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Italia-Cina, nel 2024 interscambio in calo: aumentano investimenti Pechino
Quest'anno l'Italia è il 22mo mercato di destinazione dell'export di Pechino che copre l'8,1% dei nostri acquisti ed è il terzo paese fornitore

E' un rapporto - dal punto di vista economico - forte ma storicamente squilibrato sul fronte commerciale, quello che lega Italia e Cina: per capirlo, basti pensare che nei soli primi cinque mesi del 2024 le nostre esportazioni verso Pechino sono ammontate a 6,574 miliardi a fronte di 19,699 miliardi di importazioni.
Esportiamo molto - dunque - verso la Cina (che assorbe il 2,5% del totale ed è l'11mo mercato per le nostre vendite) ma importiamo molto di più: in questo 2024 infatti l'Italia è il 22mo mercato di destinazione dell'export di Pechino che copre l'8,1% dei nostri acquisti ed è il terzo paese fornitore. Guardando ai dati 2023, il 22,9% delle nostre esportazioni verso la Cina (4,39 mld) è rappresentato da articoli farmaceutici e chimico medicali, mentre il 21% (4 mld) è rappresentato da prodotti tessili, di abbigliamento, pelli e accessori, al terzo posto col 19,5% per 3,73 mld macchinari e apparecchi. Quanto alle importazioni da Pechino, la quota più consistente (il 22,7% pari a ben 10,8 miliardi) è rappresentata da un generico 'altro' mentre il 16,6% per 7,89 miliardi sono computer e apparecchi elettronici, seguiti col 13,6% e 6,49 miliardi di apparecchi elettrici.
In realtà il dato dell'interscambio commerciale è piuttosto altalentante (anche per via della pandemia): se nel 2022 era balzato a 74,29 miliardi di euro (+37%) con una crescita delle importazioni da Pechino del 50%, lo scorso anno è sceso del 10,1% a 66,76 miliardi con i nostri acquisti dalla Cina scesi del 17,8% mentre le nostre esportazioni sono aumentate del 16,8% a 19,2 miliardi di euro.
A livello settoriale tra i cinque principali comparti per quota di export italiano in Cina risultano crescita rispetto allo stesso periodo del 2022, il settore farmaceutico (+192,1%), il comparto del tessile e l’abbigliamento (+14%) e quello dei macchinari (+0,9%); in flessione il settore delle sostanze e prodotti chimici (-11,4%) e quello dei mezzi di trasporto (-26,5%).
Percentualmente tuttavia anche i primi cinque mesi del 2024 registrano un segno meno: l'interscambio si attesta a 26,26 miliardi con una riduzione annua del 13% sui 20,2 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno.
Interessante il dato degli investimenti diretti esteri (Ide) fra i due paesi: se lo stock a fine 2023 era di 15,043 miliardi di Ide netti italiani in Cina e di soli 2,777 miliardi quelli cinesi nel nostro paese, nello scorso anno in realtà, i nostri Ide si sono fermati (anzi con un calo di 26 milioni di euro) mentre quelli cinesi sono cresciuti ancora di 330 milioni.
Ma le cifre non raccontano tutto: infatti sin dal 2004, i rapporti diplomatici tra Italia e Cina sono inquadrati in quello che viene definito “partenariato strategico globale”. In altre parole, l’estensione delle collaborazioni in atto non si limita al solo ambito strettamente bilaterale, sia esso politico, economico-commerciale o culturale, ma coinvolge anche la trattazione di tematiche globali, il rapporto UE-Cina, le questioni multilaterali. Nel 2020 si è inoltre celebrato il 50mo anniversario delle relazioni diplomatiche bilaterali fra Italia e Cina.
La Cina - spiega il portale infoMercatiEsteri curato dalla Farnesina - "è una destinazione strategica per il nostro export, con un potenziale di crescita ancora inesplorato". Riguardo agli investimenti italiani in Cina, si sottolinea, "rimane prioritaria la ricerca dell’ottenimento di una genuina parità di trattamento (level playing field) e tutela della proprietà intellettuale per gli operatori economici stranieri. Sul piano dell’attrazione di investimenti cinesi produttivi in Italia, i numeri attuali indicano come permangano ampi margini di sviluppo, in particolare nei settori collegati al raggiungimento degli obiettivi connessi alla mobilità sostenibile".

Economia
Satispay, da aprile arrivano commissioni su pagamenti: cosa...

Commissioni dell'1% anche per transazioni sotto i 10 euro

Satispay ha annunciato nuove commissioni sui pagamenti digitali dal 7 aprile 2025. La società ha avvisato i propri clienti dell'introduzione di una commissione dell'1% anche per i pagamenti nei negozi fisici al di sotto dei 10 euro, soglia fino a oggi esentata da balzelli.
“Si tratta di una decisione che penalizza sia i consumatori che i piccoli esercenti - dichiara il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso - Uno dei punti di forza di Satispay era proprio l’assenza di costi fissi per i pagamenti di piccola entità, un fattore che ha favorito la diffusione del servizio tra i cittadini e le attività di vicinato. Ora, con l’introduzione delle commissioni anche per i pagamenti sotto i 10 euro, si rischia di colpire proprio quei soggetti che più hanno bisogno di strumenti di pagamento digitali accessibili ed economici".
Secondo Assoutenti, questa scelta rappresenta un passo indietro nella promozione dei pagamenti elettronici e rischia di disincentivare l’uso del cashless, andando in contrasto con le politiche di digitalizzazione e tracciabilità dei pagamenti sostenute dalle istituzioni. “Chiediamo a Satispay di rivedere questa decisione e di valutare soluzioni alternative che non gravino sui consumatori e sulle piccole attività commerciali. Se necessario, siamo pronti a coinvolgere le autorità competenti affinché venga garantita la tutela degli utenti e la concorrenza nel mercato dei pagamenti digitali”, conclude Melluso.
Economia
Assegno unico 2025 e Isee, occhio alla scadenza di...

Non è necessario rinnovare la domanda per chi l'ha già presentata ma serve una nuova Dsu entro il 28 altrimenti l’importo sarà calcolato con riferimento a quelli minimi previsti dalla normativa

Novità in arrivo per l'Assegno unico, come già annunciato dall'Inps, ma occhio a una scadenza fondamentale. Entro il 28 febbraio è infatti necessario rinnovare l’Isee ai fini del calcolo dell’importo di questo sostegno, sulla base della propria condizione economica. I beneficiari della prestazione devono comunicare all’Inps eventuali variazioni nelle informazioni indicate in precedenza, tramite la DSU (Dichiarazione sostitutiva unica) aggiornata. Senza questo aggiornamento, dall'1 marzo sarà erogato l’importo minimo dell’assegno unico, pari a circa 57 euro. Gli arretrati potranno essere recuperati anche successivamente al termine del 28 febbraio, provvedendo all’aggiornamento dell’Isee entro il 30 giugno prossimo.
Aumento degli importi
A partire dal 1 gennaio 2025, l’importo dell’Auu e le relative soglie Isee saranno adeguati in base all’aumento del costo della vita (+0,8% nel 2024). Tra le novità, si segnalano: genitori con figli sotto 1 anno (aumento del 50% dell’Auu fino al primo anno di vita), famiglie con almeno 3 figli e Isee fino a 45.939,56 euro (aumento del 50% per i figli tra 1 e 3 anni); famiglie con almeno 4 figli (aumento fisso di 150 euro al mese); maggiorazione transitoria (gennaio-febbraio 2025) per chi ha un Isee fino a 25.000 euro e ha ricevuto l’Assegno per il nucleo familiare (Anf) nel 2021. L’Auu di febbraio 2025 sarà calcolato con i nuovi importi, mentre gli arretrati per gennaio 2025 saranno erogati a partire da marzo 2025.
Rinnovo Automatico delle Domande
Chi ha già una domanda di Auu approvata non dovrà presentare una nuova richiesta, a meno che non abbia ricevuto comunicazione di decadenza, revoca o rifiuto della domanda. È fondamentale, però, segnalare eventuali variazioni come la nascita di un nuovo figlio o il raggiungimento della maggiore età di un figlio. L’Inps invierà apposite notifiche per gestire queste situazioni.
Aggiornamento Isee
Per garantire il corretto calcolo dell’importo, è necessario presentare un nuovo Indicatore della Situazione economica equivalente (Isee) per il 2025. Senza un Isee aggiornato, a partire da marzo 2025, verrà erogato solo l’importo minimo. Tuttavia, presentando un nuovo Indicatore entro il 30 giugno 2025, gli importi saranno ricalcolati e verranno corrisposti eventuali arretrati. La richiesta può essere effettuata tramite il Portale unico Isee, l’app Inps Mobile o attraverso un Patronato.
Economia
Rottamazione cartelle, Fratelli d’Italia apre a...

Il viceministro dell'Economia ed esponente di Fdi, Maurizio Leo, all'Adnkronos: "Se si trovano le risorse va bene. Coperta corta, valuteremo il da farsi con Ragioneria dello Stato"

Fratelli d'Italia apre alla proposta di Matteo Salvini in materia di pace fiscale, a patto però che vengano trovate le coperture necessarie. "Se si trovano le risorse, d'accordo col ministro (Giorgetti, ndr), va bene. C'è solo un problema di risorse", dice all'Adnkronos il viceministro dell'Economia ed esponente di Fdi, Maurizio Leo, commentando l'idea di Salvini, il quale ha ipotizzato una rottamazione di tutte le cartelle esattoriali: "120 rate tutte uguali in dieci anni, senza sanzioni e interessi, per aiutare milioni di italiani onesti in difficoltà", le parole del vicepremier leghista.
Da parte di Fdi nulla osta, ma il nodo è rappresentato dalle risorse. La coperta è corta? "E' questo il problema", osserva il viceministro Leo, che aggiunge: "Si valuterà il da farsi con la Ragioneria dello Stato. Da parte mia, per carità: a suo tempo, quando si insediò il governo e c'erano 28 milioni di cartelle, fui tra quelli che spinsero per trovare una soluzione: togliere sanzioni e interessi e approvare la rateizzazione. Problemi non ce ne sono, dal mio punto di vista, se si trovano le risorse...".
Interpellato sulle prossime norme in arrivo in materia di fisco, Leo ha aggiunto: "Vediamo se riusciamo a portare a casa un correttivo di tutti i provvedimenti. C'è il provvedimento - che stiamo concertando con la Conferenza unificata - sui tributi locali. Queste sono le cose su cui si sta lavorando".