Cronaca
Meloni in viaggio con la figlia, il pediatra: “Tanti...
Meloni in viaggio con la figlia, il pediatra: “Tanti stimoli, fare come lei si può”
Farnetani: "Esperienze nuove arricchiscono i bimbi e nutrono le loro menti, e si possono trovare anche dietro casa"
La premier Giorgia Meloni è tornata proprio in questi giorni a parlare della sua scelta di portare la figlia Ginevra con sé nel suo viaggio in Cina. Non è la prima volta che accade e che questa sua scelta accende il dibattito fra chi approva la visione di Meloni mamma e chi la critica. "Avrei dovuto lasciare mia figlia a casa, magari a casa di amici?", ha obiettato la presidente del Consiglio, dicendosi convinta che "ogni mamma sappia cosa sia meglio per la sua prole e debba scegliere in libertà". E aggiungendo anche un elemento: "Se io, che sono presidente del Consiglio, riesco a dimostrare che il mio incarico è compatibile con la maternità, allora non ci saranno più scuse per quelli che usano la maternità come pretesto per non far avanzare le donne sul posto di lavoro". Per il pediatra Italo Farnetani la linea della premier di farsi accompagnare nelle sue trasferte di lavoro dalla figlia è da promuovere, ma non solo per una questione di conciliazione vita-lavoro.
"Tutti hanno affrontato il problema dal punto di vista degli adulti - commenta all'Adnkronos Salute - e di come una donna possa far coesistere un lavoro anche a più alti livelli con la maternità. Però nessuno ha affrontato l'argomento dal punto di vista della bambina". Per Farnetani va infatti evidenziato anche che la piccola "sarà sicuramente tornata a casa" con un invisibile bagaglio in più: "Uno sviluppo psicologico aumentato - illustra il pediatra - dovuto alle stimolazioni provenienti da ambienti nuovi, persone nuove, abitudini nuove che avrà osservato". Ma l'esperto assicura: tutti possono essere 'figli di Meloni'. Nel senso che non serve andare a migliaia e migliaia di chilometri di distanza. "Le stimolazioni che arrivano dal conoscere ambienti, abitudini e persone nuove non sono limitate esclusivamente a un viaggio fatto con la mamma presidente del Consiglio" in Cina o in altre mete remote, "ma sono a disposizione di ogni bambino anche se gli ambienti nuovi si trovano vicino casa", fa notare il professore ordinario di Pediatria dell'università Ludes-United Campus of Malta.
In altre parole, l'importante è nutrire i giovani cervelli di esperienze, è "poter ottenere delle stimolazioni socio-culturali e ambientali nuove. Il cervello del bambino - spiega Farnetani - incamera queste nozioni che dunque andranno ad aumentare il proprio archivio di conoscenze ed esperienze". Da qui un appello: "In questo periodo in cui la maggioranza dei bimbi vivrà alcuni giorni di vacanza in ambienti esterni e diversi da casa, tutti loro si troveranno in una situazione analoga. Forse in un contesto diverso da quello che ha vissuto la figlia della Meloni, ma tutte le esperienze sono importanti. Invito pertanto tutti i genitori, sia che vadano in vacanza sia che restino in città, a sfruttare questi giorni di ferie o di riposo - anche se parziale - per far conoscere ambienti e realtà nuove ai propri figli".
Cronaca
Milano, pesa 220 chili e non riesce a uscire per andare in...
L'operazione è stata effettuata dei vigili del fuoco
I 220 chili di peso non gli permettevano di lasciare in autonomia il proprio appartamento al quinto piano di via Beato Padre Pio da Petralcina a Milano, per recarsi in ospedale. Per questo i vigili del fuoco del distaccamento di via Sardegna e il personale Saf della sede centrale lo hanno evacuato dal balcone attraverso una manovra che prevede la presenza di personale altamente addestrato e di una cosiddetta Barella 'tritan bariatrica'. L'uomo, un italiano di sessant'anni, dopo la manovra Saf, è stato consegnato nelle mani del 118 della Croce Bianca di Magenta.
Cronaca
Alpinisti morti su Monte Bianco, chi erano Sara Stefanelli...
Lei Dottoressa, lui studi al Politecnico: li univa una grande passione per la montagna. Oggi il ritrovamento dei loro corpi dopo la scomparsa
Appassionato di montagna lui da sempre, lei da pochi mesi. I due alpinisti Andrea Galimberti e Sara Stefanelli sono morti sul Monte Bianco. Oggi il tragico ritrovamento dei corpi dopo che da sabato gli amici avevano dato l'allarme, sperando fino all'ultimo in un finale diverso. "La guardo negli occhi e ci leggo dentro una passione infinita, grande come la mia" scriveva il 53enne Andrea sulla sua pagina Facebook condividendo tanti, tantissimi scatti insieme. Studi al Politecnico di Milano e citazione di Jim Morrison sul suo profilo: "Noi gente pazza ragioniamo con il cuore". Le foto raccontano della salita al Monte Cervino del 3 settembre, resa ancora più difficile da una grandinata, il bivacco a 4mila metri e, poi, solo silenzio e preghiere.
"Ti ho conosciuto l'anno scorso per caso al rifugio Rosalba e abbiamo pranzato insieme" scrive Valentina, prima del tragico ritrovamento di oggi. "Io e il mio compagno 'passeggiatori della domenica' tu dovevi ancora raggiungere la cresta e con i tuoi racconti ci hai fatto sognare quelle cime e quei paesaggi. I tuoi occhi brillavano mentre ci raccontavi di tutte le tue imprese senza un filo di presunzione solo con un grande amore per la montagna che ti portavi dietro dall'infanzia".
"Ci siamo conosciuti a giugno, mentre scendevamo dal Monte Rosa, io e altri due cari amici con tenda e sci, e tu con una compagna di cordata a piedi... Ad Alagna mangiammo tutti assieme e mi fa ancora sorridere quando penso che scambiai il tuo panino per il mio e ci diedi un bel morso...!Allora ci fu uno scambio di morsi quando arrivò anche il mio panino... Capii subito che eri una persona semplice, disponibile, e molto "alla mano" a 360 gradi..." scrive Michele condividendo il suo ricordo sulla sua pagina Fb.
Più riservata lei, con la pagina chiusa sui social, visibile solo agli amici, ma i commenti non mancano anche sulle foto di lui. "Ciao Sara, la nostra meravigliosa Dottoressa", le scrive una collega dopo la terribile notizia. "Avevo avuto modo di conoscerla per i problemi di salute di mia mamma" scrive il genovese Stelvio su Fb. "Un medico veramente con la M maiuscola e una persona incantevole! Avevo percepito da alcune sue parole una grande passione comune...quella per la montagna! Aveva una lunga lista di "sogni nel cassetto" in particolare le salite al Cervino e al Monte Bianco. Chi come noi fequenta l'alta montagna e pratica l'alpinismo conosce le regole del gioco.....e deve mettere in conto anche eventi estremi come questo purtroppo! Poi non mi sento di aggiungere niente e tantomeno di esprimere un giudizio o alcuni pensieri che mi frullano in testa. Un grande abbraccio ai suoi familiari!"
Cronaca
Covid, Padovani (Sin): “La paura del virus stimolo...
Il presidente dei neurologi, 'lockdown e angoscia pandemica trigger per maturazione cerebrale accelerata'
"Il cervello di un adolescente è molto plastico e sensibile agli eventi della vita. E sicuramente la pandemia da Covid-19 ha rappresentato un elemento di stimolo dal punto di vista della maturità cerebrale". Lo afferma all’Adnkronos Salute Alessandro Padovani, presidente della Società italiana di neurologia (Sin) commentando lo studio dell'università di Washington secondo il quale il lockdown ha invecchiato il cervello degli adolescenti accelerando la loro maturazione cerebrale, in particolare tra le ragazze. La prova? Secondo i ricercatori il cervello dei teenagers si era assottigliato più del previsto.
"L’’assottigliamento è stato osservato sia nei maschi ma più nelle femmine soprattutto in aree ritenute rilevanti per le relazioni sociali – spiega Padovani - L’interpretazione meno banale è che il lockdown unitamente all’angoscia pandemica abbia fatto da trigger per una maturazione cerebrale accelerata maggiore nelle donne perché più mature fisiologicamente. Come se lo stress determinasse una sorta di effetto di stimolo al cervello per metterlo nelle condizioni di essere pronto o più pronto a raccogliere la sfida. Questi dati vanno di pari passo con altri due studi, uno dei quali ha documentato un aumento del volume dell’amigdala collegata alle emozioni mentre l’altro si è concentrato su come i livelli di biomarcatori infiammatori era aumentato anche in chi non si è ammalato di Covid".
Il lavoro del team americano "è interessante. Tuttavia – avverte Padovani – dobbiamo parlare di un processo di maturazione accelerata negli adolescenti oggetti della ricerca e non di processo di invecchiamento".