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‘Claudio è per sempre’, Baglioni commuove i fan all’Arena di Verona

Al primo di otto concerti sold out, il cantautore dichiara: "Siccome ce lo possiamo ancora permettere e promettere, ci vediamo alla prossima"

'Claudio è per sempre', Baglioni commuove i fan all'Arena di Verona

"Siccome ce lo possiamo ancora permettere e promettere, ci vediamo alla prossima". Dopo tre ore filate di una scaletta mozzafiato di 38 canzoni di successo senza tempo, così Claudio Baglioni, ieri sera, ha salutato i fan di tre generazioni accorsi per il primo degli otto concerti "A tuttocuore plus ultra" - tutti sold out - all'Arena di Verona. Parole che sono apparse rassicuranti per il suo pubblico, accolte da un'ovazione al termine di quello che è stato annunciato come il capitolo conclusivo in edizione speciale dell'opera-show nell'anfiteatro romano, che segna il congedo del cantautore dall'Arena veronese e al tempo stesso celebra il 50esimo anniversario del suo debutto nella città di Giulietta e Romeo.

"Vi abbraccio tutti con disciplina e onore a tutto cuore" sono le altre parole che Baglioni ha regalato mentre i 12.000 dell'Arena gli hanno tributato una lunga standing ovation, scattata subito dopo il gran finale che ha visto in successione gli evergreen "Via", "E tu", "Strada facendo" e infine "La vita adesso". "La vita è adesso, Claudio è per sempre" era scritto in uno degli striscioni issati sugli spalti da un gruppo di donne di varie età che non si rassegnano all'idea del "giro d'onore" che sta accompagnando il congedo dalla scena live di Baglioni.

E del congedo ha parlato lui stesso dal palco suscitando commozione: "Questi concerti sono molto importanti per me perchè sono il mio commiato da questo palco", ha detto Baglioni sommerso una volta tanto non dagli applausi ma da un coro di "no", pure da qualche fischio e grida come "Claudio non ci devi lasciare". "Io sono stato molto fortunato nella mia carriera, perchè ho fatto un lavoro bello e appagante e per questo devo ringraziare tante persone ma soprattutto voi, il mio pubblico - ha aggiunto - L'amore per Verona è iniziato esattamente 50 anni fa e da allora di questa città dell'amore, la mia Giulietta potrei dire, mi sono innamorato: io allora ero un Romeo molto giovane, oggi un po' meno". Pochi giorni fa la città veneta ha ricambiato questi amorosi sensi quando l'Ordine degli Architetti lo ha iscritto "architetto" nell'Elenco d'Onore.

"Benvenuti, bentrovati, bentornati e ben arrivati: ora che siamo tutti, il viaggio può cominciare", ha esordito Claudio Baglioni entrando in scena sulle note di "E tu come stai", su un palco che sembra richiamare le geometrie interconnesse che cambiano gradualmente in forme via via differenti dell'incisore olandese Maurits Cornelis Escher.

Il cantautore è poi partito con la lunga carrellata di brani che hanno segnato la sua carriera e la storia musicale del nostro Paese: "Dagli il via", "Acqua dalla Luna", "Con tutto l'amore che posso", "Quante volte" (e qui Baglioni ha strappato applausi scroscianti per il suo ballo sincopato), "Un po' di più", "Gli anni più belli", "Domani mai", "Quanto ti voglio" "Fammi andare via", "Niente più", "Adesso la pubblicità", "A tutto cuore", "Mal d'amore", "W l'Inghilterra".

Più volte durante il concerto Baglioni ha aperto quello che ha definito "l'armadio dei ricordi", presentando canzoni con le rispettive date di incisioni e indossando abiti d'epoca: è accaduto per "Sono io", "Cuore aliante", "Uomo di varietà", "Amori in corso", "Un giorno nuovo", "Con voi", "Amore bello", "Solo", "Sabato pomeriggio". Immancabile "Questo piccolo grande amore" (e qui subito sono scattate le luci dei telefonini per illuminare l'Arena), eseguita da solo al pianoforte issandosi sul punto più alto del palco: "Io sono un privilegiato perchè dove sono io si gode un panorama bellissimo. Sono davvero felice di essere qui a Verona perchè mi fa pensare ancora al mio primo vero successo di 50 anni fa, anche se in verità sono salito su un palcoscenico prima, 60 anni fa, e allora ero solo un bimbetto". Eseguita con l'immancabile coro del pubblico, "Questo piccolo grande amore" si è conclusa con la sorridente battuta baglioniana: "siete bravi eh..."

La scaletta di un repertorio che sembra non avere uguali è continuata con "Uomini persi", "Dodici note", "Avrai, "Io me ne andrei", "Mille giorni di te e di me" (che se la batte con QPGA per cori a squarciagola e luci accese dei telefonini). "Noi che siamo qui potremmo rovistare tra i ricordi e trovare una scena del passato che diventa profezia per il futuro", ha detto Baglioni introducendo "Le ragazze dell'est", canzone del 1981 anticipatrice dei flussi migratorie che un decennio dopo avrebbero preso ad arrivare in Italia. Tra le tante canzoni di Baglioni, anche due brani-manifesto, "Noi no" e "Io sono qui", che sembrano convocare il suo popolo all'azione, con i fan che scattano in piedi quasi all'unisono per ballare e battere le mani a ritmo.

In "A tuttocuore plus ultra" energia e passione si fondono per creare un'armonia perfetta tra musica, canto, danza, spazio, suono, performance, costumi, giochi di luce, immagini tridimensionali nazionali grazie alla direzione artistica e regia teatrale di Giuliano Peparini. E proprio a Peparini si devono gli imponenti movimenti scenici che sembrano richiamare le rappresentazioni operistiche grazie al coinvolgimento di 80 performer. Una specie di "opera totale" sempre più ardita nella concezione autoriale di Baglioni, che peraltro era stata intuita da un critico letterario raffinato e esigente come Alberto Asor Rosa, sorprendendo molti accademici, per il suo apprezzamento per l'eleganza poetica dei versi del cantautore allorchè nel 2005 all'Università "La Sapienza" di Roma partecipò alla presentazione del libro "Claudio Baglioni. Parole e canzoni" (Einaudi Stile Libero) a cura di Vincenzo Molica.

(di Paolo Martini)

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Spettacolo

Sesso e thriller in ‘Inganno’, da oggi su...

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Monica Guerritore e Giacomo Gianniotti sono i protagonisti della serie ‘Inganno’, da oggi su Netflix con la regia di Pappi Corsicato: un thriller sentimentale che gioca tra la suspense, la rottura dei tabù e le verità scomode sull’amore. È la storia di un’appassionante relazione, in cui non mancano ombre e segreti, che mette in crisi le convenzioni sociali e gli equilibri familiari, sovvertendo il ruolo della maternità nella cultura mediterranea. Nell’intervista all’Adnkronos Guerritore e Gianniotti contro ogni tabù sulla (ri)scoperta dell’amore e del desiderio over 60.

Gabriella (Guerritore) è la proprietaria di un prestigioso hotel in Costiera Amalfitana, una donna elegante, fiera dei suoi sessant’anni e consapevole del suo ruolo. I suoi tre figli ormai sono grandi e la vita non sembra riservarle più molte sorprese, finché non incontra Elia (Gianniotti): un ragazzo affascinante, vitale, libero, coetaneo del suo figlio maggiore, che esercita su di lei un fascino irresistibile, ma anche ambiguo e spaventoso. Nonostante la differenza di età, Gabriella si riscopre donna, amante e per Elia è pronta a mettere in gioco tutto, anche il rapporto con i figli e la loro eredità.

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Spettacolo

“PerSo Festival”, vince film brasiliano...

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Chiude il "Perugia Social Film Festival 2024" con lavori provenienti da 22 Paesi, tra cui 13 pellicole in anteprima italiana o mondiale

Vince un film brasiliano il 'PerSo - Perugia Social Film Festival 2024', che si chiude oggi, 9 ottobre, nella città umbra. Il premio della decima edizione del Festival internazionale di cinema documentario, riservato alle opere in anteprima assoluta in Italia è andato a "A Transformação de Canuto", diretto dal brasiliano Ernesto de Carvalho e da Ariel Kuaray Ortega, primo regista indigeno. Il film è un esempio altissimo di auto-narrazione, vale a dire che per la prima volta non sono gli indigeni amazzonici a farsi raccontare dagli altri, ma si raccontano da soli. Il film infatti è meta-narrativo, una specie di 'Effetto notte' girato nella giungla, una riflessione su colonizzazione, disboscamento e rapacità dell'uomo bianco.

La cerimonia di premiazione, al PostModernissimo di Perugia, condotta da Caterina Fiocchetti e Giulia Zeetti ha decretato i vincitori di tutte le categorie di concorso dell'edizione 2024. Menzioni speciali nella categoria Award a 'Che ore sono' di Marta Basso e Tito Puglielli e a 'Fragments of ice' di Maria Stoianova. 'PerSo student award' è andato a 'Kripton' di Francesco Munzi; 'PerSo Agorà' a 'Noi siamo gli errori che permettono la vostra intelligenza' di Erika Rossi; 'PerSo short', assegnato da Film Tv, e 'PerSo short jail', assegnato dalla giuria dei detenuti del Carcere di Capanne a 'L'uccello imbroglione' di Davide Salucci; Menzione speciale a 'Trasparenze' di Mario Blaconà; 'Perso short la 7a ora' a 'Z.O.' di Loris G. Nese.

Il film vincitore è stato realizzato da Ariel Kuaray Ortega, pioniere del cinema indigeno e leader Mbyá-Guarani e Ernesto de Carvalho, cineasta, fotografo e montatore brasiliano, con un dottorato in antropologia conseguito presso la New York University, da oltre 15 anni collabora con le comunità Mbyá-Guarani alla realizzazione di filmati attraverso il progetto Vídeo nas Aldeias. "Abbiamo realizzato questo film - spiegano i registi - con l’intenzione di portare lo spettatore in un viaggio con noi. Il viaggio attraversa le frontiere: Brasile/Argentina, fiction/documentario, umano/animale, persona/personaggio. Il nostro protagonista, vissuto negli anni ’80, fin dall’infanzia ha mostrato i segni della temuta malattia che è la trasformazione in giaguaro, un animale pericoloso. La storia riguarda i rischi di uscire dall’umanità, dai legami che uniscono una comunità e collegano le persone. Troviamo, nell’atto stesso del filmare - proseguono - elementi chiave che ci aiutano a capire cosa significa questa trasformazione. E con ciò ci avviciniamo al dramma di raccontare quella storia, con la forte complicità dell’intera comunità Mbyá-Guarani che ha vissuto gli eventi narrati, decenni fa".

La giuria ufficiale 2024 che ha assegnato l'Award è composta da: Maria Bonsanti, vicedirettrice del Centro Sperimentale di Cinematografia e (dal 2017 al 2022) direttrice di Eurodoc - Programma internazionale di formazione per Produttori di Cinema documentario; Alessandro Rossetto, autore e regista, considerato uno dei maggiori documentaristi europei della sua generazione; Emiliano Morreale, professore di Storia del cinema, Cinema e letteratura, Linguaggio cinematografico e Cinema e scrittura presso l’università Sapienza di Roma, critico cinematografico del quotidiano La Repubblica, ha lavorato come selezionatore per i festival di Torino e di Venezia, e dal 2013 al 2016 ha diretto la Cineteca Nazionale.

I 'numeri' dell'edizione 2024, che hanno visto protagonista la città di Perugia hanno 'contato' 3 sale cinematografiche, 12 location, 11 giorni di programmazione ad ingresso gratuito, 55 titoli nazionali e internazionali, 13 anteprime italiane, uno spettacolo teatrale, un cine-concerto, una retrospettiva, eventi speciali e oltre 50 ospiti in sala negli incontri con il pubblico. Tanti gli ospiti, tra cui: Leonardo Di Costanzo, Moni Ovadia, Luc Merenda e Sergio Martino, Massimo Zamboni, Goffredo Fofi, il regista palestinese Yvann Yagchi, Massimo Cirri e Peppe Dell’Acqua.

'PerSo' è organizzato da Realmente Aps, in collaborazione con Fondazione La Città del Sole Onlus, con il sostegno di Fondazione Perugia, MiC - D.G. Cinema, Regione Umbria, Comune di Perugia e Camera di Commercio dell’Umbria. Tra i numerosi enti collaboratori: Università degli Studi di Perugia, Manu – Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, A.Di.S.U., Aba – Accademia delle Belle Arti, Fiab Perugia Pedala Aps, Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.

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Spettacolo

Emily in Paris, rabbia Macron: “Non ha senso a Roma,...

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La moglie del presidente francese avrà un ruolo nella quinta stagione

Il presidente francese Emmanuel Macron - Agenzia Fotogramma

Tra i molti argomenti toccati dal presidente Emmanuel Macron, nella sua intervista a Variety, c'è anche 'Emily in Paris'. Il leader dell'Eliseo non sembra aver preso bene infatti la scelta di Netflix di spostare definitivamente l'ambientazione della fortunata serie tv americana, prossima alla sua quinta stagione, dalla capitale transalpina a quella italiana. "Chiederemo che 'Emily in Paris' rimanga a Parigi, andare a Roma non avrebbe senso.

Inoltre Macron ha commentato anche il cameo della moglie Brigitte, presente proprio nella quarta stagione: "Sono molto orgoglioso e lei era molto felice di farlo. Sono solo pochi minuti, ma credo che sia stato un momento molto bello per lei", ha continuato il presidente, "penso che sia positivo per l'immagine della Francia. 'Emily in Paris' ha un effetto molto positivo in termini di attrattiva per il Paese".

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