Ucraina, nuovo attacco in Russia: colpito aeroporto di Lipetsk
Pioggia di droni di Kiev nella regione russa di Lipetsk: colpito aeroporto e danneggiato anche un impianto energetico. Raid russo contro supermarket nel Donetsk, 14 morti e decine di feriti
Si allarga l'offensiva dell'Ucraina in Russia. Dopo l'incursione nella regione di Kursk, una pioggia di droni è stata lanciata nella notte nell'oblast di Lipetsk, colpendo l'aeroporto e danneggiando anche un impianto energetico. "Mosca ora sente la guerra", ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nei suoi primi commenti sull'avanzata delle truppe ucraine. "Ci sforziamo di raggiungere i nostri obiettivi il più presto possibile in tempo di pace, in giuste condizioni di pace. E accadrà", ha detto senza menzionare i combattimenti dei soldati ucraini in territorio russo.
Pioggia di droni su Lipetsk
Un incendio è scoppiato in un aeroporto militare e un impianto energetico è stato danneggiato nella regione russa di Lipetsk in un presunto attacco con droni avvenuto nella notte del 9 agosto, hanno affermato le autorità russe.
Nell'attacco sono rimaste ferite sei persone, ha dichiarato il governatore dell'oblast di Lipetsk, Igor Artamanov, aggiungendo che sono state trasportate in ospedale. I video condivisi sui canali Telegram russi mostrano una grande esplosione in lontananza, anche se non è chiaro cosa sia stato direttamente colpito o dove si è verificata.
Le autorità russe hanno dichiarato lo stato di emergenza nella regione e quattro villaggi vicino all'aeroporto militare sono stati evacuati, ha scritto Artamonov.
Il trasporto pubblico a Lipetsk e nella zona circostante è stato sospeso e sono state segnalate interruzioni di corrente a causa di danni a una centrale elettrica. Sei persone sono rimaste ferite in seguito agli attacchi, secondo Artamonov. La base aerea militare si trova a circa 280 chilometri dal confine ucraino. Avvisi di raid aerei sono stati emessi anche nelle zone limitrofe di Kursk, Bryansk, Belgorod e Voronezh. Le autorità russe hanno riferito che sono stati intercettati almeno 75 droni.
Drone di Kiev colpisce elicottero russo nell'oblast di Kursk
Un drone ucraino ha colpito un altro elicottero militare russo nell'oblast' di Kursk. Lo ha riferito una fonte del Servizio di sicurezza ucraino (Sbu) al Kyiv Independent. Si tratta del secondo caso segnalato questa settimana. Un altro elicottero d'attacco russo Mi-28, infatti, sarebbe stato colpito da un drone nella stessa regione il 6 agosto. Non è chiaro se l'elicottero sia stato abbattuto nell'attacco. L'attivista ucraino Serhii Sternenko, che ha riferito anch'egli dell'attacco, ha affermato che si trattava di un elicottero da trasporto Mi-8 e ha detto il velivolo è stato colpito nella coda "con una potente testata a frammentazione".
Raid russo contro supermarket nel Donetsk, 14 morti e decine di feriti
Sono almeno 14 i morti nell'attacco missilistico russo che ha colpito un supermercato a Kostiantynivka, nel Donetsk. Lo denunciano le autorità ucraine, come riporta Ukrinform. Un precedente bilancio parlava di 11 morti e 44 feriti.
La città è stata attaccata dall'artiglieria russa, secondo il governatore regionale Vadym Filashkin. L'emittente locale Novosti Donbassa ha condiviso il filmato dell'edificio 'Ekomarket' in fiamme.
"L'attacco al supermercato di Kostiantynivka è un altro caso di terrore russo. La guerra contro i civili è tutto ciò che possono fare", ha commentato il capo dell'ufficio presidenziale Andriy Yermak su Telegram. "Alcune persone restano intrappolate sotto le macerie. Sono in corso le operazioni di ricerca e soccorso", ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "La Russia sarà ritenuta responsabile di questo terrore".
Zelensky: "Mosca deve sentire sulla sua pelle ciò che ha fatto"
"La Russia ha portato la guerra nel nostro territorio e dovrebbe sentire su di sé ciò che ha fatto". Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, riferendosi, senza menzionarlo, all'attacco transfrontaliero di tre giorni fa dell'Ucraina alla regione russa di Kursk. "Gli ucraini sanno come raggiungere i loro obiettivi. E non abbiamo scelto di raggiungere i nostri obiettivi in guerra", ha aggiunto Zelensky.
Il consigliere dell'ufficio di Zelensky, Mykhailo Podolyak, ha sottolineato la reazione internazionale all'attacco ucraino alla regione di Kursk. La reazione è stata "assolutamente calma, equilibrata, obiettiva" e basata sullo "spirito del diritto internazionale" e sui "principi di condurre una guerra difensiva", ha scritto Podolyak su Telegram. L'Unione Europea ha dichiarato che l'Ucraina ha il diritto di attaccare anche il territorio dell'aggressore nella sua lotta difensiva contro l'invasione russa. Il consigliere afferma che la Russia è un obiettivo legittimo. "L'impossibile è diventato possibile, e la mitica brutalità e l'eccesso russo si sono rivolte contro la Russia stessa", ha detto Podolyak riguardo alla situazione a Kursk.
La Russia afferma che almeno 1.000 soldati ucraini, supportati da carri armati e veicoli blindati, sono entrati nel suo territorio martedì mattina, in quello che sembra essere uno dei più grandi assalti al suolo russo dall'inizio della guerra. In precedenza il presidente russo Vladimir Putin aveva accusato l'Ucraina di "grave provocazione". I funzionari ucraini sono rimasti in gran parte in silenzio sull'offensiva. La situazione esatta sul campo è difficile da determinare, con pochi dettagli specifici rilasciati da entrambe le parti.
Esteri
Israele colpisce Hezbollah nel Sud del Libano –...
Si intensificano, dopo le migliaia di piccole esplosioni di apparecchi elettronici che nei giorni scorsi hanno provocato morti e feriti in Libano, gli scontri al confine del Paese dei Cedri con Israele. L'esercito israeliano ha fatto sapere di aver colpito sette siti di infrastrutture terroristiche di Hezbollah e un deposito di armi nel Libano meridionale durante la notte.
Esteri
Dopo ‘gattara senza figli’, Harris accusata di...
Polemiche per la frase della governatrice dell'Arkansas, ex portavoce di Trump alla Casa Bianca
I repubblicani continuano ad attaccare Kamala Harris, in corsa per diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti, per non essere madre biologica. E dopo la "gattara senza figli", la frase del candidato alla vice presidenza Dj Vance che continua a rivelarsi il più grande autogol mediatico del ticket repubblicano, ora ad attaccare è Sarah Huckabee Sanders, governatrice dell'Arkansas ed ex portavoce della Casa Bianca di Donald Trump, che ha moderato una town hall con il suo ex boss in Michigan.
"I miei figli mi tengono con i piedi per terra, sfortunatamente Kamala Harris non ha niente che le tenga i piedi per terra", ha detto la repubblicana affermando di considerare il ruolo di madre il più importante della sua vita. Parole che stanno provocando una nuova ondata di critiche e polemiche, da parte di chi, a prescindere dalla visione che riduce la donna solo al ruolo di madre, ricorda che Harris è 'stepmom' dei due figli del primo matrimonio del marito in una famiglia allargata presentata con orgoglio alla convention.
Il 'second gentleman' tra i primi a replicare alle parole "incredibili" di Sanders: "Non importa come si diventa genitori, tutti fanno gli stessi sacrifici e godono delle stesse gioie crescendo i figli", ha detto Doug Emhoff.
Anche la sua prima moglie, Kerstin Emhoff, sui social ha difeso il rapporto di Harris con i suoi figli: “Cole e Ella continuano a spingerci a rendere il mondo un posto migliore, Kamala Harris ha speso la sua intera carriera a lavorare per la gente e tutte le famiglie, questo ti tiene abbastanza con i piedi per terra", ha scritto su X.
Intanto, critiche arrivano anche dalla campagna di Trump, che ancora deve fare i conti con la sequela di attacchi e prese in giro per la battuta della gattara, culminata con la foto di Taylor Swift con il gattino nel post di endorsement a Kamala, sono arrivate critiche all'uscita di Sanders. "Ho trovato quelle parole veramente offensive, non ho molto più da dire, sono deluso da Sarah", ha dichiarato il consigliere della campagna, Byran Lanza, affermando di avere avuto "la fortuna di avere una stepmom".
Esteri
Attacchi a Hezbollah, il piano di Israele con cercapersone...
Si ritiene ampiamente che dietro queste operazioni ci sia Tel Aviv, ma chi ha realizzato i dispositivi e come sono esplosi?
Potrebbero volerci anni prima che venga raccontata la storia completa di come sono state orchestrate le esplosioni coordinate di migliaia di cercapersone e walkie-talkie usati da Hezbollah. I dubbi su cosa li abbia fatti esplodere restano e, anche senza che Israele ammetta pubblicamente la responsabilità, è chiaro che l'attacco deve essere stato pianificato con cura. Lo scrive il Guardian, che ha intervistato Alan Woodward, professore di sicurezza informatica alla Surrey University, secondo cui, per trasformare in piccole bombe questi dispositivi "non ci sarebbe bisogno di molto esplosivo: la loro vicinanza al corpo umano causa lesioni anche se si tratta di pochi grammi".
La prima ondata di esplosioni, verificatasi martedì alle 15.30 circa ora locale, sembra essere stata innescata da un messaggio speciale della leadership di Hezbollah, il che implica, ha sostenuto Woodward, una specifica modifica del software incorporato nei cercapersone. Ciò significa che avrebbe innescato un'esplosione quando fosse stato inviato il messaggio appropriato. Potrebbe dunque essere stata un'impostazione predefinita sui cercapersone, esplosi dopo un segnale acustico, che ha dato ai possessori il tempo necessario per avvicinare il dispositivo al volto, motivo per cui i dottori libanesi hanno riferito di aver curato ferite multiple a mani e occhi dopo l'esplosione.
Dodici persone sono state uccise e circa 2.800 ferite nelle esplosioni di martedì, e 14 sono morte in una seconda ondata di esplosioni che è seguita ieri, quando i walkie-talkie hanno iniziato a esplodere. Ciò suggerisce che gli attacchi equivalevano a un tentativo concertato di interrompere le comunicazioni di Hezbollah, il tipo di attività che potrebbe essere un preludio a un bombardamento del Libano meridionale o ad altri attacchi militari convenzionali.
Sabotare i cercapersone non è un'impresa da poco - prosegue il giornale britannico citando Oleg Brodt, direttore dei Cyber Labs della Ben-Gurion University - Potrebbe anche aver richiesto la collaborazione dei produttori o che il Mossad (o chiunque abbia eseguito gli attacchi in Libano) abbia prodotto da sé i cercapersone manipolati. Si tratta, ovviamente, soltanto di speculazioni, al momento.
I cercapersone recavano il logo di un produttore taiwanese, Gold Apollo. Il suo fondatore, Hsu Ching-Kuang, ha affermato che la sua azienda aveva subappaltato la fabbricazione del modello Ar-924 coinvolto nell'attacco alla poco conosciuta Bac Consulting Kft con sede a Budapest, un accordo che, a suo dire, era stato stipulato tre anni fa.
Da qui la pista diventa strana. Bac Consulting è stata registrata in Ungheria nel 2022 e ha fornito un indirizzo di Budapest sul suo sito web, lo stesso indirizzo utilizzato da numerose aziende. Il suo amministratore delegato è Cristiana Bársony-Arcidiacono, secondo il suo profilo su LinkedIn, ed è descritta come laureata alla London School of Economics e madrelingua sia ungherese che italiana.
Il Guardian racconta di aver chiamato la Bársony-Arcidiacono e che questa, dopo aver chiesto come la giornalista avesse ottenuto il numero, ha riattaccato. Tuttavia, ha confermato alla Nbc che la sua azienda lavorava con Gold Apollo. Alla domanda sui cercapersone e sulle esplosioni, la Bársony-Arcidiacono ha detto: "Non produco i cercapersone. Sono solo l'intermediario. Penso che abbiate sbagliato". In seguito, anche i funzionari ungheresi hanno affermato che i cercapersone non erano stati prodotti nel paese.
La fabbricazione dei letali cercapersone con trappole esplosive è solo metà della storia, tuttavia - sottolinea il giornale - chiunque li abbia costruiti aveva una buona conoscenza dell'intelligence all'interno di Hezbollah. Sapevano che Hezbollah aveva ordinato circa 5.000 cercapersone, dopo che il leader del gruppo, Sayyed Hassan Nasrallah, aveva messo in guardia a febbraio contro l'uso dei telefoni cellulari . "Il tuo telefono è il loro agente", aveva avvertito all'epoca il capo di Hezbollah, senza prevedere che i nemici del suo gruppo sarebbero stati pronti a piazzare degli esplosivi nei cercapersone.
Gli aggressor i sapevano anche chi avrebbe fornito i dispositivi sabotati a Hezbollah e avevano un modo per assicurarsi di poter controllare la loro consegna al gruppo militante, così come la loro fabbricazione o compromissione. "La portata, la distruzione e la precisione dell'attacco suggeriscono un'operazione sofisticata in preparazione da mesi", ha affermato Emile Hokayem dell'International Institute for Strategic Studies. Sebbene Israele non abbia rivendicato la responsabilità dell'attacco, pochi dubitano che le sue forze di sicurezza siano dietro allo sforzo, straordinario perché ha coinvolto migliaia di dispositivi anziché un singolo telefono con trappola esplosiva del tipo usato per assassinare il leader di Hamas Yahya Ayyash nel 1996.
Yoav Gallant, ministro della Difesa del Paese, ha chiamato Lloyd Austin, il suo omologo statunitense, "diversi minuti" prima che i cercapersone iniziassero a esplodere per comunicargli che un'operazione in Libano stava per iniziare, secondo il sito web Axios. Non sono stati condivisi dettagli specifici e il dipartimento di Stato ha affermato che gli Stati Uniti non erano stati preavvisati del piano di attacco, sebbene la telefonata di Gallant si avvicini a un riconoscimento di responsabilità.
Ma per quanto sofisticata sia stata la pianificazione, la realtà è che molti civili sono rimasti feriti quando i cercapersone sono esplosi. Un video ha ripreso un cercapersone che esplodeva in un mercato; altri hanno mostrato adulti e bambini in ospedale con gravi ferite traumatiche penetranti alla testa, al corpo e agli arti. Human Rights Watch, un gruppo di monitoraggio, ha affermato che la legge sui diritti umani "proibisce l'uso di trappole esplosive, proprio per evitare di mettere i civili in grave pericolo".
Sembra che Israele abbia voluto intensificare il suo attacco al gruppo militante, due giorni dopo che il suo gabinetto di sicurezza ha dichiarato che consentire a 60.000 sfollati di tornare sani e salvi alle loro case nel nord del paese era ora un obiettivo di guerra.
Hokayem ha sostenuto che l’operazione del cercapersone, seguita ora dall’attacco con il walkie-talkie, “rappresenta un colpo umiliante e un grave fallimento della sicurezza operativa per Hezbollah”, già scosso dall’assassinio tramite attacco aereo del suo comandante militare di punta a luglio. "Il gran numero di vittime e la loro distribuzione nel Paese hanno avuto un profondo impatto sulla società libanese e su Hezbollah", ha concluso. Ma è anche probabile che si rischino ritorsioni e un'intensificazione delle ostilità, poiché entrambe le parti sono sull'orlo della guerra.