilla Fezzi (Verona), Gabriele Garofalo (Cosenza), Elisa Ipektchi (Roma), Giovanni Lo Schiavo (Salerno), Victoria Moranduzzo (Trento), Lorenzo Murace (Bologna), Alessio Neri (Livorno), Chiara Pirazzini (Ravenna), Francesca Carla Prato (Torino), Alessandro Serafini (Sud Sardegna), Matteo Severgnini (Cremona), Isabella Solari (Alessandria), Simona Taddeo (Brindisi), Sofia Vari (Frosinone).

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Economia

Torino-Cagliari 2 a 0 con doppietta di Adams

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La partita allo Stadio Olimpico Grande della città piemontese

Che Adams (Fotogramma/Ipa)

Il Torino, allo Stadio Olimpico Grande Torino, ha battuto il Cagliari per 2 a 0. Il calciatore inglese naturalizzato scozzese Che Adams ha messo a segno una doppietta al 6' e al 61esimo minuto. Con questa vittoria, valida per la 22esima giornata del campionato di serie A, il Torino sale a 26 punti agganciando temporaneamente l'Udinese al decimo posto. Il Cagliari resta fermo a 21 punti e al quattordicesimo posto.

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Economia

Tari, cosa cambia nel 2025 con introduzione tariffa puntuale

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La tassa sui rifiuti si trasforma per premiare che produce meno rifiuti indifferenziati

Cassonetti - (Fotogramma)

La Tari, la tassa sui rifiuti, subisce importanti cambiamenti nel 2025 con l’introduzione della tariffa puntuale, applicata con l’obiettivo di premiare chi produce meno rifiuti indifferenziati.

Cos'è la Tari

Acronimo di Tassa rifiuti, rappresenta il tributo locale destinato alla copertura dei costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani. Tale tassa è riscossa dai Comuni e viene pagata dai proprietari o detentori di immobili in grado di produrre rifiuti, indipendentemente dall’uso effettivo degli stessi.

Cosa cambia nel 2025

Agnese Giardini, collaboratrice di Immobiliare.it, spiega le novità del 2025. Da quest’anno, infatti, i Comuni cominceranno a calcolare l’importo della Tari basandosi sull’effettiva produzione di rifiuti indifferenziati. La tariffa puntuale sarà applicata con l’obiettivo di premiare chi produce meno rifiuti indifferenziati. Il nuovo regime è attivo dal 1° gennaio 2025 in alcuni Comuni, come Ravenna e Cervia. In una seconda fase, la nuova Tari sarà estesa a livello nazionale.

Sono tre le principali novità introdotte quest’anno.

1) L’importo della Tari non sarà più basato solo sulla superficie dell’immobile e sul numero di occupanti, ma anche sulla quantità effettiva di rifiuti indifferenziati prodotti. Questo sistema mira a incentivare la raccolta differenziata e ridurre la produzione di rifiuti non riciclabili.

2) Saranno introdotte nuove tecnologie e strumenti di tracciamento dei rifiuti (esempio tessere elettroniche e cassonetti intelligenti dotati di sistemi di apertura e conteggio tramite tessere personali), per responsabilizzare i cittadini-contribuenti.

3) Il nuovo calcolo intende premiare chi produce meno rifiuti indifferenziati.

La prescrizione della Tari

La Tari, come tutti i tributi locali, è soggetta a prescrizione, così come altre tasse, tra cui l’Imu. La normativa vigente stabilisce che la Tari si prescrive in un termine di 5 anni. Questo significa che, trascorsi 5 anni dal momento in cui il pagamento doveva essere effettuato, il Comune non può più richiedere il pagamento della tassa.

La prescrizione della Tari inizia a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui la tassa avrebbe dovuto essere pagata. Ad esempio, la Tari relativa all’anno 2018 inizia a prescriversi dal 1° gennaio 2019 e va in prescrizione il 1° gennaio 2024 (ma, a causa della sospensione dei termini per 85 giorni a causa del Covid, dal 9 marzo al 31 maggio 2020, questo termine è stato prorogato al 26 marzo 2024).

La prescrizione può essere interrotta da un atto formale di richiesta di pagamento, come una cartella esattoriale. Quando ciò accade, il termine di prescrizione si azzera e inizia nuovamente dal principio. Per esempio, se il Comune invia una cartella esattoriale nel quarto anno, il termine di prescrizione ricomincia a contare 5 anni da quel momento. In alcuni casi, la prescrizione della Tari può allungarsi. Questo avviene principalmente quando il pagamento è dovuto in seguito a una sentenza giudiziaria. Se il tribunale conferma, anche solo parzialmente, l’obbligo di pagamento della Tari, la prescrizione non è più di 5 anni, ma segue il termine ordinario di 10 anni.

Le cartelle esattoriali relative alla Tari seguono lo stesso termine di prescrizione della tassa stessa, ovvero 5 anni. Anche queste, come la Tari, possono vedere i termini di prescrizione interrotti da ulteriori notifiche di pagamento.

Una volta che la Tari è prescritta, il contribuente ha il diritto a non pagare la tassa. Tuttavia, non basta ignorare l’avviso di pagamento: è necessario far valere la prescrizione presentando un’istanza di autotutela per chiedere lo sgravio. Se il Comune non risponde, il contribuente ha 60 giorni di tempo per presentare un ricorso presso la Commissione Tributaria Provinciale.

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Finanza

Ops Mps su Mediobanca: tutti gli intrecci azionari

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Ops Mps su Mediobanca: tutti gli intrecci azionari

Una ragnatela di intrecci azionari. L'ops lanciata oggi da Mps su Mediobanca mette in moto una girandola di titoli e di azionisti destinata molto probabilmente a ridisegnare i cardini del sistema bancario italiano e gli equilibri nella gestione del risparmio. Mps, l'istituto bancario più antico del mondo, ribalta il suo ruolo. Non più promessa sposa e preda designata dopo il salvataggio, ma protagonista del risiko bancario. Oggi lo Stato italiano è primo azionista con l'11,731%, Delfin si piazza al secondo posto (9,780%) e il gruppo Caltagirone è al terzo con il 5,026%. In Mps è presente anche il gruppo Banco Bpm: oggi detiene il 5,03%, domani potrebbe arrivare a controllare il 9% se andrà in porto l'opa lanciata su Anima che oggi di Mps detiene il 3,992%. Su Banco Bpm pende però anche l'opa totalitaria lanciata da Unicredit dove tra gli azionisti c'e' Allianz (4,488%) e la famiglia Del Vecchio con il 2,775%.

La Delfin di Del Vecchio si ritrova anche in Mediobanca come primo azionista (19,81%) seguita dal Gruppo Caltagirone con il 7,76%, da Blackrock con il 4,23% e dal gruppo Mediolanum con il 3,49%. Blackrock è anche il primo azionista di Unicredit (7%) e il terzo di Commerzbank (7,3%), istituto tedesco al centro delle attenzioni di Unicredit. Ma in Mediobanca sono presenti anche altri azionisti riuniti in un accordo di consultazione rinnovato fino al 2027 lo scorso ottobre, che vale l'11,40% del capitale, dove la quota maggiore è detenuta dal gruppo Mediolanum (3,49%), seguito da Fin.Priv con l'1,72% (che ha sua volta come soci Assicurazioni Generali 14,3%, Italmobiliare 14,3%, Pirelli & C. 14,3%, Stellantis 14,3%, Telecom 14,3% e Unipol Gruppo 28,5%), da Monge & C con l'1,16% e dal gruppo Gavio con lo 0,82%. Ci sono poi quote minori figurano azionisti come il Gruppo Ferrero, il gruppo Lucchini e Vittoria assicurazioni.

Ma Mediobanca a sua volta con il 13,10% del capitale è l'azionista maggiore di Generali che ha siglato nei giorni scorsi una joint venture con la banca d'investimento Natixis creando un gigante nel risparmio gestito con 1900 miliardi di asset. Assieme a Piazzetta Cuccia in Generali si ritrovano il Gruppo del Vecchio con il 9,93%, il gruppo Caltagirone con il 6,92% e il gruppo Benetton con il 4,80%.

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