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La psicologia del soldato russo nelle memorie di un ufficiale della Wehrmacht
In libreria “Battaglie di Panzer” di Friedrich Wilhelm von Mellenthin, curato da Andrea Lombardi per Italia Storica Edizioni

La psicologia del soldato russo e i pregi e difetti dell’Armata Rossa nelle memorie inedite di un ufficiale della Wehrmacht. È appena uscito in libreria il libro di Friedrich Wilhelm von Mellenthin, “Battaglie di Panzer. I combattimenti di corazzati in Polonia, Francia, Balcani, Nordafrica, Russia e sul fronte occidentale nelle memorie di un Ufficiale di unità Panzer”, a cura di Andrea Lombardi (Italia Storica Edizioni, 428 pp., € 38,00).
“Von Mellenthin - commenta il saggista e direttore di 'Storia in Rete' Fabio Andriola - racconta le sue esperienze dirette durante la Seconda guerra mondiale in qualità di ufficiale di Stato Maggiore. Ha partecipato ad alcune delle più importanti campagne in Africa, in Russia e sul fronte occidentale, venendo a contatto diretto con personaggi come il feldmaresciallo Erwin Rommel e il generale Hermann Balck”.
L'ufficiale dedica anche un capitolo alla psicologia del soldato russo e ai pregi e difetti dell’Armata Rossa rispetto agli Eserciti occidentali: "Non c’è modo di immaginare quale sarà la prossima mossa dei russi: passano da un estremo all’altro - racconta - Con l’esperienza risulta abbastanza semplice immaginare quel che farà un soldato di qualunque altro paese, ma con i russi non è mai possibile. Le qualità dei russi sono inconsuete e sfaccettate quanto il loro vasto e selvaggio paese", scrive Von Mellenthin, mettendo in luce la totale imprevedibilità del soldato russo: "oggi non gli importa se i suoi fianchi sono scoperti oppure no, e all’indomani trema all’idea di avere i fianchi esposti. Trascura princìpi tattici consolidati ma rispetta alla lettera i manuali in dotazione". Un suo aspetto caratteristico "è il suo sprezzo per la vita come per la morte: una cosa incomprensibile per un occidentale".

Cultura
L’interno del rotolo di Ercolano visto per la prima...

Grazie al progetto della Biblioteca Bodleiana dell'Università di Oxford e della Vesuvius Challenge

Straordinaria svolta nel tentativo di decifrare il testo conservato sui rotoli di papiro provenienti dall'antico sito di Ercolano, sepolto dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. La Biblioteca Bodleiana dell'Università di Oxford e il Vesuvius Challenge hanno annunciato che un team di ricercatori è riuscito a generare la prima immagine dell'interno del rotolo PHerc. 172, uno dei tre rotoli di Ercolano conservati presso la Biblioteca Bodleiana, segnando un significativo passo avanti nella capacità di recuperare testi dal mondo classico greco-latino.
L'immagine del rotolo virtualmente srotolato mostra una parte considerevole del papiro e alcune colonne di testo, con circa le ultime 26 righe di ogni colonna. Mentre gli studiosi dell'Università di Oxford stanno cercando di interpretare il testo, la Vesuvius Challenge invita altri studiosi a farsi avanti e a unirsi allo sforzo collettivo per decifrarne completamente il contenuto.
Una delle prime parole ad essere tradotte dal greco antico è "disgusto" e che compare due volte in alcune colonne di testo. Da quando la pergamena è stata scansionata alla Diamond Light Source di Harwell nel luglio 2024, presso la struttura scientifica nazionale di sincrotrone del Regno Unito, il team della Vesuvius Challenge ha lavorato con l'intelligenza artificiale per mettere insieme le immagini e migliorare la chiarezza del testo. I ricercatori stanno perfezionando ulteriormente l'immagine utilizzando un nuovo approccio di segmentazione nella speranza di migliorare la coerenza e la chiarezza delle linee di testo attualmente visibili e forse di raggiungere la fine del papiro, la parte più interna del rotolo carbonizzato, dove potrebbe essere conservato il colophon con il titolo dell'opera.
Il rotolo di Oxford, donato all'inizio del XIX secolo da Ferdinando IV, re di Napoli e di Sicilia, è unico tra i materiali di Ercolano per la composizione chimica del suo inchiostro, che appare più chiaramente nelle scansioni a raggi X. I ricercatori ritengono che l'inchiostro possa contenere un contaminante più denso come il piombo, ma saranno necessari ulteriori test per identificare l'esatta ricetta che ha reso l'inchiostro molto più leggibile rispetto ad altre pergamene che hanno fatto parte della Vesuvius Challenge.
L'apprendimento automatico utilizzato per questo progetto si concentra esclusivamente sul rilevamento della presenza di inchiostro, poiché i modelli non hanno alcuna comprensione del linguaggio e non possono riconoscere i caratteri. Di conseguenza, la fase successiva - la trascrizione e la traduzione del testo - è affidata all'esperienza degli studiosi e non all'intelligenza artificiale.
Richard Ovenden, funzionario della Biblioteca Bodleiana, ha dichiarato: "È un momento storico incredibile in cui bibliotecari, informatici e studiosi del periodo classico collaborano per vedere l'inedito. I sorprendenti passi avanti fatti con l'imaging e l'intelligenza artificiale ci permettono di guardare all'interno di rotoli che non sono stati letti per quasi 2.000 anni. Questo progetto è un esempio perfetto di come le biblioteche, le discipline umanistiche e l'informatica integrino le rispettive competenze per comprendere il nostro passato comune".
La Vesuvius Challenge, l'iniziativa globale lanciata nel 2023 per scoprire il contenuto dei rotoli di Ercolano senza alcun intervento fisico sui rotoli stessi, continua a incoraggiare i contributi dei ricercatori di tutto il mondo.
Brent Seales, cofondatore di Vesuvius Challenge e ricercatore principale di EduceLab, ha dichiarato: "Siamo entusiasti del successo dell'imaging di questa pergamena della Biblioteca Bodleiana e siamo grati ai nostri partner per il loro sostegno e la loro collaborazione. Questa pergamena contiene una quantità di testo recuperabile superiore a quella mai vista in una pergamena di Ercolano sottoposta a scansione. Nonostante questi risultati entusiasmanti, resta ancora molto lavoro da fare per migliorare i nostri metodi software in modo da poter leggere la totalità di questa e delle altre pergamene di Ercolano".
(di Paolo Martini)
Cultura
Firenze, l’Università festeggia i 250 anni del Museo di...

Dal 21 febbraio al via un calendario di eventi che durerà tutto l'anno

L’Università di Firenze festeggia quest’anno i 250 anni della Specola, che sta all’origine del Museo di Storia naturale dell’Ateneo fiorentino.
Per la ricorrenza l’Ateneo ha organizzato un calendario di iniziative e attività lungo tutto l’anno che sarà presentato alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico, che si terrà martedì 18 febbraio al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
“L’Università di Firenze ha deciso di dedicare l'apertura dell'Anno Accademico al suo Museo di Storia naturale, la cui storia di due secoli e mezzo è strettamente legata alla rinascita degli insegnamenti superiori nella nostra città e alla diffusione del sapere scientifico – spiega la rettrice Alessandra Petrucci -. È l’occasione per promuovere con rinnovato slancio il nostro patrimonio museale, in una prospettiva internazionale”.
“I festeggiamenti sono iniziati già nel 2024 – spiega il presidente del Sistema Museale di Ateneo David Caramelli - con la riapertura della Specola, la sede da cui tutto ebbe inizio il 21 febbraio 1775 per volontà del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena. Abbiamo ora deciso di estendere gli eventi – prosegue Caramelli – a tutte le collezioni che dalla Specola si spostarono in varie parti della città, costituendo realtà espositive come il Museo di Antropologia, il Museo di Paleontologia, l’Erbario”.
Il programma delle celebrazioni si aprirà venerdì 21 febbraio con un evento scientifico dal titolo “Si vedrà la natura raccolta in un sol luogo” (ore 9.30 - Aula Magna del Rettorato, piazza San Marco, 4).
Porteranno il loro saluto la rettrice Alessandra Petrucci, il direttore generale musei del Ministero della Cultura Massimo Osanna, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, la sindaca del Comune di Firenze Sara Funaro. I lavori saranno introdotti dal presidente del Sistema Museale di Ateneo David Caramelli; fra i relatori saranno presenti, tra gli altri, il presidente della Società Italiana di Storia della Scienza Elena Canadelli, il direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco, il direttore del Dipartimento Unifi di Scienze della Terra Luca Bindi.
In occasione della ricorrenza dell’istituzione del Museo sono previste, per i giorni sabato 22 e domenica 23 febbraio, aperture gratuite, a partire dalle ore 9, all’Orto Botanico (via Pier Antonio Micheli, 3), al Museo di Antropologia (via del Proconsolo, 12), al Museo di Paleontologia (via Giorgio La Pira, 4), alla Specola (via Romana, 17 – per questa sede l’ingresso è su prenotazione). All’Erbario saranno offerte visite guidate, a partire dalle ore 10 (via La Pira, 4 – ingresso su prenotazione).
In programma anche laboratori per grandi e piccoli, su prenotazione: all’Orto botanico, ad esempio, sarà possibile ripercorrere le tappe fondamentali dell’evoluzione vegetale attraverso l’esposizione di piante e modelli didattici, mentre a Paleontologia si potranno scoprire le preziose collezioni di fossili o cimentarsi con la paleoarte. E ancora alla Specola i visitatori si immergeranno nel piccolo mondo degli insetti o in quello immenso delle meteoriti, mentre Antropologia aspetta il pubblico per una visita sensoriale immersiva e per far conoscere le tradizioni culinarie dei popoli. Info su www.sma.unifi.it
Cultura
Storie di donne, passioni e segreti in ‘Sipario...

Al centro del racconto emergono storie mai viste o sentite, parte di un patrimonio di emozioni che attraversano quasi 70 anni di vicende italiane

Passioni, ricordi, piccole storie che rappresentano memorie e vicende collettive. Passioni che descrivono l'anima di un popolo e l'identità più profonda e vera della Sicilia. Giuseppe Cerasa coglie lo spirito dell'isola sviscerandolo in 'Sipario siciliano', pubblicato da Aragno editore. Il libro, scrive la romanziera Stefania Auci nella prefazione, mette in scena "piccole istantanee, quadri compositi che raffigurano stralci di vita vera, memorie collettive e ricordi familiari da cui emerge l’immagine di una Sicilia ricca di sfumature".
Al centro del racconto emergono storie mai viste o sentite, parte di un patrimonio di emozioni che attraversano quasi settant'anni di vicende italiane: mondi che si illuminano e certezze che si spengono. Un racconto che si snoda attraverso amori, passioni, riti irrinunciabili, violenze inaudite, diritti calpestati, bagliori rivoluzionari, storie letterarie non sempre scritte eppure descritte con forza e lirismo. E su tutto, come rileva Auci, campeggia la Sicilia che "resta al centro della narrazione, sempre: lo è quando i momenti privati, dai tratti quasi lirici, si alternano ai racconti di impegno civile. Lo è anche nel racconto disincantato e amaro degli anni più difficili per la nostra isola, quelli delle guerre di mafia, dove la politica e malaffare avevano spesso il medesimo volto". Questo perché "la mafia è il convitato di pietra in ogni evento che coinvolge l’isola".
Speranze e violenze si alternano in queste pagine, vita e morte, luce e lutto, come del resto la storia della Sicilia ha insegnato in questi anni, ispirando e anticipando spesso scenari che si sono imposti a cavallo di due secoli nel mondo. Tra i tanti elementi trattati da Cerasa c'è anche il lungo percorso di emancipazione delle donne siciliane, punto di riferimento essenziale dell'isola. "Personalmente - afferma Stefania Auci - ho apprezzato molto il racconto della faticosa emancipazione delle donne che, dal chiuso delle case di famiglia, sono passate nel mondo del lavoro per esempio attraverso l’insegnamento. Le donne raffigurate da Cerasa sono creature a volte timide, a volte risolute e determinate che hanno vissuto ai margini di un mondo a loro ostile. Eppure sono dotate di coraggio e consapevolezza, e non hanno paura di prendersi le proprie responsabilità o difendere i diritti propri e delle loro famiglie". Perché le donne, in fondo, sono "la vera spina dorsale della Sicilia". Un messaggio che, conclude la scrittrice, Cerasa "fa passare in maniera limpida, senza piaggeria".