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Al via la 10ma edizione del Premio Colalucci, tra i premiati il ministro Abodi e il cardinale Zuppi

Venerdì 27 settembre alle ore 20,30 la consegna del riconoscimento al Circolo Antico Tiro a Volo

Al via la 10ma edizione del Premio Colalucci, tra i premiati il ministro Abodi e il cardinale Zuppi

Il Cardinale Matteo Maria Zuppi, il Ministro Andrea Abodi, il direttore sportivo della Lazio Angelo Fabiani, il cantante Amedeo Minghi, i giornalisti Federica Angeli, Bruno Bartolozzi, Roberto D’Agostino, Davide Desario, Massimo Giannini, Gianni Perrelli. Sono solo alcuni dei premiati al 'Premio Giuseppe Colalucci' 2024, giunto alla sua 10ma edizione. Il riconoscimento è istituito per ricordare la figura del giornalista, storico fondatore del 'Tifone', e grande cronista sportivo romano che dagli anni '50 agli '80 animò fortemente il panorama dell’informazione della Capitale. Quest'anno la cerimonia di premiazione si terrà a Roma, venerdì 27 settembre alle 20.30, presso il circolo 'Antico Tiro a volo'.

Il Premio - ideato dal presidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio, Guido D'Ubaldo, con l'obiettivo di riscoprire lo spirito vivace dell’informazione sportiva e non - nelle precedenti edizioni ha premiato tante firme del giornalismo e affermati personaggi dello sport, della cultura, dello spettacolo, della politica italiana. E ancora l’allenatore Rudi Garcia, l’ex presidente della Roma, oggi sindaca di Visso Rosella Sensi, gli atleti olimpici Andy Diaz Hernandez e Rigivan Ganeshamoorthy, l’attore Stefano Fresi. E poi ancora gli ex calciatori Tony Di Carlo, Abel Balbo, Gigi Martini e la direttrice dell’Inpgi Mimma Iorio.

Lo scorso anno i riconoscimenti sono andati al sindaco di Roma Roberto Gualtieri, Giuseppe Conte, Alberto Barachini, Antonello Venditti, Alessandro Roja, il presidente del Frosinone Maurizio Stirpe, lo chef Antonello Colonna, al calciatore Luca Mazzitelli, all’atleta olimpica Antonella Palmisano. Al premio intervengono dirigenti, ex calciatori, personaggi del mondo dello spettacolo e giornalisti che danno vita nel corso della serata conviviale a un talk show sulla figura dell'avvocato Colalucci.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Cronaca

SocialCom: ”Disagio giovanile esplode sui social,...

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Nonostante conti unicamente 2.000 menzioni sui social, la morte di Ramy Elgaml durante un inseguimento della polizia nel quartiere Corvetto di Milano ha generato in una sola settimana oltre 10 milioni di interazioni, un volume pari a circa un terzo di quello raccolto dal tema "Criminalità giovanile" in un intero anno. È quanto emerge da una ricerca del team di analisi di SocialCom che, con l’ausilio della piattaforma SocialData, ha analizzato le conversazioni sul web dell’ultimo anno.

TIKTOK DOMINANTE PER COINVOLGIMENTO SUL CASO CORVETTO CON 94% INTERAZIONI

Dall’analisi è emerso che il canale dominante per coinvolgimento sul caso Corvetto è stato TikTok, dove si conta il 94% delle interazioni complessive. I contenuti che hanno riscosso maggiore successo includono video che documentano i disordini e le violenze, oltre alle interviste al padre e alla fidanzata di Ramy. TikTok si conferma, in questo caso, non solo come un generatore di visibilità, ma anche come uno spazio dove gli utenti esprimono opinioni attraverso i commenti, che si rivelano particolarmente significativi per comprendere le dinamiche di dibattito online.

IN ULTIMI 12 MESI SU FENOMENO BABY GANG OLTRE 400MILA MENTION E PIÙ DI 30 MLN INTERAZIONI

In generale, negli ultimi 12 mesi, il fenomeno della criminalità minorile, in particolare delle baby gang, ha catalizzato l’attenzione di media e pubblico sui social network, generando oltre 400mila mention e più di 30 milioni di interazioni. Se da un lato le news online e Twitter risultano i canali con il maggior numero di citazioni, l’engagement, che misura il reale interesse del pubblico, premia TikTok e Instagram. Il tema è in forte crescita: a settembre e ottobre le conversazioni sono aumentate del 30% rispetto ai mesi precedenti. A settembre, il picco di interesse è stato guidato da tre eventi principali: la pubblicazione dell'Indice di Criminalità per provincia de Il Sole 24Ore, le critiche al Governo di Giuseppe Conte basate su dati sulla criminalità minorile e la proposta di Ilaria Salis di chiudere il carcere minorile Beccaria. A ottobre, l’attenzione è stata sostenuta da una serie di notizie di cronaca distribuite su tutto il territorio nazionale. I crimini maggiormente citati vedono al primo posto omicidi e tentati omicidi (200 mila mention), seguiti da aggressioni (130 mila), violenze sessuali (123 mila), furti (100 mila) e spaccio di droga (96 mila). Sebbene le cifre riflettano più una percezione che dati effettivi, l'associazione frequente tra minorenni e crimini gravi come accoltellamenti o sparatorie è motivo di preoccupazione.

MILANO E NAPOLI EPICENTRI CRONACA E DISCUSSIONE ONLINE

Le città di Milano e Napoli emergono come fulcri della cronaca e delle discussioni online. A Milano, i quartieri più citati sono Corso Como, legato a una baby gang che ha accoltellato alcuni passanti, San Siro, teatro di un accoltellamento quasi mortale per il furto di uno smartphone, e Rogoredo, associato a episodi simili. A Napoli, Scampia mantiene il primato storico come area problematica, mentre i Quartieri Spagnoli, Forcella e Rione Sanità sono spesso citati: in particolare, Forcella per il tragico caso del 15enne Emanuele Tufano.

SENTIMENT SU IMMIGRAZIONE PIÙ NEGATIVO RISPETTO A MAFIA

Quando si collega la criminalità minorile a problematiche sociali più ampie, immigrazione e mafia sono i temi più discussi. L’immigrazione appare nelle conversazioni nel 25% dei casi, mentre la mafia è menzionata solo in 25mila delle 400mila mention totali. Tuttavia, il sentiment sull'immigrazione è decisamente più negativo rispetto alla mafia, che viene spesso descritta come un problema in via di risoluzione, grazie ai successi delle istituzioni. Un’analisi delle etnie, nazionalità e religioni citate nelle discussioni evidenzia che gli africani, in particolare i nordafricani e marocchini, sono i più menzionati. Le parole chiave "africani", "nordafricani" e "marocchini" generano complessivamente quasi 2 milioni di interazioni, mostrando un forte coinvolgimento del pubblico attorno a questi temi. Il carcere e la famiglia sono tra le istituzioni più citate in relazione alla criminalità minorile. La famiglia totalizza 70mila mention, seguita dal carcere (62mila), dalla scuola, dai social media e infine dall’assistenza psicologica. Il sentiment è particolarmente negativo per il carcere e i social media, mentre insegnanti e psicologi godono di una percezione molto più favorevole.

CARCERE MINORILE AL CENTRO DIBATTITO PER TUTTO L'ANNO

Il carcere minorile è stato al centro del dibattito per tutto l’anno, con momenti di intensità legati a rivolte nei penitenziari, come quelle di Casal del Marmo e Nisida, all'arresto di agenti del Beccaria e alle proposte legislative, come il Ddl Sicurezza. Settembre ha visto il picco massimo di discussioni, alimentato dalle rivolte al Beccaria e dalla proposta di chiusura avanzata da Ilaria Salis.

FERLAINO, SOCIAL ADOLESCENTI PIENI DI CONTENUTI CHE ESALTANO GRAVI FATTI CRONACA

“Abbiamo analizzato le conversazioni sui social dell’ultimo anno e sono rimasto molto colpito da quanto il disagio e la violenza giovanile trovino sfogo sulla rete”, spiega Luca Ferlaino, esperto di comunicazione digitale. “In particolare, i social degli adolescenti sono pieni di contenuti che emulano o esaltano i gravi fatti di cronaca accaduti. Avendo l’analisi della rete un alto valore predittivo, purtroppo nei prossimi mesi possiamo ipotizzare un aumento di questi fenomeni nella vita quotidiana”.

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Cronaca

Steca (Cug): “Apertura sportello accelerata da gravi...

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La presidente del Cug all’evento ‘Gli strappi della violenza: riflessioni e azioni’ organizzato dall’università Milano - Bicocca: 'Volevamo un servizio finalizzato ad accogliere, a diffondere maggiore conoscenza sulle realtà e le risorse presenti sul territorio e a fornire un supporto immediato dove necessario'

Steca (Cug):

“L'idea e la volontà di aprire lo sportello antiviolenza nel nostro campus è nata da lontano, ispirata anche da realtà già esistenti sul territorio di Milano. Successivamente, c’è stata un’accelerazione dovuta a fatti molto negativi che hanno colpito delle giovani studentesse negli ultimi anni, facendo realizzare ancora più profondamente quanto il fenomeno della violenza coinvolga anche le giovanissime. Pertanto, ci è sembrato importante offrire anche all’interno del nostro campus, luogo dove le nostre studentesse e i nostri studenti passano gran parte della giornata, un servizio finalizzato ad accogliere, a diffondere maggiore conoscenza sulle realtà e le risorse presenti sul territorio e a fornire un supporto immediato dove necessario”.

Sono le parole di Patrizia Steca, presidente Cug - Comitato Unico di Garanzia di Milano-Bicocca, a margine dell’evento ‘Gli strappi della violenza: riflessioni e azioni’ dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, che rientra tra gli appuntamenti promossi dall’Ateneo in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Durante l’incontro la rettrice ha anche consegnato i premi in memoria di Sofia Castelli, la studentessa brutalmente assassinata dall’ex fidanzato lo scorso anno. Da oggi presso l’ateneo è attivo uno sportello antiviolenza a cui possono rivolgersi tutte le persone della comunità accademica e, in concomitanza, è stata avviata una campagna di sensibilizzazione che mira a raggiungere chiunque possa avere bisogno di aiuto: “Abbiamo deciso di dedicare questo sportello aperto all’interno del campus a tutta la popolazione dell’Ateneo: non è aperto solo alle studentesse, ma anche a tutte le lavoratrici di Milano-Bicocca, dalle ricercatrici alle docenti, ma anche tutte le donne che lavorano come personale tecnico amministrativo - spiega - Inoltre, ci sarà la disponibilità di accogliere anche eventuali donne che vivono nel quartiere e che vengono a conoscenza dello sportello”.

“L'apertura dello sportello non è stato un processo né semplice né immediato, ma abbiamo deciso di appoggiarci sin dal principio a due realtà molto importanti: Cadmi e Svs, due centri storici della realtà milanese, al cui interno è presente personale con lunga esperienza e formazione su questi temi - conclude Steca - Pertanto, invece di improvvisare, dedicando nostro personale, abbiamo deciso, in un'ottica di rete e di lavoro in comune, di coinvolgere personale che già lavorano in questi due centri. Lo sportello partirà questa settimana e siamo molto felici di esserci riusciti nei tempi prefissati, con l’inizio del nuovo anno accademico. Sarà aperto due volte a settimana e offrirà un servizio di reperibilità telefonica per garantire la continuità del servizio, dando così la possibilità di essere vicini alle donne che si rivolgeranno allo sportello anche in modo continuativo e non solo in presenza all'interno del campus”.

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Cronaca

Iannantuoni (Unimib): “Inaugurato sportello per tutta...

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La rettrice dell’università Milano - Bicocca all’evento ‘Gli strappi della violenza: riflessioni e azioni’: “E’ importante occuparsi di questi temi partendo da ricerca e formazione studenti”

Iannantuoni (Unimib):

“Oggi è una giornata speciale perché apriamo uno sportello antiviolenza in Ateneo, aperto a tutta la nostra comunità: studentesse, studenti, personale tecnico amministrativo, docenti, ma aperto anche alla popolazione. Chiunque voglia, infatti, è libero di venire qui a parlare di quello che gli sta accadendo”. A dirlo la rettrice dell’università Milano - Bicocca, Giovanna Iannantuoni, in occasione dell’evento ‘Gli strappi della violenza: riflessioni e azioni’, che rientra tra gli appuntamenti promossi dall’Ateneo in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Durante l’incontro la rettrice ha anche consegnato i premi in memoria di Sofia Castelli, la studentessa brutalmente assassinata dall’ex fidanzato lo scorso anno.

“Voglio sottolineare perché è importante aprire un centro antiviolenza all'interno delle università, da ricordare anche quando parliamo del significato del termine patriarcato e se viviamo o meno in una società discriminante rispetto ai desideri e alle ambizioni di una donna: in Italia, ogni tre giorni, una donna muore per mano spesso di un conoscente, di un familiare, di una persona a lei vicina - spiega la rettrice - Il femminicidio è la punta di un iceberg molto grande, che comprende tutte le forme di discriminazione subita dalle donne, come quella economica e psicologica. Un altro dato, che commento sempre con molto allarme, mostra come in Italia una sola donna su due lavora, il che significa che una donna su due non lavora e il 40% delle donne non ha un conto corrente autonomo”.

La rettrice sottolinea, poi, come sia importante partire proprio da questi dati allarmanti “per far comprendere al meglio ai propri studenti quanto sia importante per un uomo avere cura e amare la propria compagna, che significa renderla libera. Le ragazze e le donne per prime devono essere consapevoli che la propria libertà di scelta è fondamentale per essere felici e sicure di poter costruire il proprio futuro in autonomia e libertà. Questo è il motivo per cui uno sportello antiviolenza deve essere presente nelle università”. All’interno dell’università, infatti, conclude la rettrice Iannantuoni: “ci occupiamo di ricerca ed è importante occuparsi di questi temi proprio partendo dalla ricerca, ma anche di formazione delle ragazze e dei ragazzi. Quindi, sono molto orgogliosa che anche il mio ateneo abbia questo centro antiviolenza e invito tutti a riflettere su questi temi e a impedire che drammi come quello di Giulia Cecchetti o della nostra povera Sophia Castelli possano ritornare ad essere compiuti”, le sue parole.

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