Da Chester Bennington a Emily Armstrong, la nuova voce dei Linkin Park
L’arrivo di Emily Armstrong nei Linkin Park segna una svolta tanto audace quanto inevitabile. Raccogliere il testimone di Chester Bennington, voce iconica e simbolo della band, non è cosa da poco. Armstrong, che ha sempre dimostrato grinta e passione nel suo percorso con i Dead Sara, si è avvicinata a questo ruolo con umiltà, affermando di voler portare rispetto all’eredità lasciata da Bennington, senza cercare di rimpiazzarlo. La sua energia fresca e la volontà di dare una nuova identità al gruppo stanno già cominciando a farsi sentire, dando un nuovo slancio ai Linkin Park, che non intendono fermarsi ma proseguire nel loro cammino, evolvendo senza tradire il passato.
La nuova voce dei Linkin Park ha un’eredità pesante da raccogliere
Accettare un’eredità così imponente come quella di Chester Bennington non è solo un compito artistico, ma un’esperienza carica di emozioni profonde. Emily Armstrong ha dichiarato più volte che Chester Bennington era una delle sue ispirazioni principali, che il suo impatto sulla scena musicale è innegabile. C’è da dire che non ha mai cercato di imitarlo. La sua intenzione è chiara: onorare la sua memoria, rispettare il passato, ma mantenere la propria autenticità. Il peso di questa eredità non sembra spaventarla, anzi, la spinge a dare il meglio di sé. La band, allo stesso tempo, ha abbracciato questa nuova fase, accogliendo Emily Armstrong e il suo stile unico, consapevole del legame indelebile che il pubblico ha con la figura di Chester Bennington.
Il percorso di Emily Armstrong: dalla band Dead Sara ai Linkin Park
Emily Armstrong non è certo una novellina nel mondo della musica. Cresciuta tra le strade pulsanti di Los Angeles, ha cominciato presto a fare sul serio, fondando i Dead Sara, una band che mescola rock, grunge e blues in un mix travolgente. Il suo carisma, sia vocale che sul palco, ha fatto sì che i riflettori si accendessero presto su di lei. Non è mai stata una cantante ordinaria; la sua voce graffiante e l’energia che trasmette nei live hanno colpito l’industria musicale, facendola emergere come un talento. E questo non è passato inosservato a chi cercava una nuova voce per i Linkin Park. Possiamo immaginare che il contrasto tra il passato più grezzo dei Dead Sara e il sound più elaborato della band abbia giocato un ruolo fondamentale nella sua evoluzione artistica, preparandola ad affrontare un palco molto più impegnativo. Emily Armstrong porta con sé una carica emotiva e una grinta che ben si adattano alla nuova fase del gruppo, rendendola la scelta perfetta per continuare il viaggio dei Linkin Park sulla scena musicale internazionale.
L’evoluzione del sound dei Linkin Park
Con l’ingresso di Emily Armstrong e del nuovo batterista Colin Brittain, i Linkin Park hanno intrapreso una strada nuova. Non c’è stata la volontà di replicare il passato, ma piuttosto di rinnovare l’energia del gruppo, mantenendo il legame con l’anima originale della band. Armstrong, con il suo timbro potente e viscerale, ha portato una carica di autenticità che si fonde perfettamente con il suono già collaudato del gruppo. Brittain, con il suo groove più incisivo, aggiunge una dimensione nuova allo stile musicale, spingendo il sound verso territori più ruvidi, ma allo stesso tempo raffinati. Il singolo “The Emptiness Machine” è un chiaro esempio di questo equilibrio, dove le vecchie sonorità nu-metal incontrano un’evoluzione stilistica fresca e attuale.
Il nuovo album rappresenta un salto nel vuoto
Il ritorno dei Linkin Park con Emily Armstrong alla voce non ha lasciato indifferenti i fan. Da una parte, c’è chi applaude il coraggio della band, entusiasta di vedere una nuova energia che alimenta nuovi orizzonti musicali. Dall’altra, molti si interrogano su come si possa andare avanti dopo Chester Bennington, il cui lascito è così profondo. C’è chi dice che la band non sarà più la stessa, e chi invece riconosce che il cambiamento fa parte della vita di ogni artista. I primi concerti hanno visto il pubblico dividersi: chi si lascia travolgere dalla grinta di Emily Armstrong, chi invece osserva con nostalgia il passato. Ma ciò che è evidente è che i Linkin Park non hanno scelto di restare fermi. Hanno deciso di spingere verso nuovi confini, di non ripetere ciò che già è stato fatto.
Jaime Bennington alimenta le discussioni: Mike Shinodaha tradito i fan
Jaime Bennington, figlio del defunto Chester, ha lanciato accuse pesanti contro Mike Shinoda (uno dei fondatori della band), puntando il dito sulla decisione di includere Emily Armstrong come nuova voce dei Linkin Park. Le parole di Jaime sono piene di amarezza, soprattutto perché la scelta di annunciare Emily Armstrong è avvenuta nel mese mondiale della prevenzione alsuicidio, un periodo delicato per lui e per molti fan. Jaime non ha risparmiato critiche: ha sottolineato che, secondo lui, l’ingresso di Emily nella band rappresenta un tradimento verso suo padre e verso i fan. Il punto centrale del suo sfogo riguarda la mancanza di una spiegazione pubblica da parte di Shinoda, soprattutto per la controversia legata alla vicinanza di Armstrong a Scientology e al suo precedente supporto all’attore Danny Masterson. Jaime ha espresso la sua frustrazione, affermando che Shinoda avrebbe cancellato l’eredità di Chester e avrebbe tradito la fiducia che i fan avevano riposto in lui per anni.
Spettacolo
Sesso e thriller in ‘Inganno’, da oggi su...
Monica Guerritore e Giacomo Gianniotti sono i protagonisti della serie ‘Inganno’, da oggi su Netflix con la regia di Pappi Corsicato: un thriller sentimentale che gioca tra la suspense, la rottura dei tabù e le verità scomode sull’amore. È la storia di un’appassionante relazione, in cui non mancano ombre e segreti, che mette in crisi le convenzioni sociali e gli equilibri familiari, sovvertendo il ruolo della maternità nella cultura mediterranea. Nell’intervista all’Adnkronos Guerritore e Gianniotti contro ogni tabù sulla (ri)scoperta dell’amore e del desiderio over 60.
Gabriella (Guerritore) è la proprietaria di un prestigioso hotel in Costiera Amalfitana, una donna elegante, fiera dei suoi sessant’anni e consapevole del suo ruolo. I suoi tre figli ormai sono grandi e la vita non sembra riservarle più molte sorprese, finché non incontra Elia (Gianniotti): un ragazzo affascinante, vitale, libero, coetaneo del suo figlio maggiore, che esercita su di lei un fascino irresistibile, ma anche ambiguo e spaventoso. Nonostante la differenza di età, Gabriella si riscopre donna, amante e per Elia è pronta a mettere in gioco tutto, anche il rapporto con i figli e la loro eredità.
Spettacolo
“PerSo Festival”, vince film brasiliano...
Chiude il "Perugia Social Film Festival 2024" con lavori provenienti da 22 Paesi, tra cui 13 pellicole in anteprima italiana o mondiale
Vince un film brasiliano il 'PerSo - Perugia Social Film Festival 2024', che si chiude oggi, 9 ottobre, nella città umbra. Il premio della decima edizione del Festival internazionale di cinema documentario, riservato alle opere in anteprima assoluta in Italia è andato a "A Transformação de Canuto", diretto dal brasiliano Ernesto de Carvalho e da Ariel Kuaray Ortega, primo regista indigeno. Il film è un esempio altissimo di auto-narrazione, vale a dire che per la prima volta non sono gli indigeni amazzonici a farsi raccontare dagli altri, ma si raccontano da soli. Il film infatti è meta-narrativo, una specie di 'Effetto notte' girato nella giungla, una riflessione su colonizzazione, disboscamento e rapacità dell'uomo bianco.
La cerimonia di premiazione, al PostModernissimo di Perugia, condotta da Caterina Fiocchetti e Giulia Zeetti ha decretato i vincitori di tutte le categorie di concorso dell'edizione 2024. Menzioni speciali nella categoria Award a 'Che ore sono' di Marta Basso e Tito Puglielli e a 'Fragments of ice' di Maria Stoianova. 'PerSo student award' è andato a 'Kripton' di Francesco Munzi; 'PerSo Agorà' a 'Noi siamo gli errori che permettono la vostra intelligenza' di Erika Rossi; 'PerSo short', assegnato da Film Tv, e 'PerSo short jail', assegnato dalla giuria dei detenuti del Carcere di Capanne a 'L'uccello imbroglione' di Davide Salucci; Menzione speciale a 'Trasparenze' di Mario Blaconà; 'Perso short la 7a ora' a 'Z.O.' di Loris G. Nese.
Il film vincitore è stato realizzato da Ariel Kuaray Ortega, pioniere del cinema indigeno e leader Mbyá-Guarani e Ernesto de Carvalho, cineasta, fotografo e montatore brasiliano, con un dottorato in antropologia conseguito presso la New York University, da oltre 15 anni collabora con le comunità Mbyá-Guarani alla realizzazione di filmati attraverso il progetto Vídeo nas Aldeias. "Abbiamo realizzato questo film - spiegano i registi - con l’intenzione di portare lo spettatore in un viaggio con noi. Il viaggio attraversa le frontiere: Brasile/Argentina, fiction/documentario, umano/animale, persona/personaggio. Il nostro protagonista, vissuto negli anni ’80, fin dall’infanzia ha mostrato i segni della temuta malattia che è la trasformazione in giaguaro, un animale pericoloso. La storia riguarda i rischi di uscire dall’umanità, dai legami che uniscono una comunità e collegano le persone. Troviamo, nell’atto stesso del filmare - proseguono - elementi chiave che ci aiutano a capire cosa significa questa trasformazione. E con ciò ci avviciniamo al dramma di raccontare quella storia, con la forte complicità dell’intera comunità Mbyá-Guarani che ha vissuto gli eventi narrati, decenni fa".
La giuria ufficiale 2024 che ha assegnato l'Award è composta da: Maria Bonsanti, vicedirettrice del Centro Sperimentale di Cinematografia e (dal 2017 al 2022) direttrice di Eurodoc - Programma internazionale di formazione per Produttori di Cinema documentario; Alessandro Rossetto, autore e regista, considerato uno dei maggiori documentaristi europei della sua generazione; Emiliano Morreale, professore di Storia del cinema, Cinema e letteratura, Linguaggio cinematografico e Cinema e scrittura presso l’università Sapienza di Roma, critico cinematografico del quotidiano La Repubblica, ha lavorato come selezionatore per i festival di Torino e di Venezia, e dal 2013 al 2016 ha diretto la Cineteca Nazionale.
I 'numeri' dell'edizione 2024, che hanno visto protagonista la città di Perugia hanno 'contato' 3 sale cinematografiche, 12 location, 11 giorni di programmazione ad ingresso gratuito, 55 titoli nazionali e internazionali, 13 anteprime italiane, uno spettacolo teatrale, un cine-concerto, una retrospettiva, eventi speciali e oltre 50 ospiti in sala negli incontri con il pubblico. Tanti gli ospiti, tra cui: Leonardo Di Costanzo, Moni Ovadia, Luc Merenda e Sergio Martino, Massimo Zamboni, Goffredo Fofi, il regista palestinese Yvann Yagchi, Massimo Cirri e Peppe Dell’Acqua.
'PerSo' è organizzato da Realmente Aps, in collaborazione con Fondazione La Città del Sole Onlus, con il sostegno di Fondazione Perugia, MiC - D.G. Cinema, Regione Umbria, Comune di Perugia e Camera di Commercio dell’Umbria. Tra i numerosi enti collaboratori: Università degli Studi di Perugia, Manu – Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, A.Di.S.U., Aba – Accademia delle Belle Arti, Fiab Perugia Pedala Aps, Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
Spettacolo
Emily in Paris, rabbia Macron: “Non ha senso a Roma,...
La moglie del presidente francese avrà un ruolo nella quinta stagione
Tra i molti argomenti toccati dal presidente Emmanuel Macron, nella sua intervista a Variety, c'è anche 'Emily in Paris'. Il leader dell'Eliseo non sembra aver preso bene infatti la scelta di Netflix di spostare definitivamente l'ambientazione della fortunata serie tv americana, prossima alla sua quinta stagione, dalla capitale transalpina a quella italiana. "Chiederemo che 'Emily in Paris' rimanga a Parigi, andare a Roma non avrebbe senso.
Inoltre Macron ha commentato anche il cameo della moglie Brigitte, presente proprio nella quarta stagione: "Sono molto orgoglioso e lei era molto felice di farlo. Sono solo pochi minuti, ma credo che sia stato un momento molto bello per lei", ha continuato il presidente, "penso che sia positivo per l'immagine della Francia. 'Emily in Paris' ha un effetto molto positivo in termini di attrattiva per il Paese".