Conti correnti spiati, Meloni ironizza: “Il nostro dossieraggio quotidiano”
Inchiesta della procura di Bari su un ex dipendente di Intesa Sanpaolo che avrebbe effettuato oltre 7mila accessi tra 2022 e 2024. Nel mirino anche la sorella Arianna, l’ex compagno Andrea Giambruno nonché politici, militari e vip
Una inchiesta è stata avviata dalla Procura della Repubblica di Bari nei confronti di un dipendente di Banca Intesa Sanpaolo, ormai licenziato da agosto, che avrebbe effettuato per circa due anni accessi abusivi ai conti correnti, tra gli altri, della premier Giorgia Meloni, della sorella Arianna e dell'ex compagno, Andrea Giambruno. "Dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano", ha ironizzato sui social la presidente del Consiglio.
Secondo quanto scrive il quotidiano 'Il Domani', sarebbero stati violati anche i conti di altri politici, tra cui il presidente del Senato Ignazio La Russa, il ministro della Difesa Guido Crosetto, i ministri Raffaele Fitto e Daniela Santanchè, del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, del governatore del Veneto Luca Zaia, nonché del procuratore della Direzione nazionale antimafia Giovanni Melillo e del procuratore di Trani Renato Nitti.
"Il funzionario rischia ora guai grossi" dal momento che avrebbe violato "norme sulla privacy e la segretezza di dati ipersensibili". Per prima cosa è stato licenziato in tronco: "Una contromisura, quella dell'istituto di credito - prosegue il quotidiano - disposta l'8 agosto scorso dopo l'apertura di un apposito procedimento disciplinare". Quindi è stato aperto un fascicolo di inchiesta della magistratura del capoluogo pugliese. "Tra gli 'spiati' d'eccellenza ci sono infatti non solo politici di primo rango ma pure imprenditori, militari, sportivi".
Al momento, gli inquirenti "dicono di non conoscere i motivi sottesi all'attività del funzionario". "La mole di accessi sarebbe enorme", secondo il quotidiano ammonterebbero a "quasi settemila. Realizzati tra il 21 febbraio 2022 e il 24 aprile del 2024", per un totale di "oltre tremilacinquecento clienti 'portafogliati' di 670 filiali di Intesa Sanpaolo, sparse in tutta Italia".
I sospetti sono nati "grazie al lavoro della sicurezza della banca" e a "una denuncia parallela fatta da un correntista di una filiale del gruppo Intesa San Paolo di Bitonto, in provincia di Bari che sarebbe stato "informato dell'elevato numero di accessi informatici che erano stati effettuati da qualcuno sul proprio corrente. Ad avvisarlo sarebbe stato direttamente il direttore della filiale. Da qui gli accertamenti della procura di Bari , coadiuvata dai carabinieri presso la sede legale di Intesa San Paolo spa".
Come si è scoperta la 'spia'
Il comportamento del dipendente di Intesa Sanpaolo "è emerso nel corso delle ordinarie attività di controllo dovute da un istituto bancario, incluso un articolato sistema volto a individuare eventuali comportamenti anomali o a rischio relativi alle consultazioni effettuate dai dipendenti della Banca autorizzati al trattamento dei dati della clientela in funzione del ruolo ricoperto e delle attività svolte". Lo segnala Intesa Sanpaolo sottolineando come "nei confronti del dipendente sono state tempestivamente adottate le opportune iniziative disciplinari". Ricordando che la banca ha provveduto ad informare le autorità competenti Intesa ribadisce di essere costantemente impegnata a evolvere i sistemi nell'ottica di garantire la massima protezione dei dati della clientela".
No collegamenti tra inchieste Bari e Perugia
Non ci sono collegamenti al momento, a quanto apprende l’Adnkronos, tra l’inchiesta di Bari e quella portata avanti in questi mesi dalla Procura di Perugia relativa alla divulgazione di informazioni riservate e agli accessi abusivi ai sistemi informatici che vede indagati, tra gli altri, il finanziere Pasquale Striano e l’ex sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia Antonio Laudati.
Nell’inchiesta barese diversi sarebbero gli 'spiati' d'eccellenza con una mole notevole di accessi da parte dell’ex bancario ma nessun collegamento investigativo sarebbe emerso con l’inchiesta umbra.
Cronaca
Migranti, vigilanza per giudice Albano dopo le minacce
Controlli sulla sua abitazione e sul luogo di lavoro
A quanto si apprende, è stata disposta una vigilanza per la giudice della sezione immigrazione del tribunale di Roma Silvia Albano, dopo i messaggi di minacce arrivati sulla sua mail e sui social di Magistratura democratica (di cui il giudice è presidente dal novembre 2023) e in relazione ai quali il magistrato ha sporto denuncia. La misura è stata decisa nel corso di un comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica in prefettura a Roma.
Si tratta di una vigilanza generica radiocollegata che prevede passaggi di pattuglie e non posti fissi con riferimento al luogo di lavoro e all'abitazione della giudice.
"Il fatto che sia stata disposta la vigilanza per la giudice Albano denota il brutto clima che si respira non solo nei confronti di chi difende lo stato di diritto, ma anche verso chi applica la legge" dice il segretario di +Europa, Riccardo Magi. "I continui attacchi del governo alla magistratura quando non emette sentenze gradite a palazzo Chigi, e il fatto che l'esecutivo e la maggioranza stiano producendo atti legislativi che di proposito scavalcano il diritto comunitario e sono palesemente in contrasto con le norme internazionali, dimostra come ci sia una strategia ben precisa per aprire uno scontro istituzionale tra poteri dello Stato. Servirebbe uno sforzo da parte di governo e maggioranza per abbassare i toni che alimentano la tensione, come accaduto alla giudice Albano oggetto di minacce e alla quale ribadiamo la nostra solidarietà".
Cronaca
Neosposi scomparsi a Caserta, Pietro e Maria svaniti nel...
Maria Zaccaria e Pietro Montanino spariti quattro giorni dopo le nozze: i figli lasciati ai nonni, l'allontanamento a piedi e l'ultima telefonata alla sorella di lei. Poi più niente dal 29 ottobre. L'appello per ritrovarli
Sono scomparsi nel nulla da martedì 29 ottobre Maria Zaccaria e Pietro Montanino, due neosposi di Frattamaggiore, a Napoli, ma residenti a Cesa in provincia di Caserta dove sono stati visti l'ultima volta. Sono usciti a piedi senza dire dove andavano, hanno lasciato i figli in compagnia dei nonni e hanno fatto l'ultima telefonata martedì alle 17 circa, per avvisare la sorella di lei che avevano avuto un imprevisto ed era necessario andare a riprendere il bambino al calcetto. Da quel momento il telefono di Pietro è irraggiungibile. Quello di Maria invece era stato lasciato a casa.
"Venerdì scorso (25 ottobre) li ho uniti in matrimonio, al comune, col rito civile - racconta sui social Enzo Guida, sindaco di Cesa - e martedì sono scomparsi nel nulla. Si sono allontanati a piedi, senza lasciare tracce, lasciando due bambini a casa della nonna". Da qualche ora è partito l'avviso anche sui social, dopo la denuncia presentata dai familiari mercoledì mattina. "Chiunque abbia notizie, se qualcuno li ha visti, se vi capita di incontrarli, per cortesia, comunicate tutto immediatamente alle forze dell'ordine" chiede il primo cittadino.
All'appello di Enzo Guida si è aggiunto quello di don Maurizio Patriciello: "Pietro Montanino e Maria Zaccaria, genitori di due bambini, sono scomparsi da Frattamaggiore martedì 29 ottobre. Aiutiamoli a fare ritorno a casa. Diffondiamo la notizia. Il Signore ci benedica". Nelle due comunità del Casertano e del Napoletano sono ore di apprensione per la sorte dei due giovani sposi.
Cronaca
Trovate le carcasse di due esemplari di squalo volpe a...
Ieri alcuni cittadini hanno ritrovato la carcassa di due esemplari di squalo volpe in località “porto scalo” ai confini fra Ercolano e Torre del Greco, nel napoletano. Gli animali erano deceduti probabilmente a causa di un incidente con dei pescatori a caccia di tonni, secondo il sito che ha dato la notizia, Fondali Campania. In ogni caso sarà l’istituto Zooprofilattico di Portici ad indagare sulle cause della morte.
"La presenza di questi esemplari nelle acque di Torre del Greco può essere indicativa di alcuni fattori ambientali che spingono la specie a migrare verso aree meno usuali, come il Golfo di Napoli. Tuttavia il ritrovamento non è un evento straordinario, in quanto quelli animali frequentano mai da anni il Golfo d Napoli e purtroppo non è difficile che possano accadere incidenti causati da collisioni o pesca accidentale, come accaduto lo scorso anno" sottolinea il sito, che dà anche alcune indicazioni su questa specie: "Lo squalo volpe è una specie di squalo dalla morfologia unica, caratterizzata da una lunga coda a forma di frusta che utilizza per cacciare le prede. Di solito, preferisce le acque aperte e profonde, e avvistamenti così vicini alla costa risultano eccezionali. Con la sua velocità e agilità, lo squalo volpe rappresenta un predatore sofisticato e, allo stesso tempo, non costituisce una minaccia diretta per l’uomo. Questo squalo si nutre prevalentemente di pesci più piccoli e calamari, che caccia grazie alla forza della sua coda".