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Elezioni Usa, con Harris candidata ecco chi potrebbe essere il vice

Sono nove i possibili candidati alla vice presidenza degli Stati Uniti con Kamala Harris che punta alla Casa Bianca

Kamala Harris  - Fotogramma/Ipa

Dal governatore della Pennsylvania Josh Shapiro ad Andy Beshear del Kentucky o Roy Cooper della Carolina del Nord. Sono nove i possibili candidati alla vice presidenza degli Stati Uniti con Kamala Harris che punta alla Casa Bianca. Ma la vera ''domanda è: chi può battere Trump nel proprio stato d'origine?", scrive Politico citando a condizione di anonimato uno stratega democratico vicino alla Casa Bianca. In ogni caso, pochi istanti dopo che il presidente Joe Biden ha annunciato la decisione di ritirarsi dalle elezioni presidenziali e ha appoggiato Harris, sono iniziate a circolare indiscrezioni su chi potrebbe correre insieme a lei. Alcuni democratici hanno espresso apertamente le loro preferenze.

Chi sono i nove possibili candidati alla vice presidenza

Per il presidente del Partito Democratico di Philadelphia ed ex deputato Bob Brady, ad esempio, il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro "sarebbe un'ottima scelta". Lo stratega democratico vicino alla Casa Bianca ha fatto anche il nome del senatore dello stato dell'Arizona del Partito Democratico Mark Kelly. Dalla sua parte una ''biografia unica'', sottolinea la fonte, avendo volato in missioni di combattimento nella Marina e comandato la Stazione Spaziale Internazionale come astronauta. Sua moglie, l'ex deputata Gabby Giffords, è inoltre diventata un'eroina per le organizzazioni democratiche di base che combattono la violenza armata dopo essere stata gravemente ferita durante un comizio elettorale per la sua rielezione.

In pole position, anche perché rappresenta uno Stato chiave e in bilico, è appunto Josh Shapiro, 51 anni, governatore della Pennsylvania dal 2023 e prima di allora procuratore generale, commissario di contea e rappresentante dello Stato. Se Harris scegliesse Shapiro potrebbe infatti ottenere qualche voto in più da uno Stato indeciso. Voti di cui i democratici hanno disperatamente bisogno se vogliono mantenere la Casa Bianca.

''Il presidente Biden è un patriota che ha servito il nostro Paese con onore al Senato, come vicepresidente e come uno dei presidenti più importanti della storia moderna", ha affermato Shapiro su X dopo l'annuncio del presidente sul ritiro dalla corsa alla Casa Bianca. Poi ha promesso di sostenere Harris come candidata presidente e ha invitato i membri del suo partito a unirsi attorno a lei. "Conosco Kamala Harris da quasi vent'anni: siamo stati entrambi procuratori, abbiamo entrambi difeso lo stato di diritto, abbiamo entrambi combattuto per il popolo e ottenuto risultati - ha affermato sempre su X - Kamala Harris è una patriota degna del nostro sostegno".

Forte del suo curriculum e della sua ''biografia unica'', il senatore Mark Kelly potrebbe essere una scelta importante in quanto rappresentante democratico di uno stato chiave in bilico, ma soprattutto di confine, l'Arizona. Il che gli consente di avere una maggiore autorità per parlare di questioni migratorie e quindi un grande vantaggio mentre i repubblicani attaccano Harris per la gestione del confine. Sessant'anni, è senatore dal 2020 e prima di allora è stato astronauta della Nasa e pilota da combattimento della Marina. E' sposato con l'ex deputata Gabby Giffords. Quando ha battuto la repubblicana Martha McSally quattro anni fa in un'elezione speciale per il seggio dell'ex senatore John McCain, è diventato il primo democratico a conquistare il seggio dal 1962. E' stato rieletto due anni dopo senza difficoltà.

"Non potrei essere più sicuro che la vicepresidente Kamala Harris sia la persona giusta per sconfiggere Donald Trump e guidare il nostro Paese verso il futuro - ha scritto Kelly su X - Ha il mio sostegno per la nomina e Gabby e io faremo tutto il possibile per eleggerla Presidente degli Stati Uniti".

Il nome della governatrice del Michigan Gretchen Whitmer, 52 anni, era tra quelli che circolavano come possibile sostituta di Joe Biden alla corsa della Casa Bianca. Ma domenica, dopo l'endorsement del presidente per la sua vice, i suoi collaboratori si sono affrettati a dire a Cbs news che ''nessuno sta lavorando dietro le quinte per prendere il posto di Harris''. Svanita la possibilità di aspirare alla presidenza, quindi, la governatrice in carica dal 2019 potrebbe puntare alla vice presidenza. In precedenza, Whitmer aveva prestato servizio alla Camera dei rappresentanti del Michigan e nel Senato del Michigan. Nel 2022 ha vinto la corsa a governatore con quasi 11 punti di vantaggio in uno stato in bilico.

Il Michigan è stato un elemento chiave del percorso di Biden verso la presidenza nel 2020, dopo che l'ex segretario di Stato Hillary Clinton aveva perso di misura lo Stato nel 2016.

"Il presidente Biden è un grande servitore dello Stato che sa meglio di chiunque altro cosa serve per sconfiggere Donald Trump", ha scritto Whitmer su X dopo l'annuncio della rinuncia. "Il mio lavoro in questa elezione rimarrà lo stesso: fare tutto il possibile per eleggere i democratici e fermare Donald Trump, un criminale condannato il cui programma di aumentare i costi per le famiglie, vietare l'aborto a livello nazionale e abusare del potere della Casa Bianca per regolare i propri conti è completamente sbagliato per il Michigan", ha aggiunto. Poi, in una nota, ha scritto: "Oggi sono entusiasta di sostenere Kamala Harris per la presidenza degli Stati Uniti".

Anche il nome di Gavin Newsom, 56 anni, è stato fatto con insistenza come possibile sostituto di Biden e potenziale candidato alla presidenza. Ma anche nel suo caso, dopo il sostegno di Biden a Harris, i suoi collaboratori hanno detto alla Cbs che non avrebbe sfidato la vicepresidente chiedendo ai democratici di scegliere tra lei e lui. Governatore della California dal 2019, in precedenza è stato sindaco di San Francisco e poi vicegovernatore della California.

Newsom potrebbe ora puntare alla vice presidenza, ma come nota Politico dovrebbe affrontare un ostacolo enorme. Il motivo è semplice: sia lui, sia Harris provengono dalla California. In base al 12esimo emendamento della Costituzione, i membri del Collegio elettorale votano per il presidente e il vicepresidente, ma uno di loro "non deve risiedere nel suo stesso Stato". Ciò significa che se Harris scegliesse Newsom come compagno di corsa, rinuncerebbe a tutti i 54 voti del Collegio elettorale della California.

Newsom ha già appoggiato Harris, scrivendo su X che "nessuno è più adatto a portare avanti la corsa contro la visione oscura di Donald Trump". Sul presidente ha invece scritto: "Biden è stato un presidente straordinario, che ha fatto la storia, un leader che ha combattuto duramente per i lavoratori e ha prodotto risultati sorprendenti per tutti gli americani. Passerà alla storia come uno dei presidenti più influenti e altruisti".

Possibile candidato alla vice presidenza anche il governatore del Kentucky Andy Beshear, 46 anni, eletto la prima volta nel 2019 e rieletto a novembre con cinque punti di vantaggio. Una vittoria significativa per i democratici in uno stato profondamente repubblicano. Beshear è stato anche procuratore generale del Kentucky. Moderato, proviene dalla 'nobiltà' politica del Kentucky: anche suo padre, Steve Beshear, è stato governatore democratico per due mandati, nel 2007 e nel 2011, nello stato a stragrande maggioranza repubblicana.

"Sebbene la sua decisione non possa essere stata facile, è una scelta nel migliore interesse del nostro Paese e del nostro partito. Voglio ringraziarlo per la sua leadership, la sua gentilezza e per una presidenza di successo che gli ha permesso di portare a termine grandi e importanti cose", ha scritto Beshear su X.

Il governatore della Carolina del Nord, Roy Cooper, potrebbe essere scelto da Harris come suo candidato, non potendo correre per un terzo mandato. Sessantasette anni, è governatore dal 2017. In precedenza, è stato procuratore generale dello Stato per 16 anni e ha prestato servizio al Senato e alla Camera della Carolina del Nord. E' stato l'esponente democratico Jim Clyburn a candidare Cooper per la prossima generazione di leader democratici. ''Lo terrei d'occhio, se fossi nei media", ha detto a Politico.

Dopo che Trump ha vinto nella Carolina del Nord nel 2020 con meno di due punti percentuali di scarto, la campagna di Biden si è concentrata sullo Stato nella speranza che possa tornare a essere uno di quelli indecisi. "Il presidente Biden ha consolidato il suo posto tra i migliori presidenti della nostra nazione - ha detto Cooper - Quando la nostra democrazia ha dovuto affrontare un pericolo, il presidente Biden si è dimostrato forte come il tipo più raro di leader che poteva aiutarci ad andare avanti con una visione per riparare l'anima del nostro Paese".

C'è poi il governatore dell'Illinois JB Pritzker, 59 anni. Anche lui è visto come un possibile candidato alla presidenza in parte per la sua posizione nel partito e la sua capacità di autofinanziare una campagna. La sua famiglia ha fondato l'impero alberghiero Hyatt. E' al suo secondo mandato come governatore e prima di allora era attivo nei circoli di raccolta fondi democratici.

Pritzker si è comportato come un 'pitbull' nell'attaccare Trump, già durante il suo primo mandato da governatore, nel tentativo di convincere l'ex presidente ad agire più rapidamente nella consegna di dispositivi di protezione individuale durante la pandemia.

Nella sua dichiarazione dopo la rinuncia Biden, Pritzker si è concentrato su Trump, dicendo: "Donald Trump è un criminale condannato 34 volte, ritenuto colpevole di violenza sessuale, razzista, omofobo e misogino. Trump si vanta di togliere il diritto di scelta alle donne, vuole strappare l'assistenza sanitaria a decine di milioni di persone, propone politiche economiche che costeranno alla classe media migliaia di dollari all'anno e minaccia gli ideali americani fondamentali a cui teniamo". Successivamente Pritzker si è schierato con Harris che, ha detto, rappresenta "la chance migliore per battere Donald Trump".

Il governatore del Maryland Wes Moore è ''un pioniere'', come Harris. E' infatti diventato il primo governatore nero del Maryland nel 2023 ed è ampiamente considerato un possibile candidato per la Casa Bianca in futuro. Il giovane governatore, appena 45enne, ha anche un curriculum di grande rispetto come autore di bestseller, veterano di guerra, piccolo imprenditore, Rhodes Scholar ed ex amministratore delegato di una delle più grandi organizzazioni americane, 'Robin Hood', che combattono la povertà. Sul suo sito si legge che ''ha dedicato la sua vita a un principio fondamentale: indipendentemente da come inizia la tua vita, meriti pari opportunità di successo: un lavoro in cui crescere una famiglia, un futuro al quale aspirare''.

''Il presidente Biden ha dedicato la sua vita e la sua carriera al servizio del popolo americano", ha affermato Moore in un post su X. "La sua eredità di duro lavoro, dedizione, ottimismo e forza ha plasmato la traiettoria della nostra nazione e ci ha resi migliori come popolo e come Paese", ha aggiunto.

Infine, Politico indica il segretario ai Trasporti Pete Buttigieg come possibile candidato alla vicepresidenza Usa. Nel 2020 era stato un candidato per la nomination presidenziale democratica, l'outsider che aspirava a succedere a Barack Obama, e nelle scorse ore ha formalmente sostenuto Harris. In una dichiarazione su X ha scritto che Harris era "la persona giusta per raccogliere il testimone, sconfiggere Donald Trump e succedere a Joe Biden come Presidente".

Buttigieg, 42 anni, era noto tra i suoi sostenitori come "Mayor Pete" in quanto ex sindaco di South Bend, nell'Indiana. E' anche la prima persona apertamente gay confermata nel Gabinetto presidenziale. Buttigieg è anche un Rhodes Scholar e ha prestato servizio in Afghanistan.

Harris parla con 3 governatori suoi possibili vice

Intanto si apprende che Kamala Harris ha parlato ieri con almeno tre governatori dem, i cui nomi circolano come possibili candidati alla vice presidenza in ticket con lei se dovesse ottenere la nomination. Lo scrive il Wall Street Journal, secondo cui Harris - dopo l'annuncio del ritiro di Biden - ha avuto colloqui telefonici con il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, della Carolina del Nord Roy Cooper e del Kentucky Andy Beshear.

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Esteri

Alexander, Sagui e Yair: chi sono i tre ostaggi che Hamas...

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Doppia cittadinanza e rapiti da Nir Oz

Ostaggi liberati da Hamas - (Afp)

Hanno tutti doppia cittadinanza i tre ostaggi che sono stati rilasciati oggi dalla Striscia di Gaza e tutti sono stati rapiti dal kibbutz di Nir Oz. A partire da Sagui Dekel-Chen, che ha la doppia cittadinanza israelo-americana, e che fu tra i primi a dare l'allarme dopo che i miliziani di Hamas entrarono nel kibbutz. L'ultima volta era stato sentito intorno alle 9.30 del 7 ottobre del 2023 dal padre, Jonathan Dekel-Chen, nato nel Connecticut e professore alla Hebrew University, che vive anche lui a Nir Oz. La madre di Sagui, Neomit, era stata presa prigioniera insieme ai suoi vicini, ma era stata salvata dall'Idf che, da un elicottero, aveva sparato contro i miliziani che la stavano portando a Gaza.

Alexander Sasha Trufanov, che ha la doppia cittadinanza israeliana e russa, era stato preso in ostaggio insieme a tre membri della sua famiglia: la nonna Irena Tati, la madre Yelena (Lena) e la sua ragazza, Sapir Cohen. Il padre di Sasha, Vitaly Trufanov, è stato ucciso il 7 ottobre. Yelena e Irena sono state rilasciate da Hamas il 29 novembre 2023, su richiesta del presidente russo Vladimir Putin. Sapir Cohen è stato rilasciato il 30 novembre 2023, come parte di una tregua di una settimana. In una recente visita a Mosca lo scorso 3 febbraio, una delegazione di Hamas aveva promesso che Trufanov sarebbe stato ''liberato a breve''.

Yair Horn, che ha la doppia cittadinanza israeliana e argentina, era stato rapito dalla sua casa di Nir Oz il 7 ottobre. Anche suo fratello Eitan è stato rapito, ma non è nella lista dei 33 ostaggi che dovrebbero essere liberati nella prima fase dell'accordo di cessate il fuoco. Il padre Itzik Horn, argentino che da 23 anni vive in Israele, nei mesi scorsi aveva rivolto tramite l'Adnkronos un appello a Papa Francesco affinché intervenisse per favorire la liberazione degli ostaggi.

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Esteri

Germania, Scholz contro Vance: “Non accettiamo...

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Il cancelliere tedesco ha risposto al vicepresidente degli Stati Uniti

Olaf Scholz - Ipa/Fotogramma

Olaf Scholz risponde a JD Vance. Il cancelliere tedesco ha commentato le parole del vicepresidente degli Stati Uniti, secondo cui l'Ue deve temere gli attacchi interni contro la libertà più di ogni altra minaccia e smettere di isolare i partiti di estrema destra dai governi: "Non accetteremo che persone che guardano alla Germania dall'esterno intervengano nella nostra democrazia, nelle nostre elezioni e nel processo di formazione dell'opinione democratica nell'interesse di questo partito. Questo non deve essere fatto, certamente non tra amici e alleati. Lo respingiamo con determinazione", ha detto dal palco della Conferenza sulla sicurezza di Monaco.

Le democrazie moderne, in Germania come in Europa, "si fondano sulla consapevolezza storica e sulla consapevolezza che le democrazie possono essere distrutte dagli antidemocratici radicali. E questo è il motivo per cui abbiamo creato istituzioni che assicurano che le nostre democrazie possano difendersi dai loro nemici. E regole che non limitano la nostra libertà, ma la proteggono", sottolinea. Ringraziando il vicepresidente Vance per un discorso pronunciato al sito del campo di sterminio di Dachau, ("dovremmo impegnarci a garantire che non accada mai più"), Scholz puntualizza che proprio per questo motivo "la stragrande maggioranza della popolazione del mio Paese si oppone risolutamente a coloro che glorificano o giustificano il cittadino criminale" come l'AfD, sostenuto sia da Vance che da Elon Musk.

"L'AfD è un partito in cui nazionalsocialismo e i suoi crimini mostruosi, crimini contro l'umanità come quelli commessi a Dachau, sono stati banalizzati come un granello di cacca d'uccello sulla storia tedesca". Pertanto, spiega, il sostegno non è conciliabile con il sostegno all'AfD e la Germania, in virtù del suo compito storico di assicurarsi di non ripetere gli errori del passato, "non accetterà che intervengano coloro che guardano alla Germania dall'esterno".

Freno al debito e spese per la difesa

Olaf Scholz ha anche parlato della necessità di trovare i fondi necessari per il sostegno all'Ucraina sul lungo termine e il rafforzamento della sicurezza europea pochi giorni dopo l'esortazione statunitense a tendere verso il 5% di spesa in difesa rispetto al Pil: "Dobbiamo assicurarci che subito dopo le prossime elezioni federali riformiamo il freno al debito contenuto nella nostra legge fondamentale, la nostra costituzione, esentando la sicurezza e la difesa. E prevedo qui e ora che otterremo una maggioranza anche per questo, dopo le elezioni".

Il freno al debito "prevede eccezioni in situazioni di emergenza, e io credo che una guerra nel cuore dell'Europa lo sia. Anche se alcuni di noi potrebbero voler evitare di affrontare la questione prima delle elezioni" del 23 febbraio, spiega Scholz. "Ed è anche fuor di dubbio che dobbiamo aumentare in modo significativo le nostre spese per la difesa non solo affinché l'Europa diventi e rimanga un alleato a livello degli Stati Uniti, ma affinché noi europei possiamo continuare a portare la pace in futuro". Il parametro, aggiunge, dovrebbe essere la minaccia rappresentata dalla Russia e la necessità di potenziare la Nato in modo che sia all'altezza della sfida.

Scholz ricorda che raggiungere e mantenere l'obiettivo di 2% "richiederà altri 30 miliardi di euro all'anno" per la Germania. "E ogni percentuale in più che spendiamo per la nostra difesa equivarrebbe ad altri 43 miliardi di euro all'anno.Stiamo parlando di enormi somme di denaro. Entro la fine del decennio parleremo di miliardi di cifre. Chiunque sostenga che si potrebbe trovare quel denaro effettuando un taglio qua o là dal bilancio di base sta mentendo ai cittadini del mio Paese", conclude, indicando che sarebbe necessario esentare "qualsiasi investimento in attrezzature di difesa al di sopra dell'obiettivo del 2%" dalle regole europee sul controllo del debito, "limitatamente nel tempo, e cercando di preservare la solidità fiscale di tutti gli Stati membri", come indicato ieri dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. "La Germania è pronta a farlo".

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Esteri

Germania, incendio in grattacielo a Dresda: 2 morti

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Una terza persona è rimasta ferita

Ambulanza (Afp)

Due persone sono morte e una è rimasta ferita in un incendio scoppiato oggi all'11° piano di un grattacielo nella città di Dresda, nella Germania orientale. Lo ha reso noto il portavoce dei vigili del fuoco, Michael Klahre.

Dopo aver salvato e rianimato in un primo momento tre persone, i vigili del fuoco hanno informato che una donna e un uomo di 87 anni sono morti in ospedale. La terza persona è una donna di 78 anni, ferita dalla caduta di detriti. L'incendio è scoppiato intorno a mezzogiorno nel quartiere di Johannstadt, vicino al fiume Elba. L'intero edificio di 15 piani è stato evacuato e Klahre ha definito l'intervento dei vigili del fuoco “estremamente drammatico”. Ancora da chiarire la causa dell'incendio.

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