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Maturità, da Luxuria a Cristina D’Avena e Boldi: ricordi d’esame dei vip

"Sono molto precisina - confessa Vladimir - forse perché sono ascendente Vergine". D'Avena: "La mia notte prima degli esami? Non ho dormito"

Vladimir Luxuria

Maturità 2024 ai blocchi di partenza. Ma come se lo ricordano i vip il loro esame di Stato? "Sembrerà strano, ma la mia maturità è stata in ragioneria per programmatori. Sarei potuta essere un Fantozzi, e invece sono diventata Luxuria. Dopo il passaggio dalla maturità, dove mi sono trasferita da Foggia a Roma, mi sono laureata invece in lettere", racconta Vladimir Luxuria all'Adnkronos che ricorda: "Devo dire che non ero particolarmente angosciata, perché io non sono una che si riduce all'ultimo, come fanno tanti". "Sono molto precisina - confessa - forse perché sono ascendente Vergine". Per questo, in vista degli esami, "ho diviso tutti i compiti e le pagine dei libri da studiare. Certo, poi la tensione c'era, però ero abbastanza sicura di me", conclude la conduttrice.

"La mia notte prima degli esami di maturità? Non ho dormito e soprattutto: ho studiato tutto ma non mi ricordavo niente". Così Cristina D'Avena con l'Adnkronos racconta il suo esame. La notte prima, racconta la regina delle sigle dei cartoni animati, "ho parlato con la mia migliore amica fino alle 5 del mattino: ripassavamo tutto, facevamo tutte le nostre congetture. Ci facevamo mille domande, ma alla fine non ricordavamo niente. Ricordo che riuscii a dormire un'ora per poi svegliarmi con una paura folle che è rimasta fino a quando andai a vedere i risultati".

Cristina D'avena ha quindi ricordato quel periodo con un misto di terrore e sollievo: "Per fortuna andò tutto bene, ma credo che nessuno si ricordi l'esame di maturità come bello, easy, sereno e tranquillo. Io quando parlo con qualcuno della maturità, tutti mi dicono ' mamma mia', 'che paura', almeno per me è stato così".

Nonostante le difficoltà e le paure, Cristina ha voluto lasciare un messaggio positivo e di incoraggiamento per tutti gli studenti che stanno affrontando la maturità: "Ragazzi, forza, forza, forza, tanto siete preparatissimi e se non lo siete questa notte cercate di leggere il più possibile e in bocca al lupo a tutti. Andrà tutto bene".

''Io non ho fatto gli esami di maturità perché ho perso il papà a soli 16 anni e dovetti fare da sostegno alla mia famiglia lavorando". Massimo Boldi racconta all'Adnkronos la sua 'maturità mancata' con un velato dispiacere ma con la consapevolezza di aver dovuto fare questa scelta per aiutare sua madre rimasta vedova ''giovanissima''. "Ho dovuto fare la scuola serale lasciando il liceo Cattaneo di Milano per andare a studiare alla scuola d'arte vetrinista 'Duccio da Boninsenga' dove mi sono diplomato a pieni voti", continua.

"Ero il sostegno della famiglia - prosegue l'attore - ricordo che all'epoca andavano di moda i Beatles e così iniziai anche a suonare la batteria in un gruppo che si chiamava New Dada. Mi sarebbe piaciuto fare l'esame di maturità - ammette Boldi - però bisogna dire che al giorno d'oggi non è più come ai tempi miei perché sei aiutato tantissimo dalla tecnologia e dall'intelligenza artificiale''. E manda un grosso in bocca al lupo ai ragazzi che domani sosterranno il tanto temuto esame: ''Stasera ascoltate 'Notte prima degli esami' che è una canzone bellissima ma domani tirate fuori i cogl...ni!''.

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Cronaca

Addio a Luigi Molon, nel suo cimitero la gallina del Duce e...

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Il proprietario di 'Casa Rosa' a Roma aveva 76 anni

Il cimitero degli animali fondato dal padre di Luigi Molon

E' morto a Roma, Luigi Molon, 76enne proprietario di Casa Rosa, il cimitero degli animali del Portuense, nato per iniziativa del padre Antonio, già veterinario del Duce, che nel suo cimitero, alla periferia della capitale diede sepoltura anche alla gallina dei figli di Mussolini, nel lontano 1923. 'Mino', questo il nome con cui era conosciuto Molon dagli amici e dai familiari "era un uomo buono, pronto ad essere presente alle difficoltà altrui nonostante le sue difficoltà di salute, ma pronto anche alla battuta, ad una barzelletta alla risata", ha ricordato sui social la sorella Lisetta, dando notizia della sua scomparsa. Alla fine dello scorso ottobre lo stesso Molon, conversando con l'AdnKronos, aveva ricordato, con soddisfazione, come il suo fosse l’unico cimitero italiano autorizzato alla sepoltura degli animali, con tanto di nome e lapide. Nella struttura di Luigi, anche lui veterinario come il padre, sono presenti un migliaio di spoglie degli amati quattro zampe. Ora bisognerà capire cosa ne sarà di questo posto che Molon aveva preservato e continuato a gestire negli anni, con tanta passione e tanta fatica. Oggi il telefono suona a vuoto, nessuna risposta per chi cerca notizie.

A rivolgersi ai 'servizi funebri' dello scomparso Molon, negli anni sono stati in tanti: attori, politici, personaggi pubblici. Anna Magnani ha accompagnato qui i suoi gatti, Peppino De Filippo ci portò il suo Fido, Brigitte Bardot lo scelse per uno dei suoi tantissimi amici a quattro zampe, Michelle, che riposa al Portuense con tanto di lapide, come altri felini e tanti cani. Tutti 'omaggiati' con data di nascita e di morte sul marmo, alcuni con foto, altri con una frase di eterno affetto, in un campo pieno di verde e di ricordi che attraversano l'ultimo secolo e raccontano tante storie del nostro paese. "Negli ultimi dieci anni è stato un boom di politici che sono arrivati per poter dare sepoltura a cani e gatti", aveva raccontato Molon. "C’è un parlamentare che ha fatto seppellire 22 tra cani e gatti, un altro ne ha poi quattro…". La prima sepoltura fu però, come ricordato, pre-repubblicana, di regime: "Nel ’23 - era il racconto di Molon - mio padre Antonio, che era il veterinario di Mussolini, si occupò di tumulare la gallina del Duce, con cui giocavano i figli Romano, Vittorio e Bruno".

Sempre a Casa Rosa, riposano in eterno i cani di Casa Savoia. Poi non mancarono i presidenti della Repubblica, come Leone e Pertini: il primo lasciò qui gli amati gatti, l’ex partigiano invece il suo barboncino gigante di nome Trick. A Casa Rosa vennero tumulati anche altri animali, meno mansueti. "Un cliente mi ha portato un leone, un altro una tigre, ma almeno era cucciola, mentre il leone non so proprio come poteva averlo a casa…", aveva ricordato Molon.

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Cronaca

Cecilia Sala: “Io fortunatissima, liberazione così...

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La giornalista ospite di 'Che tempo che fa' parla della detenzione in Iran: "Lì solo 21 giorni, non me lo sarei mai aspettato"

Cecilia Sala

"Sono stata fortunatissima a stare lì solo 21 giorni, non me lo sarei mai aspettata mentre ero in carcere". Cecilia Sala, la giornalista liberata dopo 21 giorni di detenzione in Iran lo scorso 8 gennaio, ospite di 'Che Tempo Che Fa', in onda sul Nove parla della prigionia in Iran e parla di quella del governo italiano come di "un'operazione per liberare un ostaggio preso in Iran più rapida dagli anni Ottanta".

Grazie alla brevità della detenzione "il recupero è più rapido rispetto ad altre persone che sono rimaste lì centinaia di giorni - afferma - . Ora, aiutata, riesco a dormire". "Seguo l'Iran da giornalista e quindi conoscevo gli altri casi", sottolinea.

Interrogata incappucciata e faccia al muro

La prigionia comunque è stata dura. "Gli interrogatori avvenivano ogni giorno, per 15 giorni, incappucciata. Sei sempre solo anche quando non sei solo, quando qualcuno ti interroga sei incappucciato, faccia al muro. Il giorno prima della mia liberazione, annunciata alle 9 di mattina dell'8 gennaio, mi hanno interrogato per dieci ore: mi interrogava sempre la stessa persona".

"Non sapevo nulla di ciò che accadeva fuori - ha raccontato la giornalista romana - Nella prima telefonata potevo dire di essere stata arrestata e di non essere stata ferita. Poi le telefonate sono diventate un po' più lunghe e riuscivo a passare delle informazioni a Daniele tramite un linguaggio in codice, nonostante la regola 'non puoi parlare del tuo caso e della prigione'".

"Ho passato il tempo a leggere gli ingredienti sulle buste"

"La prima sera - racconta ancora Cecila Sala - avevo chiesto il Corano in inglese perché pensavo fosse un libro che in un carcere di massima sicurezza dell'Iran non mi potessero negare e invece mi è stato negato. Ho passato il tempo a contarmi le dita, a leggere gli ingredienti sulle buste".

"I rumori che arrivavo dal corridoio spesso erano strazianti: vomito, pianti a volte tentativi di farsi del male. L'isolamento, una condizione in cui si trovano ancora tantissime iraniane, che non hanno la fortuna che ho io di avere un Paese alle spalle che ti protegge".

"La telefonata - aggiunge - che ha fatto capire alla mia famiglia come stessi è stata quella in cui ho detto a Daniele di avere paura per la mia testa, di aver paura di perdere il controllo dei nervi".

"Nessuno della mia famiglia ha parlato con Musk"

"Nessuno della mia famiglia, né il mio compagno Daniele Raineri ha mai parlato con Elon Musk. Ma Daniele ha contattato il referente in Italia Andrea Stroppa e l’unica risposta che ha avuto su Elon Musk è stata: 'informato'", chiarisce poi Sala.

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Cronaca

Mareamico: “Dopo mareggiate a rischio crollo strada...

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Mareamico:

"Dopo le mareggiate dell’ultimo weekend sono nuovamente a rischio crollo la pista ciclabile e la strada del viale delle dune a San Leone", nell'agrigentino. E' la denuncia dell'associazione Mareamico di Agrigento. "L’erosione continua inesorabilmente a martellare le nostre coste e mettere a serio pericolo anche le infrastrutture viarie- dice Mareamico -Gli interventi a rimedio sono di esclusiva competenza della Regione Sicilia che, a quanto è dato a sapere, ha già pronto un progetto per cercare di rallentare il processo erosivo e salvare le nostre coste. Ma bisogna intervenire subito!".

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