Marotta: “Inter non ha niente da temere, società integerrima”
Il presidente risponde alle domande sull'inchiesta che coinvolge gli ultras
"Vorrei tranquillizzare tutti i nostri tifosi, e chiaramente noi stessi, come hanno dichiarato i magistrati noi siamo parte lesa, per cui non abbiamo nulla di cui temere". Beppe Marotta, presidente dell'Inter, risponde così a Sky prima della gara di Champions con la Stella Rossa parlando dell'indagine che ha portato agli arresti di alcuni ultras di Inter e Milan. Dagli atti, uno degli ultras intercettati fa riferimento a contatti con Javier Zanetti.
"Nello stesso tempo abbiamo garantito la massima collaborazione alla magistratura e chiaramente siamo a totale disposizione, lo eravamo prima e lo siamo maggiormente oggi, attraverso i nostri legali saremo sempre presenti. Devo dire che l'Inter oltre tutto ha una struttura, una direzione di sicurezza, affidata ad un ex funzionario dell'ordine pubblico, che applica dei protocolli molto rigidi, dei regolamenti molto stringenti, ma ci sono fenomeni spesso che sono fuori dal perimetro istituzionale e aziendale", aggiunge Marotta.
"Siamo tutti uomini di esperienza e chi ne ha meno deve trovare in noi dei punti di riferimento, sapendo che l'Inter è una società integerrima, che agisce in modo molto trasparente e questi sono i presupposti per non temere nulla e concentrarci da stasera su questa partita, confidando che la magistratura e le forze dell'ordine possano arrivare alla fine ad allontanare questo fenomeno di criminalità dallo stadio", conclude.
Salute e Benessere
Federasma e Allergie, 30 anni di impegno accanto ai pazienti
Il 12 ottobre un evento all'Irccs Maugeri di Tradate per celebrare il compleanno
Sarà il convegno 'Trent'anni di attività a favore e a tutela dei pazienti con malattie allergiche, atopiche e respiratorie', aperto a pazienti, famiglie e volontari, a dare avvio alle celebrazioni per il trentesimo anniversario di attività di Federasma e Allergie Odv. L'evento è in calendario per il 12 ottobre alle 10.30, nella cornice della Fondazione Salvatore Maugeri, presso l'Irccs Maugeri Tradate (Varese), dove è nata l'organizzazione di volontariato.
Negli ultimi trent'anni - si legge in una nota - si è realizzata a una vera rivoluzione nel trattamento delle patologie dell'apparato respiratorio, allergiche e atopiche. L'introduzione di terapie innovative ha portato a un miglioramento significativo nella vita dei pazienti. Allo stesso tempo, il coinvolgimento attivo di questi nel proprio percorso di cura, la crescente attenzione alla prevenzione e l'avvento di innovazioni tecnologiche e organizzative nel web, dall'intelligenza artificiale alla salute digitale, hanno aperto nuove frontiere per il futuro. Si tratta di un contesto in forte evoluzione e di grande attualità, come testimoniato anche dal G7 Salute in corso in questi giorni, che sta dibattendo sulle sfide che il Paese è chiamato ad affrontare per garantire e proteggere la salute della popolazione.
"Trent'anni fa, quando fu fondata presso l'Irccs Maugeri di Tradate Federasma e Allergie, avevamo meno strumenti farmacologici - spiega Antonio Spanevello, direttore dei Programmi scientifici della Fondazione Salvatore Maugeri - Si pensi solo che non esistevano le terapie con anticorpi monoclonali, che hanno rivoluzionato la vita dei pazienti, c'era meno attenzione alla prevenzione primaria e secondaria, era estremamente complesso incidere sulle politiche sanitarie e lo stesso coinvolgimento dei pazienti nel percorso di cura era una chimera. In questi anni la Federazione è stata un partner fondamentale per costruire un dialogo con tutti gli stakeholder, affinché le malattie allergiche e respiratorie fossero portate all'attenzione delle istituzioni, e nel supporto ai pazienti più severi sia nella gestione della malattia sia in quella delle attività di vita quotidiana. Adesso lo scenario è profondamente cambiato nella cura, nell'engagement e nella ricerca". Il convegno sarà l'occasione per fare il punto sui traguardi raggiunti nella difesa dei diritti dei pazienti, evidenziando quelli ancora da raggiungere per l'accesso alle cure, la prevenzione e il sostegno anche alle loro famiglie. Durante l'incontro saranno approfondite le ricadute dei progressi scientifici nella conoscenza delle malattie atopiche, respiratorie e allergiche, come l'asma, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), la dermatite atopica e l'orticaria, con un focus particolare sull'infiammazione di tipo 2, base patogenetica comune a molte di queste patologie.
"Federasma e Allergie Odv ha sempre rappresentato una guida e un sostegno per i pazienti, ma soprattutto un ponte tra loro e il sistema sanitario - afferma Mario Picozza, presidente di Federasma e Allergie Odv - In questi trent'anni abbiamo assistito a incredibili progressi scientifici e terapeutici, ma ciò che ci rende più orgogliosi per il lavoro svolto come organizzazione di volontariato è che abbiamo contribuito a trasformare il ruolo del paziente, che oggi è finalmente riconosciuto come parte attiva nel proprio percorso di cura. Il nostro obiettivo è continuare a garantire che ogni persona, indipendentemente dalla patologia o dalla complessità del suo caso, possa avere accesso alle migliori cure disponibili e a un supporto concreto nella vita quotidiana, rimanendo al fianco e lavorando insieme al mondo medico, accademico e istituzionale".
Nel pomeriggio una tavola rotonda vedrà coinvolti rappresentanti delle istituzioni e della rete associativa per parlare di prevenzione e advocacy con la presentazione del Manifesto dei pazienti che Federasma e Allergie presentò nel 1996 e delle altre istanze che sono state racchiuse nei Manifesti più recenti. L'evento è reso possibile grazie alla sponsorizzazione di Sanofi, Chiesi Italia e Glaxosmithkline. Per partecipare, l'iscrizione è gratuita compilando il form al link: https://shorturl.at/Ijd4T. Programma su federasmallergie.it/federasma-trentanni-a-favore-dei-pazienti-il-convegno/.
Salute e Benessere
Dengue, focolaio nelle Marche. Burioni avverte: “Si...
Il virologo: "Speriamo nel freddo ma domani a Fano sono previsti 25 gradi"
Secondo caso di Dengue a Pesaro. "Le autorità sanitarie stanno secondo me sottovalutando la gravità della situazione. Speriamo nel freddo" che potrebbe aiutare a controllare la popolazione di zanzare, "ma domani a Fano sono previsti 25 gradi", scrive su Facebook Roberto Burioni, professore di microbiologia e virologia all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Lo scienziato, di origini marchigiane, fin dall'inizio segue con attenzione gli sviluppi del focolaio autoctono di Dengue partito dal Fanese e arrivato in Toscana. E' dei giorni scorsi la notizia di 3 casi di Dengue a Sesto Fiorentino, all'interno dello stesso nucleo familiare, 2 dei quali 'importati' da Fano e uno considerato autoctono.
Esteri
Israele, pressing Usa “per sfruttare offensiva per...
Secondo il Wall Street Journal, per Biden sarebbe un'occasione per porre fine al predominio di Hezbollah ed eleggere un nuovo presidente. Colloqui Hamas-Fatah su Gaza, nessun accordo
Una svolta politica in Libano. Sarebbe la possibilità intravista dagli Stati Uniti mentre nel Paese dei Cedri proseguono le operazioni militari israeliane contro i combattenti del Partito di Dio, orfano del suo segretario generale Hasan Nasrallah. Secondo il Wall Street Journal, che cita funzionari Usa e arabi, l'Amministrazione Biden starebbe spingendo per sfruttare l'offensiva israeliana contro Hezbollah come un'occasione per porre fine al predominio del gruppo ed eleggere un nuovo presidente della Repubblica.
Un'elezione che il Libano attende dal 2022, dalla fine del mandato di Michel Aoun, nel mezzo dello stallo politico. Il segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, ha sentito nei giorni scorsi i leader di Qatar, Egitto e Arabia Saudita per chiedere loro di sostenere l'elezione di un nuovo capo di Stato (che è anche il comandante delle Forze Armate), scrive il Wsj, e l'inviato Usa Amos Hochstein ha detto agli interlocutori arabi che l'indebolimento di Hezbollah, nel mirino della campagna militare israeliana, dovrebbe essere considerato un'opportunità per sbloccare potenzialmente lo stallo.
Secondo funzionari sauditi citati dal giornale, l'iniziativa Usa avrebbe il sostegno di Riad. Mentre, scrive ancora il Wsj, funzionari di Egitto e Qatar hanno riferito agli americani di considerare il piano irrealistico e anche pericoloso.
In Libano - un Paese segnato da divisioni politiche e confessionali, con un governo ad interim da due anni e alle prese dal 2019 con una grave crisi finanziaria - Hezbollah è anche un partito politico influente. E, evidenzia il Wsj, l'Esercito libanese è più debole di Hezbollah. Secondo il governo di Beirut, per le operazioni militari israeliane contro il Partito di Dio si contano più di un milione di sfollati.
L'iniziativa Usa, sottolinea il giornale citando fonti diplomatiche, si concentra su leader libanesi di primo piano, come il premier Najib Miqati e il capo del Parlamento, l'inamovibile sciita Nabih Berri, necessari per mettere d'accordo le forze politiche per l'elezione di un nuovo presidente. "Quello che vogliamo da questa situazione è che il Libano sia in grado di rompere la presa che Hezbollah ha avuto sul Paese, spezzare la morsa di Hezbollah sul Paese e rimuovere il veto di Hezbollah su un presidente", ha detto ai giornalisti il portavoce del Dipartimento di Stato.
Alcuni nel Paese e nella regione temono che un pressing per rafforzare in questo momento un candidato alla presidenza possa innescare nuovi scontri come accaduto in passato.
Il capo di Stato viene eletto dal Parlamento (128 seggi), che non si riunisce da maggio e dove nessun blocco ha i numeri a sufficienza per andare avanti da solo. Senza il sostegno di Hezbollah e alleati non è chiaro come si possa arrivare a un consenso. Secondo il Wsj, nei colloqui con gli Usa da Egitto e Qatar hanno tra l'altro sostenuto che Israele non riuscirà mai a distruggere Hezbollah e che il gruppo deve far parte di qualsiasi soluzione politica del conflitto.
Dall'Egitto sarebbero arrivati anche timori che intromissioni nella politica libanese, durante la crisi, possano scatenare nuovi scontri interni nel Paese dei Cedri, frammentato in fazioni rivali dalla guerra civile. E per analisti e diplomatici chiunque prenda il potere a seguito delle operazioni israeliane in Libano potrebbe scontrarsi con una reazione negativa dell'opinione pubblica e delle forze politiche rivali.
"Quanto più un nuovo presidente libanese viene visto arrivare al potere sulla scia delle azioni militari israeliane con il sostegno americano, tanto più credo sarà screditato tra molti libanesi", ha sintetizzato Robert Ford, ex ambasciatore Usa in Siria e Algeria. Per il parlamentare Ibrahim Mneimneh, riformista, "manca una leadership che possa avviare un percorso che ci consenta di vedere la luce alla fine del tunnel".
Idf: "Uccisi due comandanti Hezbollah in Libano"
Le forze israeliane (Idf) hanno intanto confermato l'uccisione in raid aerei "mirati" di due comandanti degli Hezbollah libanesi. Su X le Idf danno notizia dell'uccisione di Ahmad Moustafa al-Haj Ali, indicato come comandante del 'Fronte Houla' e accusato di aver lanciato centinaia di razzi e missili anticarro contro la zona di Kiryat Shmona. "Eliminato" anche, fanno sapere i militari, Mohammad Ali Hamdan, descritto come il comandante dell' 'unità antitank' di Hezbollah nella zona di Meiss El Jabal e accusato di essere dietro attacchi con missili anticarro contro le località del nord di Israele. "Continueremo - ribadiscono le Idf - a eliminare i terroristi di Hezbollah che minacciano le vite dei nostri civili".
Gaza, colloqui Hamas-Fatah al Cairo: nessun accordo sul dopoguerra
"Fatah è per il proseguimento dell'attuale premier Muhammad Mustafa, nominato dal presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas per la riforma, e Hamas rifiuta questa nomina". Lo ha detto al sito di notizie israeliano Ynet un funzionario di alto livello dell'Autorità palestinese all'indomani della notizia dei colloqui al Cairo tra Fatah e Hamas, incentrati - come precisato - sul dopoguerra nella Striscia di Gaza. "Non ci sarà un accordo sulla commissione di gestione di Gaza", ha affermato.
E, ha detto, "dai colloqui al Cairo non emerge nessun nuovo accordo". "Hamas - ha aggiunto - vuole un governo di unità nazionale per gestire Gaza e non una commissione come quella proposta da Abbas".
Ieri Hamas, che nel 2007 prese il controllo della Striscia, ha confermato i colloqui con Fatah al Cairo per parlare dell' "aggressione a Gaza, degli sviluppi politici e sul campo e degli sforzi di unificazione nazionale". Fatah, attraverso l'Autorità nazionale palestinese, mantiene un controllo amministrativo limitato sulla Cisgiordania.