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Morto Massimo Canalini, il talent scout di Brizzi che pubblicò ‘Jack Frusciante’

L'editore di Transeuropa aveva 66 anni ed era una delle figure più influenti e visionarie dell'editoria italiana contemporanea. Tra le scoperte anche Silvia Ballestra

Massimo Canalini nel 2013 - Fotogramma

L'editore Massimo Canalini, una delle figure più influenti e visionarie dell'editoria italiana contemporanea, fondatore della casa editrice Transeuropa, è morto all'età di 66 anni. L'annuncio della scomparsa è stato dato dalla stessa Transeuropa. Il funerale si terrà domani, martedì 17 settembre, alle ore 10,30, presso la chiesa di Santa Maria dei Servi in via del Conero ad Ancona.

Canalini ha rivoluzionato il mondo della narrativa, portando alla ribalta autori che avrebbero segnato un'epoca. Grazie alla sua straordinaria capacità di scoprire nuovi talenti, ha dato voce a scrittori come Enrico Brizzi, che con "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" (1994) è diventato un classico della letteratura giovanile italiana, e Silvia Ballestra, autrice di opere memorabili come "Il compleanno dell'iguana" (1991) e "I giorni della rotonda", ma ha pubblicato anche Angelo Ferracuti e la già anziana Joyce Lussu che ha contribuito a far riscoprire.

Nato ad Ancora nel 1956, Canalini nel 1979 fondò la casa editrice Il lavoro editoriale nella sua città e nel 1987 Transeuropa sempre ad Ancona, con una precisa visione di impegno morale, intellettuale e civile. Canalini ha trasformato Transeuropa in una fucina di sperimentazione e creatività, offrendo una piattaforma a oltre 600 opere e lanciando più di 40 autori. Insieme all'amico e complice intellettuale Pier Vittorio Tondelli, ha creato un laboratorio di narrativa, Under 25, che non solo ha scoperto nuovi talenti, ma ha anche spinto i confini della scrittura e della cultura italiana degli anni '80 e '90​.

"Canalini non era solo un editore, ma un maestro per molti, che condivideva la sua passione e il suo fiuto infallibile per le storie - scrive Transeuropa nel comunicato di ricordo - Al Salone del Libro di Torino, gli aspiranti scrittori facevano la fila per parlare con lui, per cercare quel consiglio prezioso che avrebbe potuto aprire loro la porta del mondo editoriale​. Oggi perdiamo un visionario, un innovatore che ha cambiato per sempre la narrativa italiana. Il suo contributo alla letteratura, la sua dedizione e il suo spirito indomito ci accompagneranno sempre. A nome di tutti noi di Transeuropa, vogliamo dirti grazie, Massimo, per tutto quello che ci hai dato. La tua eredità vivrà nelle pagine che hai pubblicato e nei cuori che hai toccato. Ciao, Massimo. Grazie di tutto".

Tanti i messaggi social di cordoglio. "Massimo Canalini è stato un editore geniale, divertentissimo, punk, completamente pazzo, coltissimo, imprevedibile, sovversivo. Grande è la tristezza", scrive la scrittrice Silvia Ballestra. "Gli dobbiamo tutti moltissimo. La letteratura italiana gli deve moltissimo", sottolinea Paolo Repetti di Einaudi Stile Libero.

Enrico Brizzi, che dopo 30 anni ha deciso di scrivere il seguito del suo esordio-cult ("Due", in uscita per HarperCollins Italia), su Facebook ha scritto: "Ho ricevuto la notizia sconvolgente che Massimo Canalini, il primo editore di 'Jack Frusciante' e una figura unica nel panorama editoriale italiano, se n’era andato. Conobbi Max nel febbraio '92 quando aveva il doppio dei miei anni; mi ha insegnato a prendere la scrittura sul serio e a divertirmi nello sperimentare. Abbiamo portato in giro insieme il mio primo romanzo fra licei, convegni e platee discretamente pazzesche come il Maurizio Costanzo Show, e per dieci anni ancora è stato il mio editor. Né lui né il sottoscritto sono persone facili, presumo, se dopo avere condiviso avventure impagabili e avere visto molte volte sorgere il sole dall'Adriatico, ci si è tenuti lontani l'uno dall’altro per vent'anni. Dopo tanto tempo, l'ho visto l'ultima volta due settimane fa in Ancona, provato ma determinato nell'espormi nuovi progetti (...) Servirà tempo per capire cosa ci ha colpiti; poi sarà il caso che tutti noi, non solo gli ex Under 25 e i Tondelliani hardcore transitati dalle stanze di Transeuropa, ma tutti noi che abbiamo a che fare con i libri, cominciamo a fare i conti sul serio con l'eredità di Max. Un uomo, sia detto per inciso, che in ufficio riceveva gli ospiti sotto un ingrandimento formato poster di un articolo che lo definiva ‘il migliore talent scout d’Italia‘, ma al tempo stesso non ha mai smesso di definirsi con orgoglio ‘un piccolo editore‘. Ci metteva anche un’ombra di compiacimento, da primattore qual era, ma su un fatto non l’ho mai sentito scherzare. Penso precisamente a quando definiva la propria opera con un termine solenne e avventuroso, che tanta editoria di oggi farebbe bene a rivalutare: 'ricerca'".

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Cultura

Cultura, a Palazzo Reale a Milano la mostra ‘Picasso....

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Si sviluppa attorno al concetto di accoglienza la mostra ‘Picasso. Lo straniero’, ospitata da Palazzo Reale a Milano e visitabile dal 20 settembre 2024 fino al 2 febbraio 2025. Proprio nella sale del Palazzo che affaccia su Piazza Duomo distrutte dai bombardamenti, l’artista spagnolo volle esporre nel 1945 la sua Guernica, per denunciare l’orrore della guerra. Le sue opere tornano oggi nello stesso luogo con un’esposizione che vuole essere un richiamo alle contraddizioni della nostra società che ancora oggi, troppo spesso, rifiuta lo straniero e le diversità.

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Cultura

Da domani fino a 2 febbraio apre al pubblico mostra...

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A cinquant’anni dalla scomparsa, l’opera di Picasso è indagata e raccontata attraverso la lente del suo stato di immigrato, rifiutato, censurato dalla nazione che lo ha visto crescere e raggiungere il successo, la Francia

Da domani fino a 2 febbraio apre al pubblico mostra 'Picasso lo staniero'

Da domani e fino al 2 febbraio 2025, Palazzo Reale presenta la mostra “Picasso lo straniero”. A cinquant’anni dalla scomparsa, l’opera di Picasso è indagata e raccontata attraverso la lente del suo stato di immigrato, rifiutato, censurato dalla nazione che lo ha visto crescere e raggiungere il successo, la Francia. Promossa dal Comune di Milano - Cultura, la mostra nasce dall’idea originale di Annie Cohen-Solal, autrice della biografia “Picasso lo straniero” e curatrice scientifica del progetto espositivo, ed è prodotta da Palazzo Reale con Marsilio Arte grazie alla collaborazione del Musée National Picasso-Paris (MNPP), principale prestatore, del Palais de la Porte Dorée, del Musée National de l’Histoire de l’Immigration e della Collection Musée Magnelli Musée de la céramique di Vallauris. La mostra si avvale anche della curatela speciale di Cécile Debray, presidente del Mnpp. "Picasso lo straniero" presenta più di 90 opere dell’artista, oltre a documenti, fotografie, lettere e video, provenienti dal Mnpp, dal Musée National de l’Histoire de l’Immigration di Parigi e dalla Collection Musée Magnelli Musée de la céramique di Vallauris: un progetto che apre ad ampie e attualissime riflessioni sui temi dell’accoglienza, dell’immigrazione e della relazione con l’altro. "Questo progetto rappresenta un’occasione straordinaria per riflettere non solo sull’opera di uno dei più grandi artisti del Novecento, ma anche sulle dinamiche storiche e sociali che hanno influenzato la sua vita e il suo percorso creativo - ha dichiarato l'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi -. Milano, con la sua tradizione di accoglienza e apertura culturale, si conferma ancora una volta un centro internazionale in cui l’arte diventa strumento di dialogo e inclusione. L’approccio innovativo di questa esposizione ci invita a riscoprire Picasso sotto una nuova luce, quella dell’uomo, oltre che dell’artista, segnato dall’esperienza dell’essere straniero".

Nato nel 1881 a Malaga in Spagna, Picasso giunge per la prima volta a Parigi da Barcellona nell’ottobre 1900 in occasione dell’Esposizione Universale, senza conoscere una sola parola in francese. Nel 1901 viene schedato per sbaglio con il numero 74.664 come anarchico sottoposto a sorveglianza speciale. Nel 1904 si stabilisce definitivamente a Parigi, dove si affermerà come leader dell’avanguardia cubista. Nonostante la Francia diventi la sua casa e la sua fama cresca oltre i confini nazionali, l’artista non otterrà mai la cittadinanza francese. Durante la guerra civile in Spagna, l’artista realizza Guernica (1937), l’immensa tela destinata a diventare il vessillo universale della resistenza antifascista, così il 3 aprile 1940, temendo di essere in pericolo in un Paese in cui l’invasione nazista è imminente e lui è solo uno straniero non gradito, inoltra allo stato francese la domanda di naturalizzazione, che gli viene rifiutata. Risale al 1929 il gran rifiuto che il Louvre oppose alla donazione delle “Demoiselles d’Avignon” e così, fino al 1947, nelle collezioni pubbliche francesi erano presenti solo due opere di Picasso, nonostante la sua fama fosse affermata in tutto il mondo. Il clima di sospetto e di esclusione di cui fu vittima non gli impedì di stabilirsi nel 1955 nel sud della Francia, preferendo la provincia alla capitale e ancorandosi così definitivamente allo spazio mediterraneo al quale ha sempre appartenuto. Come ha fatto Picasso, in un secolo caratterizzato da così grandi turbolenze politiche, in un mondo dilaniato da nazionalismi di ogni specie, in un paese in cui gli apparati di sicurezza, le istituzioni museali e gran parte dell’ambiente artistico-culturale diffidavano di lui, a imporre le sue rivoluzioni estetiche? L’esposizione di Milano risponde a queste domande, al di là dell’aspetto puramente formalista dell’opera dell’artista: grazie a un approccio multidisciplinare e alla ricerca negli archivi della polizia francese, i curatori danno vita a un avvincente percorso nella vita e nell’opera di Pablo Picasso, con documenti inediti e opere mai viste prima in Italia.

Il percorso espositivo si snoda in ordine cronologico, dal 1900 al 1973, e le opere selezionate sono testimonianza della travagliata condizione di esule e straniero di Picasso in Francia, esperienza che ha che influenzato radicalmente la sua pratica artistica. Nel dipinto “La lettura della lettera” (1921), ad esempio, Picasso rappresenta sé stesso accanto a un amico, che potrebbe essere il poeta Guillaume Apollinaire o il poeta Max Jacob, oppure Georges Braque: ma ciò che emerge è l'importanza che l’artista - proprio a causa della fragilità della sua condizione di straniero - attribuisce ai legami e alle amicizie che ha costruito nel corso degli anni. Tre le oltre quaranta opere per la prima volta esposte in Italia - tra dipinti, disegni, sculture -, una piccola gouache “Gruppo di donne” del 1901: Picasso nei primi mesi a Parigi lavora moltissimo, eseguendo a tempo di record sessantaquattro opere che ci pongono di fronte a personaggi sconcertanti, ritratti con colori violenti, con ampi tocchi di rosso che spiccano come ferite. È il popolino di Parigi osservato nei bassifondi della città, nei caffè e nelle stradine di Montmartre, insieme al gruppo accogliente dei catalani del quale adesso anche Picasso fa parte. “Guardato con sospetto come straniero, uomo di sinistra, artista d’avanguardia, Picasso si destreggia con abilità e acume politico in un paese che poggia su due grandi istituzioni: la police des étrangers e l’Académie des beaux-arts, che tutelano ossessivamente la ‘purezza della nazione’ e il ‘buon gusto francese’ - racconta la curatrice -. Nella mia ricerca appare costantemente l'immagine di un Picasso vulnerabile e precario, perché sapeva di poter essere espulso in qualsiasi momento. Tuttavia, seppe navigare da grande stratega contro la xenofobia diffusa”. A Palazzo Te di Mantova è già aperta, fino al 6 gennaio 2025, la mostra “Picasso a Palazzo Te. Poesia e salvezza”, in dialogo con gli affreschi di Giulio Romano, che presenta circa 50 opere del Maestro simbolo del Novecento, tra disegni, documenti, sculture e dipinti, alcuni eccezionalmente esposti in Italia per la prima volta. Entrambi i progetti nascono dalla collaborazione con il MNNP e sono curati da Annie Cohen-Solal. Con il biglietto di ingresso della mostra a Milano i visitatori potranno accedere alla mostra di Mantova con il biglietto ridotto e viceversa.

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Cultura

A Roma torna la Notte Europea dei ricercatori

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Il 27 e 28 settembre

A Roma torna la Notte Europea dei ricercatori

Promuovere la cultura scientifica e far toccare con mano al pubblico il mondo della ricerca: questo l'obiettivo della Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici di Net - scieNcE Together, il più grande partenariato nazionale dedicato alla divulgazione scientifica, che torna il 27 e 28 settembre 2024. Un'occasione per vedere da vicino - tra spettacoli scientifici, talk coinvolgenti e laboratori interattivi per grandi e piccini - il lavoro che in Italia quotidianamente svolgono migliaia di ricercatrici e ricercatori dei più importanti centri di ricerca italiani ed europei. Quest'anno la Notte Europea di Net sarà un omaggio speciale alla vita di Maria Skłodowska Curie, la straordinaria scienziata che ha rivoluzionato il mondo della fisica e della chimica, prima persona nella storia a ricevere due premi Nobel.

Roma sarà al centro di questo viaggio nella scienza che coinvolgerà 25 città italiane e estere. Venerdì 27 e sabato 28 settembre dalle 18 alle 23 la Città dell’Altra Economia - nel quartiere Testaccio di Roma - ospiterà Net Village, il villaggio della scienza aperto a tutti e gratuito con eventi, laboratori, attività per bambini, talk e incontri con i ricercatori per avvicinare il grande pubblico di tutte le età ai temi della scienza. Un evento di grande successo che lo scorso anno ha coinvolto oltre 16mila visitatori!

Al Net Village Cnr-Artov (coordinatore del progetto ScieNcE Together - Net), Enea, Inaf, Infn, Ingv, Ispra, Cineca, Università degli Studi di Roma 'Tor Vergata', Sapienza Università di Roma, Università degli Studi della Tuscia, Università Telematica Uninettuno, Centro di ricerche Enrico Fermi si incontreranno in un’unica grande piazza, con sessanta stand e un grande palco centrale, per coinvolgere i cittadini nei numerosi appuntamenti, tutti gratuiti. Entrambe le giornate del Net Village saranno arricchite da spettacoli e giochi scientifici interattivi. Tra i più attesi quelli nati dalla collaborazione con i nodi europei, Rome Technopole e La Scienza Coatta.

Il 27 settembre ricercatori e conduttori dell’associazione saranno i protagonisti de 'La notte dei nobelli': una raccolta di aneddoti, biografie di scienziati coatti e racconti in romanesco accompagnati da immagini ironiche e dissacranti. Sempre venerdì 27 da non perdere lo spettacolo Inside Marie che attraverso il fumetto, la scienza e con collegamenti in diretta con Parigi, Varsavia e Stoccolma, ci porterà a ripercorrere la vita di Maria Skłodowska Curie e ci spiegherà perché le sue scoperte ancora oggi hanno un così grande impatto sulla nostra vita. Nella stessa giornata si svolgerà lo Stand Up Research, in collaborazione con Rome Technopole, nel corso del quale giovani ricercatrici e ricercatori avranno 2 minuti e 30 secondi per raccontare e convincere pubblico e giuria che il loro ambito di studio è più 'cool' degli altri.

Il 28 settembre, sempre in collaborazione con La Scienza Coatta, ci sarà spazio per 'Er quizzone der Baffone', il gioco a premi senza premi, dove chi vuol essere milionario, la settimana enigmistica e quark si fondono per un concentrato di piccole e grandi curiosità scientifiche sulle quali sfidarsi, amichevolmente ma con 'coattanza', una modalità interattiva, irriverente e caciarona. Nella stessa giornata sul palco centrale del Villaggio, con Wow! Sull’onda della scienza, nuoteremo tra le onde della fisica, della chimica e della geologia per esplorare le loro caratteristiche. Onde del mare, onde sismiche, luce e suono saranno i protagonisti di tanti esperimenti e giochi scientifici interattivi che vi stupiranno.

Infine, divertimento assicurato con lo spettacolo Apparecchiami la tavola che narra la storia della tavola periodica e delle scienziate che ad essa lavorarono strenuamente: Julia Lermontova, Maria Skłodowska Curie, Irène Joliot-Curie, Ida Noddack, Lise Meitner. Nel 2024 ricorrono i novant’anni dalla scomparsa della geniale scienziata polacca Maria Skłodowska Curie, per questo gran parte degli eventi di NET - scieNcE Together avranno come filo comune celebrare la scienziata, la sua straordinaria vita e far conoscere il suo incredibile lascito in termini scientifici, sociali e culturali. Pioniera nel campo della radioattività e prima persona nella storia a vincere due premi Nobel, la figura di Maria Skłodowska Curie simboleggia il connubio tra eccellenza scientifica e l'impegno verso la parità di genere nella scienza. Durante l'evento, verranno esplorate le sue scoperte e il loro impatto duraturo su numerose discipline scientifiche, dalla medicina alla produzione di energia.

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