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Medio Oriente, cresce la tensione. Egitto a compagnie...

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Medio Oriente, cresce la tensione. Egitto a compagnie aeree: “Non sorvolate l’Iran”

Continua l’attesa per l’annunciata rappresaglia iraniana. Teheran: "Israele riceverà risposta forte e decisa". Netanyahu: "Siamo pronti". Telefonata di Pezeshkian a Macron: "Teheran considera ogni sforzo per evitare il conflitto". Usa: “Mai così vicini a una tregua a Gaza”

Aereo di linea sorvola Israele - (Afp)

Nonostante gli Usa si mostrino ottimisti su un'imminente tregua tra Israele e Hamas a Gaza, resta alto in Medio Oriente il rischio di una devastante guerra. Dopo l'uccisione la scorsa settimana a Teheran del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, l'Iran è tornato a minacciare "una risposta forte e decisa", e l'Egitto ha ordinato alle sue compagnie aeree che operano voli civili di evitare lo spazio aereo iraniano per un periodo di tre ore (dalle 3 alle 7 di giovedì mattina ora italiana). Continua intanto l'intenso il lavoro diplomatico per scongiurare un'escalation, con il Washington Post che sostiene come la Repubblica Islamica stia “riconsiderando i suoi piani” in seguito all’azione diplomatica di Biden.

Iran prepara l'attacco

Israele "riceverà presto una risposta forte e decisa" e "non c'è dubbio su questo", le parole pronunciate dal capo dell'Esercito iraniano, generale Abdolrahim Mousavi, e riportate dall'agenzia ufficiale iraniana Irna. Teheran ha reso noto anche di aver potenziato la difesa aerea. "Il sistema di difesa aerea nell'est" della Repubblica Islamica "ha ricevuto nuovi radar e missili intercettori", ha riferito l'Irna che parla di una "cerimonia" alla presenza del Generale Alireza Sabahifard, a capo della difesa aerea, che vuole "rispondere in modo deciso a qualsiasi tipo di minaccia".

"Siamo pronti sia per la difesa che per l'attacco, stiamo colpendo i nostri nemici e siamo determinati a difenderci", ha detto da parte sua il leader israeliano Benjamin Netanyahu durante una visita nella base di Tel Hashomer. "So che i cittadini israeliani sono in allarme e vi chiedo una cosa, mantenere la calma. Andiamo avanti verso la vittoria", ha ripetuto passati dieci mesi dall'attacco del 7 ottobre in Israele e dall'avvio dell'offensiva militare israeliana contro Hamas nella Striscia di Gaza.

Egitto: compagnie evitino spazio aereo iraniano

Intanto, nel quadro delle tensioni tra Israele e Iran, l''Egitto ha dato istruzioni a tutte le sue compagnie di evitare lo spazio aereo iraniano per alcune ore. Il Notam (Notice to AirMen, l'avviso di sicurezza fornito ai piloti oggi) fa riferimento al periodo di tempo compreso tra le 01:00 e le 04:00 Gmt, le 3 e le 6 ora italiana. Non fornisce ulteriori dettagli. "Tutti i vettori egiziani devono evitare il sorvolo della FIR di Teheran (Flight information Region). Nessun piano di volo sarà accettato per il sorvolo di tale territorio".

Secondo quanto riportato da una fonte ufficiale egiziana all'emittente televisiva Al Qahera News TV, le autorità iraniane hanno consigliato alle compagnie aeree civili di tutto il mondo di evitare di sorvolare lo spazio aereo iraniano questa notte. Lo spazio aereo iraniano verrà vietato a causa delle esercitazioni militari, aggiunge la fonte citata.

Domenica - ricorda il quotidiano Asharq al-Awsat - le autorità giordane avevano chiesto a tutte le compagnie aeree che atterrano negli aeroporti del paese di portare con sé carburante extra per 45 minuti di volo. Molte compagnie aeree stanno rivedendo i loro orari per evitare lo spazio aereo iraniano e libanese e hanno anche interrotto i voli verso Israele e il Libano.

Militari israeliani: sgomberare Beit Hanun, nel nord di Gaza

I militari israeliani hanno chiesto ai palestinesi di alcune zone di Beit Hanun, nel nordest della Striscia di Gaza, di lasciare le aree e dirigersi verso "rifugi nel centro di Gaza City". Su X un messaggio in arabo indica le zone da abbandonare con la precisazione che le forze israeliane (Idf) "agiranno con forza e immediatamente" contro "Hamas e le organizzazioni terroristiche".

Per Israele sarà Hezbollah a sferrare per primo attacco

I funzionari israeliani sono sempre più convinti che sarà Hezbollah, piuttosto che l'Iran, a sferrare per primo un attacco contro Israele nei prossimi giorni. A sostenerlo è l'emittente israeliana Channel 12, citata dal Times of Israel. Senza citare fonti specifiche, il network afferma inoltre che Israele ha trasmesso sia a Hezbollah che all'Iran che qualsiasi danno ai civili in Israele per la loro azione di rappresaglia sarà una linea rossa, che "porterà a una risposta sproporzionata".

Casa Bianca: "Più vicini che mai ad accordo Israele-Hamas"

La Casa Bianca ribadisce che l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi è a portata di mano. "Siamo vicini più di quanto abbiamo mai pensato di essere", ha detto il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, John Kirby, parlando ad un briefing con i giornalisti, secondo quanto riporta sul suo sito Times of Israel che ricorda che Kirby aveva fatto una dichiarazione analoga il 25 luglio scorso.

La nomina di Yahya Sinwar a nuovo capo politico di Hamas, al posto di Haniyeh non cambia molto nei negoziati per Gaza, afferma poi Kirby, rispondendo alle domande di giornalisti in un briefing, ricordando che "è sempre stato il principale decision maker per quanto riguarda i negoziati nel corso di questi 10 mesi". "Così, in effetti, nulla cambia veramente", ha aggiunto il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca che ha definito Sinwar "un terrorista che una terribile quantità di sangue sulle sua mani, è stato l'architetto degli attacchi del 7 ottobre, e parte del sangue che ha sulle mani è sangue di americani". "Come principale decision-maker, ora deve decidere di prendere questo accordo, ottenere un cessate il fuoco per avere alcuni degli ostaggi a casa e darci la possibilità di fare arrivare più aiuti umanitari, deve accettare l'accordo", ha concludo Kirby.

Commentando l'invio da parte di Washington dei caccia F-22 nella regione Kirby spiega che "i cambiamenti di postura militare disposti dal segretario alla Difesa su ordine del presidente hanno solo scopi difensivi, per aiutare a difendere Israele e aiutare a difendere le nostre truppe, istallazioni e interessi nella regione". "La cosa degli F-22, e di molti caccia avanzati che usiamo, è che possono fare un sacco di cose, comprese le missioni di difesa", ha aggiunto il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca parlando ad un briefing con i giornalisti, secondo quanto riporta Times of Israel.

Pezeshkian a Macron: "Iran vuole evitare guerra, ma si riserva diritto di rispondere"

L'Iran vuole "evitare la guerra e sforzarsi per stabilizzare la pace e la sicurezza mondiale", ma si riserva il "diritto" di rispondere ai recenti attacchi di Israele. E' quanto ha detto il presidente iraniano Masud Pezeshkian in un colloquio telefonico con Emmanuel Macron, secondo quanto riferito dall'agenzia Irna. "Alla luce dei trattati e del diritto internazionale, l'Iran non rimarrà mai in silenzio di fronte a violazioni contro i propri interessi e la propria sicurezza", ha detto ancora il presidente iraniano, secondo quanto riferito dall'agenzia, affermando che l'attacco contro Ismail Haniyeh a Teheran è stato "un tentativo del regime sionista" di "infiammare" il conflitto nella regione. "Gli Stati Uniti e i paesi occidentali appoggiano un regime che non aderisce a nessuna delle leggi e regolamenti internazionali e che non si astiene dal realizzare azioni criminali nella regione", ha poi aggiunto.

Houthi: attaccate due navi militari Usa e un mercantile

Il gruppo armato Houthi dello Yemen ha affermato oggi di aver attaccato due navi da guerra degli Stati Uniti e un'altra nave commerciale nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, utilizzando missili balistici antinave e droni carichi di bombe.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Ucraina, Zelensky: “Ho un piano, voglio condividerlo...

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"Spero di farlo vedere anche a Harris e Trump"

Volodymyr Zelensky (Fotogramma)

"Ho preparato un piano e voglio condividerlo con il presidente in carica degli Stati Uniti perché ci sono alcuni punti che dipendono dall'America". E' quanto ha detto il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky in un'intervista alla Rai, rilasciata in occasione del forum Ambrosetti di Cernobbio. "Spero che avrò l'occasione di far vedere questo piano a Biden e ai potenziali candidati per la presidenza Usa, Harris e Trump, per avere un feedback e un riscontro", ha aggiunto Zelensky, precisando di volere "delle garanzie". Al momento, però, "non ho condiviso niente, il primo contatto ci sarà con Biden".

Per quanto riguarda il contenuto del piano, ha spiegato, "non si tratta solo di armi, ma anche di questioni importanti globali". "Parliamo di un pacchetto concreto di difesa. E se lo avremo, sarà un forte deterrente per la Russia e per poter terminare la guerra a condizioni diplomatiche", perché "il conflitto finirà e per gli ucraini è importante in che situazione si troveranno".

"Siamo più vicini alla fine della guerra"

"Siamo più vicini alla fine della guerra rispetto alla situazione in cui ci eravamo trovati all'inizio" aggiunge Zelensky. "Con le conferenze di ricostruzione e con gli accordi concreti rafforziamo l'economia e ci avviciniamo alla fine della guerra".

L'Ucraina e l'Italia

"A oggi non abbiamo problemi con l'Italia e nelle relazioni con l'Italia" ha detto dopo l'incontro con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, spiegando di aver "parlato dei preparativi della conferenza internazionale sulla ricostruzione dell'Ucraina".

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Ucraina, Zelensky: “Grazie a Meloni per sforzi per...

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Il bilaterale a margine del Forum Ambrosetti a Cernobbio

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e Giorgia Meloni

"Ringrazio Giorgia Meloni e il popolo italiano per il loro sostegno e gli sforzi nel ripristinare una pace giusta". Lo ha scritto su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, riferendo dell'incontro avuto con la premier Giorgia Meloni a margine del Forum Ambrosetti a Cernobbio, con cui "abbiamo parlato dell'attuazione della Formula di pace, con l'Italia che gioca un ruolo attivo su tutti i suoi punti".

"Uno degli argomenti chiave di cui abbiamo discusso è stata la ripresa e la ricostruzione dell'Ucraina, concentrandoci in particolare sul ripristino del nostro sistema energetico. Apprezziamo profondamente la decisione dell'Italia di ospitare la prossima Ukraine Recovery Conference nel 2025", si legge ancora nel post.

"Il colloquio con Zelensky? Abbiamo discusso di come continuare a lavorare per garantire la legittima difesa e per arrivare a una pace giusta", ha detto dal canto suo Meloni nel corso del suo intervento al Forum. "Le tesi che sostenevo due anni fa sull'Ucraina sono le stesse che sostengo adesso da presidente del Consiglio: sull'Ucraina non dobbiamo mollare e dobbiamo continuare a sostenerla".

"Dobbiamo smettere di credere alla propaganda russa, il destino dell'Ucraina non è segnato. Continuo a sentire da mesi e mesi - ha detto Meloni - che l'Ucraina sta perdendo la guerra mentre la Russia sta vincendo: il conflitto in Ucraina nasce con l'idea di 'guerra lampo' che in pochi giorni avrebbe dovuto portare alla conquista di Kiev da parte della Russia: questo non è avvenuto, la Russia non sta vincendo la guerra, ma ci troviamo in una fase di stallo del conflitto. "A febbraio 2023 - ha spiegato la premier - la Russia controllava il 17,3% del territorio ucraino, a distanza di un anno di guerra controlla il 17,5: questo stallo abbiamo contribuito a crearlo noi, sostenendo Kiev perché all'inizio dell'invasione c'era una sproporzione enorme delle forze in campo", ha concluso.

Russia: militari prendono controllo insediamento Kalinovo nel Donetsk

Le forze militari russe hanno occupato l'insediamento di Kalinovo, nella regione di Donetsk, ha reso noto il ministero della Difesa a Mosca.

Esplosioni in regione Voronezh dopo attacco con droni

Le autorità della regione russa di Voronezh hanno proclamato oggi lo stato d'emergenza dopo che l'Ucraina ha lanciato un attacco con droni. Lo ha reso noto il governatore Aleksandr Gusev, secondo cui sono stati evacuati diversi insediamenti nel distretto di Ostrogozhsk dopo una serie di esplosioni. Secondo alcune fonti ucraine, potrebbe essere stato colpito un deposito di munizioni. Non si registrano vittime. La regione di Voronezh confina con il Luhansk, nell'est dell'Ucraina.

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Meloni a Cernobbio, incontro con Zelensky: “Impegno...

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Al Forum Ambrosetti di Cernobbio il premier ringrazia il ministro: "Ha fatto ottimo lavoro". E su Boccia: "Ho un'idea opposta su come le donne guadagnano spazio". Incontro di 40 minuti con Zelensky: "Non molliamo, continuiamo a sostenere Kiev"

Giorgia Meloni - (Fotogramma)

"Se qualcuno pensa che situazioni come questa possano servire a indebolire il governo temo non accadrà". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo al Forum Ambrosetti, a Cernobbio, in merito al caso Sangiuliano. "Penso che abbia fatto un buon lavoro e che per questo vada ringraziato", ha aggiunto il premier parlando delle dimissioni del ministro della Cultura.

"Cosa è accaduto? - ha detto Meloni parlando della vicenda - Lo ha spiegato bene Andrea Malaguti, direttore de 'La Stampa'. Sono giorni che parliamo della vita privata di un ministro e va da sé che quando se ne parla per giorni la sua vita pubblica è finita. Ed è così. Solo che ci sono due elementi che vanno considerati di questa dichiarazione. Il primo è che il direttore Malaguti conferma che si tratta di una vicenda di vita privata, perché ad oggi il ministro Sangiuliano si è dimesso ma non ci sono illeciti commessi. La seconda questione è che sono giorni che discutiamo...ma discutiamo chi?"

Secondo la premier "c'è stata una forte campagna mediatica su una questione privata del ministro, fermo restando che il ministro ha sbagliato, che ha trasformato una questione privata in un fatto pubblico". Per Meloni si tratta di "un gioco precedente al quale non mi intendo prestare, ed è la ragione per la quale non ho accettato inizialmente le dimissioni del ministro". Ieri, invece, "le ho accettate perché le ha presentate come irrevocabili, perché il ministro voleva liberarsi dalla condizione di ministro per potersi meglio difendere perché capiva, come lo capisco io, che l'autorevolezza e il ruolo del governo non poteva continuare ad essere sottoposto a questa pressione mediatica".

"Come si dice - ha aggiunto Meloni - 'è morto il re viva il re'. Si è dimesso un ministro, buon lavoro al nuovo". Nella giornata di ieri, quando la stampa aspettava le dimissioni di Sangiuliano, ha spiegato la premier, "io ero già al Quirinale a firmare la nomina del nuovo ministro, perché intendo fare bene il mio lavoro fino a fine legislatura e penso anche che gli italiani capiscono un certo doppiopesismo".

Meloni si è detta inoltre "molto colpita dalla sproporzione di articoli dedicati alla vicenda privata del ministro rispetto a quelli dedicati a un’inchiesta che ha portato avanti la procura di Perugia e che racconta di funzionari dello Stato che per anni hanno fatto centinaia di migliaia di accessi illegali a banche dati nazionali ragionevolemente ricattare la gente".

Quanto a Sangiuliano, "credo che sia stato molto importante il lavoro che il ministro ha fatto - ha evidenziato Meloni - è stato molto importante aver significativamente incrementato gli introiti delle tante realtà culturali che ha l'Italia, e che sia stata una scelta molto intelligente chiudere la vergogna tutta italiana dei musei e dei siti archeologi chiusi durante i giorni di festa". Inoltre, ha aggiunto, "credo sia stato bello e importante avviare progetti che erano fermi da decenni. Penso all'ex ospedale dei poveri di Napoli, all'allargare le sedi degli Uffizi, e anche al riformare le norme sui contributi al cinema, sui quali avevamo visto molte cose che non funzionavano".

Il governo, ha ribadito, "ha fatto quello che doveva fare per me è molto importante che il governo mantenga la sua autorevolezza". La premier si è augurata inoltre "che si possa andare avanti e che il nuovo ministro Alessandro Giuli possa continuare bene l'ottimo lavoro fatto da Gennaro Sangiuliano".

Infine su Maria Rosaria Boccia "non credo di dover battibeccare con lei", ha detto la premier che poi ha aggiunto: "La mia idea su come una donna debba guadagnarsi uno spazio nella società è l'opposto di quella che ha questa persona".

Incontro con Zelensky

A Villa d’Este la premier ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ieri ha partecipato alla prima giornata di lavori. L’incontro, iniziato attorno alle 9.20, è durato circa 40 minuti. Ai giornalisti che le chiedevano come fosse andato l’incontro, la premier ha risposto: “Bene”. Stessa risposta dal presidente ucraino che, intercettato dai cronisti, ha risposto: "Very good".

"Il colloquio con Zelensky? Abbiamo discusso di come continuare a lavorare per garantire la legittima difesa e per arrivare a una pace giusta", ha detto successivamente Meloni nel corso del suo intervento. "Le tesi che sostenevo due anni fa sull'Ucraina sono le stesse che sostengo adesso da presidente del Consiglio: sull'Ucraina non dobbiamo mollare e dobbiamo continuare a sostenerla".

"Dobbiamo smettere di credere alla propaganda russa, il destino dell'Ucraina non è segnato. Continuo a sentire da mesi e mesi - ha detto Meloni - che l'Ucraina sta perdendo la guerra mentre la Russia sta vincendo: il conflitto in Ucraina nasce con l'idea di 'guerra lampo' che in pochi giorni avrebbe dovuto portare alla conquista di Kiev da parte della Russia: questo non è avvenuto, la Russia non sta vincendo la guerra, ma ci troviamo in una fase di stallo del conflitto. "A febbraio 2023 - ha spiegato la premier - la Russia controllava il 17,3% del territorio ucraino, a distanza di un anno di guerra controlla il 17,5: questo stallo abbiamo contribuito a crearlo noi, sostenendo Kiev perché all'inizio dell'invasione c'era una sproporzione enorme delle forze in campo", ha concluso.

Manovra

Ci sono pochi soldi? Non si possono buttare. Abbastanza facile”, ha detto poi Meloni rispondendo a una domanda sulla Manovra 2025. “Le priorità che danno il moltiplicatore maggiore per me erano aziende che assumono, salari, difesa del potere d’acquisto delle famiglie, salute dei cittadini e natalità. Noi abbiamo messo le risorse, poche, su questo. Ha funzionato? Pare che un po’ funzioni e quindi io penso che banalmente vada seguita questa strategia”, ha spiegato la premier. "Nella legge di Bilancio non ci sono molte delle cose che ho letto tipo voler abolire assegno unico. Anzi, questo governo sull’assegno unico ha messo altri 3 miliardi. Poi - ha aggiunto - va difeso dalle procedure di infrazione della commissione europea, ma è uno strumento fondamentale”.

In manovra quindi “c’è la volontà di confermare quello che abbiamo fatto, di continuare e di vedere cos’altro si può fare”, ma “sempre con la serietà di mantenere una politica di bilancio che racconti che la stagione dei bonus, dei soldi buttati dalla finestra e delle risorse messe su cose che non producono alcun risultato è finita. Ci sono pochi soldi, a maggior ragione non si possono sperperare. Questa - ha chiarito Meloni - la mia politica di bilancio, è la politica di bilancio della maggioranza”.

Europa

Parlando dell'Europa, Meloni evidenzia che "c'è un problema di competitività. Io mi ritrovo nella locuzione che dice 'l'America innova, la Cina replica e l'Europa regolamenta'. E' una fotografia straordinaria del contesto, perché è così. L'Europa ha pensato che il suo ruolo principale fosse quello di regolare tutto ma non penso che la soluzione sia regolare, la soluzione è regolare meno". "Penso che l'Europa in questo scenario possa essere più forte se si occupa meglio delle materie sulle quali gli Stati nazionali non possono competere da soli e meno di quelle su cui gli Stati nazionali hanno una prossimità sulla quale regolando riescono a difende maggiormente le loro specificità - ha aggiunto -. Se continuiamo a pensare di risolvere il problema del nostro sistema produttivo e della competitività aggiungendo regole temo che rischiamo di non aiutare le nostre imprese".

"Sono ottimista sul ruolo che avrà l'Italia nella prossima Commissione europea", ha detto il presidente del Consiglio. "La settimana prossima dovrebbe arrivare qualche novità - ha annunciato - credo siamo in dirittura di arrivo".

Meloni ha aggiunto di non aver motivo di credere che all'Italia non venga riconosciuto "quello che le spetta", e "non perché il governo o Meloni siano simpatici o antipatici" ma per "la forza che l'Italia ha". Anche in questo caso, ha osservato la premier, "devo dire che francamente trovo il dibattito per come lo leggo surreale, penso che bisogna ricordarsi qual sia il ruolo dell'Italia. Noi siamo un Paese fondatore dell'Ue, la terza economia europea, la seconda manifattura europea, e la terza nazione per numero di abitanti. Siamo una nazione forte nell'Ue e nessuno vuole che all'Italia non sia riconosciuto quel ruolo".

Quanto alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, "penso che non sia dignitoso sostenere che poiché Fdi non ha votato per il suo rinnovo la presidente della Commissione se lo sarebbe legato al dito e non avrebbe per questo riconosciuto all'Italia il peso che ha. Se io fossi Ursula mi arrabbierei molto di questo". Fratelli d'Italia, ha ricordato Meloni, non aveva votato Ursula von der Leyen "anche la volta precedente ma io ho lavorato molto bene con lei in questi due anni e non ho ragione di credere che le cose vadano diversamente rispetto al futuro".

Rapporto con Usa

"Tranquillizzo sui rapporti tra Italia e Stati Uniti, comunque vada, e secondo me bisogna anche stare tranquilli sul rapporto tra Usa e Europa". "Nella storia degli Usa è abbastanza ricorrente il dibattito su una tendenza isolazionista - ha osservato -. Per una nazione che ha quelle dimensioni geografiche e quella forza economica è anche normale ci si chieda se non sia più utile disinteressarsi a quello che accade fuori dai confini nazionali, ma attenzione agli equilibri geoglobali di oggi".

Nel 1990, ha spiegato Meloni, "l'Ue con 12 Stati membri valeva il 26,5% de Pil globale. Oggi l'Ue con 27 Stati membri vale il 16% del Pil globale. Nel 1990 il Pil della Cina era 1,8% rispetto al Pil globale e oggi è al 18%, gli Usa sono al 26%. E' vero che gli Usa sono forti ma è vero anche che in un sistema di alleanza si riesce ad essere più forti".

"Se arrivo a Natale sesto esecutivo più longevo"

“Guido il nono governo più longevo della storia d’Italia. Se arrivo a Natale sarò il sesto”, ha inficne scherzato Meloni. E se arriva fino a Pasqua? “Devo ancora fare i conti perché sono scaramantica”, ha risposto scherzando Meloni, secondo cui “è una classifica facilissima da risalire”. Ma “al di là della battuta che fa sorridere, vi siete chiesti quanto l’abbiamo pagato? - ha continuato - Vi siete chiesti quanto l’abbiamo pagato in termini di capacità di stringere relazioni internazionali strategiche e quindi industriali con i nostri partner? Quanto l’abbiamo pagato in termini di capacità di mettere le risorse sugli investimenti e non usare sempre la spesa per fare cassa sul piano elettorale? Quanto abbiamo pagato non avere una strategia, perché non hai bisogno di avere una strategia se il tuo orizzonte è quello di un anno e mezzo, devi portare a casa i risultati”.

Meloni, senza entrare nel merito delle riforme istituzionali perché “non c’è tempo”, ha sottolineato che “la stabilità è una chiave di volta. Un sistema che garantisce la stabilità è la madre di tutte le riforme, è la chiave di volta non sul piano istituzionale ma su quello economico”.

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