Israele bombarda il sud del Libano: “Distrutti centinaia di razzi pronti al lancio”
Uno degli obiettivi dell'attacco era il comandante Ibrahim Aqil, ricercato dagli Stati Uniti. Netanyahu: "Nostri obiettivi chiari, nostre azioni parlano da sole"
Ibrahim Aqil, numero due di Hezbollah, è rimasto ucciso nel raid compiuto da Israele sulla periferia sud di Beirut. Lo ha confermato una fonte del Partito di Dio all'Afp, secondo quanto riferiscono i media israeliani. Secondo quanto riferito, insieme ad Aqil, noto anche come Tahsin, sarebbero stati uccisi diversi membri dell'unità di elite Radwan di Hezbollah, mentre partecipavano tutti insieme ad un incontro.
Aqil era ricercato dagli Stati Uniti per il suo coinvolgimento negli attentati all'ambasciata americana e alla caserma dei marines americani a Beirut nel 1983, scrive su X il giornalista Barak Ravid, citando due fonti israeliane.
Nel complesso, è di almeno 14 i morti accertati e 59 feriti - di cui 8 in condizioni critiche - il bilancio aggiornato dal ministero della Salute libanese dopo il raid. Tra le vittime, ci sarebbero 5 bambini.
Quello ''mirato'' contro l'alto comandante di Hezbollah è il terzo raid aereo condotto dalle Forze di difesa israeliane (Idf) a Beirut dall'inizio della guerra contro Hamas nella Striscia di Gaza lo scorso 7 ottobre.
Netanyahu: "Nostre azioni parlano da sole"
"I nostri obiettivi sono chiari, le nostre azioni parlano da sole"., ha intanto dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dopo il raid in Libano contro il comandante di Hezbollah.
Gli attacchi di Israele su Beirut
Il primo raid israeliano sulla capitale libanese risale all'inizio dell'anno, al 2 gennaio, e coincide con il primo leader di alto rango di Hamas ucciso dall'inizio dell'operazione nella Striscia di Gaza. A essere eliminato è stato Saleh al-Arouri, numero due dell'ufficio politico di Hamas dal 2017, tra i fondatori delle Brigate Ezzedin al-Qassam e membro del politburo dell'organizzazione palestinese dal 2010. Nato ad Aroura, in Cisgiordania, nel 1966, era apparso insieme a Haniyeh nel video con cui la leadership del movimento palestinese celebrava in tv la notizia dell'attacco in Israele.
Hamas ha confermato che al-Arouri è stato ucciso insieme ad almeno altri due comandanti delle Brigate al-Qassam in un'esplosione alla periferia sud di Beirut e attribuita a un drone israeliano. Sulla testa dell'uomo, che era considerato anche l'elemento di raccordo di Hamas con Iran e Hezbollah, gli Stati Uniti avevano messo una taglia di cinque milioni di dollari.
Più recente, il 30 luglio, il raid aereo israeliano che ha portato all'uccisione alla periferia sud di Beirut di Fuad Shukr, conosciuto anche come Hajj Mohsin, consigliere militare del leader del movimento sciita filo-iraniano Hassan Nasrallah per la pianificazione e la direzione delle operazioni di guerra. Comandante di Hezbollah e numero due del gruppo, Shukr era considerato il responsabile della strage al campo da calcio di Majdal Shams nella quale hanno perso la vita 12 bambini drusi.
Shukr era ritenuto dalle Idf il comandante del progetto missilistico di precisione di Hezbollah e si occupava quindi degli armamenti, missili a guida di precisione, missili da crociera, missili antinave, razzi a lungo raggio e droni. Era anche ricercato dagli Stati Uniti per il suo ruolo nel bombardamento del 1983 della caserma dei marines americani a Beirut e sulla sua testa c’era una taglia di cinque milioni di dollari. Sessant'anni, era il comandante militare più anziano di Hezbollah.
Un attacco su larga scala come quello condotto nelle ultime ore ha un impatto significativo sulla capacità di Hezbollah di reagire contro Israele dopole esplosioni di cercapersone e walkie talkie in dotazione ai militanti.
Questo non significa che Hezbollah non possa organizzare grandi attacchi contro Israele: può ancora farlo. Tuttavia, lo Stato ebraico - tra il raid della scorsa notte e quello del 25 agosto scorso - sta riducendo le capacità di contrattacco di Hezbollah, in particolare per quanto riguardo il lancio di razzi a corto raggio sul nord del Paese.
Iran minaccia: "Risposta terribile per azioni in Libano"
Israele riceverà una "risposta terribile" per i suoi attacchi contro Hezbollah in Libano con cercapersone e walkie talkie esplosivi. Lo ha dichiarato il comandante dei Guardiani della Rivoluzione dell'Iran (pasdaran), Hossein Salami, in una lettera inviata al segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, secondo quanto riporta l'agenzia Mehr.
Nella lettera Salami ha condannato il "crimine terroristico" che ha causato decine di morti e migliaia di feriti. Affermando che "il regime sionista ha compiuto il crimine atroce a causa della sua disperazione e dei suoi fallimenti", il capo dei pasdaran ha sottolineato che "il regime criminale di Israele riceverà presto una risposta schiacciante dalla Resistenza".
L'ambasciatore dell'Iran in Libano, Mojtaba Amani, tra le migliaia di persone rimaste ferite nelle esplosioni di cercapersone, è stato sottoposto ieri a un piccolo intervento chirurgico all'occhio e tornerà presto a Beirut per riprendere le sue attività, ha fatto sapere la moglie del diplomatico, citata dai media iraniani. Secondo la donna, Amani farà ritorno nel Paese dei cedri una volta completato il suo iter terapeutico a Teheran.
Soldati lanciano cadaveri palestinesi da tetto, Idf indaga
L'esercito israeliano sta indagando su un episodio che mostra alcuni soldati in Cisgiordania lanciare giù da un tetto i corpi senza vita di presunti militanti palestinesi. Le Forze di difesa israeliane hanno definito i fatti "un grave incidente che non coincide con i valori delle Idf", sostenendo che quanto visto in alcuni video che circolano sui social media è "in fase di revisione". I video mostrano tre soldati che lanciano da un tetto o prendono a calci sospetti militanti uccisi ieri durante il raid vicino a Jenin.
Esteri
Trump contro l’ora legale: “E’ scomoda e...
Il presidente degli Stati Uniti contro il cambio dell'ora: "Lo elimineremo"
Donald Trump dichiara guerra all'ora legale e punta alla sua eliminazione. Il presidente eletto degli Stati Uniti ha affermato che, con il suo ritorno alla Casa Bianca, il partito Repubblicano si adopererà per "eliminare l'ora legale" negli Stati Uniti, in modo da evitare cambi di orari semestrali. "L'ora legale è scomoda e molto costosa per il nostro Paese", ha detto Trump in un post su Truth Social. Nel 2025, l'ora legale verrà ripristinata tra l'8 e il 9 marzo. Si tornerà all'ora solare il 2 novembre
Elon Musk, elemento chiave nella nuova amministrazione Trump, sarà alla guida del Dipartimento per il taglio della spesa pubblica. In passato il numero 1 di X e di Tesla aveva commentato a fine novembre un sondaggio sul suo social, secondo il quale oltre l’80% degli elettori aveva dichiarato di voler eliminare l'ora legale. "Sembra che la gente voglia abolire i fastidiosi cambi di orari!", aveva scritto.
La volontà di Trump di eliminare l'ora legale sembra contraddire la posizione della maggioranza del Partito Repubblicano, che nel 2022 aveva presentato una proposta di legge per renderla permanente. La misura, approvata all'unanimità dal Senato ma non dalla Camera dei Rappresentanti. "Cambiare l'ora è un concetto obsoleto, fonte di frustrazione e confusione", affermò all'epoca il senatore Marco Rubio, firmatario del provvedimento e ora designato come prossimo capo della diplomazia americana con l'incarico di Segretario di Stato. C'è di più. Nel 2019, quando Rubio aveva presentato un primo provvedimento in quel senso, Trump aveva twittato: "Per me va bene rendere permanente l'ora legale!". In Europa, l'abbandono del cambio dell'ora è stato approvato dal Parlamento europeo nel 2019, ma da allora la sua attuazione è stata più volte rinviata.
Esteri
Malattia misteriosa in Congo trasmessa da animali?...
Una fonte anonima a Al Jazeera: "Molti pazienti ammettono contatti con animali selvatici"
La malattia misteriosa che sta circolando in Congo e mietendo vittime soprattutto tra i giovani potrebbe avere origine zoonotica e, quindi, potrebbe essere trasmessa da un animale all'uomo. Lo ha dichiarato in condizione di anonimato ad al Jazeera un esperto sanitario del Paese africano.
Anche se gli organismi sanitari nazionali e globali non hanno annunciato alcun collegamento con gli animali, l'esperto ha affermato che "la maggior parte delle persone che ho intervistato personalmente ammettono di essere state in contatto con alcuni animali selvatici pochi giorni prima di ammalarsi". Per sicurezza, ha aggiunto, le persone dovrebbero essere avvertite di ridurre il contatto con gli animali selvatici.
La malattia, osservata speciale, provoca sintomi simili a quelli influenzali: febbre, mal di testa, mal di gola, tosse, difficoltà respiratorie e anemia. Inizialmente è stata segnalata a Panzi, località e zona sanitaria della provincia di Kwango nel Sud-Ovest del Paese. Panzi, 'epicentro' di questi casi, è una comunità rurale che si trova a più di 700 km dalla capitale Kinshasa.
L'Oms ha annunciato che circa l'80% dei campioni prelevati ai pazienti mostra la presenza del virus della malaria. Il collegamento con la malaria, però, non convince tutti gli esperti, proprio alla luce dei sintomi evidenziati.
"I casi di 'febbre del Congo' aumentano, anche se non in maniera esplosiva, nel distretto sanitario di Panzi e dintorni. Secondo Africa Cdc, la scorsa settimana sono stati confermati 111 nuovi casi e 1 nuovo decesso (in totale 32 avvenuti in ospedale). La cosa inquietante è che si starebbe indagando su altri 44 decessi avvenuti in comunità (fuori dall'ospedale). Il 42% dei casi è stato rilevato in bambini al di sotto dei 5 anni di età", ha scritto su Facebook l'epidemiologo Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene presso l'università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Per l'esperto "resta il mistero sulle cause della malattia". Rezza ha ribadito infatti che "la malaria non sembra spiegare l'evento epidemico", ma "sarebbe tutt'al più una concausa (potrebbe essere implicata nella genesi dell'anemia, insieme alla malnutrizione)".
"Resta difficile, a causa della logistica, il trasporto dei campioni (all'Inrb, Istituto nazionale di ricerca biomedica di Kinshasa) per la ricerca di patogeni respiratori", ha osservato ancora l'epidemiologo. "A mio avviso - ha concluso - il rischio di diffusione al di fuori della zona del focolaio primario resta per ora da basso (all'estero) a moderato (in altre aree del Congo)".
Esteri
Il segreto dell’Amerigo Vespucci? “La...
L'ambasciatore racconta all'Adnkronos il suo viaggio da Mumbai a Karachi a bordo dell'Amerigo Vespucci
L'ambasciatore Francesco Talò, già consigliere diplomatico del presidente del Consiglio, racconta all'Adnkronos il suo viaggio sull'Amerigo Vespucci da Mumbai a Karachi: "È stata una vera e propria nave scuola anche per me. Durante il viaggio, ho avuto modo di imparare moltissimo dal Comandante, il Capitano di Vascello Giuseppe Lai, e dai suoi ufficiali, con i quali ho conversato sulla loro vita, i Paesi visitati e sugli equilibri e squilibri del mondo che stanno attraversando navigando per gli oceani".
Aggiunge poi di aver “imparato anche dai circa 250 membri dell’equipaggio: dagli anziani, che mi hanno spiegato il funzionamento complesso di questo veliero a tre alberi, e dai giovani, entusiasti e sorridenti nel loro impegno quotidiano per mantenere la nave bella ed efficiente, due caratteristiche che si rafforzano a vicenda".
L'ambasciatore riflette su quanto appreso durante la navigazione: "Quello che ho compreso in pochi giorni di imbarco potrebbe essere considerato un piccolo corso per chiunque lavori in un’organizzazione che richiede lavoro di squadra, sia nell’amministrazione pubblica che nel settore privato. Lavorare in team, responsabilizzare e motivare, accrescere competenze e impegno, garantire il benessere psicofisico per raggiungere la massima efficienza. Sulla Vespucci, la formazione diventa un simbolo che combina entusiasmo per il mare, conoscenza di nuovi Paesi, disciplina, lavoro duro e sacrifici".
"Chi vede la bellezza della nave deve considerare anche questo: un marinaio può non riuscire a raggiungere un genitore morente", confida Talò all'Adnkronos. "È successo proprio al Comandante Lai, che nei pochi giorni di sosta in India ha preso tre voli per raggiungere la Sardegna, partecipare almeno ai funerali del padre e tornare a bordo in tempo per la partenza verso Karachi. È tornato al lavoro come prima, anzi più di prima, circondato dall’affetto dei suoi uomini. Questo fa parte della formazione di persone forti nella mente e nella determinazione, membri di una squadra e professionisti di alto livello".
Esempio come parte fondamentale della formazione
Talò sottolinea l’importanza dell’esempio come parte fondamentale della formazione: "La formazione si costruisce con l’esempio: quello del Comandante verso l’equipaggio, degli anziani verso i giovani e degli allievi ufficiali che dormono sulle amache e imparano a svolgere tutte le mansioni dei marinai che un giorno saranno ai loro ordini. Esempio e rispetto reciproco si alimentano l’uno con l’altro. È così che si forma una squadra, con grandi sacrifici e piccoli gesti come la pizza condivisa tra ufficiali e marinai dopo un turno notturno".
L'ambasciatore ricorda come l’importanza della formazione nelle Forze Armate sia un valore riconosciuto a tutti i livelli: "Del resto, la cerimonia di giuramento degli allievi dell’Accademia Navale a bordo della Nave Trieste, con la partecipazione del Presidente della Repubblica, testimonia quanto sia centrale. Lo stesso vale per l’apertura dell’anno accademico del Centro Alti Studi per la Difesa (Casd), alla presenza del Ministro Crosetto e della Professoressa Severino, Presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione". Talò aggiunge con un sorriso: "In quell’occasione, il Ministro ha citato ‘Alice nel Paese delle Meraviglie’: ‘Devi correre più che puoi per restare nello stesso posto. Se vuoi andare da qualche altra parte, devi correre almeno il doppio!’ È una frase che sintetizza bene la necessità di innovare costantemente, una lezione che vale anche per la Vespucci e per tutte le amministrazioni dello Stato".
Il capitale umano
Ma al centro della formazione, sottolinea l’ambasciatore, c’è sempre il capitale umano: "Lai è un mentore per il suo equipaggio, come Velasco lo era per la sua squadra. Lo vedo mentre gira per la nave: operativo, ascolta, decide con rapidità e chiarezza. Eppure, trova sempre il tempo per qualche parola ai ragazzi, con naturalezza, comprendendo l’approccio giusto per ciascuno. In una squadra, ognuno ha un compito e ognuno è diverso".
La cinghia di trasmissione tra il Comandante e tutti i servizi della nave è il suo vice, il Capitano di Fregata Tommaso Faraldo. "È un veterano del Vespucci, con cinque anni di servizio come Comandante in Seconda. Mi racconta che questo ruolo rappresenta per lui ‘il coronamento di un sogno partito vent’anni fa dai banchi di un istituto nautico’. Ma nonostante l’esperienza, vuole sempre di più da sé stesso, convinto che il segreto sia valorizzare le competenze di ciascun membro dell’equipaggio in un contesto così complesso".
Durante la navigazione tra India e Pakistan, l’ambasciatore Talò ha voluto dare anche il proprio contributo alla formazione: "In due conferenze, ho riflettuto insieme all’equipaggio sul contesto storico che stiamo vivendo, sull’importanza della visione marittima dell’Indo-Mediterraneo e sul potenziale dell’economia blu, con reti di connettività come il corridoio Imec, che collega Mumbai all’Europa attraverso il Mediterraneo e Trieste. La vita a bordo è scandita da lavoro incessante: "In spazi ristretti, 250 persone sanno esattamente cosa fare. C’è chi lucida gli ottoni, chi traccia la rotta, chi si arrampica come un alpinista sulle cime di fibre naturali. È un piccolo villaggio che vive in alto mare, tra un porto e l’altro, garantendo benessere psicofisico e sicurezza per affrontare lunghe navigazioni”. "La campagna del Vespucci non è solo un giro del mondo, ma un modo per proiettare l’Italia nel mondo. È uno strumento di soft power che racconta il nostro Paese all’estero e porta il mondo all’Italia. Chiunque abbia la fortuna di vivere questa esperienza, come me, ne esce cambiato: il Vespucci è carico di storia, ma ci parla di futuro. Perché nessuna organizzazione può sopravvivere senza innovazione e formazione, valori esistenziali anche per la sicurezza nazionale", conclude.