Usa, Trump: “Biden fatto fuori con golpe interno ai dem, è stato brutale”
Per il Tycoon "Obama, Pelosi e qualche altro l'hanno costretto ad uscire dalla corsa". Con Harris si riduce il vantaggio in stati chiave
Quello contro Biden "credo che sia stato un golpe. Non volevano che si candidasse, era indietro nei sondaggi e pensavano che avrebbe perso: sono andati da lui gli hanno detto 'non puoi vincere', cosa che penso sia vera". Così Donald Trump, intervistato oggi da 'Fox & Friends', afferma di avere "buone informazioni" per descrivere il ritiro del presidente Usa dalla corsa per la Casa Bianca come un "golpe" interno ai dem.
"Conosco molte persone anche dall'altra parte - ha continuato riferendosi al partito democratico - sono andati e l'hanno costretto ad uscire dalla corsa, Obama, Pelosi e qualche altro che vedete in televisione. La cosa interessante è che in tv sono così carini, 'Oh sì, noi amiamo Joe', ma dietro le quinte so per certo che sono stati brutali".
Rispondendo ad una domanda riguardo alle proteste di ieri a Washington contro la visita di Benjamin Netanyahu durante le quali è stata anche bruciata una bandiera americana, Trump ha poi promesso che una condanna ad un anno di prigione per chi compie tale gesto. "Dovresti essere condannato ad un anno di carcere se dissacri la bandiera americana. E gli stupidi diranno è incostituzionale", ha aggiunto l'ex presidente e candidato repubblicano alla Casa Bianca.
Effettivamente una sentenza della Corte Suprema del 1989 ha stabilito che l'atto di bruciare la bandiera americana è costituzionalmente protetto dal primo emendamento che sancisce la libertà di espressione. Secondo Trump, "dobbiamo lavorare con il Congresso per una sentenza di un anno: se si permette di calpestare la bandiera, spargere liquido infiammabile e accendere il fuoco.....se invece si fissa un anno di prigione non vedremo più queste scene".
Quanto alla guerra a Gaza, Netanyahu la deve "far finire in fretta, perché li stanno uccidendo con questa pubblicità". "Lo Stato di Israele non è molto bravo con le Pr", ha poi aggiunto il tycoon - che domani incontrerà a Mar a Lago il premier israeliano che oggi è alla Casa Bianca - ricordando che Israele "deve riprendersi il suoi ostaggi" anche se crede che "molti di loro, forse, sono morti".
"Il 7 ottobre non sarebbe mai successo se io fossi stato presidente. Nessuna possibilità, l'Iran era sul lastrico, non avevano soldi per Hamas o Hezbollah", ha detto ancora Trump.
Con Harris si riduce il vantaggio in stati chiave
Intanto con l'ingresso nella corsa di Kamala Harris si riduce il vantaggio di Donald Trump in diversi stati chiave. E' quanto emerge dal sondaggio di Emerson College Polling e The Hill, secondo il quale l'ex presidente solo in Arizona mantiene un solido vantaggio di 5 punti (49 a 44%), mentre in Georgia e in Pennsylvania scende a 2 (48 a 46%), in Michigan ad un punto (46 a 45%).
Ed in Wisconsin, dove si è da poco conclusa la convention repubblicana e dove Harris ha tenuto il suo primo comizio da candidati, i due sono alla pari, entrambi al 7%. D'altra parte, in ogni stato, a parte l'Arizona, lo scarto tra i due così piccolo che i sondaggisti considerano i duelli al momento un testa a testa.
Dai numeri emerge quindi come da domenica ad oggi, l'entrata in campo di Harris abbia cambiato la situazione negli stati chiave: in un sondaggio analogo pubblicato all'inizio del mese Trump aveva un vantaggio di 5 punti su Biden in Georgia, di 4 in Wisconsin, di 3 in Michigan e Pennsylvania. E' quindi arretrato ovunque, tranne che in Arizona dove il vantaggio è passato da 4 a 5 punti.
Con Harris è nettamente migliorata anche la posizione del ticket democratico a livello nazionale: secondo una stima di diversi poll fatti da The Hill e Decision Desk HQ, Trump a ieri era in testa di due punti su Harris, 48 contro 46%. Un vantaggio dimezzato rispetto al 47 contro il 43% che si registrava nelle ultime battute del duello Trump-Biden.
"Harris ha recuperato una porzione di voti che erano stati persi dopo il disastro del dibattito del 27 giugno, ora i suoi numeri riflettono il sostegno che Biden aveva lo scorso marzo" è l'analisi di Spencer Kimball, direttore esecutivo di Emerson College Polling, che sottolinea come la vice presidente stia soprattutto intercettando il sostegno dei giovani.
Esteri
Trump contro l’ora legale: “E’ scomoda e...
Il presidente degli Stati Uniti contro il cambio dell'ora: "Lo elimineremo"
Donald Trump dichiara guerra all'ora legale e punta alla sua eliminazione. Il presidente eletto degli Stati Uniti ha affermato che, con il suo ritorno alla Casa Bianca, il partito Repubblicano si adopererà per "eliminare l'ora legale" negli Stati Uniti, in modo da evitare cambi di orari semestrali. "L'ora legale è scomoda e molto costosa per il nostro Paese", ha detto Trump in un post su Truth Social. Nel 2025, l'ora legale verrà ripristinata tra l'8 e il 9 marzo. Si tornerà all'ora solare il 2 novembre
Elon Musk, elemento chiave nella nuova amministrazione Trump, sarà alla guida del Dipartimento per il taglio della spesa pubblica. In passato il numero 1 di X e di Tesla aveva commentato a fine novembre un sondaggio sul suo social, secondo il quale oltre l’80% degli elettori aveva dichiarato di voler eliminare l'ora legale. "Sembra che la gente voglia abolire i fastidiosi cambi di orari!", aveva scritto.
La volontà di Trump di eliminare l'ora legale sembra contraddire la posizione della maggioranza del Partito Repubblicano, che nel 2022 aveva presentato una proposta di legge per renderla permanente. La misura, approvata all'unanimità dal Senato ma non dalla Camera dei Rappresentanti. "Cambiare l'ora è un concetto obsoleto, fonte di frustrazione e confusione", affermò all'epoca il senatore Marco Rubio, firmatario del provvedimento e ora designato come prossimo capo della diplomazia americana con l'incarico di Segretario di Stato. C'è di più. Nel 2019, quando Rubio aveva presentato un primo provvedimento in quel senso, Trump aveva twittato: "Per me va bene rendere permanente l'ora legale!". In Europa, l'abbandono del cambio dell'ora è stato approvato dal Parlamento europeo nel 2019, ma da allora la sua attuazione è stata più volte rinviata.
Esteri
Malattia misteriosa in Congo trasmessa da animali?...
Una fonte anonima a Al Jazeera: "Molti pazienti ammettono contatti con animali selvatici"
La malattia misteriosa che sta circolando in Congo e mietendo vittime soprattutto tra i giovani potrebbe avere origine zoonotica e, quindi, potrebbe essere trasmessa da un animale all'uomo. Lo ha dichiarato in condizione di anonimato ad al Jazeera un esperto sanitario del Paese africano.
Anche se gli organismi sanitari nazionali e globali non hanno annunciato alcun collegamento con gli animali, l'esperto ha affermato che "la maggior parte delle persone che ho intervistato personalmente ammettono di essere state in contatto con alcuni animali selvatici pochi giorni prima di ammalarsi". Per sicurezza, ha aggiunto, le persone dovrebbero essere avvertite di ridurre il contatto con gli animali selvatici.
La malattia, osservata speciale, provoca sintomi simili a quelli influenzali: febbre, mal di testa, mal di gola, tosse, difficoltà respiratorie e anemia. Inizialmente è stata segnalata a Panzi, località e zona sanitaria della provincia di Kwango nel Sud-Ovest del Paese. Panzi, 'epicentro' di questi casi, è una comunità rurale che si trova a più di 700 km dalla capitale Kinshasa.
L'Oms ha annunciato che circa l'80% dei campioni prelevati ai pazienti mostra la presenza del virus della malaria. Il collegamento con la malaria, però, non convince tutti gli esperti, proprio alla luce dei sintomi evidenziati.
"I casi di 'febbre del Congo' aumentano, anche se non in maniera esplosiva, nel distretto sanitario di Panzi e dintorni. Secondo Africa Cdc, la scorsa settimana sono stati confermati 111 nuovi casi e 1 nuovo decesso (in totale 32 avvenuti in ospedale). La cosa inquietante è che si starebbe indagando su altri 44 decessi avvenuti in comunità (fuori dall'ospedale). Il 42% dei casi è stato rilevato in bambini al di sotto dei 5 anni di età", ha scritto su Facebook l'epidemiologo Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene presso l'università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Per l'esperto "resta il mistero sulle cause della malattia". Rezza ha ribadito infatti che "la malaria non sembra spiegare l'evento epidemico", ma "sarebbe tutt'al più una concausa (potrebbe essere implicata nella genesi dell'anemia, insieme alla malnutrizione)".
"Resta difficile, a causa della logistica, il trasporto dei campioni (all'Inrb, Istituto nazionale di ricerca biomedica di Kinshasa) per la ricerca di patogeni respiratori", ha osservato ancora l'epidemiologo. "A mio avviso - ha concluso - il rischio di diffusione al di fuori della zona del focolaio primario resta per ora da basso (all'estero) a moderato (in altre aree del Congo)".
Esteri
Il segreto dell’Amerigo Vespucci? “La...
L'ambasciatore racconta all'Adnkronos il suo viaggio da Mumbai a Karachi a bordo dell'Amerigo Vespucci
L'ambasciatore Francesco Talò, già consigliere diplomatico del presidente del Consiglio, racconta all'Adnkronos il suo viaggio sull'Amerigo Vespucci da Mumbai a Karachi: "È stata una vera e propria nave scuola anche per me. Durante il viaggio, ho avuto modo di imparare moltissimo dal Comandante, il Capitano di Vascello Giuseppe Lai, e dai suoi ufficiali, con i quali ho conversato sulla loro vita, i Paesi visitati e sugli equilibri e squilibri del mondo che stanno attraversando navigando per gli oceani".
Aggiunge poi di aver “imparato anche dai circa 250 membri dell’equipaggio: dagli anziani, che mi hanno spiegato il funzionamento complesso di questo veliero a tre alberi, e dai giovani, entusiasti e sorridenti nel loro impegno quotidiano per mantenere la nave bella ed efficiente, due caratteristiche che si rafforzano a vicenda".
L'ambasciatore riflette su quanto appreso durante la navigazione: "Quello che ho compreso in pochi giorni di imbarco potrebbe essere considerato un piccolo corso per chiunque lavori in un’organizzazione che richiede lavoro di squadra, sia nell’amministrazione pubblica che nel settore privato. Lavorare in team, responsabilizzare e motivare, accrescere competenze e impegno, garantire il benessere psicofisico per raggiungere la massima efficienza. Sulla Vespucci, la formazione diventa un simbolo che combina entusiasmo per il mare, conoscenza di nuovi Paesi, disciplina, lavoro duro e sacrifici".
"Chi vede la bellezza della nave deve considerare anche questo: un marinaio può non riuscire a raggiungere un genitore morente", confida Talò all'Adnkronos. "È successo proprio al Comandante Lai, che nei pochi giorni di sosta in India ha preso tre voli per raggiungere la Sardegna, partecipare almeno ai funerali del padre e tornare a bordo in tempo per la partenza verso Karachi. È tornato al lavoro come prima, anzi più di prima, circondato dall’affetto dei suoi uomini. Questo fa parte della formazione di persone forti nella mente e nella determinazione, membri di una squadra e professionisti di alto livello".
Esempio come parte fondamentale della formazione
Talò sottolinea l’importanza dell’esempio come parte fondamentale della formazione: "La formazione si costruisce con l’esempio: quello del Comandante verso l’equipaggio, degli anziani verso i giovani e degli allievi ufficiali che dormono sulle amache e imparano a svolgere tutte le mansioni dei marinai che un giorno saranno ai loro ordini. Esempio e rispetto reciproco si alimentano l’uno con l’altro. È così che si forma una squadra, con grandi sacrifici e piccoli gesti come la pizza condivisa tra ufficiali e marinai dopo un turno notturno".
L'ambasciatore ricorda come l’importanza della formazione nelle Forze Armate sia un valore riconosciuto a tutti i livelli: "Del resto, la cerimonia di giuramento degli allievi dell’Accademia Navale a bordo della Nave Trieste, con la partecipazione del Presidente della Repubblica, testimonia quanto sia centrale. Lo stesso vale per l’apertura dell’anno accademico del Centro Alti Studi per la Difesa (Casd), alla presenza del Ministro Crosetto e della Professoressa Severino, Presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione". Talò aggiunge con un sorriso: "In quell’occasione, il Ministro ha citato ‘Alice nel Paese delle Meraviglie’: ‘Devi correre più che puoi per restare nello stesso posto. Se vuoi andare da qualche altra parte, devi correre almeno il doppio!’ È una frase che sintetizza bene la necessità di innovare costantemente, una lezione che vale anche per la Vespucci e per tutte le amministrazioni dello Stato".
Il capitale umano
Ma al centro della formazione, sottolinea l’ambasciatore, c’è sempre il capitale umano: "Lai è un mentore per il suo equipaggio, come Velasco lo era per la sua squadra. Lo vedo mentre gira per la nave: operativo, ascolta, decide con rapidità e chiarezza. Eppure, trova sempre il tempo per qualche parola ai ragazzi, con naturalezza, comprendendo l’approccio giusto per ciascuno. In una squadra, ognuno ha un compito e ognuno è diverso".
La cinghia di trasmissione tra il Comandante e tutti i servizi della nave è il suo vice, il Capitano di Fregata Tommaso Faraldo. "È un veterano del Vespucci, con cinque anni di servizio come Comandante in Seconda. Mi racconta che questo ruolo rappresenta per lui ‘il coronamento di un sogno partito vent’anni fa dai banchi di un istituto nautico’. Ma nonostante l’esperienza, vuole sempre di più da sé stesso, convinto che il segreto sia valorizzare le competenze di ciascun membro dell’equipaggio in un contesto così complesso".
Durante la navigazione tra India e Pakistan, l’ambasciatore Talò ha voluto dare anche il proprio contributo alla formazione: "In due conferenze, ho riflettuto insieme all’equipaggio sul contesto storico che stiamo vivendo, sull’importanza della visione marittima dell’Indo-Mediterraneo e sul potenziale dell’economia blu, con reti di connettività come il corridoio Imec, che collega Mumbai all’Europa attraverso il Mediterraneo e Trieste. La vita a bordo è scandita da lavoro incessante: "In spazi ristretti, 250 persone sanno esattamente cosa fare. C’è chi lucida gli ottoni, chi traccia la rotta, chi si arrampica come un alpinista sulle cime di fibre naturali. È un piccolo villaggio che vive in alto mare, tra un porto e l’altro, garantendo benessere psicofisico e sicurezza per affrontare lunghe navigazioni”. "La campagna del Vespucci non è solo un giro del mondo, ma un modo per proiettare l’Italia nel mondo. È uno strumento di soft power che racconta il nostro Paese all’estero e porta il mondo all’Italia. Chiunque abbia la fortuna di vivere questa esperienza, come me, ne esce cambiato: il Vespucci è carico di storia, ma ci parla di futuro. Perché nessuna organizzazione può sopravvivere senza innovazione e formazione, valori esistenziali anche per la sicurezza nazionale", conclude.