‘La Passione di Cristo’, Mel Gibson è in Puglia per il sequel ‘Resurrection’
Le riprese sarebbero previste per il 2025: intanto i sopralluoghi
Si parla da anni di un sequel di 'La Passione di Cristo', ma sembra che ora 'Resurrection' vedrà veramente la luce e che sarà girato ancora una volta in Italia. In questi giorni Mel Gibson è stato avvistato prima a Matera (che fu set di moltissime delle scene del kolossal del 2004) e ora a Gravina, in Puglia.
A dare la notizia è stato Giuseppe Toscano, proprietario di Toscaffè, su Instagram. "Shock totale, esco fuori al bancone del bar - ha scritto - e c'è Mel Gibson seduto ai tavoli del bar a bere qualcosa". Crocs nere, camicia blu e pantaloni corti, l'attore e regista statunitense si è lasciato fotografare insieme a Toscano e ai dipendenti del bar di Gravina.
Secondo indiscrezioni sembra che, dopo anni di rinvii e modifiche alla sceneggiatura, le riprese del film - intitolato 'Resurrection' ossia 'resurrezione' - inizieranno nel 2025 e che proprio in questi giorni Gibson stia svolgendo i sopralluoghi per capire quale città italiana sia la scelta migliore per tornare indietro nel tempo a oltre duemila anni fa. Il progetto dovrebbe riunire parte del cast originale tra cui Jim Caviezel nel ruolo di Gesù.
Spettacolo
Rocco Siffredi in lacrime: “La mia famiglia porta una...
La star del porno si commuove nell'intervista a Verissimo
"Era meglio non venire". Rocco Siffredi non trattiene le lacrime a Verissimo, nella puntata di oggi 6 ottobre. "Quando ho deciso di fare questo lavoro non l'ho mai rinnegato, ma sento di aver trascinato mia moglie e i miei figli... - dice commosso- Era meglio se non fossi venuto... Mi rendo conto che il mio lavoro non è stato facile per mia moglie. I miei figli mi adorano, ma dentro di me sento sempre che la società non è facile... Mi vergogno? No. La mia scelta 30-40 anni fa è stata un po' una croce, è come se avessi messo mia moglie e i miei figli a tirare questa croce con me. Non riesco a fingere che tutto vada bene, sono quello che sono: da 40 anni sono nel mondo del porno e ho sempre fatto il mio lavoro con la massima onestà. Vorrei portare da solo la croce da solo...".
"Mio figlio è stato fidanzato per 13 anni, era fidanzato con una donna che amava. Vederlo soffrire perché il papà rappresentava qualcosa che altri non accettavano, mi ha spinto a dirmi 'mio figlio non ha scelto questa vita'...", racconta ancora l'attore. "Sto diventando sempre più empatico con i miei figli. Se loro sono contenti, io sono felice. Se li vedo tristi, io ho il bisogno di stargli più vicino. Ho più difficoltà ora a dire 'quello è il passato, chiudi e vai avanti'. Non riesco a fingere che tutto vada bene, perché dovrei farlo?", aggiunge.
"La parte più difficile non è stato fare l'attore porno e avere una famiglia, essere Siffredi di là e Rocco di qua: non è facile se hai rispetto e amore sincero per le persone che hai intorno. Se fossi un egoista non sarei in queste condizioni", dice.
Spettacolo
Eleonora Giorgi e la lotta con il tumore: “Cammino...
"Sto facendo un cammino molto impegnativo, ma non posso lasciare il mio nipotino Gabriele"
"Spero di entrare in un programma di cura sperimentale per il tumore al pancreas. Intanto continuo con la chemioterapia, è molto pesante, ma tengo duro". Eleonora Giorgi, ospite a Verissimo oggi 6 ottobre, fornisce aggiornamenti sulle condizioni di salute. L'attrice 70enne da tempo lotta con un tumore al pancreas. "Sto facendo un cammino molto impegnativo, ma non posso lasciare il mio nipotino Gabriele", dice.
"Nessuno è immortale. Quando prendi un frontale con la vita, come nel mio caso, cambiano le priorità: tutto assume un significato più profondo. Oggi la mia priorità assoluta è quello che mi rimane, sperando il più possibile. In Italia abbiamo a Verona un'eccellenza della ricerca", spiega l'attrice. "Fanno mappe genetiche del tumore, spero di accedere ad un programma di cura sperimentale. Nel frattempo proseguo con la chemioterapia, anche questa nuovissima. Teniamo duro, non disperiamo: sono in un cammino molto impegnativo", dice ancora.
Spettacolo
‘Hanno ucciso l’Uomo Ragno’, arriva la serie...
Debutta l’11 ottobre su Sky e in streaming su Now, Sibilia 'una storia che appartiene a tutti, a loro è piaciuta
Una storia di musica e di grande amicizia sullo sfondo dei mitici Anni 90. Una storia di provincia, di illusioni, di coraggio ma anche di un successo travolgente, imprevisto e imprevedibile: quello di due ragazzi di Pavia, Max Pezzali e Mauro Repetto, che in pochi anni danno vita a una delle band più amate e iconiche della musica italiana. Una storia che appartiene a intere generazioni, raccontata in 'Hanno ucciso l'Uomo Ragno - La leggendaria storia degli 883', la serie Sky Original creata da Sydney Sibilia, dall’11 ottobre su Sky e in streaming su Now. "È una storia che appartiene a tutti perché i sentimenti che muovono Max e Mauro sono gli stessi dei ragazzi di oggi", racconta Sibilia alla presentazione della serie al Teatro Alcione di Milano, anticipando che gli ex 883 "l’hanno vista e l'hanno apprezzata".
"Non è una serie didattica - sottolinea il regista e sceneggiatore - ma un teen drama ed è un caso che sia vera e che racconti gli 883". Tra i riferimenti ci sono "'Ovo sodo', 'Superbad' e 'Notte prima degli esami'", spiega il regista, "ma anche 'Beverly Hills 90210'". L’idea della serie è nata "riascoltando le loro canzoni, che sentivo da piccolo anche se non capivo molto lo slang pavese”, ricorda Sibilia. "Ma anche dopo aver letto il libro di Pezzali 'I cowboy non mollano mai'. Quello di Repetto, 'Non ho ucciso l’Uomo Ragno', è arrivato quasi alla fine delle riprese, quindi ciò che non sapevamo di lui ce lo hanno detto le canzoni". Il regista di 'Smetto quando voglio' ha capito fin da subito che c’era una storia da raccontare. "Abbiamo chiesto a Max e Mauro, che ci hanno detto di sì. Poi siamo andati un po’ da soli con l’obiettivo di restare aderenti alla storia vera. Max lo abbiamo coinvolto per alcune consulenze su Pavia".
Non è un’operazione 'Amarcord', come ha più volte sottolineato Sibilia, ma è inevitabile che per le generazioni degli Anni 90 la serie è un’occasione per riavvolgere il nastro dei ricordi. "Un periodo storico che rappresenta la mia infanzia - dice il creatore della serie - in cui c’era la genesi di tante colonne portanti dell’intrattenimento in Italia”. Vengono raccontati, tra i tanti, Claudio Cecchetto, Fiorello e Maria De Filippi, che ancora non era la regina della televisione ma aveva un corteggiatore: Maurizio Costanzo. Un ritratto di personaggi del passato e del presente attraverso gli occhi dei protagonisti, interpretati da Elia Nuzzolo (Pezzali) e Matteo Oscar Giuggioli (Repetto). "Eravamo disposti a fermarci se non avessimo trovato i protagonisti giusti", ricorda il regista di 'Mixed by Erry'. E quelli giusti li hanno trovati. "Io e Matteo abbiamo seguito le lezioni di canto per diversi mesi con Ciro Carovano dei Neri per Caso, il lavoro con lui è stato fondamentale”, racconta Nuzzolo. "All’inizio la situazione è stata tragica", scherza Sibilia.
Nel cast anche Davide Calgaro, interprete di Cisco. "Lo conoscevo perché è citato in alcune canzoni degli 883. Non è solo il migliore amico di Max - spiega Calgaro - ma anche la sua coscienza critica, è l’unico pronto a dirgli tutto". Anche Sibilia e Matteo Rovere, che hanno prodotto la serie con la loro Groenlandia insieme a Sky Studios, si rivedono in Max e Mauro. "Una volta Max mi disse 'era bello fare il cantante famoso ma ancora più bello farlo con il mio migliore amico'. Io posso dire che è bello produrre cose ma è ancora più bello farlo con il mio migliore amico", dice Sibilia riferendosi a Rovere. "Io e Sydney ci siamo conosciuti nel periodo universitario - ricorda Rovere - condividevamo il sogno di fare questo mestiere. Ce l'abbiamo fatta nonostante le nostre famiglie non facciano parte del mondo del cinema. Con Sydney, una delle persone più importanti della mia vita, continuiamo a divertirci esattamente come lo facevamo a 20 anni".
'Hanno ucciso l'Uomo Ragno, per Nils Hartmann, Executive Vice President Sky Studios per l’Italia, è "grande cinema come ‘Dostoevskij’ dei fratelli D’Innocenzo, ’L’arte della gioia’ di Valeria Golino e ‘M - Il figlio del secolo’ diretta da Joe Wright. Tutto questo per me - ribadisce - è grande cinema e questa è la linea di Sky”, conclude. Sibilia ha scritto la serie con Francesco Agostini, Chiara Laudani e Giorgio Nerone e l’ha diretta insieme ad Alice Filippi e Francesco Ebbasta. (di Lucrezia Leombruni)