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Israele, media: Netanyahu verso rimozione Gallant, Halevi e...
Israele, media: Netanyahu verso rimozione Gallant, Halevi e Bar
I Pasdaran sostengono che Haniyeh sia stato "ucciso da missile a corto raggio" dell'Iran e promettono "una dura punizione al momento giusto". Ucciso in Cisgiordania comandante di Hamas a Tulkarem. Netanyahu verso rimozione Gallant, Halevi e Bar
Sono almeno 15 i morti e decine i feriti per i bombardamenti israeliani che hanno colpito una scuola a Gaza City, dove si erano rifugiate persone sfollate. E' quanto denuncia l'agenzia palestinese Wafa, secondo cui fra le vittime vi sono donne e minori. Nel mirino è finita la Hamama School nel quartiere di Sheikh Radwan che, stando alla tv satellitare al-Jazeera, è stata completamente distrutta in un secondo raid.
Israele ha confermato un bombardamento contro un "centro di comando e controllo" di Hamas, in un'area "precedentemente usata come scuola", utilizzato per attacchi contro le truppe israeliane.
Pasdaran: "Haniyeh ucciso da missile a corto raggio"
Il capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, è stato ucciso mercoledì scorso a Teheran da un "missile a corto raggio con una testata di circa sette chilogrammi" e c'è stata una "forte esplosione all'esterno dell'area del luogo in cui soggiornava Haniyeh". E' quanto affermano i Guardiani della Rivoluzione dell'Iran, i pasdaran iraniani, in una nuova dichiarazione riportata dall'agenzia iraniana Mehr con accuse esplicite a Israele. La dichiarazione parla di una "azione pensata e attuata dal regime sionista e sostenuta dal governo criminale dell'America".
I Pasdaran affermano che "vendicheranno il sangue di Ismail Haniyeh", attraverso una "punizione severa al momento giusto e nel posto giusto". "Il regime sionista criminale e terrorista e i suoi sostenitori devono fare i conti con l'ira dei gruppi di resistenza", ha dichiarato il capo dei pasdaran iraniani, Hossein Salami, citato dal sito dell'Irgc (il corpo delle guardie della rivoluzione islamica) alludendo agli Houthi, Hezbollah e milizie filoiraniane in Iraq e Siria.
In una lettera al leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, il comandante ha parlato di vendetta dura e sanguinosa. Salami ha scritto che Israele dovrà pagare un prezzo elevato per l'uccisione del leader di Hamas Ismail Haniyeh e del comandante di Hezbollah Fuad Shukr a Beirut.
Attacco in Cisgiordania: ucciso comandante di Hamas
Un leader locale dell'ala militare di Hamas, le Brigate Izz a-Din al-Qassam, è stato ucciso questa mattina in un attacco aereo a Tulkarem, in Cisgiordania. Lo riporta Ynet citando la radio di Hamas. Il suo nome è Haythem Balidi. Secondo quanto riportato dai media palestinesi, nell'attacco sono morte in totale cinque persone.
Gaza: almeno 39.550 morti dal 7/10
Sono almeno 39.550 i morti e 91.280 i feriti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre dello scorso anno, quando sono iniziate le operazioni militari israeliane contro Hamas in risposta all'attacco in Israele. Lo denuncia il ministero della Salute dell'enclave palestinese, che nel 2007 finì in mano a Hamas, come riporta la tv satellitare al-Jazeera.
Israele: ucciso in Libano importante comandante di Hezbollah
Israele annuncia l'uccisione di un comandante degli Hezbollah libanesi dopo che i media libanesi hanno riferito di un raid un drone nel sud del Libano. Secondo le forze israeliane (Idf), l'operazione è scattata nella zona di Bazouriyeh, nei pressi di Tiro. E' stato ucciso Ali Nazih Abed Ali, considerato dalle Idf una figura "centrale nel Fronte Sud dell'organizzazione terroristica di Hezbollah", accusato di essere coinvolto nella pianificazione e nell'esecuzione di vari attacchi.
Per le Idf, come si legge su X, la sua uccisione è un "colpo significativo al funzionamento del Fronte Sud" e di "Hezbollah nella regione". Hezbollah, riferiscono i media del Paese dei Cedri, ha confermato la morte di Ali Nazih Abed Ali.
Raid Idf contro Hezbollah a confine tra Libano e Siria
L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha denunciato un attacco aereo dell'esercito israeliano contro obiettivi della milizia sciita libanese Hezbollah al confine tra Libano e Siria. Secondo l'Osservatorio, con sede a Londra, l'attacco è avvenuto nella città di Al Qasr, all'interno della zona di confine di Qadaa Al Hirmal, dove sono state registrate esplosioni e viste colonne di fumo levarsi dal centro abitato di Al Ma'ariya, sempre nel territorio controllato da Hezbollah nella campagna di Homs.
L'Osservatorio ha riferito del "lancio di missili antiaerei nel tentativo di contrastare gli attacchi aerei israeliani". Tuttavia, ha aggiunto, "gli attacchi aerei hanno colpito diversi obiettivi, causando vittime e l'incendio di camion".
L'offensiva aerea israeliana ha colpito un deposito di armi e un quartier generale di Hezbollah nella zona, ha dichiarato il direttore dell'Osservatorio Rami Abdel Rahman all'agenzia di stampa tedesca DPA, aggiungendo che gli attacchi hanno causato alcuni incendi nell'area. Nei primi sette mesi di quest'anno, l'Osservatorio ha registrato 55 attacchi israeliani in territorio siriano, che hanno distrutto 111 obiettivi - depositi di armi e munizioni, quartieri generali o veicoli - e ucciso 180 persone, per lo più militari siriani, miliziani iraniani e filo-iraniani, ma anche 16 civili, tra cui una bambina.
Iran: Hezbollah risponderà a Israele colpendo obiettivi in profondità
Gli Hezbollah libanesi, storicamente sostenuti dall'Iran, potrebbero colpire obiettivi "più in profondità" in Israele e "non limitarsi a obiettivi militari" dopo l'uccisione martedì a Beirut di un comandante del movimento sciita Fuad Shukr, sostiene la rappresentanza iraniana alle Nazioni Unite, secondo notizie dell'agenzia iraniana Mehr. "Prevediamo che, nella sua risposta, Hezbollah sceglierà obiettivi più ampi e più in profondità e non si limiterà solo a obiettivi e mezzi militari", affermano.
Netanyahu verso rimozione Gallant, Halevi e Bar
La rimozione dal suo incarico del Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant "non è una questione di se, ma di quando": a sostenerlo, citando le fonti contattate tra gli stretti collaboratori del primo ministro Benjamin Netanyahu, è la giornalista di Walla news Tal Shalev, citata dal Times of Israel.
Intervenendo nel corso del principale notiziario serale dell'emittente pubblica Kan, Shalev ha affermato che Netanyahu voleva licenziare Gallant al ritorno dalla sua visita negli Stati Uniti, ma ha rinunciato dopo l'attacco di Hezbollah a Majdal Shams. Alcune fonti della cerchia dl premier affermano inoltre che, dopo aver sostituito Gallant, il premier intende licenziare il Capo di Stato Maggiore dell'IDF Herzi Halevi e il capo dello Shin Bet Ronen Bar.
L'obiettivo dichiarato sarebbe quello di eliminare l'opposizione interna alla sua gestione dei negoziati sugli ostaggi sequestrati da Hamas il 7 ottobre e le accuse che gli vengono mosse di mettere a rischio l'accordo.
Capi Mossad e Shin Bet al Cairo per nuovi colloqui
E' intanto arrivata al Cairo la delegazione israeliana incaricata di partecipare a nuovi colloqui per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo riferisce il Jerusalem Post precisando che della delegazione fanno parte il capo del Mossad, David Barnea, e il numero uno dello Shin Bet, Ronen Bar. Previsto un incontro con il capo dell'intelligence egiziana, Abbas Kamel.
Stando al sito di notizie Walla, nella delegazione israeliana c'è anche il coordinatore per le attività del governo nei Territori (Cogat), Ghassan Alian. Secondo quanto riportato, in cima all'agenda ci sarebbero il rilascio degli ostaggi israeliani trattenuti nella Striscia di Gaza dall'attacco del 7 ottobre in Israele e questioni relative al confine tra l'Egitto e l'enclave palestinese nel mirino delle operazioni militari israeliane da quasi dieci mesi. Sul tavolo, secondo il Jerusalem Post, ci sarebbe la possibile riapertura del valico di Rafah.
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Ucraina, Zelensky: “Ho un piano, voglio condividerlo...
"Spero di farlo vedere anche a Harris e Trump"
"Ho preparato un piano e voglio condividerlo con il presidente in carica degli Stati Uniti perché ci sono alcuni punti che dipendono dall'America". E' quanto ha detto il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky in un'intervista alla Rai, rilasciata in occasione del forum Ambrosetti di Cernobbio. "Spero che avrò l'occasione di far vedere questo piano a Biden e ai potenziali candidati per la presidenza Usa, Harris e Trump, per avere un feedback e un riscontro", ha aggiunto Zelensky, precisando di volere "delle garanzie". Al momento, però, "non ho condiviso niente, il primo contatto ci sarà con Biden".
Per quanto riguarda il contenuto del piano, ha spiegato, "non si tratta solo di armi, ma anche di questioni importanti globali". "Parliamo di un pacchetto concreto di difesa. E se lo avremo, sarà un forte deterrente per la Russia e per poter terminare la guerra a condizioni diplomatiche", perché "il conflitto finirà e per gli ucraini è importante in che situazione si troveranno".
"Siamo più vicini alla fine della guerra"
"Siamo più vicini alla fine della guerra rispetto alla situazione in cui ci eravamo trovati all'inizio" aggiunge Zelensky. "Con le conferenze di ricostruzione e con gli accordi concreti rafforziamo l'economia e ci avviciniamo alla fine della guerra".
L'Ucraina e l'Italia
"A oggi non abbiamo problemi con l'Italia e nelle relazioni con l'Italia" ha detto dopo l'incontro con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, spiegando di aver "parlato dei preparativi della conferenza internazionale sulla ricostruzione dell'Ucraina".
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Ucraina, Zelensky: “Grazie a Meloni per sforzi per...
Il bilaterale a margine del Forum Ambrosetti a Cernobbio
"Ringrazio Giorgia Meloni e il popolo italiano per il loro sostegno e gli sforzi nel ripristinare una pace giusta". Lo ha scritto su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, riferendo dell'incontro avuto con la premier Giorgia Meloni a margine del Forum Ambrosetti a Cernobbio, con cui "abbiamo parlato dell'attuazione della Formula di pace, con l'Italia che gioca un ruolo attivo su tutti i suoi punti".
"Uno degli argomenti chiave di cui abbiamo discusso è stata la ripresa e la ricostruzione dell'Ucraina, concentrandoci in particolare sul ripristino del nostro sistema energetico. Apprezziamo profondamente la decisione dell'Italia di ospitare la prossima Ukraine Recovery Conference nel 2025", si legge ancora nel post.
"Il colloquio con Zelensky? Abbiamo discusso di come continuare a lavorare per garantire la legittima difesa e per arrivare a una pace giusta", ha detto dal canto suo Meloni nel corso del suo intervento al Forum. "Le tesi che sostenevo due anni fa sull'Ucraina sono le stesse che sostengo adesso da presidente del Consiglio: sull'Ucraina non dobbiamo mollare e dobbiamo continuare a sostenerla".
"Dobbiamo smettere di credere alla propaganda russa, il destino dell'Ucraina non è segnato. Continuo a sentire da mesi e mesi - ha detto Meloni - che l'Ucraina sta perdendo la guerra mentre la Russia sta vincendo: il conflitto in Ucraina nasce con l'idea di 'guerra lampo' che in pochi giorni avrebbe dovuto portare alla conquista di Kiev da parte della Russia: questo non è avvenuto, la Russia non sta vincendo la guerra, ma ci troviamo in una fase di stallo del conflitto. "A febbraio 2023 - ha spiegato la premier - la Russia controllava il 17,3% del territorio ucraino, a distanza di un anno di guerra controlla il 17,5: questo stallo abbiamo contribuito a crearlo noi, sostenendo Kiev perché all'inizio dell'invasione c'era una sproporzione enorme delle forze in campo", ha concluso.
Russia: militari prendono controllo insediamento Kalinovo nel Donetsk
Le forze militari russe hanno occupato l'insediamento di Kalinovo, nella regione di Donetsk, ha reso noto il ministero della Difesa a Mosca.
Esplosioni in regione Voronezh dopo attacco con droni
Le autorità della regione russa di Voronezh hanno proclamato oggi lo stato d'emergenza dopo che l'Ucraina ha lanciato un attacco con droni. Lo ha reso noto il governatore Aleksandr Gusev, secondo cui sono stati evacuati diversi insediamenti nel distretto di Ostrogozhsk dopo una serie di esplosioni. Secondo alcune fonti ucraine, potrebbe essere stato colpito un deposito di munizioni. Non si registrano vittime. La regione di Voronezh confina con il Luhansk, nell'est dell'Ucraina.
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Meloni a Cernobbio, incontro con Zelensky: “Impegno...
Al Forum Ambrosetti di Cernobbio il premier ringrazia il ministro: "Ha fatto ottimo lavoro". E su Boccia: "Ho un'idea opposta su come le donne guadagnano spazio". Incontro di 40 minuti con Zelensky: "Non molliamo, continuiamo a sostenere Kiev"
"Se qualcuno pensa che situazioni come questa possano servire a indebolire il governo temo non accadrà". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo al Forum Ambrosetti, a Cernobbio, in merito al caso Sangiuliano. "Penso che abbia fatto un buon lavoro e che per questo vada ringraziato", ha aggiunto il premier parlando delle dimissioni del ministro della Cultura.
"Cosa è accaduto? - ha detto Meloni parlando della vicenda - Lo ha spiegato bene Andrea Malaguti, direttore de 'La Stampa'. Sono giorni che parliamo della vita privata di un ministro e va da sé che quando se ne parla per giorni la sua vita pubblica è finita. Ed è così. Solo che ci sono due elementi che vanno considerati di questa dichiarazione. Il primo è che il direttore Malaguti conferma che si tratta di una vicenda di vita privata, perché ad oggi il ministro Sangiuliano si è dimesso ma non ci sono illeciti commessi. La seconda questione è che sono giorni che discutiamo...ma discutiamo chi?"
Secondo la premier "c'è stata una forte campagna mediatica su una questione privata del ministro, fermo restando che il ministro ha sbagliato, che ha trasformato una questione privata in un fatto pubblico". Per Meloni si tratta di "un gioco precedente al quale non mi intendo prestare, ed è la ragione per la quale non ho accettato inizialmente le dimissioni del ministro". Ieri, invece, "le ho accettate perché le ha presentate come irrevocabili, perché il ministro voleva liberarsi dalla condizione di ministro per potersi meglio difendere perché capiva, come lo capisco io, che l'autorevolezza e il ruolo del governo non poteva continuare ad essere sottoposto a questa pressione mediatica".
"Come si dice - ha aggiunto Meloni - 'è morto il re viva il re'. Si è dimesso un ministro, buon lavoro al nuovo". Nella giornata di ieri, quando la stampa aspettava le dimissioni di Sangiuliano, ha spiegato la premier, "io ero già al Quirinale a firmare la nomina del nuovo ministro, perché intendo fare bene il mio lavoro fino a fine legislatura e penso anche che gli italiani capiscono un certo doppiopesismo".
Meloni si è detta inoltre "molto colpita dalla sproporzione di articoli dedicati alla vicenda privata del ministro rispetto a quelli dedicati a un’inchiesta che ha portato avanti la procura di Perugia e che racconta di funzionari dello Stato che per anni hanno fatto centinaia di migliaia di accessi illegali a banche dati nazionali ragionevolemente ricattare la gente".
Quanto a Sangiuliano, "credo che sia stato molto importante il lavoro che il ministro ha fatto - ha evidenziato Meloni - è stato molto importante aver significativamente incrementato gli introiti delle tante realtà culturali che ha l'Italia, e che sia stata una scelta molto intelligente chiudere la vergogna tutta italiana dei musei e dei siti archeologi chiusi durante i giorni di festa". Inoltre, ha aggiunto, "credo sia stato bello e importante avviare progetti che erano fermi da decenni. Penso all'ex ospedale dei poveri di Napoli, all'allargare le sedi degli Uffizi, e anche al riformare le norme sui contributi al cinema, sui quali avevamo visto molte cose che non funzionavano".
Il governo, ha ribadito, "ha fatto quello che doveva fare per me è molto importante che il governo mantenga la sua autorevolezza". La premier si è augurata inoltre "che si possa andare avanti e che il nuovo ministro Alessandro Giuli possa continuare bene l'ottimo lavoro fatto da Gennaro Sangiuliano".
Infine su Maria Rosaria Boccia "non credo di dover battibeccare con lei", ha detto la premier che poi ha aggiunto: "La mia idea su come una donna debba guadagnarsi uno spazio nella società è l'opposto di quella che ha questa persona".
Incontro con Zelensky
A Villa d’Este la premier ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ieri ha partecipato alla prima giornata di lavori. L’incontro, iniziato attorno alle 9.20, è durato circa 40 minuti. Ai giornalisti che le chiedevano come fosse andato l’incontro, la premier ha risposto: “Bene”. Stessa risposta dal presidente ucraino che, intercettato dai cronisti, ha risposto: "Very good".
"Il colloquio con Zelensky? Abbiamo discusso di come continuare a lavorare per garantire la legittima difesa e per arrivare a una pace giusta", ha detto successivamente Meloni nel corso del suo intervento. "Le tesi che sostenevo due anni fa sull'Ucraina sono le stesse che sostengo adesso da presidente del Consiglio: sull'Ucraina non dobbiamo mollare e dobbiamo continuare a sostenerla".
"Dobbiamo smettere di credere alla propaganda russa, il destino dell'Ucraina non è segnato. Continuo a sentire da mesi e mesi - ha detto Meloni - che l'Ucraina sta perdendo la guerra mentre la Russia sta vincendo: il conflitto in Ucraina nasce con l'idea di 'guerra lampo' che in pochi giorni avrebbe dovuto portare alla conquista di Kiev da parte della Russia: questo non è avvenuto, la Russia non sta vincendo la guerra, ma ci troviamo in una fase di stallo del conflitto. "A febbraio 2023 - ha spiegato la premier - la Russia controllava il 17,3% del territorio ucraino, a distanza di un anno di guerra controlla il 17,5: questo stallo abbiamo contribuito a crearlo noi, sostenendo Kiev perché all'inizio dell'invasione c'era una sproporzione enorme delle forze in campo", ha concluso.
Manovra
“Ci sono pochi soldi? Non si possono buttare. Abbastanza facile”, ha detto poi Meloni rispondendo a una domanda sulla Manovra 2025. “Le priorità che danno il moltiplicatore maggiore per me erano aziende che assumono, salari, difesa del potere d’acquisto delle famiglie, salute dei cittadini e natalità. Noi abbiamo messo le risorse, poche, su questo. Ha funzionato? Pare che un po’ funzioni e quindi io penso che banalmente vada seguita questa strategia”, ha spiegato la premier. "Nella legge di Bilancio non ci sono molte delle cose che ho letto tipo voler abolire assegno unico. Anzi, questo governo sull’assegno unico ha messo altri 3 miliardi. Poi - ha aggiunto - va difeso dalle procedure di infrazione della commissione europea, ma è uno strumento fondamentale”.
In manovra quindi “c’è la volontà di confermare quello che abbiamo fatto, di continuare e di vedere cos’altro si può fare”, ma “sempre con la serietà di mantenere una politica di bilancio che racconti che la stagione dei bonus, dei soldi buttati dalla finestra e delle risorse messe su cose che non producono alcun risultato è finita. Ci sono pochi soldi, a maggior ragione non si possono sperperare. Questa - ha chiarito Meloni - la mia politica di bilancio, è la politica di bilancio della maggioranza”.
Europa
Parlando dell'Europa, Meloni evidenzia che "c'è un problema di competitività. Io mi ritrovo nella locuzione che dice 'l'America innova, la Cina replica e l'Europa regolamenta'. E' una fotografia straordinaria del contesto, perché è così. L'Europa ha pensato che il suo ruolo principale fosse quello di regolare tutto ma non penso che la soluzione sia regolare, la soluzione è regolare meno". "Penso che l'Europa in questo scenario possa essere più forte se si occupa meglio delle materie sulle quali gli Stati nazionali non possono competere da soli e meno di quelle su cui gli Stati nazionali hanno una prossimità sulla quale regolando riescono a difende maggiormente le loro specificità - ha aggiunto -. Se continuiamo a pensare di risolvere il problema del nostro sistema produttivo e della competitività aggiungendo regole temo che rischiamo di non aiutare le nostre imprese".
"Sono ottimista sul ruolo che avrà l'Italia nella prossima Commissione europea", ha detto il presidente del Consiglio. "La settimana prossima dovrebbe arrivare qualche novità - ha annunciato - credo siamo in dirittura di arrivo".
Meloni ha aggiunto di non aver motivo di credere che all'Italia non venga riconosciuto "quello che le spetta", e "non perché il governo o Meloni siano simpatici o antipatici" ma per "la forza che l'Italia ha". Anche in questo caso, ha osservato la premier, "devo dire che francamente trovo il dibattito per come lo leggo surreale, penso che bisogna ricordarsi qual sia il ruolo dell'Italia. Noi siamo un Paese fondatore dell'Ue, la terza economia europea, la seconda manifattura europea, e la terza nazione per numero di abitanti. Siamo una nazione forte nell'Ue e nessuno vuole che all'Italia non sia riconosciuto quel ruolo".
Quanto alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, "penso che non sia dignitoso sostenere che poiché Fdi non ha votato per il suo rinnovo la presidente della Commissione se lo sarebbe legato al dito e non avrebbe per questo riconosciuto all'Italia il peso che ha. Se io fossi Ursula mi arrabbierei molto di questo". Fratelli d'Italia, ha ricordato Meloni, non aveva votato Ursula von der Leyen "anche la volta precedente ma io ho lavorato molto bene con lei in questi due anni e non ho ragione di credere che le cose vadano diversamente rispetto al futuro".
Rapporto con Usa
"Tranquillizzo sui rapporti tra Italia e Stati Uniti, comunque vada, e secondo me bisogna anche stare tranquilli sul rapporto tra Usa e Europa". "Nella storia degli Usa è abbastanza ricorrente il dibattito su una tendenza isolazionista - ha osservato -. Per una nazione che ha quelle dimensioni geografiche e quella forza economica è anche normale ci si chieda se non sia più utile disinteressarsi a quello che accade fuori dai confini nazionali, ma attenzione agli equilibri geoglobali di oggi".
Nel 1990, ha spiegato Meloni, "l'Ue con 12 Stati membri valeva il 26,5% de Pil globale. Oggi l'Ue con 27 Stati membri vale il 16% del Pil globale. Nel 1990 il Pil della Cina era 1,8% rispetto al Pil globale e oggi è al 18%, gli Usa sono al 26%. E' vero che gli Usa sono forti ma è vero anche che in un sistema di alleanza si riesce ad essere più forti".
"Se arrivo a Natale sesto esecutivo più longevo"
“Guido il nono governo più longevo della storia d’Italia. Se arrivo a Natale sarò il sesto”, ha inficne scherzato Meloni. E se arriva fino a Pasqua? “Devo ancora fare i conti perché sono scaramantica”, ha risposto scherzando Meloni, secondo cui “è una classifica facilissima da risalire”. Ma “al di là della battuta che fa sorridere, vi siete chiesti quanto l’abbiamo pagato? - ha continuato - Vi siete chiesti quanto l’abbiamo pagato in termini di capacità di stringere relazioni internazionali strategiche e quindi industriali con i nostri partner? Quanto l’abbiamo pagato in termini di capacità di mettere le risorse sugli investimenti e non usare sempre la spesa per fare cassa sul piano elettorale? Quanto abbiamo pagato non avere una strategia, perché non hai bisogno di avere una strategia se il tuo orizzonte è quello di un anno e mezzo, devi portare a casa i risultati”.
Meloni, senza entrare nel merito delle riforme istituzionali perché “non c’è tempo”, ha sottolineato che “la stabilità è una chiave di volta. Un sistema che garantisce la stabilità è la madre di tutte le riforme, è la chiave di volta non sul piano istituzionale ma su quello economico”.