Oro allo statunitense Noah Lyles. L'azzurro: "Volevo una medaglia"
Marcell Jacobs quinto nella finale dei 100 metri alle Olimpiadi di Parigi 2024. Oro allo statunitense Noah Lyles con il tempo di 9''79. Argento per il giamaicano Kishane Thompson con lo stesso tempo. Bronzo per lo statunitense Fred Kerley in 9''81, quarto il sudafricano Akani Simbine (9''82), seguito da Jacobs (9''85), autore della miglior prestazione stagionale grazie in particolare ad un'eccellente partenza.
Lyles alla fine si è imposto per soli 5 millesimi di secondo: 9"784 il crono dello statunitense, 9''789 il tempo di Thompson nella prima finale dei 100 metri chiusa con tutti i concorrenti sotto il muro di 9''90.
Jacobs: "Volevo una medaglia, ho dato il massimo"
"Non posso essere troppo contento della gara, ho avuto un tempo di reazione molto buono. Sono uscito molto bene dai blocchi, poi non sono riuscito a spingere come avrei voluto. Ho dato tutto me stesso, gli altri sono andati fortissimo. Avrei voluto prendere una medaglia, dispiace", dice Jacobs a RaiSport. Pensavo di potercela fare, ho lavorato molto. Il quinto posto olimpico mi dà soddisfazione dopo l'ultimo anno e mezzo difficile. Si poteva prendere una medaglia", dice.
"Ho cambiato molto nell'ultimo anno, mi sono spostato" negli Usa "per un nuovo tipo di lavoro. Il risultato è un 9''85, non un tempo da buttar via. Sarebbe bastato per andare a medaglia nelle precedenti Olimpiadi. Abbiamo dato il massimo, non è bastato: sono un po' amareggiato, avrei voluto festeggiare con tutti voi. La carriera di Marcell Jacobs non finisce qui, ci sono ancora 4 lunghi anni da affrontare insieme. Si continuerà a lavorare duro come ho sempre fatto e come farò anche in futuro", afferma l'azzurro, che ridimensiona il problema alla coscia accusato alla fine della gara: "Forse non mi sono idratato alla perfezione, ho avuto solo un crampo ma domani sarà passato e sarò pronto per scendere in pista con la 4x100".
Le semifinali
Jacobs, campione olimpico in carica, nella seconda semifinale si è piazzato terzo con il tempo di 9''92, miglior prestazione stagionale, alle spalle di Simbine (9''87) e Letsile Tebogo (9''91). Il tempo ha consentito e all'azzurro di passare alla finale come ripescato.
Nella prima semifinale, Chituru Ali ha chiuso al settimo posto in 10''14 ed è stato eliminato. Prima posizione per il giamaicano Oblique Seville, che ha vinto in 9''81, record personale, davanti a Lyles (9''83). "C'è stata una buona partenza, poi ho perso un passo e ho perso l'assetto nel lanciato. Se perdi un passo, è finita: è una semifinale olimpica", dice Ali a RaiSport.
Nella terza semifinale, show del giamaicano Thompson (9''80), seguito dallo statunitense Kerley (9''84) e dal sudafricano Benjamin Richardson (9''95).
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Addio a Totò Schillaci, il bomber delle ‘Notti...
L'ex attaccante palermitano, idolo di Italia '90, è morto oggi a 59 anni
Non ce l'ha fatta Totò Schillaci a vincere questa partita, la più importante della sua vita. L'ex attaccante palermitano che negli anni Novanta, con la maglia della Nazionale, aveva fatto sognare gli italiani è morto a 59 anni. Da tempo lottava con un tumore ed era ricoverato nel reparto di Pneumologia dell'Ospedale Civico di Palermo. Mentre giocava la partita più importante di sempre, gli italiani che lo hanno seguito con le maglie della Nazionale e poi di Messina, Juventus, Inter e Jubilo Iwata hanno continuato a lasciare sui social messaggi di incoraggiamento e affetto per il grande campione.
Totò Schillaci è stato l'indimenticato bomber di Italia 90, l'eroe delle 'Notti magiche' azzurre come recitava la famosa canzone scritta in occasione dei Mondiali del 1990 (che in realtà non si chiama così ma il titolo della canzone sarebbe Un'estate italiana) ha marchiato a fuoco non solo una lontana estate di 34 anni fa, ma tutta la storia recente dell'Italia calcistica. La canzone cantata da Gianna Nannini ed Edoardo Bennato nel tempo è diventata quasi un secondo inno per le imprese degli Azzurri. Proprio nella competizione del 1990 che la nazionale italiana chiuse al terzo posto, Schillaci si è aggiudicato i titoli di capocannoniere e di migliore giocatore della competizione. Poi nello stesso anno è giunto secondo nella classifica del Pallone d'oro, alle spalle del tedesco Lothar Matthäus, vincitore con la sua nazionale del mondiale italiano.
Nato e cresciuto nel quartiere popolare di San Giovanni Apostolo, Totò Schillaci ha iniziato a giocare nelle giovanili dell'Amat Palermo, ma il salto nel calcio professionistico lo fa nel 1982 con l'ingaggiao dal parte del Messina, in Serie C2, contribuendo nella stagione 1985-86 con 11 reti alla promozione in Serie B. Poi nel 1987 pari problemi fisici e due interventi ai menischi ne hanno compromesso la stagione, segnando solo 3 gol, ma si rifarà la stagione seguente segnando 13 reti.
La vera esplosione come bomber arriva nella stagione 1988-1989 con Zdeněk Zeman che prende il posto di Franco Scoglio sulla panchina giallorossa. Sotto la guida del tecnico boemo, Schillaci segna 23 gol diventando capocannoniere del campionato cadetto. Le sue prestazioni non passano inosservate e nel 1989 viene ingaggiato dalla Juventus per 6 miliardi di lire. Il suo esordio in Serie A arriva il 27 agosto con il Bologna, poi in stagione arrivarono 15 gol in 30 partite, acquisendo il soprannome di Totò-Gol con il doppio successo bianconero in Coppa Italia e Coppa Uefa. La sua ottima annata convinse Azeglio Vicini a convocarlo al successivo campionato del mondo 1990 da giocarsi proprio in Italia.
Dopo la rassegna iridata, Schillaci giocò altre due stagioni con la Juventus ma con pochi gol. Alla fine della stagione 1991-1992, con l'arrivo di Gianluca Vialli in bianconero, Schillaci trovò sempre meno spazio, fino a decidere di lasciare il club torinese e passare nella stagione 1992-1993 per 8,5 miliardi di lire all'Inter dove giocò due stagioni siglando in totale 11 gol in 30 partite. Nell'aprile del 1994, messo ai margini dall'Inter ancora prima del termine della stagione, decise di trasferirsi in Giappone nelle file dello Júbilo Iwata, che gli aveva proposto un ottimo contratto dal punto di vista economico diventando il primo calciatore italiano a militare nel campionato giapponese. Nel 1997 vinse con la sua squadra la J. League, ma subì anche un serio infortunio che lo relegò definitivamente lontano dai campi di gioco, fino al ritiro ufficializzato nel 1999. In carriera ha totalizzato complessivamente 120 presenze e 37 reti in Serie A e 105 presenze e 39 reti in Serie B.
Lasciato il calcio giocato ha poi dal 2000 gestito a Palermo il centro sportivo per ragazzi "Louis Ribolla", ma non solo. Alle elezioni amministrative del 2001 si candidò come consigliere comunale della sua città tra le file di Forza Italia; venne eletto con circa 2.000 voti ma poi si dimise dalla carica dopo due anni. Inoltre nel 2004 partecipò al reality show 'L'isola dei famosi' e nel 2008 prese parte, assieme ad altri ex calciatori, al film Amore, bugie & calcetto. Nel 2021 assieme alla moglie Barbara, prese parte alla decima edizione del reality show Pechino Express. Oggi il triste epilogo di una vita spesa per il pallone.
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Morto Totò Schillaci, addio all’eroe di Italia 90
Aveva 59 anni. Da tempo lottava con un tumore
E' morto oggi, 18 settembre, Totò Schillaci. Aveva 59 anni. Il calciatore palermitano, che negli anni Novanta con la maglia della Nazionale aveva fatto sognare gli italiani nelle sue 'Notti magiche', da tempo lottava con un tumore: era ricoverato nel reparto di Pneumologia dell'Ospedale Civico di Palermo dal 7 settembre quando le sue condizioni di salute erano peggiorate. Nei giorni le sue condizioni si erano stabilizzate ma ieri il bollettino medico dell'ospedale aveva comunicato un peggioramento.
Serie A: "Sua voglia emergere fonte ispirazione per giovani"
"La Lega Serie A e tutti i suoi Club si stringono ai familiari e all’intera comunità calcistica e dei tifosi italiani per la scomparsa di Salvatore 'Totò' Schillaci. “Schillaci - ha dichiarato il presidente di Lega Serie A, Lorenzo Casini - è stato un campione che ha illuminato le 'notti magiche' dei mondiali di Italia ‘90, aggiudicandosi anche i titoli di capocannoniere e migliore giocatore della competizione. La sua voglia di emergere e arrivare ai massimi livelli nel calcio è stata e continuerà ad essere fonte di ispirazione per i tantissimi giovani che inseguono il sogno di giocare in Serie A”.
Meloni: "Schillaci nel cuore degli italiani, buon viaggio campione"
"Ci lascia un'icona del calcio, un uomo entrato nel cuore degli italiani e degli amanti dello sport nel mondo. Salvatore Schillaci, per tutti Totò, il bomber delle notti magiche di Italia '90 con la nostra Nazionale. Grazie per le emozioni che ci hai regalato, per averci fatto sognare, esultare, abbracciare e sventolare il nostro Tricolore. Buon viaggio, campione", ha scritto su X la premier Giorgia Meloni.
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De Rossi esonerato dalla Roma, Claudio Amendola: “Mi...
L'attore all'Adnkronos: "Ormai il calcio non lo seguo più, guardo i 90 minuti della partita e poi cambio canale"
De Rossi esonerato dalla Roma? "Non sapevo neanche che fosse in discussione. Mi dispiace tanto per il ragazzo". Così Claudio Amendola all'Adnkronos commenta l'esonero di Daniele De Rossi dopo appena quattro giornate dall'inizio del campionato. Dal punto di vista sportivo, spiega l'attore, "non mi sento di fare commenti perché ormai il calcio non lo seguo più, guardo i 90 minuti della partita e poi cambio canale".
Amendola non nasconde la sua delusione per come è stata gestita la situazione: "L'esonero dopo solo 4 giornate? Non mi sorprende. In questo calcio ci sta", commenta. "Questo sport mi fa schifo. La società manda via un allenatore dopo poche partite quando non è stata in grado di dargli la squadra che voleva. Si sapeva che Dybala non sarebbe rimasto, si è costruita la squadra di conseguenza e ora ce lo ritroviamo in panchina. Questo è stato un grande errore". "Ma non mi interessa più - conclude Amendola -. Mi dispiace solo per Daniele".