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Sostenibilità

Come nasce il pesto Barilla, basilico 100% da agricoltura...

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Come nasce il pesto Barilla, basilico 100% da agricoltura sostenibile ingredienti di qualità e il Metodo Delicato

Da iconico condimento sulla pasta, il suo utilizzo si è via via evoluto

Come nasce il pesto Barilla, basilico 100% da agricoltura sostenibile ingredienti di qualità e il Metodo Delicato

Il pesto si conferma tra le dieci ricette italiane più apprezzate nel mondo. Lo rivelano i risultati di Google Trends 2023, secondo cui il pesto alla genovese è al decimo posto tra le ricerche italiane online nella classifica stilata annualmente dal motore di ricerca globale. Da iconico condimento sulla pasta, il suo utilizzo si è via via evoluto, rendendo il pesto adatto anche a tante altre preparazioni, come ingrediente per una pizza gourmet, o in abbinamento a piatti di carne e di pesce, oppure come salsa per un aperitivo. Parola d’ordine cha accomuna tutti gli appassionati del pesto è proprio la creatività, che rende intramontabile una delle ricette più amate della tradizione italiana.

Consapevole del valore che il pesto ha per gli italiani e per i consumatori di tutto il mondo, Pesto Barilla è preparato con cura, con ingredienti di qualità e con Basilico da agricoltura sostenibile. Attenta alla sostenibilità sociale e ambientale, la filiera del Basilico Barilla è italiana, certificata, di qualità e incontra le esigenze degli amanti del pesto di tutto il mondo, sempre più attenti all’impatto su territorio, pianeta e persone. Frutto di una lunga storia di passione, esperienza e saper fare, il segreto della cremosità unica di tutte le ricette di Pesto Barilla è nel loro processo di preparazione, il Metodo Delicato, che preserva la qualità di tutti gli ingredienti.

“È un ‘oro verde’ il nostro basilico, il cuore pulsante di quello che facciamo. Prenderci cura della filiera del basilico significa garantire la qualità dei nostri prodotti e del metodo produttivo” spiega Matteo Gori, Presidente della categoria sughi Barilla. “Ne sono il risultato le ricette di Pesto Barilla, capaci di unire intensità e delicatezza e di far spalancare gli occhi per la felicità ogni volta che vengono portate in tavola, grazie a un gusto che piace davvero a tutti. Ecco allora che alla sostenibilità della filiera e alla delicatezza del sapore si associano la creatività nell’utilizzo di nuovi ingredienti, la sorpresa per il mix di sapori e l’amore per il pesto – e in particolare per il Pesto Barilla – in Italia e in tutto il mondo”.

La linea 'Pesto Barilla' nasce dalla passione per le ricette italiane più amate di sempre e per gli ingredienti distintivi del Bel Paese: il basilico con il suo profumo inconfondibile, la prelibatezza del Parmigiano Reggiano Dop, il sapore dei pomodori italiani e il gusto dell’Aceto Balsamico Igp. Caratterizzate da un gusto delicato e unica cremosità unica, le ricette di Pesto Barilla sono l'ideale per portare ogni giorno sulla tavola il piacere di un piatto sfizioso.

Realizzata dall’agenzia Marimo brandlife designers, la linea è ben riconoscibile a scaffale grazie al vasetto elegante e funzionale, dotato di un’ampia imboccatura e 100% riciclabile nelle diverse filiere di carta, vetro e metallo, poiché tutti gli elementi sono facilmente separabili.

Il Pesto alla Genovese è l’eroe tra tutte le ricette di Pesto Barilla, quella che da 30 anni rappresenta la perfetta unione tra l’esperienza di Barilla, racchiusa nel Metodo Delicato, e ingredienti italiani di qualità. Un mix accuratamente selezionato di Basilico italiano, unito al Parmigiano Reggiano Dop, in una texture sorprendentemente cremosa.

Il pesto alla genovese senz’aglio è nato dall’esigenza di offrire l’esperienza unica del pesto alla genovese, anche a chi non piace l’aglio, senza comprometterne il gusto. Nel pesto basilico e Limone l’aroma intenso del basilico 100% italiano da agricoltura sostenibile, insieme al tocco fresco delle scorze di limone, regala un gusto inaspettatamente delizioso. Il Pesto Basilico e Pistacchio è un condimento ispirato alla tradizione culinaria siciliana. L’unione magica tra il basilico e il pistacchio, e la texture cremosa con croccanti pezzetti di frutta secca donano alle ricette un gusto avvolgente e inaspettato.

Nel pesto con basilico e rucola protagonisti al palato sono il basilico italiano e una piacevole nota di rucola, una variante che arricchisce la gamma di pesti verdi, per una ricetta ancora più verde, profumata e con una nota leggermente e piacevolmente amara.

Pesto Ricotta e Noci: una ricetta semplice, con noci, ricotta e un tocco di basilico, ma dal risultato avvolgente: cremoso e vellutato con pezzetti di noci. Pesto rustico basilico e olive: il basilico italiano incontra il gusto intenso delle olive mediterranee verdi e nere. Pesto rustico basilico e olive è l’alleato perfetto per un aperitivo.

Pesto rustico verdure mediterranee: un’esplosione di verdure: l’emblema della dieta mediterranea. Ideale su una bruschetta per l’aperitivo, altrettanto buono sulla pasta. La sua consistenza rustica, insieme al mix bilanciato di verdure contribuiscono a creare il perfetto sapore agrodolce. Il pesto rosso combina alcuni ingredienti iconici della tradizione italiana: i pomodori, il basilico ed un tocco di aceto balsamico di Modena Igp.

Pesto alla calabrese: dolci peperoni rossi e ricotta formano una ricetta dalla cremosità unica, esaltata dalla nota piccante del peperoncino. Pesto al basilico vegan: un gusto intenso di basilico, con la stessa consistenza cremosa del pesto alla genovese, anche senza la presenza di formaggio o derivati del latte. Pesto Barilla vegan è la scelta perfetta per gli intolleranti al lattosio o per le persone che scelgono una dieta vegana.

Leader mondiale nella categoria pesto, Barilla è il primo brand a portare il Basilico da agricoltura sostenibile a livello globale, certificandone la produzione. Un impegno importante nel percorso di sostenibilità del marchio, con molteplici risvolti. “Prima ancora che nella filiera del Basilico, l’impegno di Barilla per la sostenibilità risulta evidente nel lungo percorso di responsabilità che, come Gruppo, portiamo avanti da anni. Un impegno delineato nel Codice di Agricoltura Sostenibile Barilla, dai molteplici obiettivi: supportare i nostri fornitori a migliorare l'efficienza e la competitività del sistema agricolo; agire con integrità, applicando il Codice Etico Barilla; ricercare la qualità e la sicurezza alimentare; ridurre l'impatto sull'ambiente; credere nell'ascolto e nella collaborazione per un miglioramento continuo” spiega Silvia Casali, purchaising manager basilico e responsabile Carta del Basilico. “Da questa eredità, in collaborazione con agricoltori e partner storici, abbiamo sviluppato un Disciplinare di produzione del Basilico Barilla in grado di assicurare una filiera del prodotto più sostenibile, sicura e certificata”.

Da giugno 2023, il pesto Barilla alla genovese (e la sua variante senza aglio), icona di uno dei condimenti più apprezzati della cucina italiana, ha acquisito un nuovo livello di sicurezza e affidabilità, grazie al progetto in collaborazione con Connecting food, la prima piattaforma per la tracciabilità e la trasparenza alimentare nata in Europa. Il QR code presente in etichetta consente di ripercorrere il viaggio del basilico dal campo alla tavola, grazie al sistema di tracciabilità con blockchain, raccontando direttamente ai consumatori la filiera italiana del basilico, svelandone l’origine, il valore e la sostenibilità. Un racconto che da luglio 2024 raggiungerà i consumatori anche fuori dai confini italiani, quando il QR code verrà applicato sui vasetti di Pesto alla Genovese e alla sua variante senz’aglio distribuiti in altri 14 mercati Europei. Da quest’anno (2024) Barilla ha, inoltre, esteso il progetto di tracciabilità anche alla filiera del basilico semilavorato. La tecnologia blockchain garantisce l’autenticità di ogni informazione, comunicando in maniera trasparente la qualità e la provenienza del basilico Barilla.

La dicitura 'Basilico da agricoltura sostenibile' porta con sé una serie di garanzie e prerequisiti: certificazioni, controlli, accordi di filiera e buone pratiche agricole.

In ottica di miglioramento continuo e garanzia degli standard connessi alla sostenibilità, Barilla ha scelto di adottare la certificazione ISCC PLUS (International Sustainability and Carbon Certification), uno standard internazionale ad adesione volontaria che si applica alla gestione sostenibile nel settore alimentare e si basa sullo Standard ISO 9001. RINA, l’ente certificatore indipendente scelto da Barilla, ogni anno verifica che ciascun attore della filiera rispetti le regole imposte dallo standard di sostenibilità. Barilla ha inoltre sviluppato criteri e pratiche agricole sostenibili in collaborazione con l’Università di Bologna – in particolare il Dipartimento di Scienze Agrarie e Alimentari e con il CeRSAA (Centro di Ricerca e Sperimentazione Agricola di Albenga, Liguria), uno dei principali centri italiani di competenza per la coltivazione del basilico. Sempre in ottica di Smart Farming, in collaborazione con CNR:IBE di Firenze, inoltre, è stato sviluppato un applicativo, Basilicum, che raccomanda il momento ottimale per la raccolta, avvisa in anticipo gli agricoltori riguardo al sopraggiungere delle malattie, migliora l’uso sostenibile dell’acqua e ottimizza la fertilizzazione.

La certificazione ISCC PLUS si fonda sul rispetto di specifici principi di sostenibilità: la protezione della biodiversità e dei suoli con un elevato stock di carbonio, il mantenimento di buone condizioni agronomiche e ambientali, il rispetto dei diritti umani, la limitazione delle emissioni di gas serra. Oltre all’adozione di questa certificazione volontaria, ‘Pesto Barilla’ si è spinto ancora più in là per prendersi cura del proprio basilico, dei campi e delle persone da cui è coltivato:

Barilla preserva la salute del suolo garantendo una rotazione continua delle colture nei campi dei propri basilicoltori, i quali sottoscrivono l’impegno ad adottare uno specifico piano di rotazione. Con l’obiettivo di preservare la struttura del suolo, aumentare la fertilità e ridurre la presenza di parassiti ed erbe infestanti, diverse specie vegetali vengono coltivate in uno stesso terreno in successione ricorrente, secondo una sequenza definita che evita la monocoltura. In questo modo il terreno non è sottoposto a progressivo esaurimento dei nutrienti. Al contempo, la rotazione colturale può ridurre la necessità di fertilizzanti ed erbicidi sintetici, migliorare la struttura del suolo e la sostanza organica, ridurre l'erosione e aumentare la resilienza del sistema agricolo.

A vantaggio di ambiente e natura, tutti i basilicoltori dedicano il 3% dei loro campi della filiera Barilla alla coltivazione di piante e fiori che promuovono la biodiversità, fornendo riparo agli insetti essenziali per l'ecosistema. I fiori non sono solo belli, ma sono anche indispensabili per la natura ed è per questo motivo che tutte le aziende agricole che forniscono basilico a Barilla devono destinare una parte dei propri seminativi alla coltivazione di un mix di piante a fiore composte da varie specie, tra cui la Sulla, la Facelia e le Margherite. Tutti insieme questi fiori formano ‘Aree di Biodiversità’ che incrementano la biodiversità dell’agroecosistema, favoriscono l’insediamento degli insetti impollinatori e forniscono habitat e nutrimento per insetti impollinatori e farfalle.

Barilla ha stretto con i propri basilicoltori legami pluriennali volti, da un lato, a garantire una produzione continuativa e di qualità, dall’altro a sostenere i coltivatori, l’economia e la produzione locale. I contratti a medio termine riducono l’incertezza economica e i rischi lavorativi per i coltivatori di basilico, supportandoli in investimenti e innovazioni con benefici concreti sulla produzione e risvolti sociali e ambientali positivi.

Testimoni di questa proficua e vantaggiosa collaborazione sono Debora e Simone Bernardi, che insieme guidano Agricola Bernardi. “Inizialmente l’attività era concentrata esclusivamente su produzioni Florovivaistiche in serra, mentre nel 2000 è iniziata la coltivazione dei campi e anche la produzione dei primi 2 ettari di basilico fresco. Oggi abbiamo circa 70 ettari coltivati a basilico, uno stabilimento di 5000 mq dedicato alla produzione e allo stoccaggio, compreso di 2 celle refrigerate per mantenere la materia prima fresca e integra prima della consegna che avviene entro 2 ore dalla raccolta e 4 mezzi di proprietà dedicati al trasporto. ‘Seminare oggi per raccogliere domani. Senza fretta ma senza sosta’ è il nostro motto, per dare al nostro basilico tutte quelle attenzioni che lo fanno crescere sano e bello, coltivandolo in maniera responsabile e sostenibile, investendo su attrezzature per l’irrigazione innovative, seguendo la rotazione dei terreni con aree fiorite dedicate per favorire la Bbiodiversità”.

Il Metodo Delicato è il processo di produzione di Pesto Barilla sviluppato e perfezionato negli anni dall’azienda per preservare al meglio la qualità originaria degli ingredienti. Alla base vi è un know-how di lungo corso che garantisce standard elevati e risultati costanti per tutte le ricette della gamma. Il Metodo si fonda su tre pilastri principali: una preparazione delicata, con miscelazione a freddo, che preserva l'integrità degli ingredienti; un trattamento termico veloce e non invasivo che garantisce una conservazione e una qualità sicure al 100% per tutta la durata di conservazione; tempi rapidi di preparazione (due ore circa), per preservare al meglio il gusto e le caratteristiche di alta qualità degli ingredienti.

Il Metodo Delicato è il risultato di un percorso di miglioramento continuo che Barilla ha iniziato nel 2012 con l'apertura dello stabilimento di Rubbiano, il più grande e sostenibile impianto produttivo di sughi e pesti d’Europa, che ha proseguito con il suo ampliamento nel 2017 e che nel 2024 si è dotata di un’ulteriore linea di produzione grazie a un investimento di 30 Milioni di euro. È un processo specifico fatto di diverse tecnologie all’avanguardia e pratiche consolidate, di competenze tecniche e insegnamenti acquisiti negli anni, volti a preservare le caratteristiche organolettiche degli ingredienti e caratterizzare il pesto con un colore più brillante, una consistenza cremosa e un gusto equilibrato.

Il gusto equilibrato e inconfondibile di pesto Barilla deve la propria particolarità all’accurata selezione di specifiche varietà di Basilico. Come da tradizione, Pesto Barilla utilizza solo basilico della tipologia Genovese caratterizzato dall’assoluta assenza di sentore di menta, spesso presente in tante altre varietà. La tipologia Genovese ha un profumo molto intenso e gradevole al tempo stesso e una colorazione verde tenue. La tipologia Genovese non è una sola, in realtà ne esistono tantissime. Tra quelle selezionate per ‘Pesto Barilla’ troviamo, ad esempio, Prospera ed Eleonora scelte perché dimostrano una maggiore resistenza alle principali fitopatologie fungine che aggrediscono questa pianta. “Avere piante più forti significa ridurre i trattamenti, avendo quindi coltivazioni più sostenibili, anche per questo Barilla le ha scelte” spiega Flavio Bertinaria, agronomo Barilla.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Sostenibilità

Carpooling aziendale, nei primi 6 mesi 166mila auto tolte...

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I dati dell'Osservatorio Aziende In Movimento realizzato da Jojob Real Time Carpooling

 - (Fotolia)

Condividere l'auto tra colleghi che percorrono lo stesso tragitto. In Italia sono già numerose le aziende che, insieme al loro mobility manager, hanno scelto di promuovere il carpooling aziendale e lo dimostrano i dati del primo semestre 2024: si registrano 290.256 viaggi in carpooling certificati ovvero l’equivalente di oltre 166mila auto tolte dalle strade, 553.516 kg di CO2 in meno e un risparmio totale per i dipendenti di 845.660 euro. È quanto emerge dall'Osservatorio Aziende In Movimento realizzato da Jojob Real Time Carpooling, che ha analizzato i dati delle 2.926 sedi aziendali e le abitudini dei 177.637 dipendenti coinvolti dalle aziende che hanno a disposizione il servizio di carpooling aziendale per la tratta casa-lavoro. Tramite l’app di Jojob e le campagne di comunicazione promosse dal suo team, i mobility manager delle aziende possono infatti diffondere e incentivare l’uso dei trasporti condivisi e a basso impatto ambientale: i dipendenti delle aziende che aderiscono a Jojob possono pubblicare e rendere disponibili i propri tragitti casa-lavoro, trovare autisti e passeggeri compatibili come ad esempio colleghi o dipendenti di aziende limitrofe.

"Il nuovo Osservatorio con focus specifico sulla mobilità delle aziende ci aiuta a comprendere meglio anche il tessuto economico del Paese e le relative esigenze dei lavoratori - dichiara Gerard Albertengo, Ceo e fondatore di Jojob - Il carpooling offre significativi benefici sia alle aziende che ai dipendenti, soprattutto in contesti urbanizzati come la Lombardia o il Piemonte. In generale, emerge sempre più nettamente l’importanza, all’interno della struttura aziendale, della figura del Mobility Manager, responsabile della pianificazione e della gestione della mobilità aziendale: grazie al suo lavoro è possibile implementare soluzioni per ridurre l'impatto ambientale degli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti, aumentando al tempo stesso il benessere dei lavoratori”.

La geografia dei viaggi condivisi

L’Osservatorio Aziende in Movimento di Jojob ha permesso di fotografare l'andamento del carpooling in tutta Italia, individuando anche le regioni e le province in cui si registrano più viaggi condivisi, nonché le differenti abitudini dei carpooler. Analizzando nel dettaglio il numero di sedi attive nelle singole regioni italiane, sul primo gradino del podio troviamo la Lombardia con il 18,3% delle aziende ad aver adottato il carpooling. A seguire l’Emilia-Romagna che registra un 16,7% delle sedi sul totale nazionale. Al terzo posto il Lazio con l'8,7% delle sedi. A livello provinciale, al primo posto troviamo Roma con il 7,6% di sedi attive sul totale nazionale. Al secondo posto la provincia di Brescia, con il 4,3%, mentre al terzo gradino si trova Trento con il 4,1% delle sedi.

I settori che promuovono il carpooling

Tra i settori in cui operano le aziende che promuovono il carpooling si distingue il metalmeccanico che, pur rappresentando solo il 6,1% delle sedi, registra il maggior coinvolgimento dei dipendenti, ovvero il 24,06% del totale. Le aziende metalmeccaniche ad aver adottato il carpooling aziendale sono realtà di grandi dimensioni e situate in contesti suburbani, pertanto ideali per il carpooling perché spesso raggiungibili soltanto con l’ausilio di mezzi privati. A scegliere la mobilità condivisa insieme a Jojob sono anche le aziende del settore bancario, con il 16,9% dei dipendenti sul totale, seguito da quello alimentare (11,3% dei dipendenti); un dipendente su 10 che fa carpooling proviene invece dal settore della logistica (10%).

L’identikit dei carpooler in Italia

Secondo l’indagine di Jojob Real Time Carpooling, il carpooler 'medio' è un dipendente attento in primis al risparmio economico (61,4%), motivato però anche dalla volontà di compartecipare alla riduzione dell'impatto ambientale (15,4%) e dalla socializzazione offerta dalla condivisione del viaggio (6,5%), accanto a chi adotta la soluzione del carpooling aziendale perché non ha alternative di trasporto pubblico o privato (5,6%).

La maggior parte dei carpooler divide le spese organizzando l'utilizzo delle auto private a turno (64%), mentre il 13,5% approfitta della transazione gestita dall’app di Jojob per restituire al guidatore le spese sostenute. Il 14% afferma che l’autista non richiede alcun contributo, mentre nell’8,5% dei casi i carpooler si accordano per un compenso quotidiano o periodico da riconoscere all’autista. Oltre la metà dei dipendenti (53%) afferma di condividere l’auto per una media di 5 giorni a settimana, mentre il 18,2% condivide il tragitto casa-lavoro per una media di 4 giorni a settimana e il 15,9% per 3 giorni.

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Sostenibilità

Intelligenza artificiale e sostenibilità, la nuova...

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Intelligenza artificiale e sostenibilità, la nuova rivoluzione agricola

Le stime elaborate dagli esperti prevedono che entro il 2050 la popolazione mondiale toccherà le 9,7 miliardi di unità. Il sistema economico è chiamato a reagire, riorganizzando i processi produttivi, con il settore agricolo che combatte questa battaglia in prima linea. Gli esperti della Cornell University hanno trovato una soluzione che coniuga innovazione ed efficienza, in un contesto segnato dal riscaldamento globale. L’applicazione dell’Ia ai sistemi di ventilazione e illuminazione in serra potrebbe infatti ridurre del 25% il consumo energetico. La ricerca è stata pubblicata su “Nature Food”.

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Sostenibilità

Clima, “ghiacciaio della Marmolada ormai...

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Il bilancio dell'ultima tappa della Carovana dei ghiacciai 2024, 70 ettari di superficie in meno in 5 anni

Il ghiacciaio della Marmolada

Accelera la fusione del ghiacciaio della Marmolada, al ritmo attuale entro il 2040 non esisterà più. A fare il punto è Carovana dei ghiacciai 2024, la campagna nazionale di Legambiente in collaborazione con Cipra Italia e con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, che oggi conclude il suo viaggio sull’arco alpino con la sesta tappa sulla Marmolada diffondendo i dati sullo stato di salute del ghiacciaio e informando i cittadini sugli effetti della crisi climatica ad alta quota.

"Una condanna a morte come per Adamello e Forni"

"Il ghiacciaio della Marmolada, il più grande delle Dolomiti, è ormai un ghiacciaio in coma irreversibile - spiega Legambiente - Dal 1888 è arretrato di 1.200 metri e con un innalzamento della quota della fronte di 3500 metri. Negli ultimi cinque anni il ghiacciaio ha perso ben 70 ettari di superficie, ossia pari a 98 campi da calcio passando da circa 170 ha del 2019 ai 98 nel 2023. A questo ritmo entro il 2040 il ghiacciaio della Marmolada non esisterà più. Una condanna a morte che condivide con i due ghiacciai più grandi delle Alpi, quello dell’Adamello, situato tra Lombardia e Trentino, e quello dei Forni, in Lombardia, tutti e tre posti sotto i 3500 metri e segnati da perdite di spessore importanti".

"Misure sulle condizioni superficiali dei ghiacciai indicano che il ghiacciaio della Marmolada e dei Forni hanno picchi di perdita di spessore a breve termine rispettivamente di 7 e 10 cm al giorno; mentre per il ghiacciaio dell’Adamello le misurazioni a lungo termine rilevano che la perdita di spessore derivata dalla fusione glaciale permette di camminare oggi sul ghiaccio derivato dalle nevicate degli anni '80", spiega l'associazione.

Il ghiacciaio della Marmolada è un "super osservato speciale da Carovana dei ghiacciai che ha fatto tappa sulla Regina delle Dolomiti già nel 2020 e nel 2022 per poi tornarci nel 2024. Quello che emerge è un ghiacciaio in forte sofferenza: se 136 anni fa si estendeva per circa 500 ettari, ed era grande come 700 campi da calcio, dal 1888 ha registrato una perdita areale superiore all’80% e una perdita volumetrica superiore al 94%. Nel 2024 lo spessore massimo è di 34 metri. L’accelerata della fusione del ghiaccio ad alta quota sta lasciando il posto ad un deserto di roccia bianca, levigata da quello che un tempo era il grande gigante bianco, e prendono vita nuovi ecosistemi".

Legambiente: "Attuare un efficace piano di adattamento"

“Le Alpi sono un luogo fondamentale a livello nazionale ed europeo, ma sono anche sempre più fragili a causa della crisi climatica che avanza. Il ghiacciaio della Marmolada - dichiara Vanda Bonardo responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di Cipra Italia - ne è un esempio importante e con Carovana dei ghiacciai abbiamo raccontato la sofferenza di un ghiacciaio morente, segnato da un’accelerazione del processo di fusione che ha numeri impressionanti e che richiede risposte urgenti a partire da una governance sostenibile del territorio. Per questo abbiamo sottoscritto il Manifesto per Un’altra Marmolada per una fruizione sostenibile della montagna presentato da Climbing For Climate”.

“Con Carovana dei ghiacciai, che con questa tappa conclude la sua quinta edizione, non solo è importante conoscere e capire cosa sta accadendo ad alta quota, ma anche che impatti sta avendo la crisi climatica in queste aree montane e che ripercussioni sta provocando a valle. La conoscenza, unita alla ricerca scientifica - commenta Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente - devono però essere accompagnate anche da politiche di adattamento e di mitigazione, e da interventi su scala nazionale e locale, coinvolgendo anche le comunità locali. Per questo riteniamo sempre più urgente l’attuazione, accanto alle politiche di mitigazione, di un efficace piano di adattamento nazionale alla crisi climatica, a partire dalle zone più vulnerabili, come l’alta montagna".

“I dati glaciologici sulla Marmolada rendono questo ghiacciaio emblematico per la sofferenza di tutti i ghiacciai alpini - dichiarano Valter Maggi e Marco Giardino, rispettivamente presidente e vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano - Si tratta di un corpo glaciale scarsamente alimentato che soffre a causa della pressione climatica e antropica. Le trasformazioni ambientali si stanno ripercuotendo su questo ambiente glaciale e dobbiamo tenerne conto sia per i ghiacciai sia per le aree circostanti”.

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