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Usa 2024, Trump: “Con Harris rischiamo la recessione e una guerra mondiale”

L'ex presidente Usa, ora candidato alla Casa Bianca, attacca la sfidante: "Con te rischiamo la recessione e una guerra mondiale". La replica di Kamala: "Noi schierati per dignità, giustizia ed eguaglianza"

I due sfidanti alla Casa Bianca, Donald Trump e Kamala Harris (Afp)

"La vice presidente Harris e l'ex presidente Trump hanno entrambi confermato che parteciperanno" al dibattito tv del 10 settembre. Lo ha reso noto Abc news, dopo che il tycoon, durante la conferenza stampa a Mar a Lago, ha detto di aver dato la sua disponibilità a tre dibattiti - oltre a quello del 10 settembre, uno il 4 su Fox e un altro a fine mese su Nbcnews - e di sperare nell'assenso della democratica.

"Lei non ha fatto neanche un'intervista, non può farle, sa a mala pena quello che deve dire, per questo non può, ma io non vedo l'ora di fare un dibattito in modo da mettere le cose in chiaro", ha aggiunto. "Credo che lei sia peggiore di Biden", ha concluso sostenendo che Harris è favorevole "ai confini aperti".

"Kamala Harris ha un curriculum orribile, è una estremista di sinistra" dice, aggiungendo che gli Stati Uniti sono "nella più pericolosa situazione" sia per quanto riguarda l'economia che la sicurezza. "Abbiamo una leadership che non sa quello che fa, rischiamo una depressione e una guerra mondiale".

"Harris non è intelligente quanto Biden"

"Kamala Harris non è intelligente quanto Biden, è difficile crederci, ma è così" attacca Trump, definendola "non abbastanza intelligente per fare una conferenza stampa" come la sua a Mar a Lago. "Non è riuscita a passare l'esame per diventare avvocato", ha detto ancora di Harris, che è stata procuratrice generale della California, senatrice e vice presidente. "Sarà un gran fallimento, è incompetente", ha detto ancora.

L'ex presidente ha poi fatto un paragone con Hillary Clinton, da lui sconfitta nel 2016: "Hillary è molto più intelligente, ma lei è il suo peggior nemico". A proposito di Clinton, Trump ha detto che quando era presidente avrebbe potuto incriminarla per tutte le cose "cattive" che aveva fatto: "Ma ho pensato che sarebbe stato così brutto prendere la moglie di un ex presidente e metterla in prigione, e poi vedete - ha aggiunto riferendosi ai suoi processi - quello che è successo a me".

"Biden? Gli hanno tolto la presidenza, è pieno di rabbia"

"Hanno tolto la presidenza a Biden, io non sono un fan, ora lui è molto scontento e arrabbiato con Obama e Nancy la pazza" ha detto Trump, avanzando dubbi "dal punto di vista costituzionale" del fatto che Joe Biden abbia ceduto la nomination a Kamala Harris, dopo aver vinto le primarie. "E' un male per il Paese", ha detto ancora. "Ci avevano dato Joe Biden e ora abbiamo qualcun altro, e penso francamente che preferisco affrontare qualcun altro" conclude.

Harris: "Schierati per dignità, giustizia ed eguaglianza"

"Vogliamo la dignità per tutte le persone, vogliamo riconoscere il diritto di tutte le persone di avere la libertà di fare le proprie scelte, e non avere il governo che dice quello che devono fare" ha detto Kamala Harris nel comizio di oggi di fronte agli operai del sindacato del settore auto a Detroit. "Noi siamo schierati per la giustizia, l'eguaglianza e lotteremo per questo - ha aggiunto - e quello che so del sindacato Uaw e quello che dico agli amici è che, anche se non sei membri, è meglio se ringrazi il sindacato".

Walz: "Orgoglioso di stare con Harris e con il sindacato auto Usa"

"Non potrei essere più orgoglioso di essere in questo ticket presidenziale e di essere al fianco del sindacato delle auto" ha detto il candidato democratico alla vice presidenza Tim Walz, in apertura del comizio che sta tenendo a Detroit insieme alla candidata alla Casa Bianca Kamala Harris.

Il comizio è stato aperto dal presidente dell'Uaw, Shawn Fain, che ha ribadito il sostegno al ticket democratico: "Kamala Harris è una di noi, il governatore Walz è uno di noi, hanno radici nella classe operaia, conoscono le difficoltà di arrivare a fine mese", ha detto il leader sindacalista che ha invece accusato Donald Trump di essere "un truffatore" che pensa che "gli operai sono degli stupidi, ma non lo siamo, non caschiamo nella sua realtà alternativa che noi definiamo bugie".

Anche Walz ha accusato Trump di usare una falsa retorica in favore della classe operaia: "Lui non combatte per voi - ha detto parlando agli operai del sindacato - non vi conosce, non gli importa nulla della vostra famiglia, e il suo vice è pericoloso e retrogrado quanto lui".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Il capo dei nazionalisti francesi: “Vannacci sospeso...

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Il capodelegazione dei nazionalisti francesi del Rassemblement National nel Parlamento Europeo, Jean-Paul Garraud, annuncia, a Strasburgo, di aver ‘silurato’ l’eurodeputato eletto con la Lega Roberto Vannacci, che è stato “sospeso” dalle sue funzioni di vicepresidente del gruppo dei Patrioti per l’Europa, in cui la Lega siede insieme ai colleghi del partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella. Si risolve così un ‘giallo’ che durava da due mesi: la destituzione di Vannacci era stata prima annunciata e poi smentita.

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Esteri

Germania, nuova esplosione a Colonia: ferito un passante

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La deflagrazione nella notte in un negozio di abbigliamento, a poche centinaia di metri dal luogo dell'esplosione al Vanity Club di lunedì mattina

Polizia in Germania - Afp

Un'altra esplosione a Colonia, in Germania. Nella notte si è verificata una deflagrazione in un negozio di abbigliamento con appartamenti sovrastanti in Ehrenstraße, a poche centinaia di metri dal luogo dell'esplosione al Vanity Club di lunedì mattina. Lo riporta la Bild.

"I servizi di emergenza sono stati allertati intorno alle cinque", ha dichiarato un portavoce della polizia al tabloid. Gli agenti di polizia hanno isolato l'area intorno al negozio distrutto. Un passante è rimasto leggermente ferito nell'esplosione ed è già stato ascoltato come testimone.

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Esteri

Cercapersone esplosivi, il retroscena: le ragioni del piano...

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Israele non rivendica né commenta, nella notte morti altri tre esponenti di Hezbollah. Segnale acustico poco prima dell'esplosione

Ambulanza a Beirut dopo l'esplosione dei cercapersone - Afp

Israele, che ancora non rivendica l'azione, avrebbe attivato il piano messo a punto per far esplodere i cercapersone di cui erano in possesso i membri di Hezbollah "nel timore che il complotto stesse per essere scoperto dal gruppo terroristico". A riferirne sono tre funzionari statunitensi citati da Axios.

"Era una situazione in cui si rischiava di perdere le capacità non utilizzate", ha dichiarato un funzionario statunitense illustrando le ragioni che hanno spinto Israele a compiere l'attacco ieri.

Un ex funzionario israeliano citato da Axios ha poi spiegato che Israele aveva pianificato di ricorrere all'uso dei cercapersone esplosivi in apertura di un'eventuale guerra totale con il gruppo. Negli ultimi giorni tuttavia era emerso il timore che le trappole esplosive potessero essere scoperte.

Due esponenti di Hezbollah, riferisce infatti il sito Al Monitor, citato da Axios, avrebbero recentemente espresso dubbi e si sarebbero insospettiti in merito ai dispositivi.

Il segnale acustico poco prima dell'esplosione

I cercapersone di cui erano in possesso gli esponenti di Hezbollah hanno emesso un segnale acustico di alcuni secondi prima di esplodere. Lo riferisce al New York Times un membro del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione, secondo il quale i dispositivi hanno emesso un segnale di circa 10 secondi, durante i quali i possessori li hanno avvicinati al volto per cercare di leggere il messaggio.

In particolare, secondo la stessa fonte, il cercapersone dell'ambasciatore iraniano in Libano ha emesso un segnale acustico di alcuni secondi prima che il diplomatico lo prendesse e venisse investito dall'esplosione.

Mojtaba Amani, ambasciatore iraniano in Libano, ha perso un occhio ed è rimasto gravemente ferito, spiegano ancora i Guardiani della Rivoluzione, secondo cui le ferite riportate dal diplomatico sono più gravi di quanto inizialmente riferito. Amani verrà trasferito a Teheran per le cure. Il quotidiano - citato dal Times of Israel - riporta anche la notizia di video circolati sui social che ritraggono Amani dopo la deflagrazione in una strada libanese.

Cercapersone prodotti da ungheresi partner di società di Taiwan

I cercapersone - secondo le ricostruzioni - erano stati fabbricati da una società partner ungherese della taiwanese 'Gold Apollo'. Ad annunciarlo è stata oggi la società di Taipei, spiegando in un comunicato - dopo che il New York Times ha riportato che i cercapersone Gold Apollo erano coinvolti nelle esplosioni - di essere legata da una "partnership a lungo termine" con la BAC Consulting KFT per l'utilizzo del suo marchio, e sottolineando che il modello citato dai media "è prodotto e venduto da BAC". Lo riporta il 'Times of Israel'.

Cosa è successo

L'azione coordinata contro Hezbollah ha avuto effetti dirompenti: almeno 12 morti e circa 4000 feriti in un attacco hi-tech che assesta un colpo durissimo ai miliziani.

A sferrare il colpo sarebbe stato Israele, che non ha rivendicato l'azione e non ha commentato le accuse. Le news che trapelano chiamano in causa il Mossad: gli uomini dell'intelligence avrebbero collocato una quantità di un potente esplosivo - la pentrite - all'interno dei 'pager', che sarebbero esplosi a causa dell'aumento delle temperature delle batterie.

Il piano rappresenta un unicum. Mai, fino ad ora, si era assistito ad un'offensiva di tale portata e con simili caratteristiche. Funzionari della sicurezza libanesi hanno rivelato che i dispositivi di comunicazione erano arrivati in Libano cinque mesi fa ed erano stati distribuiti di recente agli operativi di Hezbollah.

L'ipotesi più concreta prevede che prima della distribuzione siano stati intercettati proprio dai servizi segreti dello Stato ebraico: all'interno di ogni apparecchio sarebbero stati inseriti meno di 20 grammi di pentrite, una quantità sufficiente a innescare l'esplosione di strumenti che, generalmente, vengono tenuti in tasca.

"Duro colpo", l'ammissione. Nasrallah annuncia discorso

L'operazione è stata un duro colpo per il gruppo terroristico sostenuto dall'Iran. Questa l'ammissione di un portavoce del Partito di Dio al quotidiano Al Akhbar, affiliato al gruppo islamista. "Nel giro di un minuto, il nemico è riuscito a infliggere uno dei suoi peggiori colpi a Hezbollah dall'inizio del conflitto", ha dichiarato il portavoce, aggiungendo che "il nemico ha spinto la resistenza fuori dai confini delle tradizionali regole di ingaggio. Stiamo affrontando una nuova situazione". Il capo dell'Hezbollah Sayyed Hassan Nasrallah terrà quindi un discorso domani sul caso, ha annunciato il Partito di Dio in una dichiarazione.

Iran: "Atto di genocidio"

L'attacco di Israele alle apparecchiature di comunicazione in Libano è una prova di genocidio, sostiene intanto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanaani, ripreso da Ynet. "Israele mette di nuovo a rischio la pace e la sicurezza della regione e ciò richiede un'azione internazionale urgente", aggiunge Kanaani.

Altri tre morti nella notte

Hezbollah ha intanto annunciato in nottata la morte di altri tre esponenti del gruppo. Sale così bilancio totale dei morti di ieri, riporta oggi il Times of Israel. Da ottobre, Hezbollah ha denunciato l'uccisione da parte israeliana di 453 esponenti del gruppo.

Stop voli Lufthansa e Air France verso Israele e Iran

E' intanto stop ai voli verso Israele e Iran delle compagnie aeree del gruppo Lufthansa e Air France per motivi di sicurezza dopo le esplosioni coordinate dei cercapersone in Libano.

Lufthansa e le compagnie del gruppo (Swiss, Austrian, Brussels Airlines ed Eurowings) hanno sospeso tutti i collegamenti da e per Tel Aviv e Teheran, capitale dell'Iran, almeno fino a giovedì.

I voli per la capitale libanese Beirut restano sospesi a causa del conflitto in corso nella regione almeno fino al 30 settembre. Air France ha annunciato che anche i suoi voli da Parigi a Tel Aviv e alla capitale libanese Beirut sono stati sospesi, come riporta il quotidiano Le Parisien.

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