Cronaca
Spionaggio, il 20 novembre udienza in Cassazione per Biot...
Spionaggio, il 20 novembre udienza in Cassazione per Biot nel processo militare
Imputato anche davanti alla giustizia ordinaria dove sempre a novembre si celebrerà il processo in Corte di Assise di Appello
Arriva in Cassazione il processo a Walter Biot, il capitano di fregata, arrestato dai carabinieri del Ros il 30 marzo 2021 con l'accusa di spionaggio per aver passato documenti segreti a un funzionario russo in cambio di cinquemila euro. L’udienza davanti ai supremi giudici della prima sezione è stata fissata per il prossimo 20 novembre dopo il ricorso presentato dalla difesa dell’ufficiale di Marina, rappresentata dagli avvocati Roberto De Vita e Antonio Laudisa, contro la sentenza della Corte militare di Appello di Roma che lo scorso gennaio ha condannato Biot a 29 anni e due mesi confermando sostanzialmente il giudizio di primo grado. Biot nel processo militare è accusato di rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio, procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio, esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio, procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato e comunicazioni all'estero di notizie non segrete ne' riservate.
Nei confronti di Biot, detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, oltre alla procura militare ha proceduto anche la procura ordinaria dopo che i giudici di piazza Cavour hanno ritenuto legittima la "doppia" giurisdizione considerata la diversità delle due incriminazioni. L’ufficiale è stato condannato lo scorso 19 gennaio, in seguito all'inchiesta dei magistrati Gianfederica Dito e Michele Prestipino, per le accuse di spionaggio, rivelazione di notizie che per la sicurezza nazionale dovevano rimanere segrete e corruzione dai giudici della Corte di Assise di Roma che gli hanno inflitto una pena a 20 anni.
Nelle motivazioni i giudici d’Assise avevano sottolineato che “è indubbio che l'azione” di Biot “è stata dettata da finalità anche politiche, che lo stesso si è indebitamente procurato, mediante acquisizione fotografica dei documenti contenenti le notizie segrete e riservate oggetto di contestazione, al fine preordinato di rivelare le notizie, come accaduto, con la consegna della micro Sd in cui le aveva riversate, all'agente diplomatico della Federazione Russa, chiara essendo la finalità di favorire uno Stato estraneo all'Alleanza Atlantica e, per quanto ampiamente esposto, la concreta messa in pericolo degli interessi protetti dalle norme’’. Anche questa sentenza è stata impugnata dalla difesa di Biot con un atto di appello di oltre 250 pagine e la Prima Corte di Assise di Appello ha fissato l’udienza per il prossimo 7 novembre.
Per gli avvocati De Vita e Laudisa “né il giudice militare, né il giudice ordinario si sono voluti confrontare con la grande anomalia di questa vicenda giudiziaria - sottolineano i due penalisti all’Adnkronos - si è celebrato un processo (anzi due) senza che imputato e difesa abbiano potuto conoscere le prove a carico né lo abbiano potuto portare elementi di prova a discarico. Il segreto Nato ha rappresentato l’alibi per nascondere la mancanza assoluta della prova. Confidiamo che la Cassazione possa ristabilire i principi dello stato di diritto e di un ordinamento democratico, restituendo quello che a Walter Biot è mancato sin dal giorno del suo arresto: la normalità processuale”. E sul punto la difesa del capitano di fregata, con il ricorso per Cassazione, ha sollevato anche questioni di legittimità costituzionale delle norme utilizzate “per sottrarre - spiegano dal collegio difensivo - il segreto Nato al controllo giurisdizionale e al giusto processo, collocandole addirittura oltre il sistema del segreto di stato”.
Cronaca
Milano, pesa 220 chili e non riesce a uscire per andare in...
L'operazione è stata effettuata dei vigili del fuoco
I 220 chili di peso non gli permettevano di lasciare in autonomia il proprio appartamento al quinto piano di via Beato Padre Pio da Petralcina a Milano, per recarsi in ospedale. Per questo i vigili del fuoco del distaccamento di via Sardegna e il personale Saf della sede centrale lo hanno evacuato dal balcone attraverso una manovra che prevede la presenza di personale altamente addestrato e di una cosiddetta Barella 'tritan bariatrica'. L'uomo, un italiano di sessant'anni, dopo la manovra Saf, è stato consegnato nelle mani del 118 della Croce Bianca di Magenta.
Cronaca
Alpinisti morti su Monte Bianco, chi erano Sara Stefanelli...
Lei Dottoressa, lui studi al Politecnico: li univa una grande passione per la montagna. Oggi il ritrovamento dei loro corpi dopo la scomparsa
Appassionato di montagna lui da sempre, lei da pochi mesi. I due alpinisti Andrea Galimberti e Sara Stefanelli sono morti sul Monte Bianco. Oggi il tragico ritrovamento dei corpi dopo che da sabato gli amici avevano dato l'allarme, sperando fino all'ultimo in un finale diverso. "La guardo negli occhi e ci leggo dentro una passione infinita, grande come la mia" scriveva il 53enne Andrea sulla sua pagina Facebook condividendo tanti, tantissimi scatti insieme. Studi al Politecnico di Milano e citazione di Jim Morrison sul suo profilo: "Noi gente pazza ragioniamo con il cuore". Le foto raccontano della salita al Monte Cervino del 3 settembre, resa ancora più difficile da una grandinata, il bivacco a 4mila metri e, poi, solo silenzio e preghiere.
"Ti ho conosciuto l'anno scorso per caso al rifugio Rosalba e abbiamo pranzato insieme" scrive Valentina, prima del tragico ritrovamento di oggi. "Io e il mio compagno 'passeggiatori della domenica' tu dovevi ancora raggiungere la cresta e con i tuoi racconti ci hai fatto sognare quelle cime e quei paesaggi. I tuoi occhi brillavano mentre ci raccontavi di tutte le tue imprese senza un filo di presunzione solo con un grande amore per la montagna che ti portavi dietro dall'infanzia".
"Ci siamo conosciuti a giugno, mentre scendevamo dal Monte Rosa, io e altri due cari amici con tenda e sci, e tu con una compagna di cordata a piedi... Ad Alagna mangiammo tutti assieme e mi fa ancora sorridere quando penso che scambiai il tuo panino per il mio e ci diedi un bel morso...!Allora ci fu uno scambio di morsi quando arrivò anche il mio panino... Capii subito che eri una persona semplice, disponibile, e molto "alla mano" a 360 gradi..." scrive Michele condividendo il suo ricordo sulla sua pagina Fb.
Più riservata lei, con la pagina chiusa sui social, visibile solo agli amici, ma i commenti non mancano anche sulle foto di lui. "Ciao Sara, la nostra meravigliosa Dottoressa", le scrive una collega dopo la terribile notizia. "Avevo avuto modo di conoscerla per i problemi di salute di mia mamma" scrive il genovese Stelvio su Fb. "Un medico veramente con la M maiuscola e una persona incantevole! Avevo percepito da alcune sue parole una grande passione comune...quella per la montagna! Aveva una lunga lista di "sogni nel cassetto" in particolare le salite al Cervino e al Monte Bianco. Chi come noi fequenta l'alta montagna e pratica l'alpinismo conosce le regole del gioco.....e deve mettere in conto anche eventi estremi come questo purtroppo! Poi non mi sento di aggiungere niente e tantomeno di esprimere un giudizio o alcuni pensieri che mi frullano in testa. Un grande abbraccio ai suoi familiari!"
Cronaca
Covid, Padovani (Sin): “La paura del virus stimolo...
Il presidente dei neurologi, 'lockdown e angoscia pandemica trigger per maturazione cerebrale accelerata'
"Il cervello di un adolescente è molto plastico e sensibile agli eventi della vita. E sicuramente la pandemia da Covid-19 ha rappresentato un elemento di stimolo dal punto di vista della maturità cerebrale". Lo afferma all’Adnkronos Salute Alessandro Padovani, presidente della Società italiana di neurologia (Sin) commentando lo studio dell'università di Washington secondo il quale il lockdown ha invecchiato il cervello degli adolescenti accelerando la loro maturazione cerebrale, in particolare tra le ragazze. La prova? Secondo i ricercatori il cervello dei teenagers si era assottigliato più del previsto.
"L’’assottigliamento è stato osservato sia nei maschi ma più nelle femmine soprattutto in aree ritenute rilevanti per le relazioni sociali – spiega Padovani - L’interpretazione meno banale è che il lockdown unitamente all’angoscia pandemica abbia fatto da trigger per una maturazione cerebrale accelerata maggiore nelle donne perché più mature fisiologicamente. Come se lo stress determinasse una sorta di effetto di stimolo al cervello per metterlo nelle condizioni di essere pronto o più pronto a raccogliere la sfida. Questi dati vanno di pari passo con altri due studi, uno dei quali ha documentato un aumento del volume dell’amigdala collegata alle emozioni mentre l’altro si è concentrato su come i livelli di biomarcatori infiammatori era aumentato anche in chi non si è ammalato di Covid".
Il lavoro del team americano "è interessante. Tuttavia – avverte Padovani – dobbiamo parlare di un processo di maturazione accelerata negli adolescenti oggetti della ricerca e non di processo di invecchiamento".