Alluvione Emilia Romagna, volontari Croce Rossa: “Tanti i volti smarriti”
Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos."Gli anziani sono i più resilienti, hanno una grande capacità di adattamento" dice all'Adnkronos Nicola Angiuli, delegato tecnico regionale
Soccorrere nell'immediato, aiutare nei centri di accoglienza e poi nella fase di pulizia, ma soprattutto non far mai sentire sola la popolazione colpita dall'alluvione in Emilia Romagna. Questi in sintesi gli interventi in atto nelle aree colpite dal maltempo, dice all'Adnkronos Nicola Angiuli, delegato tecnico regionale dell'Emilia Romagna della Croce Rossa Italiana. "Ora siamo impegnati nella fase di pulizia delle strade e delle strutture dato che l'acqua nella maggior parte delle zone si sta ritirando, permettendo di poter cominciare a ripulire strade e case dal fango - racconta Angiuli -. Nella prima fase dei soccorsi siamo intervenuti come Croce Rossa con circa 70 volontari al giorno e circa 30 mezzi di varia natura tra ambulanze, mezzi tecnici di supporto a seconda delle necessità. L'altra sera abbiamo effettuato l'evacuazione dell'ospedale di Lugo, con 20 ambulanze, un autobus e tutti i nostri volontari e abbiamo accompagnato i pazienti in altre strutture ospedaliere che potevano ospitarli".
"Nelle zone maggiormente colpite, quindi Lugo, Faenza e Ravenna, abbiamo allestito e gestito diversi centri di accoglienza e abbiamo ospitato fino a circa 380 persone, nelle prime 24-48 ore dell'alluvione, - prosegue Angiuli - poi le persone via via stanno rientrando o nelle loro case oppure hanno trovato ospitalità da parenti o amici e i centri di accoglienza si svuotano".
"Le nostre squadre supportano la popolazione a 360 gradi - sottolinea Angiuli - non solo per soccorrere le persone rimaste intrappolate in casa e portarle in un rifugio sicuro ma anche parlare con loro e dare conforto. E a questo proposito posso dire che io ho vissuto anche l'alluvione dello scorso anno, in particolare a Conselice, e devo dire che le emozioni sono tante e forti, si ripete quello che è accaduto un anno fa circa. Con i tanti sfollati ed è importante fermarsi a parlare con loro, dare conforto, far capire che non sono soli, ma che invece qualcuno si sta prendendo cura di loro. Sono volti di smarrimento, dato che queste persone si stavano appena ora rialzando dalla calamità dello scorso anno. In particolare mi colpiscono gli anziani che, forse per il bagaglio di esperienze alle spalle sono quelli che dimostrano maggiore resilienza, quelli che nonostante questa seconda ondata di maltempo si dimostrano forti e con grandi capacità di adattarsi. Ma è una forza - conclude - che va alimentata con parole di conforto, di incoraggiamento".
Nelle Marche prosegue ancora l'attività di Croce Rossa Italiana a supporto della popolazione colpita dall'alluvione. Sono oltre 80 le volontarie e i volontari impegnati sul campo e più di 30 i mezzi messi a disposizione. La Cri, si legge in una nota, ha operato sulla criticità in località Aspio di Ancona e Osimo Stazione per l'esondazione dell’omonimo fiume che ha riversato fango e detriti nelle case e nelle attività industriali; stessa sorte anche a Castelferretti (Ancona) causata dalla fuoriuscita del torrente S. Sebastiano, e sulle zone costiere delle province di Ancona e Macerata dove ancora si stanno cercando di ripulire cantine, garage ed alcuni appartamenti. Al momento prosegue ancora l'attività di supporto alla popolazione colpita dall'alluvione, con oltre 80 volontarie e volontari impegnati sul campo e più di 30 mezzi messi a disposizione.
Maltempo nelle Marche, i numeri dell'intervento
"In seguito all'alluvione che ha colpito la nostra comunità, desidero esprimere vicinanza e solidarietà a tutti coloro che sono stati coinvolti in questa tragedia. La Croce Rossa Italiana - Comitato Regionale Marche è impegnata senza sosta nell'assistere gli sfollati, fornendo soccorso e supporto alle persone colpite da questa calamità naturale - ha dichiarato la presidente regionale Marche della Croce Rossa, Rosaria Del Balzo Ruiti -. Desidero inoltre rivolgere un sentito ringraziamento a tutti i nostri volontari che si sono dedicati con dedizione e impegno nell'assistenza alle persone colpite dall'alluvione. Il vostro altruismo e generosità hanno reso possibile portare sollievo e supporto a chi si trova in difficoltà in questo momento di emergenza. Grazie per il vostro spirito di solidarietà, per il vostro tempo, la vostra energia".
Cronaca
Covid, più rischi di infarto e ictus fino a 3 anni dopo la...
Ma secondo la ricerca finanziata dagli Nih Usa sul periodo pre-vaccini, c'è un gruppo sanguigno che sembra proteggere da effetti gravi
Il Covid ha aumentato significativamente il rischio di infarto, ictus e morte fino a 3 anni dopo l'infezione. In particolare dopo una forma grave, tra le persone che hanno contratto il ceppo originale di Sars-CoV-2 durante la prima ondata, prima dell'arrivo dei vaccini. E' la conclusione di uno studio finanziato dai National Institutes of Health (Nih) americani e pubblicato sulla rivista 'Arteriosclerosis, Thrombosis, and Vascular Biology', dal quale emerge anche un'altro dato: le persone con gruppo sanguigno 0 sembrerebbero più protette dagli effetti gravi di Covid-19.
Ricerche precedenti hanno già indicato una maggiore probabilità di eventi cardiovascolari dopo un'infezione Covid, ricordano gli Nih. Ma i nuovi risultati, precisa l'agenzia governativa, sono i primi a suggerire che questo rischio aumentato potrebbe durare fino a 3 anni dopo il contagio, almeno per le persone che si sono infettate nel corso della prima ondata. Il nuovo lavoro, aggiungono gli Nih, è anche il primo a dimostrare che la maggiore probabilità di infarto e ictus dopo una forma grave di Covid-19 potrebbe avere una componente genetica relativa al gruppo sanguigno. Gli autori hanno infatti osservato che un ricovero per Covid ha più che raddoppiato il rischio di infarto o ictus tra i pazienti con sangue dei gruppi A, B o AB, ma non in quelli di gruppo 0. Questo perché avere sangue di gruppo 0 sembra associarsi a un rischio inferiore di Covid grave.
Lo studio ha coinvolto 10mila pazienti della Uk Biobank, di età compresa fra 40 e 69 anni, di cui 8mila avevano avuto una positività al coronavirus pandemico e 2mila erano stati ricoverati in ospedale per Covid-19 grave, tra il primo febbraio e il 31 dicembre 2020. Nessuno era stato vaccinato contro Covid, perché i vaccini allora non erano ancora disponibili. I due gruppi sono stati confrontati con un terzo, composto da quasi 218mila persone che in quel periodo non erano state contagiate da Sars-CoV-2. I ricercatori hanno quindi monitorato i pazienti dei primi due gruppi dal momento della diagnosi di Covid-19 fino allo sviluppo di infarto o ictus, o alla morte, per quasi 3 anni. Considerando le persone con cardiopatia preesistente, pari a circa l'11% in entrambi i gruppi, gli scienziati hanno calcolato che - rispetto a chi non aveva mai avuto Covid - il rischio di infarto, ictus e morte era 2 volte più alto tra chi era stato infettato e 4 volte maggiore tra chi aveva avuto una forma grave, da ricovero in ospedale. Per tutti i 3 anni di follow-up, inoltre, la probabilità di un evento cardiovascolare maggiore restava significativamente più alta nelle persone che avevano avuto Covid, rispetto ai controlli. In alcuni casi, il pericolo di infarto o icuts era paragonabile a quello conferito da un fattore di rischio cardiovascolare noto, come il diabete di tipo 2, o addirittura superiore.
"Questo studio getta nuova luce sui potenziali effetti cardiovascolari a lungo termine di Covid-19", che rappresenta "una minaccia per la salute pubblica ancora incombente", afferma David Goff, direttore della Divisione di Scienze cardiovascolari del National Heart, Lung and Blood Institute, parte degli Nih "Questi risultati, soprattutto se confermati da un follow-up a lungo termine - aggiunge - supportano gli sforzi per identificare strategie efficaci di prevenzione delle malattie cardiache per i pazienti che hanno avuto una forma grave di Covid-19. Ma serviranno altri studi per dimostrarne l'efficacia".
"Considerando che oltre 1 miliardo di persone in tutto il mondo hanno già contratto l'infezione" da Sars-CoV-2, "le implicazioni per la salute cardiaca globale sono significative", avverte Hooman Allayee, professore di Scienze della popolazione e della salute pubblica alla University of Southern California, Keck School of Medicine di Los Angeles, responsabile dello studio. "La questione, ora - sottolinea - è capire se Covid-19 grave debba essere considerato un altro fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, proprio come il diabete di tipo 2 o la malattia arteriosa periferica".
Gli autori puntualizzano che i risultati del lavoro si applicano principalmente alle persone che sono state infettate da Sars-CoV-2 all'inizio della pandemia, mentre non è chiaro se il rischio di malattie cardiovascolari persista o possa persistere in chi si è ammalato gravemente di Covid dal 2021 a oggi. Gli scienziati spiegano anche che i risultati andranno confermati con ulteriori indagini su una popolazione etnicamente più differenziata da quella della Uk Biobank. Infine, poiché i partecipanti allo studio non erano vaccinati, saranno necessarie future ricerche per determinare se lo stato vaccinale influenza o meno il rischio cardiovascolare da Covid. Serviranno poi studi sul legame tra infezione e gruppo sanguigno, perché il meccanismo di interazione gene-virus resta poco chiaro.
Cronaca
Treni, da oggi sciopero nazionale di 24 ore: Frecce,...
Possibili cancellazioni totali e parziali dei treni, l'invito a riprogrammare i viaggi. Orari, treni garantiti, come chiedere il rimborso
Sciopero nazionale dei treni oggi, sabato 12 ottobre. Lo stop durerà 24 ore. Proclamato da alcune sigle sindacali autonome, lo sciopero del personale del Gruppo FS Italiane inizierà dalle ore 21 di oggi e terminerà alle ore 21 di domani, domenica 13 ottobre.
Frecce, Intercity e regionali a rischio
Lo sciopero - fa sapere il gruppo Fs - potrebbe avere un impatto significativo sulla circolazione ferroviaria e comportare cancellazioni totali e parziali di Frecce, Intercity e treni del Regionale di Trenitalia. Gli effetti, in termini di cancellazioni e ritardi, potranno verificarsi anche prima e protrarsi oltre l’orario di termine della protesta sindacale.
Trenitalia, tenuto conto delle possibili importanti ripercussioni sul servizio, invita i passeggeri a informarsi prima di recarsi in stazione e, ove possibile, a riprogrammare il viaggio. Informazioni su collegamenti e servizi attivi sono disponibili attraverso l’App Trenitalia, la sezione Infomobilità del sito web trenitalia.com, i canali social e web del Gruppo Fs Italiane, il numero verde gratuito 800 89 20 21, oltre che nelle biglietterie e negli uffici assistenza delle stazioni ferroviarie, le self-service e le agenzie di viaggio convenzionate.
Servizi minimi e treni garantiti
Nelle giornate di sciopero Trenitalia assicura servizi minimi di trasporto, riportati di seguito, predisposti a seguito di accordi con le organizzazioni sindacali, ritenuti idonei dalla Commissione di Garanzia per l'attuazione della Legge 146/1990.
I treni che si trovano in viaggio a sciopero iniziato arrivano comunque alla destinazione finale se è raggiungibile entro un'ora dall'inizio dell'agitazione sindacale; trascorso tale periodo, i treni possono fermarsi in stazioni precedenti la destinazione finale. Qui i treni garantiti in caso di sciopero.
Come chiedere il rimborso
I viaggiatori, che intendono rinunciare al viaggio, possono chiedere il rimborso a partire dalla dichiarazione di sciopero:
- fino all’ora di partenza del treno prenotato, per i treni Intercity e Frecce;
- fino alle ore 24:00 del giorno antecedente lo sciopero stesso, per i treni Regionali;
In alternativa possono riprogrammare il viaggio, a condizioni di trasporto simili, non appena possibile, secondo la disponibilità dei posti.
Cronaca
Omicidio Sarah Scazzi, Valentina Misseri: “E’...
La sorella di Sabrina rompe il lungo silenzio
"Mio padre" ha ucciso Sarah Scazzi. Valentina Misseri accusa il padre Michele per l'omicidio della cugina Sarah Scazzi, uccisa a Avetrana il 26 agosto 2010. Per il delitto, Sabrina Misseri - sorella di Valentina - e la madre Cosima Serrano sta scontando l'ergastolo. Michele Misseri a febbraio è tornato in libertà dopo aver scontato la pena per soppressione di cadavere.
"Ma strasicuro proprio. Secondo me lui ci ha provato con Sarah", dice Valentina Misseri intervistata da Salvo Sottile a Far West in onda su Rai3. "Giustamente lei si è rifiutata. E forse lì mio padre ha temuto che Sarah l'avrebbe raccontata a noi anche per salvarsi o per scappare. Quindi secondo me lui è lì che poi l'ha voluta zittire, l'ha voluta zittire per sempre. Buona parte dell'opinione pubblica pensa che io faccia parte comunque di una famiglia di assassini, quindi comunque io vengo chiamata assassina", aggiunge.
"C'era proprio l'intenzione dall'inizio di prendere mia sorella. Buona parte dell'opinione pubblica pensa che io faccia parte, comunque no, di una famiglia di assassini e comunque sono amareggiati che io stia fuori e non in carcere insieme a mia madre e mia sorella - ha aggiunto Valentina Misseri rompendo così un lungo silenzio - Nonostante io sia arrivata ad Avetrana quasi due settimane dopo. Ci sono stati momenti in cui ho pensato mesi dopo, adesso verranno a prendere pure me perché così si accontenta di più la l'opinione pubblica".
"Io penso a mia madre tutti i giorni cioè appena mi sveglio e quando vado a dormire e non posso chiamarla - ha concluso Valentina Misseri - cioè non posso confidarmi con lei, mi manca proprio un pilastro, è come se fossi orfana come se non avessi più nessuno".