Manovra 2024, Ciriani: “No lacrime e sangue, non siamo governo delle tasse”
Il ministro dei Rapporti con il Parlamento: "Non ci sarà patrimoniale"
No alla patrimoniale, stop ai soldi ''gettati dalla finestra''. "L'espressione sacrifici per tutti'' usata dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti in relazione alla Manovra 2024, ''significa semplicemente che un'epoca dei soldi usati allegramente, gettati della finestra, si è chiusa definitivamente". Luca Ciriani, ministro dei Rapporti con il Parlamento, si esprime così a Radio 24 dopo le dichiarazioni del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti: "Il ministro ha parlato di sacrifici per tutti perché ha utilizzato un linguaggio serio e responsabile".
"Questa epoca è chiusa, è iniziata l'epoca della responsabilità e tutti sono chiamati al senso di responsabilità. Non sarà una manovra lacrime e sangue e poi voglio rassicurare tutti: noi non siamo il governo delle tasse'', dice Ciriani, che esclude categoricamente l'ipotesi di una patrimoniale.
''Fortunatamente non siamo in Francia e non abbiamo i problemi enormi che hanno il governo e la politica francesi. Fortunatamente le nostre previsioni di crescita sono buone, l'economia sta bene, nonostante un quadro molto difficile negli ultimi anni. La patrimoniale non è assolutamente all'orizzonte'', afferma Ciriani rispondendo a Maria Latella.
"I tempi della manovra? Purtroppo negli ultimi anni, per colpa un po' di tutti, una Camera ha sempre fatto da notaio senza avere la possibilità di approfondire la legge di bilancio. Il mio compito e la mia speranza è che questa volta si possa consentire sia alla Camera che al Senato di poterla esaminare con calma. Vedremo se questo sarà possibile", dice il ministro.
"Adesso il 9 ottobre viene approvato il Piano strutturale di bilancio e poi alla fine del mese viene inviata alla Camera e poi al Senato la nuova legge di bilancio. Faccio appello a tutti, affinché sia alla Camera che al Senato maggioranza e opposizione possano fare un lavoro calmo e approfondito'', afferma ancora.
Politica
Alla Camera question time con Ciriani, Salvini, Valditara e...
Oggi alle 15
Si svolge oggi, mercoledì 6 novembre, alle 15, il question time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall'Aula di Montecitorio, a cura di Rai Parlamento. Lo rende noto la Camera.
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, risponde a un’interrogazione - rivolta al ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr – sull’ipotesi di ulteriore rimodulazione del Pnrr e ai conseguenti effetti sulla realizzazione di progetti essenziali per il Paese (Faraone – IV-C-RE).
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, risponde a interrogazioni sulle iniziative per una nuova disciplina delle costruzioni e per la riforma della legge urbanistica (Mazzetti – FI-PPE); sulle iniziative in relazione al progetto di Rete ferroviaria italiana di ammodernamento della tratta Pescara-Roma e alle connesse espropriazioni, con particolare riferimento all'ipotesi alternativa della cosiddetta "variante plus" (Sottanelli – AZ-PER-RE); sulla criticità della disciplina in materia di installazione dei portabici sulle automobili (Maccanti – LEGA); sul progetto di trasferimento dei depositi chimici nel bacino portuale di Genova Sampierdarena (Pastorino – Misto-+Europa); sulle iniziative volte a garantire la sicurezza di passeggeri e personale a bordo dei treni, in particolare sui treni regionali, anche alla luce di recenti fatti di cronaca (Lupi – NM(N-C-U-I)-M).
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, risponde a una interrogazione sulle iniziative volte all'introduzione dell’insegnamento dell’educazione sessuale e affettiva nei corsi scolastici del primo e del secondo ciclo di istruzione (Zanella – AVS).
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, risponde a interrogazioni sullo stato di avanzamento dei decreti attuativi in materia di liste d’attesa ed elementi in merito all'utilizzo da parte delle Regioni dei fondi destinati all’abbattimento di tali liste (Foti – FDI); sulle iniziative urgenti per ricondurre la spesa sanitaria a valori in linea con gli altri Paesi europei e a tutela del Servizio sanitario nazionale, anche in relazione ad un asserito conflitto di interessi del Sottosegretario Gemmato (Braga – PD-IDP); sulle iniziative urgenti in ordine alle deleghe conferite al Sottosegretario Gemmato e in relazione ad un asserito conflitto di interessi (Quartini – M5S).
Politica
Trump vince elezioni Usa, da Meloni a Salvini: i messaggi...
La premier si congratula: "Con Italia nazioni sorelle". Il leader della Lega: "Ha vinto buonsenso"
Dalla premier Giorgia Meloni al vicepremier Matteo Salvini. Le congratulazioni a Donald Trump per aver vinto le elezioni Usa ed essere il nuovo presidente non si fanno attendere.
"A nome mio e del governo italiano, le più sincere congratulazioni al presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Italia e Stati Uniti sono Nazioni 'sorelle', legate da un’alleanza incrollabile, valori comuni e una storica amicizia. È un legame strategico, che sono certa ora rafforzeremo ancora di più. Buon lavoro presidente", scrive su X la presidente del Consiglio.
"Rivolgo al presidente Donald Trump le mie sentite congratulazioni. Con rinnovata determinazione, l'Italia conferma il proprio impegno al fianco degli Stati Uniti per affrontare insieme le sfide complesse che il presente ci pone, nella convinzione che solo uniti si possa garantire prosperità e stabilità. Buon lavoro al Presidente Trump. La Camera continuerà a percorrere la via del dialogo e della diplomazia parlamentare, già intrapresa grazie alla disponibilità e al proficuo scambio con lo Speaker Mike Johnson", ha commentato il presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana.
"Non vedo problemi per l'elezione di Trump, anche perché lui ha una naturale propensione verso l'Italia, simpatia per l'Italia", ha dichiarato a Sky Tg24 il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Ricordo quando lo incontrai, io ero presidente del Parlamento Europeo, a Bruxelles ci incontrammo, mi sembrava molto orientato a guardare con particolare attenzione all'Italia, e questo è un fatto importante".
In ogni caso "siamo al lavoro per rinforzare i legami solidissimi che abbiamo con gli Stati Uniti, il nostro principale interlocutore in politica estera. Le relazioni transatlantiche sono la priorità per il governo italiano, insieme ai rapporti con l'Unione Europea", ha aggiunto sottolineando: "Lavoreremo con l'amministrazione Trump che arriverà all'inizio di gennaio, credo che si potrà discutere di molte questioni"..
"Lotta all’immigrazione clandestina e taglio delle tasse, radici cristiane e ritorno alla pace, libertà di pensiero e no ai processi politici. Anche negli Usa vincono buonsenso, passione e futuro! Buon lavoro, Presidente Donald Trump", scrive su Instagram è il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini commentando le elezioni negli Stati Uniti.
In un'intervista a Rtl, Salvini alla domanda su cosa pensi del voto popolare a una figura controversa come quella di Trump ha risposto: "Lo chiedete a uno che il 20 dicembre rischia di essere condannato a 6 anni di galera, cioè carcere vero, per aver bloccato gli sbarchi. Se avessero potuto votare i giornalisti e politologi italiani, avrebbe vinto la Harris, ma il problema è che ha votato la gente, bianchi, neri, latini, giovani, anziani, milioni di donne e uomini liberi e per la prima volta Trump ha preso la maggioranza dei voti popolari non solo dei delegati".
E dopo aver detto che "se Trump riuscirà a riportare colloqui e dialogo tra Russia e Ucraina, tra Israele, Iran e Palestina potrà ambire al Nobel per la pace", ha affermato: "Una parte della vittoria sicuramente la ha Elon Musk. Io sono un convinto sostenitore del futuro dell'investimento in ricerca, in innovazione, intelligenza artificiale, spazio, cyber e sicurezza. Musk è un difensore della libertà di pensiero e parola. E' stato criticato a sinistra a prescindere perché non pensa il politicamente corretto. Ci sono stati cantanti e attori che hanno fatto campagna per Harris e altri per Trump. Non si capisce perché chi ha fatto campagna a sinistra vada bene, mentre gli altri siano mezzi delinquenti". E ha aggiunto: "Io mi occupo di ponti, grandi infrastrutture e trasporti ma per l'economia italiana e il futuro dei nostri figli la vittoria di Trump è una buona notizia. Determinante per i prossimi anni sul fronte della pace".
"Le mie congratulazioni al nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per questa importante vittoria. L’Italia è al fianco degli Stati Uniti e pronta a collaborare con la nuova Amministrazione nell’insegna del rapporto transatlantico e dei nostri comuni valori. Buon lavoro Presidente!". Così sui social la ministra per le Riforme e la Semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati.
"Gli Stati Uniti hanno scelto con determinazione e chiarezza la crescita, con tenacia e volontà lo sviluppo, la competitività, vogliono riaffermare il proprio primato anche per quanto riguarda la politica industriale e la competitività globale nel loro sistema economico e produttivo. Ed è per questo che noi riteniamo che la nostra Europa debba esprimere altrettanta ambizione, con altrettanta tenacia e visione strategica, quella di una politica industriale che punti alla competitività del nostro sistema produttivo e sociale. E lo possa fare al meglio in una logica di partnership con gli Stati Uniti in quel grande bacino transatlantico che poi ha anche il fondamento della nostra comune civiltà", ha commentato il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso a margine del forum nazionale delle telecomunicazioni. "Quindi la sfida del presidente Trump deve essere raccolta positivamente dalle istituzioni europee - ha aggiunto Urso - perché insieme dobbiamo restituire competitività al nostro sistema sociale che poi è anche fondamento del nostro sistema di valori".
"Auguri di buon lavoro a Donald Trump, 47° Presidente degli Stati Uniti, in virtù di una vittoria netta, estesa anche al voto popolare. Le sfide che attendono gli Stati Uniti sono molteplici e ci riguardano tutti: fermare le guerre in corso, contrastare con la massima fermezza le violazioni del diritto internazionale umanitario, aprirsi a una visione multipolare dei nuovi equilibri geo-politici, puntare a regole eque per il commercio internazionale evitando la spirale protezionistica dei dazi e contro-dazi. L’Italia - se riuscirà a esprimere visione e coraggio - potrà dare un contributo importante in ragione della tradizionale amicizia tra i nostri popoli e della solida alleanza tra i nostri due Paesi, ma anche per il nostro storico ruolo nell’ambito del Mediterraneo allargato e nella cornice europea". Lo scrive su X il leader M5S, Giuseppe Conte.
"L’Europa, adesso. L’elezione di Trump conferma tante cose che purtroppo già sapevamo sulla politica di questo decennio: paura e rabbia come principale meccanismo di voto; noncuranza verso l’etica pubblica e trionfo dei conflitti di interesse; politica come capacità di intrattenere ed essere 'star' prima che statisti; irrilevanza sostanziale dei risultati di governo. Si vota sulla base della propria corrispondenza identitaria ed è spesso un’identità costruita contro 'l’altro'". Lo scrive sui social Carlo Calenda, leader di Azione. "Tutto ciò nasce da una crisi lunga dell’Occidente innescata da parole d’ordine come globalizzazione, innovazione, multiculturalismo, diventate politiche ideologiche mal gestite da liberali e progressisti - aggiunge -. Ora l’Occidente vive la sua ora più buia. Separato, indebolito e incapace di ricostruire una leadership fondata sui valori che ne avevano fatto il punto di riferimento di chi desiderava vivere in un sistema libero e giusto. L’Europa, se vuole esistere ancora nell’era Trump, deve fare un salto di qualità immediato. Trump proverà a danneggiarci non solo indebolendo la posizione verso la Russia, scardinando la Nato e imponendo i dazi, ma anche costruendo alleanze con le personalità - Orban in primis - che non vogliono un’Europa più forte. Siamo soli e siamo divisi. Per chi come noi ha sempre creduto nell’idea di un Occidente forte, persuasivo e capace di tutelare la democrazia liberale nel mondo, è davvero un brutto momento, indubbiamente il peggiore dal fine della seconda guerra mondiale". "L’unico rimedio a ciò che accade e accadrà è riportare le persone all’impegno politico, alla difesa dei valori democratici e occidentali. Siamo in una fase della storia dove nessuno si salva da solo. Vale per i paesi europei così come per i cittadini italiani", conclude Calenda.
"La vittoria di Trump è a tutti gli effetti una sciagura per i diritti, per lo stato di diritto, per le minoranze, per la libertà, per la lotta al cambiamento climatico. Ma soprattutto rischia di essere una sciagura per l’Europa, che potrebbe trovarsi da sola a dover affrontare l’invasione di Putin in Ucraina, la questione mediorientale, il surriscaldamento globale, una crisi industriale senza precedenti, la conversione ecologica, la competizione cinese. È in questo momento che si sente la mancanza di una vera integrazione politica europea, che renda l’Ue un vero attore globale. È il momento della verità: o l’Europa diventa una vera Unione o precipiterà all’indietro". Lo dichiara il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
La vittoria di Donald Trump nelle elezioni presidenziali americane "per me non è un bel risultato", dice all'Adnkronos il capodelegazione del M5S nel Parlamento Europeo, Pasquale Tridico. "Però - aggiunge - noto una cosa: la destra fa la destra, e vince. Io penso che i movimenti progressisti devono tornare ad essere popolari, per poter tornare a vincere".
In passato, però, Giuseppe Conte, da presidente del Consiglio, aveva ottimi rapporti con Trump: "Non lo so - risponde - io sono nel Movimento da pochi mesi. C'è un posizionamento molto chiaro del Movimento - conclude - vogliamo ancorarci alla proposta popolare, che è quella che porterà verso la strada giusta".
Politica
De Luca sfida Schlein ma il Nazareno ribadisce: “Non...
Tra dem perplessità su modi e tempi scontro ma segretaria decisa su rinnovamento - Bonaccini, 'si vota tra un anno, ora pensiamo a Emilia e Umbria'
Lo rottura ora è ufficiale. La norma per il terzo mandato è passata martedì 5 novembre nel consiglio regionale campano. Nel Pd un solo astenuto, la consigliera Bruna Fiola. Gli altri tutti con Vincenzo De Luca contro l'indicazione della segretaria Elly Schlein. Tra i parlamentari dem non si parla d'altro in Transatlantico. Nel corridoio fumatori si vede anche la segretaria, silente per il momento con i cronisti. Per il Nazareno parla Igor Taruffi e fa sapere che la prova di forza del presidente De Luca "non sposta di un millimetro la posizione del Pd nazionale sul limite dei due mandati per le cariche monocratiche. Al di là del voto in consiglio quindi Vincenzo De Luca non sarà il candidato presidente sostenuto dal Pd alle prossime elezioni regionali".
Un muro contro muro, durissimo e palese. A Schlein che aveva chiuso al terzo mandato, come è stato per Stefano Bonaccini o Antonio Decaro, e chiesto un rinnovamento, la risposta di De Luca e del gruppo dem in consiglio regionale suona come una porta in faccia. I consiglieri sono più 'fedeli' al loro presidente che a Schlein? "E' sempre stato così, non è una novità", commenta un deputato campano che ricorda come al congresso i vertici dem della regione sostennero in blocco Stefano Bonaccini. Tutti tranne Marco Sarracino, attuale responsabile Sud della segreteria Schlein.
Le perplessità Dem
In Transatlantico però c'è una perplessità trasversale sullo scontro in atto, aperto da De Luca a cui Schlein non si è sottratta. Per i modi e per i tempi. In Campania si vota tra un anno, mentre tra 10 giorni ci sono Emilia Romagna e Umbria al voto. Lo dice Bonaccini così: "Si vota tra un anno e non tocca adesso stabilire il candidato. Mi concentrerei su Emilia e Umbria ora". Ma per Schlein, che aveva promesso di chiudere con i 'cacicchi' sin dal suo primo intervento all'assemblea nazionale dem da neosegretaria, le cose andavano chiarite qui ed ora. E la promessa di rinnovamento stavolta, a differenza di altre leadership dem in passato, mantenuta.
"Avevamo chiesto di rinviare il voto a dopo le regionali, per discuterne con calma. E' De Luca ad aver deciso di accelerare. E' andato dritto e la segretaria non poteva non reagire, ha fatto chiarezza", dicono dalle parti di Schlein. E chi è stato coinvolto in prima persona nelle interlocuzioni col presidente campano riferisce: "Noi le abbiamo provate tutte, Schlein compresa. Ma quando ti trovi di fronte un muro, di fronte a chi ti dice 'io mi candido comunque', le mediazioni stanno a zero". E ora? "C'è tempo e modo di recuperare, non ci possiamo permettere di consegnare alla destra la Campania", diceva ieri Debora Serracchiani ribadendo oggi il concetto a chi la interpella alla Camera.
E ancora Bonaccini: "C'è una legge nazionale che prescrive il limite dei due mandati. Io, come noto, l'avrei anche cambiata. Ma è ovvio che le leggi si rispettano. È stato fatto un lavoro enorme in questi anni da parte della giunta De Luca e sono certo che sia interesse di tutti valorizzarne i risultati insieme a tutta la coalizione. Poi, a tempo debito, ci metteremo a sedere e troveremo la soluzione più giusta per le prossime elezioni''.
Appunto, il tempo non manca. Mario Casillo, capogruppo del Pd nel consiglio regionale della Campania, eletto con ben 41.000 voti, dopo la 'rivolta' di oggi torna subito a invocare il dialogo. E la cosa non è passata inosservata ai piani alti del Nazareno. Dice Casillo: "De Luca non ha detto che si vuole candidare perché il presidente ha riconosciuto che il percorso della candidatura passerà per un ragionamento dell'alleanza. Mi auguro assolutamente che ci saranno degli incontri di dialogo nei modi e nei tempi giusti. Le elezioni regionali qui saranno tra un anno, abbiamo tutto il tempo e noi siamo convinti che ci sarà un percorso che possa portare a ricongiungere due posizioni che in questo momento sembrano distanti".
Il governo e la pistola scarica di De Luca
Del resto, la 'pistola' di De Luca alla fine potrebbe rivelarsi scarica. Non è detto che la norma sul terzo mandato vada in porto. Il governo potrebbe impugnarla. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, si limita a rispondere con un "adesso vediamo" ai cronisti che gli chiedono se il governo impugnerà la legge campana.
Più netto Edmondo Cirielli: "Premesso che parlo non come esponente del governo ma come politico perché non seguo la materia, io penso che il governo impugnerà'' questa legge perché è una ''normativa regionale chiaramente in contrasto con quella nazionale'', dice il viceministro degli Esteri e deputato di Fdi ai cronisti in Transatlantico.
Anche Forza Italia si pronuncia con una nota congiunta dei capigruppo Maurizio Gasparri e Paolo Barelli: "Siamo esterrefatti per l'ostinazione con cui De Luca porta avanti una causa persa. Fa approvare normative, nel tentativo illusorio di regalarsi un terzo mandato alla guida della Campania, andando in palese contrasto con le norme vigenti. Siamo certi che il governo impugnerà questo testo e che decisioni molto chiare saranno assunte dalla Corte Costituzionale".
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