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“Joe devi andare”, ma Biden per ora resiste al pressing: presidente Usa al bivio

Manifestazione davanti alla Casa Bianca: "Pass the Torch". Cresce il consenso tra i dem per candidatura di Harris in caso di rinuncia di Biden

La manifestazione davanti alla Casa Bianca (Afp)

La situazione si fa sempre più difficile per Joe Biden. Il presidente degli Stati Uniti è intenzionato a non mollare e va avanti nella sua corsa alla Casa Bianca e nella sfida con Donald Trump in vista delle elezioni Usa 2024. Dunque, almeno per ora, nessun passaggio di testimone. Le sue condizioni di salute migliorano, stando a quanto riferito dal suo medico personale dopo che il presidente degli Stati Uniti ha contratto il Covid. Il pressing però perché si ritiri dalla corsa si fa sempre più pressante, mentre cresce il consenso tra i dem per la candidatura di Kamala Harris in caso di rinuncia di Biden.

La manifestazione davanti alla Casa Bianca

"Joe, è arrivato il momento di andare", "Per favore salvaci da Trump, non comportarti come lui". Questi alcuni degli slogan dei cartelli esposti di fronte alla Casa Bianca durante la manifestazione indetta da "Pass the Torch," passa il testimone, organizzazione di base nata per chiedere al presidente democratico di fare un passo indietro.

"Il presidente Biden ha fatto grandi cose, ma Donald Trump è una minaccia alla nostra esistenza e abbiamo bisogno del ticket più forte che abbiamo per massimizzare le possibilità di sconfiggerlo", si legge sul sito del gruppo. Uno degli oratori del rally si è chiesto: "Perché non dovremmo ascoltare i dati per prendere la decisione per le nostre vite?", riferendosi ai sondaggi che danno Biden in caduta libera.

E il candidato repubblicano alla vice presidenza, JD Vance, ha rincarato la dose: "Se non può correre per la Casa Bianca, non può neanche essere presidente, deve dimettersi". "Tutti quelli che stanno chiedendo a Joe Biden di rinunciare alla candidatura senza però chiedergli di dimettersi dalla presidenza mostrano un livello assurdo di cinismo", ha scritto su X.

Biden vuole tornare a fare campagna elettorale in Texas e Georgia

Ma, nonostante le crescenti pressioni, il presidente americano non appare per nulla intenzionato a cedere e si prepara, una volta concluso l'isolamento per il Covid nella sua casa al mare in Delaware, a tornare a fare campagna elettorale, con una puntata in Georgia e Texas nei prossimi giorni. E' quanto rivela Axios citando fonti vicine a Biden.

Cresce il consenso tra i dem per candidatura Harris

Nessuno sa bene cosa potrà succedere se Biden veramente farà passo indietro, ma sono molti i democratici che credono che sia molto probabile che il processo si concluderà con Kamala Harris in corsa per la Casa Bianca. Lo scrive la Cnn spiegando che nelle discussioni informali, che vanno avanti dietro le quinte ormai da settimane, sul tipo di scontro che si potrà aprire all'interno del partito per sostituire Biden, sta crescendo il consenso dei democratici intorno al nome della vice presidente.

L'emittente americana specifica che in realtà si sta "trasformando in consenso lo sfinimento" che molti all'interno del partito stanno provando in queste settimane di confusione, incertezza e preoccupazione senza precedenti. I sondaggi interni, poi, stanno mostrando che Harris, per quanto non sia mai stata molto popolare in questi anni alla Casa Bianca, potrebbe essere più utile nel mobilitare l'elettorato dem, ora sfiduciato e dubbioso sull'anziano presidente.

"Io credo che debba essere la vice presidente, sta facendo una vigorosa campagna elettorale ed è il successore naturale - spiega alla Cnn un deputato dem che mantiene l'anonimato - sarà importante in uno scenario in cui il presidente non sarà più il candidato che noi subito ci stringiamo intorno a lei".

Considerando che a decidere il passo indietro potrà essere solo Biden - che per inciso in queste ore almeno pubblicamente sta dando segnali in tutt'altra direzione, mostrandosi ansioso di riprendere la campagna elettorale una volta concluso l'isolamento per il Covid - sono in pochi che possono pensare che lui possa farsi da parte e non indicare Harris, dal momento che lui l'ha scelta come vice. Sarebbe un'offesa verso la vice presidente, anche se in realtà c'è chi ricorda che Biden questa offesa l'ha subita, quando nel 2016 Barack Obama gli preferì Hillary Clinton come candidata alla Casa Bianca.

Senza contare che escludendo Harris vorrebbe dire escludere una candidata afroamericana, mettendo a rischio il sostegno cruciale dei leader del black caucus e degli elettori afroamericani. Infine, c'è chi ricorda, come Eleni Kounalakis, vice governatrice della California, delegata alla convention e amica di vecchia data di Harris, che "quando la gente ha votato per Biden come candidato ha votato per questo ticket, e quindi il modo migliore per rispettare il voto degli elettori delle primarie è sostenere la vice presidente come nostra candidata".

"La lotta interna rischia di ucciderci, non c'è uno scenario in cui si possa mettere da parte Kamala", sintetizza alla Cnn un esponente dem, che però indirettamente ammette che nel partito ci sono anche voci contrarie all'eventuale incoronazione di Harris, in particolare di chi non ha mai amato la vice presidente.

Harris tenta di calmare finanziatori nel panico

Kamala Harris nel frattempo tenta di calmare centinaia di finanziatori dem nel panico, alcuni dei quali hanno congelato le loro donazioni. "Vinceremo queste elezioni", ha detto la vice presidente. "Negli ultimi sette giorni sono stata in Pennsylvania, Michigan e North Carolina, sono andata in giro per le strade e ho visto che gli americani stanno cominciando a capire le enormi conseguenze di queste elezioni e quello che è in gioco", ha affermato in una conference call, secondo quanto rivela Politico.

Nel suo intervento, Harris però non avrebbe fatto riferimento alle crescenti pressioni per un passo indietro di Biden. La vice presidente non ha neanche risposto a domande, lasciando la call subito dopo aver finito di parlare, cosa che avrebbe fatto innervosire e arrabbiare maggiormente alcuni donors, rivelano ancora fonti informate.

I Clinton sostengono decisione Biden di non ritirarsi

Intanto si apprende che Bill e Hillary Clinton hanno espresso in colloqui privati il loro sostegno alla decisione di Biden di non ritirarsi e sono impegnati ad incoraggiare i grandi finanziatori dem a non abbandonare il presidente. E' quanto riferisce Nbcnews citando due fonti vicine all'ex presidente e l'ex segretaria di Stato, ed ex candidata alla Casa Bianca, che spiegano che la coppia è in contatto con il team di Biden ed ha offerto il proprio aiuto.

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Esteri

Francia, esplode bomba a mano in bar a Grenoble: 12 feriti

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Il sindaco: "Atto criminale di inaudita violenza". Esclusa ipotesi terrorismo

Polizia francese - Afp

Dodici feriti, di cui due gravi, per l'esplosione di una bomba a mano in un bar a Grenoble, in Francia. Lo scoppio poco dopo le 20 nella zona del Villaggio Olimpico, ma la polizia non lascia trapelare nessun altro dettaglio. Il sindaco della città, Eric Piolle, esprime condanna per "un atto criminale di inaudita violenza”.

"Qualcuno ha lanciato una bomba” nel bar, ha confermato il procuratore di Grenoble François Touret-de-Courcy. “Per il momento non viene avanzata alcuna ipotesi, a parte quella di un attacco terroristico, che è stata esclusa in linea di principio”, ha aggiunto il procuratore.

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Esteri

Trump, telefonata con Putin: “Vogliamo la pace, ma...

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Il presidente degli Stati Uniti parla con il leader russo: "Ci sarà incontro in Arabia". Colloquio anche con Zelensky

Donald Trump e Vladimir Putin - (fp)

"Putin vuole la pace, Zelensky vuole la pace. Ho parlato con entrambi, incontrerò Putin in Arabia Saudita". Donald Trump fa il punto al termine di una giornata cruciale nell'azione per porre fine alla guerra che Russia e Ucraina combattono da quasi 3 anni. Il presidente degli Stati Uniti ha avuto una lunga telefonata con il presidente russo, circa un'ora e mezza. Poi, il colloquio telefonico di un'ora con Zelensky.

La strada, dice, è tracciata. L'Europa rischia di essere relegata al ruolo di spettatore. E per l'Ucraina il percorso sembra un senso unico: la pace è possibile, dice Trump, ma Kiev può scordarsi l'ingresso nella Nato. Proprio come vuole Putin.

La telefonata con Putin

La svolta, dopo le voci di contatti avvenuti nei giorni scorsi, è legata alla telefonata con il leader del Cremlino. "Abbiamo avuto una splendida telefonata, durata oltre un'ora. Dopo ho avuto un'ottima telefonata con Zelensky. Putin vuole la pace, Zelensky vuole la pace e io voglio la pace. Probabilmente sono morti 1,5 milioni di soldati in poco tempo, tanti giovani sono stati uccisi: tutto questo deve finire immediatamente. Penso di poter dire con grande fiducia che anche Putin vuole vedere la fine della guerra e di questa situazione orribile. Se io fossi stato presidente, non sarebbe mai iniziato tutto questo", dice il presidente degli Stati Uniti rispondendo alle domande dei cronisti alla Casa Bianca.

La road map e l'incontro in Arabia Saudita

Trump delinea quindi le prossime tappe del processo. "A Monaco di Baviera - dove è in programma la Conferenza sulla sicurezza - ci saranno incontri, io e Putin ci incontreremo. Ci aspettiamo che lui venga qui, io vada lì. Probabilmente il primo vertice sarà in Arabia Saudita per porre fine a questa orribile guerra".

"Quando ci incontreremo? In un futuro non lontano, credo che l'Arabia Saudita sia un posto eccellente. Ci sarà un primo meeting e vedremo poi cosa si potrà fare per un secondo incontro. Putin vuole la pace ora, non la voleva quando Biden era presidente...".

Il dialogo con Kiev non prevede al momento un viaggio del presidente degli Stati Uniti. "Non mi sono impegnato ad andare in Ucraina. Ci andrei? Ci penserei, nessun problema. Non vi dirò il mio piano, vi dico che abbiamo fatto enormi progressi. Avrebbe dovuti farli Joe Biden...", dice Trump, togliendo dal tavolo l'ipotesi dell'ingresso dell'Ucraina nella Nato.

Nato, Ucraina si deve rassegnare: strada sbarrata

"Non credo sia realistico parlarne: il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, lo ha spiegato e ha detto che non è realistico. Ha ragione. Molto prima che Putin diventasse presidente la Russia ha detto che non lo avrebbe permesso. Per me va bene, basta che la guerra finisca", taglia corto Trump.

Hegseth, aprendo i lavori della ministeriale Nato a Bruxelles ha affermato che "gli Stati Uniti non credono che l'adesione dell'Ucraina alla Nato sia un esito realistico di un accordo negoziato. Al contrario, qualsiasi garanzia di sicurezza dovrà essere sostenuta da forze capaci, europee e non europee. Sia chiaro: nell'ambito di qualsiasi garanzia di sicurezza, non verranno dispiegate truppe statunitensi in Ucraina"

Zelensky da mesi chiede garanzie di sicurezza per l'Ucraina e considera l'ingresso nella Nato una polizza per Kiev. Ora, a sentire Trump, la strada è sbarrata. "Zelensky vuole che la guerra finisca senza che si debba tornare a combattere 6 mesi dopo", dice Trump. "Ho fatto riferimento alla possibilità di un cessate il fuoco e credo sia possibile in un futuro non lontano".

Trump rivuole i soldi

L'Ucraina "deve fare la pace, la sua gente viene uccisa. Zelensky ha un paese devastato, noi abbiamo dato all'Ucraina 350 miliardi di dollari. L'Europa ha dato 100 miliardi sotto forma di prestiti, nessuno lo dice. Noi abbiamo avuto persone incompetenti nella precedente amministrazione. Ora ci ci assicureremo che questi soldi in qualche modo ritornino: hanno risorse minerarie, petrolio e gas. Noi vogliamo avere garanzie sui nostri soldi e l'Ucraina è d'accordo. L'Europa d'altra parte è in pericolo molto più di noi e mette meno soldi di noi".

Il tema è stato affrontato anche dal segretario del Tesoro americano Scott Bessent che, in visita a Kiev, a Zelensky, ha confermato che gli Stati Uniti hanno come obiettivo quello di "concludere un accordo di cooperazione economica" con l'Ucraina "in cambio del proseguimento del loro sostegno materiale all'Ucraina e agli ucraini".

L'Ucraina, nella strada verso la pace, dovrà rassegnarsi a mutilazioni territoriali? "Hanno perso soldati e territori, penso che ne riprenderanno una parte", afferma Trump.

Zelensky: "La forza di Trump porterà la pace"

Zelensky usa toni diplomatici dopo il colloquio con Trump. "Nessuno vuole la pace più dell'Ucraina. Insieme agli Stati Uniti, stiamo definendo le nostre prossime mosse per fermare l'aggressione russa e garantire una pace duratura e affidabile. Come ha detto il Presidente Trump, facciamolo", scrive sui social.

Quindi, il messaggio serale con cui fa riferimento a "negoziati molto sostanziali con gli Stati Uniti d'America. Ho avuto una conversazione con il presidente Trump, una discussione buona e dettagliata; sono grato al presidente per il suo genuino interesse nelle nostre opportunità condivise, nel modo in cui possiamo lavorare insieme per avvicinare la vera pace. È stata una lunga conversazione. Abbiamo discusso di molti aspetti, diplomatici, militari, economici e il presidente Trump mi ha informato di ciò che Putin gli ha detto. Crediamo che la forza dell'America sia sufficiente per fare pressione sulla Russia e su Putin per la pace, insieme a noi, insieme a tutti i nostri partner", conclude.

Putin invita Trump a Mosca

Toni più neutri dal Mosca. Il Cremlino documenta il contatto telefonico e annuncia che Putin ha invitato Trump a Mosca. Il presidente russo, dice il portavoce Dmitry Peskov, ha manifestato la propria disponibilità a ricevere rappresentanti della Casa Bianca in Russia per discutere della guerra in Ucraina. "Putin e Trump hanno anche deciso di continuare ad avere contatti, che includono l'organizzazione di un incontro di persona".

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Esteri

Gaza, tregua appesa a un filo: Hamas conferma rilascio tre...

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I negoziati al Cairo sono riusciti ad avvicinare Israele e Hamas verso un accordo, ed è stato concordato un aumento dell'ingresso di aiuti nella Striscia

Gaza, tregua appesa a un filo: Hamas conferma rilascio tre ostaggi sabato

Tregua appesa a un filo a Gaza. Dopo lo scambio di accuse tra palestinesi e israeliani sul rispetto degli accordi, Hamas ha confermato il suo impegno a rilasciare gli ostaggi israeliani sabato. Lo ha riferito il canale egiziano Al-Rad, citando fonti. Il rapporto ha affermato che i negoziati al Cairo sono riusciti ad avvicinare Israele e Hamas verso un accordo, ed è stato concordato un aumento dell'ingresso di aiuti nella Striscia. Ai camion degli aiuti sarà anche consentito di entrare nel nord di Gaza.

Secondo fonti palestinesi che hanno parlato con Haaretz, saranno rilasciati tre ostaggi. Israele aumenterà l'ingresso di aiuti nella Striscia, costituiti principalmente da tende, gas e attrezzature mediche.

Iran: Israele potrebbe lanciare attacco preventivo contro impianti nucleari

L'intelligence statunitense ha avvertito che Israele probabilmente lancerà un attacco preventivo contro impianti nucleari iraniani entro la metà dell'anno. Lo riporta il 'Washington Post', citando numerosi rapporti di intelligence, poche ore dopo che il 'Wall Street Journal' aveva riportato notizie simili.

Secondo i rapporti di intelligence, risalenti alla fine dell'amministrazione Biden e all'inizio dell'amministrazione Trump, un attacco del genere farebbe regredire il programma nucleare iraniano di settimane o mesi, aumentando al contempo la tensione nella regione e rischiando di scatenare un conflitto più ampio, riporta il quotidiano.

Manifestazione pro-palestinesi a New York contro il piano di Trump per Gaza

Centinaia di manifestanti pro-palestinesi hanno marciato a New York ieri sera in protesta contro il piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di "prendere il controllo di Gaza". I manifestanti hanno scandito lo slogan "Giù le mani da Gaza" e hanno definito Israele uno "Stato terrorista".

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