Turismo, dai Gratzel alle vigne autunno slow a Vienna tra arte e autenticità
La capitale austriaca celebra i suoi quartieri e accoglie i visitatori in una stagione più viva che mai
Un autunno all'insegna dell'arte e della cultura, quello che si è aperto a Vienna, ma soprattutto del viaggiare 'slow'. Ad attendere i visitatori nella capitale austriaca, infatti, da fine settembre fino a novembre, numerosi eventi per ammirare capolavori artistici, architettura e design, nuove aperture, ma anche i Grätzel, i quartieri cittadini al di fuori del centro storico, che in questo 2024 l'Ente per il turismo di Vienna (www.b2b.vienna.info) invita a celebrare come luoghi di incontro, scambio e creatività, multiculturali e autentici, che ben si prestano a un ritmo lento e sostenibile.
E una visita slow ed ecologica può cominciare fin dal viaggio, grazie ai Nightjet, i treni notturni di nuova generazione che, per l'Italia, collegano Vienna con Venezia, con Milano e la Liguria e finalmente anche con Roma. Il 10 settembre, infatti, è stato inaugurato il nuovo Nightjet che - grazie alla cooperazione tra Trenitalia (Gruppo Fs) e la compagnia ferroviaria austriaca Öbb - unisce le due capitali con partenza dalla stazione Tiburtina ogni giorno alle 17:25 (fermate intermedie a Firenze Santa Maria Novella, Bologna Centrale, Villaco, Klagenfurt, Leoben, Bruck an der Mur) e arrivo a Vienna alle 9:04 del giorno successivo. A bordo, i passeggeri hanno a disposizione una serie di servizi tra cui minibar, Wi-Fi gratuito con accesso al portale Öbb Railnet Night e un moderno sistema di informazione. Le carrozze sono dotate di display con diverse funzioni, come il controllo delle luci o le chiamate al personale, oltre ai sistemi di videosorveglianza e di accesso elettronico per garantire ancora più sicurezza. Un'esperienza particolare di viaggio, che permette di addormentarsi a Roma e svegliarsi nella regione della Bassa Austria.
Una volta sbarcati alla Wien Hauptbahnhof, per dirigersi verso il centro e i quartieri circostanti, mantenendo l'ottica slow e sostenibile, si può scegliere di muoversi in tram, con la linea D, che dalla stazione arriva fino alle colline viennesi, attraversando, lungo il tragitto rimasto pressoché invariato dal 1931, numerose attrazioni, come il Palazzo del Belvedere, una parte della Ringstrasse e il quartiere dei Serviti.
Proprio il Servitenviertel, nel 9° distretto, con i suoi palazzi ottocenteschi (uno fra tutti, l'edificio della vecchia fabbrica di porcellana, oggi una delle sedi universitarie) e le strade piene di locali, è uno dei Grätzel più animati e storici di Vienna. Qui si respira un'aria un po' francese, tanto da essere rinominato 'piccola Parigi': vi ha sede, tra l'altro, una blasonata scuola francese, alle spalle dell'Hotel Harmonie, che fra libri e collezioni d'arte accoglie una clientela che rifugge dalle strade più affollate ed è dotato di certificazione ecologica.
Non mancano i monumenti in questa zona, il più importante dei quali è sicuramente il Palazzo Liechtenstein, residenza estiva della famiglia da cui prende il nome (prima che, nel 1938, si trasferisse in quel piccolo, omonimo Stato stretto fra Austria e Svizzera), ispirata alle ville italiane e dal 2004 aperta come museo, per ospitare la collezione privata della proprietà. A pochi passi, una scala di 58 gradini, la Strudlhofstiege, progettata all'inizio del 1900, è un gioiello liberty che collega due altezze del quartiere. Tra le mete più gettonate da chiunque visiti Vienna, in zona si trova anche la casa-museo di Sigmund Freud, rinnovata e ampliata qualche anno fa. E per gli amanti della musica non dista molto la Volksoper, secondo teatro dell'opera della città.
Il cuore del quartiere è la Chiesa dei Serviti, che gli dà il nome, risalente al primo Barocco, affacciata su una piazzetta raccolta e alberata, dove in un angolo sorge anche un piccolo memoriale della deportazione degli ebrei: una teca piena di chiavi di tutte le case che furono costretti ad abbandonare (non lontano anche un cimitero ebraico, il più antico). Da questa piazza si apre la via pedonalizzata che è il centro del Grätzel, piena di bistrot e ristorantini, dal Mast Weinbistro, specializzato in organic wines, a 'La Mercerie', dal sapore francese, nel luogo dove sorgeva una vecchia merceria. Tra le tappe gourmet nel quartiere, la cioccolateria artigianale 'Xocolat Manufaktur' in Servitengasse e Naschsalon, che, oltre a offrire gelato e pasticceria fatti a mano, si cimenta ogni anno anche nel panettone, tanto da essersi piazzata al secondo posto tra i migliori fatti in Austria.
Avvicinandosi al centro, negozi e locali accoglienti e di tendenza si possono trovare anche nel Freihausviertel (4° distretto): vicino al Naschmarkt, questo Grätzel è un hot spot per la scena creativa di Vienna, dalle moderne gallerie di Schleifmühlgasse ai negozi vintage, fino a chi utilizza materie prime riciclate come il Gabarage, con articoli di design creati da giovani dal passato problematico. A ricordare le antiche pensioni che avevano sede nei palazzi anni Trenta, dove trovavano alloggio i più bisognosi, c'è Vollpension, un caffè dove a preparare i dolci e non solo sono anziane signore del quartiere. Leggendario, per la Wiener Schnitzel, il Café Anzengruber. Mentre al Sekt Comptoir il cibo si può portare da fuori, a patto di accompagnarlo con una 'bollicina' doc servita in questo punto vendita aziendale.
Sempre nel 4° distretto e proprio adiacente è un altro Grätzel, il Gusshaus, che risale al periodo noto come Gründerzeit, fase economica della Germania e dell'Austria del XIX secolo che si concluse con il crack della borsa del 1873. L'omonima fonderia fu costruita nel 1750 per la fabbricazione di cannoni, oggi sede di un istituto dell'Università Tecnica. Le delizie culinarie che si incontrano lungo le strade del quartiere spaziano dalle specialità viennesi tradizionali della Gasthaus Buchecker & Sohn alla proposta gourmet internazionale dello Z'Som, fusion e creativa, in un locale stile industriale con cucina a vista.
Vera porta d'accesso al Gusshaus è la maestosa Karlsplatz, dominata dalla barocca Chiesa di San Carlo e dall'imponente edificio anni Cinquanta che ospita il Wien Museum, completamente rinnovato e riaperto a dicembre scorso. Qui la storia della città viene raccontata in modo originale e innovativo, con oltre 1.700 oggetti dalla preistoria ai tempi nostri, accompagnati da guide digitali e interattive. Un'esposizione permanente accessibile gratuitamente, proprio per invogliare tutti a visitarla e magari a tornarci, come in un luogo d'incontro (l'ultimo piano ospita anche un caffè con vista spettacolare sulla piazza), proprio per conoscerla e apprezzarla piano piano, senza fretta.
E c'è una meta tutta da scoprire nella visita slow della capitale austriaca: i vigneti. Sì, perché non tutti sanno che sulle alture alla periferia, grazie al microclima mite e ventilato, si coltiva la vite da secoli, rendendo Vienna una vera pioniera della viticoltura urbana, con oltre 600 ettari di vigneti all'interno dei confini cittadini tutelati dalla municipalità.
Il 70% del vino prodotto in un anno si degusta nei cosiddetti Heurigen, una sorta di taverne dall’atmosfera rustica, rilassata e cordiale, che servono esclusivamente vino viennese abbinato a pietanze della tradizione, spesso fredde come affettati, sottaceti e formaggi. Come il Mayer am Pfarrplatz, ospitato in quella che fu l'abitazione di Beethoven, che serve il vino prodotto 'in casa' sin dal 1683, tra cui il Riesling premiato più volte e il classico 'Wiener Gemischter Satz' (il 'misto' viennese, prodotto da diversi vitigni vinificati insieme).
La collina dei vigneti e delle taverne si può raggiungere sempre con il tram D, dopo aver oltrepassato la zona che ricorda l'epoca della Vienna Rossa, dal 1919 al 1934, con il più famoso e imponente complesso di case popolari noto come Karl-Marx-Hof, considerato, con i suoi 1,1 chilometri, l'edificio residenziale più lungo al mondo. Per muoversi con i mezzi pubblici, in tutta la città, è possibile acquistare la Vienna City Card, che offre anche interessanti sconti su hotel convenzionati e attrazioni. Un modo semplice e flessibile per raggiungere anche le location dei numerosi eventi e manifestazioni culturali in programma questo autunno.
Ottobre inizia con la fiera d’arte contemporanea 'Fair For Art Vienna', in programma dal 5 al 13 presso l’Aula der Wissenschaften, mentre dal 7 all’11 novembre la Hofburg di Vienna sarà la cornice di 'Art&Antique', con oltre 40 gallerie presenti con opere di antiquariato e design. Nello stesso periodo, dall’8 al 10 novembre, il Mak - Museum of Applied Arts ospiterà 'Blickfang Wien', una fiera dedicata a interior design, moda e gioielleria, con brand provenienti da tutto il mondo. Dopo la 18ma edizione della Vienna Design Week, che si è appena conclusa, in ambito design dal 4 al 6 ottobre è il momento di Design District 1010, con circa 250 espositori austriaci e dal mondo che presenteranno le ultime tendenze in fatto d'interni, ma anche automotive, tecnologia e arte.
E la città di Vienna organizza poi numerose iniziative per avvicinare grandi e piccoli alla cultura, come la 'Lange Nacht Der Museen' (la 'Lunga notte dei Musei'), che il 5 ottobre vedrà musei e gallerie aperti fino a mezzanotte e visitabili con un unico biglietto. O ancora, per gli appassionati di fotografia, il 'Rotlicht Festival for Analog Photography' riunirà per dieci giorni, dal 15 al 24 novembre, la scena locale e internazionale della fotografia analogica presso l’Atelierhaus dell’Accademia delle Belle Arti.
Tra settembre e ottobre la città ospita anche la 16ma edizione del più grande festival di gallerie d’arte in Austria, 'Curated by', una rassegna di 24 gallerie viennesi emergenti e affermate, che richiama curatori da tutto il mondo. E infine, come da tradizione, la stagione si chiuderà in grande stile con la 'Vienna Art Week' (8-15 novembre), con eventi gratuiti nei principali musei e gallerie attorno al tema 'Facing time', ovvero il concetto del tempo visto da diverse prospettive. E, sicuramente, non mancherà quella 'slow'.
Lavoro
Casa, Dea digital mutua: “Club affitto protetto copre...
Con un costo estremamente competitivo, pari al 3% della somma garantita, e una quota di iscrizione annuale di soli 30 euro al Club, ad esempio, garantire un importo di 6.000 euro costa appena 200 euro
"Dea digital mutua, la prima mutua digitale italiana nata per promuovere la cultura della prevenzione, la sostenibilità, la solidarietà e dell'innovazione, ha ideato una soluzione a tutela della rendita immobiliare: si tratta di Club affitto protetto, un sussidio mutualistico che offre un indennizzo in caso di mancato pagamento dell'affitto da parte dell'inquilino, coprendo fino a tre contratti di locazione, di tre immobili, sia ad uso abitativo che commerciale. La copertura può arrivare fino a sei mensilità di affitto, per un importo complessivo massimo di 18.000 euro". E' quanto si legge in una nota.
"Inoltre - sottolinea - con un costo estremamente competitivo, pari al 3% della somma garantita, e una quota di iscrizione annuale di soli 30 euro al Club, ad esempio, garantire un importo di 6.000 euro costa appena 200 euro. Una soluzione altamente accessibile che rende la serenità dell'investimento immobiliare alla portata di tutti. Inoltre Club affitto protetto, per il tramite di un comitato scientifico, sostiene una causa no profit".
"Club affitto protetto - si legge ancora - si inserisce in uno scenario caratterizzato da incertezza e dinamiche in continua evoluzione: basti pensare che in Italia si contano circa 1,14 milioni di locatori, ma l’11% di essi preferisce non affittare le seconde case per evitare di incorrere in inquilini inadempienti o in un articolato percorso burocratico. Una concreta risposta a queste preoccupazioni, pertanto, risulta ancora più importante se si tiene conto che quando un cittadino decide di acquistare un immobile, sul piatto ci sono i risparmi di una vita, il futuro dei propri figli e le aspirazioni legate al proprio benessere. Dea digital mutua, proprio grazie al suo impegno nell’esaltare i valori della prevenzione e del benessere, ha dato vita ad una soluzione particolarmente affidabile, offrendo un concreto contributo alle mutevoli esigenze sociali e attenuando l’impatto negativo di un’economia globale sempre più volatile".
Lavoro
Commercio, Avedisco: cresce la vendita diretta, 709 mln...
Gli incaricati alla vendita sono 364mila
La vendita diretta è una realtà consolidata, che si basa su un modello di business all’avanguardia, capace di evolversi e intercettare i cambiamenti in atto nella società per rispondere ai bisogni e alle nuove priorità dei lavoratori. Queste caratteristiche fanno sì che numerosi italiani decidono di intraprendere una carriera nel settore che offre meritocrazia, flessibilità e autorealizzazione per il proprio futuro professionale. A rilevare i dati è Avedisco, Associazione vendite dirette servizio consumatori, che rende noto il fatturato complessivo delle proprie aziende associate e il numero di incaricati alla vendita nel 2023, pari rispettivamente a 709 milioni di euro e 364mila venditori. Nel dettaglio, analizzando i risultati ottenuti dalle quattro aree geografiche, emerge che:
A incidere maggiormente sul business è stata l’area Nord-Ovest d’Italia, che ha registrato un fatturato di oltre 270 milioni di euro, con oltre 114mila incaricati alla vendita e un tasso occupazionale pari al 31,3% del totale associativo. La regione che ha avuto i migliori risultati è stata la Lombardia, con un contributo del 24,7% al fatturato complessivo delle aziende associate Avedisco e un numero di incaricati alle vendite di oltre 76mila, pari al 21% del totale associativo.
Segue il Nord-Est d’Italia, con un giro di affari di oltre 180 milioni di euro e oltre 96mila incaricati alle vendite, che corrisponde al 26,5% delle 345.000 persone impiegate a livello nazionale. La regione che ha avuto più incidenza sia a livello di fatturato che di occupazione è stata il Veneto che ha registrato volumi di vendita pari all’11% del fatturato complessivo delle aziende associate Avedisco, e un tasso occupazionale del 12,8%, con oltre 46mila ncaricati alla vendita.
I volumi di vendita aumentano anche nel Centro Italia con un fatturato di quasi 152 milioni di euro e un numero di incaricati alla vendita che rappresenta il 19.5% - oltre 71mila persone - del totale associativo. Ad incidere maggiormente sul business è stata la Toscana, con un giro d'affari pari al 12% del fatturato complessivo delle aziende associate Avedisco, mentre il Lazio, ha registrato la percentuale maggiore di incaricati alla vendita, con un tasso di occupazione del 9,4%, che corrisponde ad oltre 34mila unità.
Infine, l’area del Sud Italia e Isole ha registrato volumi di vendita di oltre 107 milioni di euro, con un’occupazione pari al 22,7% del totale associativo, corrispondente a oltre 82mila incaricati alla vendita. La regione che ha ottenuto i risultati migliori è stata la Sicilia, con un contributo del 3,9% al fatturato complessivo delle aziende associate Avedisco e un’occupazione del 5,7% rispetto al totale associativo, pari ad oltre 20mila unità.
"Avedisco accoglie con soddisfazione i risultati raggiunti nel 2023, riconoscendo l’impegno e la passione che gli incaricati delle nostre aziende associate mettono quotidianamente nel loro lavoro. È grazie alla loro dedizione e competenza che siamo riusciti a conseguire traguardi così rilevanti, rafforzando la nostra leadership e contribuendo all'evoluzione e all'innovazione del settore della vendita diretta. Questi successi non rappresentano solo la qualità del contributo di ogni singolo Incaricato, ma evidenziano anche il ruolo chiave di questo settore come catalizzatore di crescita economica e coesione sociale, dimostrando come il nostro modello di business sia in grado di creare valore sostenibile nel lungo periodo", afferma Giovanni Paolino, presidente di Avedisco.
Lavoro
Addio alle generazioni, lo scenario della società del...
L'autore prospetta una diversa organizzazione del lavoro, del mercato e in generale della società nel saggio edito da Luiss University Press
Una diversa organizzazione del lavoro, del mercato e in generale della società. E' quella necessaria a livello globale secondo Mauro F. Guillén, sociologo economico di fama, che descrive questo nuovo scenario nel suo saggio 'Perennials. Società e lavoro dopo la fine delle generazioni', edito da Luiss University Press e con la prefazione di Alfonso Giordano.
Per lo studioso è tempo di dire addio alle generazioni, quella arbitraria suddivisione della vita umana in quattro grandi fasce di età – infanzia, giovinezza, età adulta e vecchiaia – alle quali corrispondevano altrettante attività – gioco, apprendimento, lavoro e riposo. E secondo Guillén è arrivato il momento di diventare 'perennials': con l'addio alle diverse etichette generazionali ecco un nuovo paradigma in cui individui di tutte le età, 'perennial' appunto, si adattano, crescono e contribuiscono continuamente alle loro economie e comunità. Infatti mentre almeno otto generazioni abitano contemporaneamente il pianeta, l’aumento delle aspettative di vita in salute e il miglioramento della forma fisica e mentale rendono possibili vite più lunghe e flessibili nel corso delle quali le nostre scelte saranno meno definitive e irreversibili e una più variegata gamma di opportunità e ripensamenti di carriera sarà a nostra disposizione.
Nell’era della grande accelerazione guidata dalla tecnologia digitale, dove le potenzialità di benessere e ricchezza diffusi sono enormi ma, al contempo, lo spaesamento dovuto alle continue mutazioni può essere grande e avere serie conseguenze, occorre cambiare il nostro mindset, scarsamente adatto a una quotidianità poco lineare. E con questo libro Guillén invita i lettori a diventare 'perennials', persone definite non da quando sono nate ma da ciò che fanno e pronte a inaugurare insieme una nuova era di innovazione e cambiamento.