Intesa Fondazione Federico II e Pinacoteca di Brera, capolavori in mostra a Palermo
In esposizione opere di Canova, Pandiani, Magni e Spertini, si spostano da Milano dopo 122 anni
Da Milano a Palermo. Per la prima volta dopo 122 anni, alcuni capolavori scultorei di Canova, Pandiani, Magni e Spertini 'sbarcano' nel capoluogo siciliano grazie a un accordo di collaborazione tra la Fondazione Federico II e Pinacoteca di Brera, museo autonomo di prima fascia del ministero della Cultura. La sinergia sull’asse Lombardia-Sicilia tra le due istituzioni culturali è stata illustrata stamani a Palazzo Reale, a Palermo, da Gaetano Galvagno, presidente della Fondazione Federico II, e da Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca di Brera, alla presenza del sottosegretario di Stato al ministero della Cultura, Gianmarco Mazzi. (VIDEO)
Un'intesa che ha già portato a un risultato tangibile: la rassegna 'La Grande Brera al Palazzo Reale di Palermo. La seduzione del classico in mostra', che vede esposte cinque opere di grande valore artistico, provenienti da Milano, luogo dal quale non si allontanano dal 1902. (FOTOGALLERY)
Negli Appartamenti reali del Palazzo i visitatori potranno ammirare due lavori del maestro Antonio Canova e tre di noti autori del Neoclassicismo lombardo, quali Giovanni Pandiani, Pietro Magni e Giovanni Spertini. Gli Appartamenti reali, ricchi di arredi e decorazioni, esaltano perfettamente la purezza, il minimalismo e il bianco dei marmi e del gesso, creando una discontinuità stilistica e cromatica che funziona mirabilmente. "Il progetto presenta molteplici valenze - spiegano gli organizzatori -: quella di attrattore turistico-culturale per i visitatori, quella storico-artistica per il significato del concetto della seduzione del classico, intesa come tematica pregna di valenza nella nostra terra, e, infine, quella sociale". Per la prima volta, infatti, la Fondazione Federico II favorisce l’accessibilità e la fruizione del patrimonio culturale ai visitatori con disabilità visive con una riproduzione in 3D - in scala 1 a 1 - della Vestale di Canova, fruibile al tatto da non vedenti e ipovedenti.
"Inauguriamo oggi un evento di grande importanza - dice il sottosegretario Mazzi -. Un avvenimento che porta con sé un valore simbolico e formale nel segno dell’unità culturale della Nazione e della valorizzazione dell’arte italiana. La Pinacoteca di Brera e la Fondazione Federico II hanno raggiunto un accordo lungimirante che permetterà a tutti i siciliani di poter ammirare, a Palazzo Reale, opere di incommensurabile bellezza". "Siamo particolarmente orgogliosi di essere riusciti a portare al Palazzo Reale di Palermo - sottolinea il presidente della Fondazione Federico II, Gaetano Galvagno - alcune splendide opere del Museo di Brera, che si spostano da Milano dopo 122 anni. È il risultato tangibile di un accordo di collaborazione tra due istituzioni culturali di primo piano, sia dal punto di vista espositivo permanente e temporaneo, sia dal punto di vista divulgativo. Sono certo che si tratta della prima tappa di una collaborazione fruttuosa a beneficio della collettività".
Per il direttore generale della Pinacoteca di Brera, Angelo Crespi, si tratta di "una prima iniziativa che inaugura un sodalizio tra le due istituzioni culturali e le due città. L'esposizione, essenziale quanto chiara nelle sue finalità culturali, è realizzata attraverso una selezione ristretta di opere, capace di esprimerne appieno l'indole e la storia. Esporre è un termine polisenso: significa spiegare, interpretare e narrare, in forma compiuta e organica. Nelle sale espositive di Palazzo Reale - aggiunge - le opere di Brera verranno narrate ed entreranno in dialogo con l'architettura e con i valori culturali e testimoniali di un luogo che promana bellezza e, assieme, il senso profondo del dialogo fra culture. Per Brera sarà un ritorno alle origini, al corpus di opere di scultura espunto dalle collezioni nel 1902. A Palermo, Brera vivrà un ritorno al senso originario delle sue collezioni, non a caso in un dialogo profondo con una 'terra impareggiabile'".
Le cinque opere di Canova, Pandiani, Magni e Spertini pongono i visitatori dinanzi a cinque figure femminili, sospese fra mito e realtà per "ritrovare l’incanto delle origini". 'Vestale' di Antonio Canova, del 1818, è un’opera che venne commissionata dal banchiere milanese Luigi Uboldi. Rappresenta una giovane donna velata con un’espressione assorta, caratterizzata da raffinatissimi tratti somatici e da un’eleganza di forte impatto, evidente soprattutto nella maestria e leggiadrìa realizzative del velo. 'Maddalena penitente' è un’opera struggente, in grado di evidenziare il periodo di redenzione, dopo la conversione e l’incontro con Cristo. Si tratta di una scultura che racconta con estrema eleganza un momento drammatico, trattato da Canova con la capacità di fare emergere dalla stessa il concetto di pathos. 'Egle al fonte' di Giovanni Pandiani, famoso interprete del neoclassicismo lombardo, mostra la perfezione tecnica e la capacità di riprodurre in modo analitico i principi della scuola del 'vero', evidenziando con grande maestria elementi anatomici e posturali.
Giovanni Spertini ne 'La scrittrice (la fidanzata italiana)' racconta un momento di rara intimità, una cura minuziosa per ogni elemento. Nell’opera tutto concorre a costituire un’ambiente borghese, dove ogni dettaglio viene curato, contribuendo a costituire una scena emotiva e intima, incentrata su una perfetta ricostruzione della realtà, come la naturalezza scultorea di alcune ciocche di capelli. 'La leggitrice' di Pietro Magni è da inserire in quella fase artistica che sta transitando verso la tendenza, appena post neoclassica, orientata verso un canone realistico accademico. Il soggetto è una giovane ragazza, intenta a leggere, palesemente ritratta in un ambito domestico, come dimostrano i piedi nudi che escono dalla lunga veste. La mostra mette in particolare evidenza gli elementi stilistici che caratterizzano i tratti classici della Magna Grecia e che risultano evidenti nei lavori in mostra. L’esposizione, però, si aggancia pure all’enorme e coevo patrimonio artistico siciliano, fortemente influenzato dalla cultura classica presente in numerosi siti della regione. L'esposizione arricchisce l'offerta del Palazzo Reale di Palermo e si aggiunge alla Cappella Palatina, all’area archeologica delle Mura Puniche, ai Giardini Reali e alle grandi mostre di Sala Duca di Montalto.
Cultura
Premio Strega Poesia, Stefano Dal Bianco vince seconda...
E' l'autore della raccolta "Paradiso" (Garzanti)
Vince il Premio Strega Poesia 2024 Stefano Dal Bianco, autore di "Paradiso" (Garzanti), con 40 voti su 89 espressi. Seguono in graduatoria: Daniela Attanasio con "Vivi al mondo" (Vallecchi Firenze), 17 voti; Giovanna Frene con "Eredità ed Estinzione" (Donzelli), 16 voti; Gian Maria Annovi con "Discomparse" (Aragno), 13 voti; Roberto Cescon con "Natura" (Stampa 2009), 3 voti. La proclamazione è avvenuta questa sera a Roma, al Teatro Studio Borgna dell'Auditorium Parco della Musica 'Ennio Morricone' e in diretta streaming su RaiPlay.
L'opera vincitrice è stata scelta dagli Amici della poesia, un corpo votante composto da cento donne e uomini di cultura residenti in Italia e all'estero e che comprende anche il Comitato scientifico del premio: Maria Grazia Calandrone, Andrea Cortellessa, Mario Desiati, Elisa Donzelli, Roberto Galaverni, Vivian Lamarque, Valerio Magrelli, Melania G. Mazzucco, Stefano Petrocchi, Laura Pugno, Antonio Riccardi e Gian Mario Villalta. È stato il Comitato scientifico a selezionare la cinquina finalista, annunciata lo scorso 11 luglio al Maxxi L'Aquila.
Questa la motivazione con cui è stata ammesso alla finale l'opera risultata vincitrice: "Un poeta e il suo cane si lanciano all'esplorazione di un mondo rurale e boschivo nel cuore della Toscana, in una natura che si fa sempre più selvatica nel tempo della pandemia e in cui i sensi e l'intelligenza dell'uomo e dell'animale si fanno complementari. In Paradiso la poesia di Stefano Dal Bianco si apre a una nuova fase, incorporando elementi di autofiction, di diario e di narrazione. Una narrazione in qualche modo senza storia, che si fonda sull'iterazione e sulla circolarità, sulla ripetizione di passi e di giorni in un quotidiano sospeso, solitario e felice, pieno di piccole e grandi scoperte, increspato occasionalmente dalla paura o perturbato dal sublime. Anche la lingua sembra trovare qui una morbidezza diversa, lasciando che le parole si impastino di terra, di verde, di foglie, di acqua di fiume. Il corpo insieme umano e animale non si perde nella natura ma ne saggia continuamente i confini, ritornando da ognuno di questi contatti leggermente modificato, e per così dire aumentato in una dimensione di vita".
Sono intervenuti alla serata finale Giovanni Solimine, presidente della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, Giuseppe D'Avino, presidente di Strega Alberti Benevento e Lorena De Vita, Ufficio Sponsorships di Bper Banca. Ha condotto la cerimonia Elena Radonicich. L'attrice ha letto in apertura due testi di Pier Luigi Cappello dalla sezione "Poesie e prose inedite" del libro "Come un sentiero di matita" (Bur 2024) - "Entrano i rumori e l'abbaiare di un cane" e "Oceano Indiano" – e in chiusura "Il diametro della bomba" del poeta israeliano Yehuda Amichai, nella traduzione dall'inglese di Stefano Petrocchi, e "Gentilezza" di Naomi Shihab Nye, poeta arabo-americana figlia di un rifugiato palestinese, nella traduzione di Carolina Traverso.
Alle poetesse e ai poeti finalisti – chiamati nel corso della serata a leggere testi dalle opere in gara – si sono aggiunti due ospiti capaci di far dialogare la poesia contemporanea con altre forme d'arte: l'autrice e danzatrice Chiara Bersani si è esibita in una performance tratta dallo spettacolo Sottobosco, di cui è ideatrice (musiche di Lemmo), mentre il cantautore Vasco Brondi, accompagnato al piano da Angelo Trabace, ha eseguito tre suoi brani alternati da un reading poetico.
Edoardo Prati, influencer culturale e ambasciatore del Premio Strega Giovani Poesia, ha annunciato la vincitrice della seconda edizione: Daniela Attanasio, con "Vivi al mondo" (Vallecchi Firenze), con 38 voti su 102 espressi. Il premio è assegnato da una giuria di studenti delle scuole secondarie di secondo grado.
Il Premio Strega Giovani Poesia è un premio speciale offerto da Bper Banca che rinnova così la vicinanza al Premio Strega nella promozione della lettura presso le comunità scolari. Al premio all'autore Bper Banca affianca infatti un riconoscimento alla migliore recensione inviata dagli studenti che sono parte della giuria. Il premio è andato a Bianca Urso del Liceo Classico 'Borrelli' di Santa Severina (Crotone) per la recensione di "Natura" di Roberto Cescon (Stampa 2009).
Anche quest'anno all'autore premiato è andato, oltre a un riconoscimento in denaro offerto da Strega Alberti Benevento, un esemplare dell'opera dal titolo "L'Infinito Premio Strega", realizzata e donata dal maestro Emilio Isgrò per il Premio Strega Poesia.
Gli autori del Premio Strega Poesia 2024 sono stati ospiti in diverse località italiane particolarmente attive sul territorio nella promozione della lettura. La dozzina ha presentato le sue opere al Maxxi L'Aquila in occasione della serata di annuncio dei finalisti. Il tour è proseguito con gli autori finalisti a Civitavecchia, nella Foresta Umbra per Festambiente Sud, al Gabinetto Vieusseux di Firenze e al festival Pordenonelegge. Il vincitore incontrerà il pubblico domani a Labico (Roma) e nel mese di dicembre a Monte Santangelo (Foggia), Cagliari e alla Fiera 'Più libri più liberi' a Roma. Il Premio Strega Poesia è promosso da Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Strega Alberti Benevento, in collaborazione con BPER Banca, con il sostegno del Ministero della Cultura - Parco archeologico del Colosseo, del Gabinetto Vieusseux, media partner Rai, sponsor tecnici Librerie Feltrinelli e Sygla.
Cultura
Fotografia, gli scatti di Letizia Battaglia in mostra a...
Inaugurata alla Photographers’ Gallery l'esposizione dedicata alla fotografa palermitana, che documentò la vita di tutti i giorni in Sicilia assieme agli orrori delle guerre e delle stragi di Mafia, resterà aperta fino al 23 febbraio
Gli scatti della fotografa Letizia Battaglia in mostra a Londra. Ha aperto i battenti alla Photographers’ Gallery di Londra "Letizia Battaglia: Life, Love and Death in Sicily" l'esposizione interamente dedicata alla vita e agli scatti della fotografa palermitana. Curata da Paolo Falcone in collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia e la Fondazione Falcone per le Arti e supportata dall’Istituto Italiano di Cultura di Londra, la mostra rappresenta una prima assoluta per la grande fotografa palermitana nella capitale britannica. Dagli inizi degli anni ’70 del secolo scorso gli scatti di Battaglia (1935-2022) documentarono la vita di tutti i giorni in Sicilia assieme agli orrori delle guerre e delle stragi di Mafia fino agli anni Novanta. Le sue fotografie sono riconosciute a livello internazionale come una fondamentale documentazione del fenomeno mafioso in Sicilia.
All’affollata cerimonia di inaugurazione della mostra - che resterà aperta fino al 23 febbraio 2025 - hanno preso parte il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura Francesco Bongarrà, la direttrice della Photographers’ Gallery, Shoair Mavlian e il curatore Paolo Falcone. "E’ straordinario vedere esposte le fotografie di Letizia Battaglia nella galleria a due passi da Oxford Street considerata come la Mecca del panorama fotografico mondiale. Il suo obiettivo - ha detto Bongarrà, anche lui palermitano di origine, che ha personalmente conosciuto la fotografa - ha raccontato la storia di una terra piagata ed offesa dalla mafia che ha trovato la forza per ribellarsi alla violenza ed all’oppressione di Cosa nostra. Una testimonianza di storia e di civiltà che l’Istituto italiano di Cultura a Londra è felice di sostenere nella capitale britannica", ha concluso.
Cultura
Il mercato del libro in affanno, editori: “Serve...
I primi dati 2024 denunciano la stagnazione con -0,1% di vendite. Le librerie fisiche coprono il 53,7% del mercato, in lieve calo l’online che pesa per il 41,7% e la Gdo al 4,6%
L’editoria italiana ha chiuso il 2023 con un giro d’affari di 3,439 miliardi di euro, stabile rispetto all’anno precedente (+1,1%). I primi dati del 2024, riferiti al solo mercato trade - saggistica e narrativa comprata nelle librerie, online e nella grande distribuzione- denunciano la stagnazione del mercato : -0,1% di vendite a valore nei primi sei mesi, che hanno raggiunto quota 675,8 milioni di euro. Confermata, nell’anno in cui il Paese si presenta alla Frankfurter Buchmesse come Paese Ospite d’Onore dal 16 al 20 ottobre, la sua buona capacità di imporsi all’estero, con 7.838 diritti di traduzione venduti, stabili rispetto all’anno precedente (7.889) e quadruplicati rispetto al 2001 (1.800). E' quanto emerge dai dati principali del Rapporto sullo stato dell’editoria 2024 a cura dell’ufficio studi dell’Associazione italiana editori (Aie) presentato oggi.
Le copie vendute nei primi sei mesi nel mercato trade sono 46,1 milioni, in calo di 900mila rispetto all’anno precedente. Le librerie fisiche raggiungono il 53,7% delle vendite e continuano il recupero avviato dopo la crisi del 2020, quando pesavano il 49,1%. L’online pesa per il 41,7% (in leggero calo), la grande distribuzione il 4,6% (in calo). Se guardiamo infine ai generi, confermato il trend positivo della narrativa, soprattutto quella di autori italiani che cresce sullo stesso periodo dell’anno precedente del 5,4% e di quella straniera con un +3,1%. Registrano un segno meno i ragazzi (-2,8%), la saggistica generale (-3%) e quella specialistica (-1,6%) e i fumetti (-4,8%).
"L’editoria italiana, dopo il balzo avvenuto nel 2021, fatica a crescere ancora e anzi, se consideriamo l’inflazione, perde terreno. È in calo anche il numero di copie vendute. Sono segnali preoccupanti per un Paese che non ha una vera politica organica per il libro e per la lettura e che anzi, negli ultimi due anni, ha visto venir meno risorse pubbliche a sostegno del settore per almeno 100 milioni", denuncia il presidente dell’Associazione italiana editori (Aie) Innocenzo Cipolletta. "L’editoria ha dimostrato in questi anni solidità e capacità di rinnovamento uscendo rafforzata dalla crisi del Covid". Ma - è il monito del presidente Aie - "senza politiche industriali organiche e di lunga prospettiva, oggi rischiamo di perdere la sfida dell’innovazione rispetto a cambi epocali come quello imposto dall’intelligenza artificiale. Nell’anno in cui siamo Paese Ospite, torniamo a essere un esempio per gli altri Paesi europei", l'auspicio di Cipolletta.
Allargando lo sguardo sul lungo periodo e quindi sui numeri dell’editoria italiana oggi a confronto con il 1988, quando per la prima volta il Paese si è presentato alla Frankfurter Buchmesse come Ospite d’Onore, il quadro che ne viene fuori è quello di un’industria che ha seguito e accompagnato la modernizzazione del Paese. I titoli pubblicati ogni anno sono triplicati e nel 2023 sono pari a 85.192, il mercato (3,439 miliardi di euro) è cresciuto, al netto dell’inflazione, del 108% e le copie di libri vendute (solo mercato trade, in questo caso) sono cresciute del 124% a 112 milioni.
L’editoria italiana così è oggi la quarta editoria per dimensione in Europa e la sesta nel mondo. Questa crescita è avvenuta in un contesto di sempre maggiore internazionalizzazione: nel 2001 l’Italia acquistava all’estero 5.400 diritti di traduzione e ne vendeva 1.800, nel 2023 ne ha acquistato 9.328 e ne ha venduti 7.838.